Le prostitute sono donne reali. Di sicuro non sono donne di fantasia. Soffrono uguale. Godono uguale. Vivono, respirano, scaccolano e scorreggiano anche. Però vendono il corpo invece che i pensieri, le braccia, i piedi, il cervello.
La divisione tra donne perbene e donne permale è abbastanza fascista infatti non a caso questa deriva moralistica ha avuto inizio con gli interventi fintamente antisessisti dello spezzone finiano del piddielle ora diventato futuro e libertà. Quelle del pd stanno in coda e i maschi intellettuali forcaioli sfogano attraverso queste vicende tutto l’astio contro un solo uomo, berlusconi, che sicuramente non è un santo ma certamente non è il centro del problema.
Le femmine puttane e un uomo solo il puttaniere? Tolti quelli abbiamo risolto il problema?
E che dire delle affermazioni di principio di alcune donne che in questi giorni fanno dichiarazioni indignate di presa di distanza da quelle donnacce lì, con la stessa faccia schifata che farebbero quando c’è da prendere le distanze da quelli che definirebbero “facinorosi” manifestanti di piazza.
Il mondo diviso in buoni e cattivi. Le donne divise in sante e puttane. La semplificazione estrema. Nessuna complessità. Nessuna corresponsabilità. Nessuna complicità. Nessuna solidarietà. Nessuna differenza tra puttana e puttaniere. Schematizzazioni binarie di chi ha poca voglia di pensare al senso della vita. La propria e quella altrui. La necessità di porsi un gradino più su legittimando quei moralismi ecclesiastici che ci attribuiscono il bollino della affidabilità solo se siamo morigerate, vestite come la binetti, con tanto di cilicio e pronte a sfornare figli ogni volta che starnutisce il papa.
Spiegatemi se vi riesce che gusto c’è a sentirsi superiori, distanti, da quelle donne che si rifanno le tette, vanno in giro con il tacco a spillo, la danno via per migliaia di euro, eccetera eccetera.
Siamo forse migliori? E’ in questo che immaginiamo di realizzare la nostra magra consolazione? Vi capita mai di pensare che in ogni caso il vostro destino è quello di chi in un modo o nell’altro viene consumat@ a tutte le ore, da qualunque angolazione?
Ma si, immaginiamo che la nostra vita sia perfetta e sentiamoci realizzate come tanti agnelli sacrificali che la tengono ben stretta e la danno via solo per il matrimonio, ad un solo uomo, quello che sposeremo e poi storciamo il naso solo un pochino quando qualcuno ci chiarirà che quell’uomo che ci ricatta economicamente, ci tratta come schiave e se gli stiamo sulle scatole ci porta via anche i figli, ci tratta ne più e ne meno che come una qualunque puttana. Con la differenza che la prostituzione a domicilio è gratis, puro volontariato. Una fregatura di quelle che non te le scordi.
Tracanniamo questi concentrati di misoginia, aderendo ai peggiori schemi sessisti di chi odia quelle donne perchè non se le può permettere, perchè fanno una scelta diversa che ci rifiutiamo di accettare, mentre continuiamo a giudicare come inopportuni gli interventi di quelle che lottano per la legalizzazione della prostituzione.
Teniamoci per buone queste magre consolazioni, poi guardiamoci allo specchio, noi e le nostre facce precarie, incazzate come non mai specialmente quando ci passa accanto una bella fanciulla che non ha ancora il retaggio di sofferenze che noi ci portiamo dietro e sulla quale bisogna far cadere addosso tutto il peso della nostra noia, della nostra tristezza, della nostra arrabbiata visione della vita.
Ma davvero siete felici nel vedervi così? Ma sapete o no che la totale assenza di empatia nei confronti delle donne, perfino quelle diversissime da voi, è segno di una vostra grande incapacità di comunicare con voi stesse? Con le parti di voi che nascondono mille “vorrei ma non posso”. Quelle che stanno lì ingrugnite a giudicare le donnine allegre dall’alto della loro posa di madri badesse. Quelle che si sentono disturbate dalla visione di una donna morbida e viva perchè impongono limiti alla propria sessualità. Quelle che vivono la prigione di “mille non si fa”. Quelle che quando guardano alcune donne non vedono le persone, con problemi, vite vissute, scelte giuste o sbagliate. Non vedono l’oggetto dell’attenzione di vecchi papponi con la pelle raggrinzita. Vedono soltanto l’identificazione di quella parte di sè che non ammette altro.
Ed è solo un modo diverso di renderle oggetto di qualcosa. Di livore. Astio. Diprezzo. E allora capisco il perchè in molti luoghi del mondo talvolta le prime a scagliare pietre durante le lapidazioni sono proprio le donne. Perchè di lapidazioni si tratta ed è così che bisogna chiamarle.
Chi tra noi ha compiuto scelte diverse, è cresciuta, senza il timore di esplorare e accettare tutto quello che può sembrare in contraddizione con noi stesse. Chi tra noi riesce a guardare con amore, tenerezza, comprensione ad ogni parte di se, incluso quelle che mal conciliano con la nostra intransigenza. Chi ha compiuto un lavoro di analisi attento sulla propria vita riesce ad essere serena nei confronti di qualunque diversità e non ha bisogno di stabilire pubblicamente, comunicando il disprezzo per donne “diverse”, le differenze tra donne per bene e donne per male.
Perchè se devo scegliere da che parte stare io sto certamente con le donne per male. Sto con loro. Non mi interessa giudicarle. Non mi interessa usarle per stare meglio nella mia sporca precarietà. Non mi lascio distogliere e distrarre da loro e tengo ben fermo l’asse sui miei problemi.
Non mi interessano i maternalismi. Non mi interessa fare la morale alle figlie. Non mi interessa ribadire la mia rappresentazione reale a fronte di quella che descrivo come immaginaria.
L’unica differenza e distanza che continuo ad affermare è quella tra me e le donne fasciste. Per quelle non c’è comprensione nè solidarietà. Le kapo’ del patriarcato hanno scelto da che parte stare. Lo fanno imponendoci valori, obbligandoci a stare zitte e ferme ogni volta che qualcuno ci massacra nella vita e nel lavoro, firmano e votano proposte di legge in rappresentanza di lobby maschili a garanzia di un solo genere.
Quelle che restano a servizio di un regime, per convenienza e per convinzione, sono le uniche mie nemiche. E questo è un giudizio politico. Non è certamente personale. Tutte le altre sono sorelle.
Si vergognino gli uomini che si oppongono a qualunque progresso che possa portare le donne ad una reale liberazione, che educano le ragazzine a vedere nel proprio futuro soltanto alcune alternative, che poi le aspettano all’uscita dalla scuola per portarle ai festini.
Assumiamoci anche la responsabilità di quello che noi abbiamo fatto e che facciamo. Lottiamo per dare alle nostre figlie un futuro diverso, qualche possibilità di scelta in più. Facciamo una rivoluzione per ottenere una indipendenza economica, un reddito, una vita autonoma. E se rivoluzione sarà io spero che le prime della fila siano tutte le donne permale di questo mondo.
Quelle bistrattate, sputtanate, schifate. Quelle consumate, che gli uomini fanno diventare usa e getta e le donne fasciste se potessero le raserebbero a zero per offendere la loro bellezza. Quelle che vorrebbero rifarsi le tette ma non hanno i soldi. Quelle che non ce la fanno più a sentire la madre che dice “sii te stessa, sei bella così come sei” mentre lei si consuma nei digiuni e nelle bulimie. Quelle che non ne possono più di avere a che fare con donne che non ammettono le loro debolezze. Quelle che provano piacere a mettersi la minigonna, i tacchi alti, il trucco pesante. Quelle belle, brutte, sgraziate, delicate. Quelle che fanno le sante in ufficio e la notte recuperano in chat uno sconosciuto per fargli un pompino gratis. Quelle che non confessano le solitudini, che dicono di non aver bisogno di nessuno e poi si fanno prendere in giro dal primo stronzo che passa.
Prima di ergerci su un piedistallo ricordiamoci sempre che siamo donne, persone, fragili come tutti. Per accedere alla posizione manageriale di Dio c’è tempo e quello si che è un ruolo da scansare.
Riprendiamoci l’immaginario. Incluso quello che racconta le altre donne senza che vi sia l’eco di qualche stanza del vaticano.
Sinceramente, nonostante l’articolo parta da un assunto che condivido, ossia il diritto di autodeterminazione delle donne, ritengo si perda poi in falsi sillogismi. la distinzione manichea “donne per bene, donne per male”, su cui tanto si insiste nell’articolo è un retaggio maschilista che ci mostra come sia difficile liberarsi dell’eredità maschiocentrica; infatti nell’articolo non si fa altro che “ribaltare” l’idea del “per bene”, per cui alla fine l’autore/trice dell’articolo dice “io sto con le donne per male”, ma affermando ciò non si fa altro che guardare allo specchio il vecchio maschilismo, insomma è sempre la vecchia cultura che è il perno della posizione assunta. Il risultato è di nuovo il polarizzarsi delle posizioni così ancora una volta ci sono due archetipi di donna solo che adesso quella che prima era brava ora fa male, quella che faceva male ora fa bene.Mutatis mutandis non è cambiato nulla.
Non ammetto che mi si dica che se non condivido chi si rifa le tette o le labbra è solo per invidia.
Un altro punto ritengo sia pericolosamente confuso. Si cOnfonde cioè la prostituzione con lo scambio indegno. La prostituzione non è altro che l’offerta di un servizio, retribuito, come per qualsiasi altro servizio, in danaro.
Diversa, estremamente diversa è la situazione di chi, attraverso il servizio opera uno scambio indegno, perchè indegno e immorale è scambiare il servizio erotico per posti di prestigio, alla faccia beata e ingenua della meritocrazia. Questo credo sia un discorso che va oltre il femminismo e che tutti dovrebbero accettare per amor di Giustizia.
In fine, è chiaro che puttane (mi si passi l’infelice parola) e puttaniere non sono sullo stesso piano perchè spesso il puttaniere (vedasi il Cavaliere) non fa che approfittarsi di una situazione di disagio, non a caso la maggior parte di queste ragazze viene da difficili condizioni economico-sociali, ma non potete chiedermi di avere comprensione per una come la Minetti (se è vero quanto le imputano), una persona che è disposta a tutto pur di arrivare in alto. Non chiedetemelo perchè non potrei mai averla, nè per lei, nè per nessun altro, uomo o donna, poco importa.
riferito ad alcuni commenti:voletete dire che una donna non può usare il proprio corpo come crede?volete dire che non è libera di fare della propria attività sessuale una professione?quindi dove sta la lotta per i diritti e le libertà della donna?qual’è la libertà che si difende,quella di essere “perbene”? non vi ricorda nulla?
meno male che le donne non svolgono tutte la professione di prostitute, ma che ci sono invece, artiste, filosofe, matematiche, medichesse, fisiche, biologhe, parrucchiere, estetiste, salumiere, maestre, insegnanti di danza, impiegate, operaie etc etc etc, che contribuiscono al benessere di tutta la società e non solo alla liberazione dei testicoli di un gruppo, sparuto di uomini, perchè ricchi. Perchè se la divisione tra donne per bene e per male non è certamente possibile e sta stretta pure a me, ognuno è libero di fare quello che più gli aggrada nella vita(nel rispetto della legge e degli altri, si intende), è doverosa un’altra distinzione, quella tra escort e puttane. A me fanno pena quella che vedo battere per strada, schiave di un pappone guadagnando cifre forse consone al tipo di prestazione fornita, ma certamente non al rischio che corrono. Il cliente potrebbe essere chiunque, una persona squilibrata che potrebbe usare loro violenza, oppure una persona malata che potrebbe trasferire loro la malattia. Le escort sono ben altra cosa, 1000 euro la media per una trombata???Vuole dire che potenzialmente potrebbe guadagnare con una sola prestazione al giorno 30000 euro al mese’???ma stiamo scherzando??10 volte di più di un medico che lavora in ospedale e salva vite?Certo questo discorso vale anche per altre persone che senza far nulla guadagnano tali cifre, le escort sgombrano scroti per lo meno!Ma adesso stiamo parlando di prostitute e non di altre persone. Quello che atterrisce è la volontà di seguire strade semplici e senza ostacoli e sinceramente non sono le donne che non la scelgono a doversi sentire superiori ma certamente chi calca le strade del guadagno facile a doversi sentire inferiore. E meno male che per fortuna nonostante il continuo bombardarci con questa idea della donna prostituta, e del guadagno facile, la buona parte delle donne, continua per strade tortuose, difficili, necessarie o libere, appassionate, e dà alla società contributi quotidiani, piccoli o grandi che siano.
Punto di vista interessante. Capisco come l’astio possa essere dettato nel novanta per cento dei casi da una forma di invidia repressa, ma che dire del caso in cui questa scelta di vita non viene resa coerente con le proprie dichiarazioni? Chi sceglie di vendere il proprio corpo per soldi perché magari “se lo può permettere” non dovrebbe anche rivendicare fieramente questa scelta per sottrarsi al pensiero comune fintoperbenista, magari sbugiardando a sua volta gli ipocriti che comprano il suo corpo e poi negano tutto in nome del mantenimento della propria reputazione/immagine/status e perché non anche della propria poltrona? 😉
Devo dire che condivido i dubbi di maddalena ed elena.
Non considero la mia vita perfetta da agnello sacrificale che sogna di realizzarsi nel matrimonio e la famiglia patriarcale, ma ho sempre cercato di sostenere le mie idee e di realizzarmi come persona senza cercare scorciatoie, e non riesco a vedere nulla di sbagliato in questo.
Certo la divisione del mondo in sante e puttane non va giù neanche a me. Ma, a parte che proprio non riesco a considerare la prostituzione come una professione legittima, non mi va che si possa sostenere che le donne hanno la propria fortuna tra le gambe, e che fanno benissimo ad usarla per arrivare dove vogliono. Non mi va che si pensi che le donne che contendono il “potere” agli uomini riescano ad arrivare a farlo solo grazie alle proprie virtù fisiche (come dire che tutte coloro che prendono 30 ad un esame sono delle capre resesi disponibili col prof, e che l’essere “maschio” in casi del genere sia uno svantaggio, ma quando mai…).
Certo, esiste anche per i maschietti la possibilità di prostituirsi al potere, basta essere degli “yes man”. Tra gente come Calearo e Scilipoti e la Minetti personaslmente non faccio differenze.
Ma dire che non è giusto quello che fanno, quello sì, quello me lo permetto.
@cybergrrlz
scusa, forse mi son spiegato male, non intendevo dire che non sia un ragionamento fascista ma semplicemente che è un ragionamento estremamente diffuso indipendentemente dal credo politico o dal genere….
@andrea
è abbastanza fascista nella misura in cui un ragionamento che è di destra può anche appartenere a sedicenti soggetti di sinistra. il fascismo non lo riconosci dalle sigle ma lo riconosci dallo stile e dalla politica che qualcuno fa 🙂
“Le prostitute sono donne reali. Di sicuro non sono donne di fantasia. Soffrono uguale. Godono uguale. Vivono, respirano, scaccolano e scorreggiano anche. Però vendono il corpo invece che i pensieri, le braccia, i piedi, il cervello”….. questa è una cosa di cui tutti si dimenticano, sono persone, come tutti.
Con qualche distinguo condivido molto di questo scritto tranne che “La divisione tra donne perbene e donne permale è abbastanza fascista”. Credo che sia una cosa piuttosto trasversale, destra sinistra, uomini o donne…
A
cloro 🙂
lo trovo interessante, come sempre.
mi ha fatto ridere il riferimento ai riti di iniziazione e alle riunioni segrete e mi ha fatto anche pensare perchè di questo passo alle riunioni segrete saremo costrette a ricorrere dato che le femministe vengono demonizzate e criminalizzate come si faceva un tempo con le streghe.
un abbraccio
ciao. Mi piacerebbe sentire un tuo parere, lasciandoti il link, ma vedo che sono già stata linkata automaticamente 🙁
ciao
Grazie Pia, Margherita, tutt*.
Sorelle, in modo assoluto. Ed è in giornate piene di retorica come queste che mi rendo conto di quanto mi arricchisca la sorellanza espressa in questi termini 🙂
un abbraccio
Cybergrrlz sei una grande, complimenti!!!
Come ad Elena anche a me manca molto Roberta Tatafiore, ma chi ha scritto questo pezzo ha molto del suo talento e il cuore dalla parte delle donne.
Bellissimo, vero che per alcuni è un’analisi complessa ma d’altronde se si cerca di semplificare si perdono sfumature importanti.
Vi ringrazio sorelle per i contributi preziosi che sapete dare.
Pia Covre
Un plauso a chi ha scritto l’articolo. Finalmente uno scritto che rimette le lancette al suo posto nel delirio collettivo. E’ ora di muoversi. Non è mia intenzione mettere alla berlina nessuna coi nomi. Ma troppe persone, troppe DONNE purtroppo – e la cosa quindi è ancora più grave – stanno dando sfogo al gioco al massacro. Sono le stesse persone che hanno inziato ad usare frasi infelici, invocando “donne reali” , donne “normali”, ovvero una serie di ambigue frasi, travestite da analisi. E quelle scemenze sono state applaudite aimè sopratutto a sinistra, da molte e da molti, e chi diceva attenzione, veniva bandito. fino ad arrivare a OGGI, con i media e la rete, dove molte di queste PROFESSIONISTE scrivono, che pubblicano veri e propri DELIRI, dove le “puttane” vengono descritte come la ” feccia dell’umanità”, dove per colpire il nano-politico si accendono roghi per “troie e mignotte” … “PROSTITUTE” e “PUTTANE” ovunque urlato e SFRUTTATO in grassetto. Non passano giorni dove non vengano lanciati sputi alle “ZOCCOLE” anche da altre donne, ma senza rendersi conto, che è su SE STESSE che sputano.
POTERE ALLE SORELLE
http://www.micropunta.it/powertothesisters/
Bello è bello, ma complicato, a volte retorico e cervellotico, incapace di semplificare e gettare una sguardo asettico sulla realtà, incapace di gettare nel cesso luoghi comuni secolari. Faccio un paio di esempi. Prchè dire che le prostitute vendono il corpo? non vendono un bel niente, casomai lavorano col corpo, e no solo, come tanti altri. (parlo di adulti liberi e consenzienti.)
Il puttaniere: chi per vizio, chi per noia, chi per solitudine, chi per necessità… ogni uomo è un potenziale puttaniere, e nell’arco di una vita, difficilmente qualcuno sfugge, e non è nemmeno la questione di essere sfigati o brutti. I motivi vanno ricercati nella differenza biologica tra i sessi. Le donne, invece, non tutte possono fare le lavoratrici sessuali, è quistione di predisposizione, di vocazione, come diceva De Andrè. Chi lo fa non è di per sè nè peggiore nè migliore di chiunque altro, casomai sono gli ipocriti che discrimanano, ma non dappertutto per fortuna. è un luogo comune anche che lo si fa per bisogno, del resto moltissimi di noi lavorano per bisogno! Ho visto ragazze extracomunitarie lavorare 12 ore il giorno per 800 euro al mese e al sabato indossare minogonna e tacchì a spillo, correre in discoteca e darla gratis a chi gli piaceva, e che mai avrebbero accettato di prostituirsi. Cerchiamo di liberarci dagli schemi imposti da secoli di oscurantismo, impariamo dalle antiche civiltà!
Comincio a pensare che ci siano due tipi di donne:
Le puttane ed i sepolcri imbiancati.
ma scusate,su facebook qesta pagina si chiama “no strumentalizzazione dei corpi delle donne” e ora leggo che si difende a spada tratta chi il corpo lo usa proprio come LO strumento per eccellenza,per fare carriera e vivere una vita agiata concedendosi a destra e a manca?
non mi sento certo migliore di nessuna,non credo che la mia vita sia più bella della loro,anzi.Sono fermamente convinta che femminismo voglia dire libertà di scelta,ma non posso certo appoggiare o difendere chi,per l’ennesima volta,non fa altro che perpetrare gli schemi che da secoli ci incatenano:la donna ridotta a mero oggetto da guardare,una non-persona che deve adattarsi ai desideri ed ai canoni di bellezza del signore di turno.
non credo che si possano ridurre le critiche di chi non concorda con il loro “modus vivendi” a semplice e banale invidia “perchè non hanno i soldi per rifarsi le tette anche loro” o gretto perbenismo;spesso si tratta di donne con una forte volontà di spezzare le catene degli stereotipi fisici e mentali (come ad esempio lo stereotipo della “bella e oca”) che ancora ci legano e che provano un grande sconforto nel vedere che per l’ennesima volta il messaggio che passa dopo tutti questi scandali è che andare a letto con chi di dovere ripaga di più (e più in fretta) di anni di sacrifici “intellettuali”.
credo che le reazioni “indignate” siano legittime in un mondo in cui ancora ci si batte per un riconoscimento paritario SOSTANZIALE di uomini e donne,non possiamo permettere che cose come queste possano far pensare che, in fondo in fondo, il mestiere più antico del mondo rispecchi il naturale ruolo sociale della donna.
Per l’ennesima volta… ecco perché mi piace questo blog, perché mi è utilissimo -ogni volta- ad assumere un punto di vista altro… Grazie!
sono d’accordo in linea di massima, ma ho bisogno di capire dov’è la linea che separa le prostitute-sorelle-che comprendiamo dalle kapò del regime. quando una prostituta, rifatte labbra e tette per aderire del tutto all’idea del capo, diventa consigliera regionale -pur continuando a esibirsi per il sultano- diventa kapò? e se poi diventa ministra, ottenendo il posto fisso? quindi la differenza è chiedere di più? il passaggio da “soldate semplici” a graduate? o la differenza è tra chi mantiene una coscienza di sé e chi invece aderisce in toto ai valori del pappa e ne diventa un braccio?
faccio fatica a districarmi. mi manca molto roberta tatafiore.
Post spettacolare! Ho letto troppa cattiveria, troppo astio nei confronti delle donne in questi giorni di burrasca. E non mi erano piaciuti per niente.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/01/18/per-loro-nessuna-pieta-solo-indignazione/86961/
Bello bello bello. Complimenti. Sottoscrivo.
Stupendo :’)
“Tutte le altre sono sorelle”