Abbiamo partecipato come "Libere tutte" all’organizzazione della giornata antirazzista, contro il cosiddetto "pacchetto sicurezza" che si terrà il 18 aprile in P.zza Indipendenza dalle 15,30 alle 19,30.
Vi abbiamo portato il nostro contributo di femministe, sottolineando come ancora una volta il Governo usi il corpo delle donne, adducendo in modo pretestuoso gli episodi di violenza di strada sulle donne per far passare misure restrittive e per giustificare scelte autoritarie e illiberali. Eppure sappiamo bene che il 90% degli stupri avviene tra le mura domestiche!
Il 4 febbraio scorso il Senato ha varato il cosiddetto Pacchetto Sicurezza (ddl 733), che contiene, tra l’altro, una modifica all’articolo 35 del Testo Unico sull’Immigrazione (Dlgs 286-1998) che elimina la garanzia, per gli irregolari che vanno a curarsi, di non essere segnalati da parte dei sanitari. Un vergognoso provvedimento che impedisce di fatto alle cittadine e ai cittadini stranieri, non in regola con il permesso di soggiorno, di accedere alle prestazioni sanitarie.
Ancora una volta le donne sono le più colpite perché hanno bisogno di tali strutture non solo quando sono malate ma anche in caso di maternità o di interruzione della gravidanza.
Repressione e controllo giungono sin dentro le corsie degli ospedali, dove dovrebbero essere garantiti diritti universali come quello alla salute e alle cure!!
Quante saranno le donne che, pur di evitare l’espulsione o di vedersi portare via i i figli non ricorreranno più alle strutture sanitarie per partorire. Quante donne ricorreranno di nuovo all’aborto clandestino mettendo così a rischio la propria vita?
Partecipiamo numerose alla manifestazione!
Segue il documento-volantino elaborato dai soggetti promotori dell’iniziativa
Visita il nostro sito www.liberetutte.it
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SABATO 18/4 FIRENZE – Piazza dell’Indipendenza
Una risposta unitaria contro il razzismo ed il fascismo
La gravità dei provvedimenti governativi e le campagne mediatiche all’insegna dei pregiudizi e dell’intolleranza creano un clima diffuso di ostilità verso le immigrate e gli immigrati.
Si registra, inoltre, una ripresa di atti violenti, di matrice fascista, contro chi è impegnato sul terreno della solidarietà e della tutela dei diritti.
Si intaccano così in modo preoccupante i livelli di democrazia e di civiltà sanciti dalla Costituzione Italiana.
Il “pacchetto sicurezza” – Mentre sono già state approvate norme più restrittive per i ricongiungimenti familiari ed i richiedenti asilo e nella scuola si prospettano le “classi ponte” – meglio definibili come “differenziali” – (una indicazione parzialmente rientrata), il “pacchetto sicurezza” in discussione in Parlamento prevede misure quali:
– l’abolizione del divieto per i medici di segnalare le/i migranti che si rivolgono alle strutture sanitarie [il solo “effetto annuncio” di tale provvedimento ha già prodotto notevoli guasti (in primo luogo, una forte diminuzione delle/degli immigrati che vanno a farsi curare, con conseguenze drammatiche, come nel caso della giovane Joy Johanson, morta di tubercolosi per il timore di essere denunciata) e si prefigura un futuro in cui le donne, pur di evitare l’espulsione e/o di vedersi portare via il bambino, ricorreranno ai circuiti illegali per partorire o abortire, rischiando la vita],
– l’aumento fino a 6 mesi della permanenza nei CIE delle persone che vi vengono rinchiuse,
– l’istituzione delle ronde come forma legalizzata di controllo del territorio affidato a privati
cittadini,
– l’introduzione del reato di immigrazione clandestina.
Il pacchetto sicurezza è stato preparato strumentalizzando gli episodi di violenza contro le donne degli ultimi mesi, ignorando volutamente che la maggior parte di tali violenze avviene ad opera di familiari e conoscenti (nel 2008 142 donne sono state uccise e centinaia di migliaia picchiate e violentate da mariti, fidanzati, amici).
Ancora una volta il corpo delle donne viene utilizzato come pretesto per giustificare leggi repressive.
Il dibattito parlamentare ha bocciato, per ora, la permanenza di 6 mesi nei CIE e le ronde).
Le conseguenze della crisi economica – La crisi economica in atto rende ancor più precaria e difficile la condizione delle/dei migranti, che quando perdono il posto di lavoro hanno solo 6 mesi di tempo per trovarne un altro e mantenersi così in condizioni di regolarità.
Perciò va riproposto con forza il superamento del “contratto di soggiorno”, che lega la permanenza regolare dell’immigrata/o al fatto di avere un contratto di lavoro va, comunque, aumentato il periodo per la ricerca di una nuova occupazione).
Sono anche da riprendere e rilanciare gli obiettivi che le realtà autorganizzate delle/dei migranti, i sindacati, l’associazionismo si sono dati da tempo, e cioè:
– l’abrogazione della Bossi-Fini,
– l’attribuzione del diritto di voto alle cittadine ed ai cittadini non comunitari,
– il passaggio di competenze in materia di soggiorno dalle questure agli enti locali,
– una legge per i richiedenti asilo,
– una nuova normativa per il conseguimento della cittadinanza italiana,
– l’abolizione dei CIE, luoghi di detenzione per migranti irregolari,
– il definitivo superamento, attraverso processi d’inclusione, dei cosiddetti “campi nomadi”.
Va sottolineata anche l’urgenza di intervenire rispetto alla situazione delle/dei migranti (per lo più donne) che svolgono il lavoro di cura nelle famiglie italiane – con condizioni di lavoro che non permettono loro di avere una propria vita familiare affettiva, di relazioni -.
Un lavoro politico-culturale di lunga lena – Per incidere in profondità su tutto ciò, e per portare avanti gli obiettivi qui indicati, occorre un lavoro politico-culturale capillare.
Dire no alle misure razziste significa anche richiedere con forza che le istituzioni locali contrastino la deriva in atto, dichiarando la propria contrarietà al Centro di Identificazione e di Espulsione (CIE) che il Governo intende aprire in Toscana, abbandonando la strada dei provvedimenti “securitari” (tipo le ordinanze contro i lavavetri), sviluppando efficaci politiche inclusive.
Occorre perciò aprire vertenze locali volte a dare soluzioni positive alle situazioni di emarginazione e ad abrogare atti istituzionali gravi come il già citato regolamento di polizia urbana del Comune di Firenze.
La legge sull’immigrazione, che la Regione ha in cantiere, se approvata in tempi brevi, può fare da argine agli orientamenti governativi.
La manifestazione di Firenze si collega a quella che contemporaneamente si svolge a Pisa sugli stessi temi.
Solo con una risposta unitaria, ampia e partecipata, si riuscirà a contrastare efficacemente i provvedimenti del Governo e ad operare un’effettiva inversione di tendenza rispetto al clima d’intolleranza diffusa!
I soggetti promotori dell’iniziativa del 18/4
—>>>La manifestazione sarà anche in moltissime altre città d’italia a partire da Roma. Castelvolturno. Pisa.
a proposito una semplice curiosità: sto studiando l’arabo da qualche tempo e ho scoperto con una certa sorpresa che in quella lingua esistono due termini distinti per indicare l’essere maschile e l’essere femminile…
il plurale tutti fa parte di una grammatica che pratica abitualmente la negazione della soggettività femminile.
quindi è indispensabile dire tutti e tutte per definire le persone. volendo essere precisi/e dovremmo dire tutt* o tutt@ che starebbe a definire generi differenti.
vedi, la grammatica non è una scienza esatta. non è norma e non è “diritto naturale”. è stata fatta da qualcun@ e dunque può essere rivista per riadeguarla alla necessità di rappresentazione di ogni soggettività esistente.
perchè esistiamo anche noi…
(tanto per dirne una: per definire la razza “umana” si dice uomini…e le donne????)
Il plurale tutti è abbastanza per identificare un gruppo misto di maschi e femmine, dunque la parte /e è inutile