Da Abbatto i Muri:
GueRa al femminicidio, Roscio di sera bel tempo si spera, c’abbiamo scritto “vittima” pure sul culo, tanto per non sbagliacce su dove sta la donzella da salvare, dopodiché se ti strappi via dal corpo quella scritta, se il rosso lo adoperi, come si dovrebbe, come colore di rivolta, se dici che i soldati mandati a far la GueRa non ce li vuoi a sorvegliare la tua moralità, i metri dei tuoi passi, la misura dei tuoi pensieri, la libertà dei tuoi orgasmi, né ce li vuoi a origliare, certificare, limitare la misura del tuo dissenso, ché non legittimi la repressione, la loro legge non ti interessa e non ti piace, e non ti rendi funzionale a chi strumentalizza il tuo corpo, perché te lo ripigli – il corpo – e lo porti in piazza per raccontare qualcosa di diverso, che appartiene solo a te, alla tua narrazione degli eventi, alla tua richiesta precisa di diritti che non scende a compromessi con nessun@, tanto meno con i tuoi tutori, se non sei lì a fare la brava signorina che prende una pacca sulle spalle dal presidente, dal ministro, dalle donne di partito, da tutta l’industria del salvataggio, se parli di autodeterminazione, di conquiste di libertà, di libero attraversamento degli spazi, allora il tuo tutore ti reprime e ti punisce.
Ma certo, si, tu sei “tutelata”. Se fai come dicono loro.
Tu sei “salvata”, anche da te stessa, anche se non vuoi, anche se vuoi salvarti da sola. Comunque solo se hai rispetto del padre, marito, protettore, tutore, Stato.
Tu sei perfino premiata e di te si diranno grandi cose. Solo se stai lì ordinata a obbedire al tuo tutore.
Perché se una donna si ribella lo deve fare con lo striscione “consono” e come dice la divisa. Sennò ‘sti cazzi.
Santa o puttana, facendo distinzione perfino tra le donne che lottano contro la violenza. Inclusa quella di Stato o quella economica. Anzi Santa o Cagna.
Continued…