Sicuramente ricorderete la faccenda che abbiamo segnalato. Top girl, rivista (gruppo mondadori, proprietà famiglia berlusconi) dedicata alle ragazzine adolescenti, target 10-16 anni, che si occupa generalmente di sentimenti, cura del corpo, moda, divi dello
spettacolo e pubblicità, nel numero di Febbraio ha pubblicato sei pagine sui
neofascisti di Forza Nuova. Piccola introduzione dove si nominano appena le consuetudini di
questi gruppi NeoNazisti, come violenza, discriminazione e così via,
e poi vengono presentati questi ragazzi come un gruppo di giovani che da un
senso alla propria vita, con foto ammiccanti, accenni sui loro vestiti
e la loro moda, sui tatuaggi, sugli occhiali da sole. Giustificazione della violenza, squadrismo inteso come sport, la donna rappresentata come moglie e madre al ritmo di canzoni antiabortiste.
Andrea Pomini ha pubblicato le immagini delle pagine in questione (le scritte in giallo antifasciste sono state inserite in fase di scannerizzazione da qualcun@ di buon senso. clikkate sopra le foto e potrete comunque approfondire voi stessi/e), in rete – per fortuna – se ne discute, e la Lipperini, che ha lo stomaco forte, ha fatto un giro per il forum delle ragazze e ne ha tratto delle frasi significative oltre la risposta della direttora della rivista che dice:
"direi che sia difficile evincere dal pezzo che il fascismo sia una
cosa positiva. Purtroppo nessuno insegna ai giovani a leggere il
giornale. Il pezzo incriminato è un classico reportage che racconta un
fenomeno in maniera imparziale. Se ogni volta che facciamo un reportage
dovessimo anche raccontare tutte le altre facce della medaglia faremmo
un giornale monotematico. E poi quella delle “due campane” è un forma
di giornalismo che semplifica la realtà e in un certo senso la
banalizza. Secondo me bisogna leggere un giornale per scoprire cose
nuove, non per cercare un’identificazione in tutto ciò che è scritto.Ma
questo, ovviamente, è il modesto parere di una 30enne che del mondo
deve capire ancora molte cose baci Annalisa"
E ci pare di si, direttora, forse deve capirne proprio ancora tante di cose del mondo (Ma lei ha visto Nazirock?). Veicolare – inavvertitamente per caritàdiddio – il neofascismo come roba cool, per ragazzine dai 10 ai 15 anni alle quali ogni cosa viene rivolta come costruzione iconografica del mito, è abbastanza bruttarello. Tutto sommato sono minorenni, meriterebbero una descrizione più precisa (non ci pare di leggere in nessun rigo di leggi dello stato che avrebbero messo al bando il nazifascismo e i simboli, duce, celtica e svastiche compresi, che lo rappresentavano), meriterebbero quanto meno la chiarezza, così, per poter scegliere se comprare e leggere una rivista giovanile che le orienta a destra oppure no. Se vuole ci metto una faccina 😉 così ci capiamo meglio. E anche ‘sta storia delle "due campane" scricchiola un bel po’. Scegliere di intervistare il neofascista può essere sociologicamente interessante (per lei, non per le ragazzine) ma è pur sempre un posizionamento, un orientamento politico. In quanto alla semplificazione della realtà ha ragione: bisogna rendere a queste ragazzine la vita molto difficile. Diamo loro soltanto UNA pappa pronta. Le altre teniamogliele ben nascoste. Dovranno sudarsi un punto di vista obiettivo. Meglio lasciare loro come UNICA scelta quella di UN UNICO pensiero su come aderire o non aderire al branco cameratesco.
In ogni caso si possono fare tanti classici reportage. Un bel servizio sulle ganzissime milizie per la sicurezza (al secolo: le camicie nere), per esempio. Si potrebbero recuperare le memorie affascinanti di quelli che sono sopravvissuti. Potreste rappresentarli come la generazione fighissima dei bisnonni dei neofascisti cool cui avete dedicato il servizio di febbraio. Anzi sarebbe proprio il caso di farci un reality: 24 ore su 24 con i fasci di forza nuova, marce con spranghe bene in vista comprese. Taaanto cool. E che bisogno c’e’ di stare a sentire antifascisti e partigiani. In fondo hanno solo speso la vita per consegnare l’italia anche alla generazione che usa la libertà di stampa e di espressione (che con il fascismo non c’era proprio) per pubblicare su Top Girl un bel servizio – simboli da apologia del fascismo inclusi – su questa strafigata che sarebbe il neofascismo. Ci chiediamo tuttavia cosa ci sia di nuovo da scoprire in tutto ciò. Basta leggere i libri di storia per sapere che si tratta di roba trita e ritrita.
Nel frattempo con le Sorelle d’Italia s’e’ scatenata una discussione appassionante sui motivi che comunque portano una adolescente a considerare trasgressivo il neofascismo e più serioso e "autoritario" l’antifascismo. Come se la percezione fosse stanca di divieti. Come se servisse un antifascismo "più divertente" (rubo battute alle straordinarie sorelle), meno machista, incordonato, più "pink, lilla, viola" (come per il femminismo: fichette all’occhiello per ogni seminario per parlare di sessualità). Come se a dire alle ragazzine che il fascismo fa schifo ti guardano come se fossi fissata e tendono a reagire come reagirebbero nei confronti di un genitore che vieta loro di farsi le canne. Come se si rivendicasse la libertà di dire e fare quello che gli pare. Noi censorE e loro vittime di una "ingiusta" persecuzione che vorrebbe farli tacere. Distorsioni spaventose del revisionismo ma tant’e’.
Certo che una grande responsabilità bisogna che se la assumano le persone che porgono ad una adolescente un servizio sul neofascismo mostrando – ancora inavvertitamente di sicuro – quanto è trendy il fascio, che meraviglia chiamarsi "camerati", che bei tatuaggi, bel taglio, quasi popstar, gran fighi ‘sti qui, yeah. Soprattutto se si tratta di una adolescente che non ha gli strumenti adeguati alla comprensione di fenomeni che
usano ambiguità di qualunque genere per reclutare ragazzini/e (venissero gli ultrà a fare un bel giro promozionale nelle classi scolastiche, i docenti li farebbero entrare?). Loro passano per gran simpaticoni. Antipatiche noi, invece, che ci preoccupiamo. Campagna acquisti avviata e operazione perfettamente riuscita, senza dubbio.
Ma ci siamo anche noi che dovremmo cominciare a ragionare prendendo in considerazione forme differenti di comunicazione. Un veto è l’anticamera per la disobbedienza. Se i ragazzi e le ragazze percepiscono la nostra intransigenza come forma autoritaria (basta leggere i commenti al forum topgirl che discute dell’argomento per capirlo – leggete anche QUI perchè dal forum alcuni sono spariti) bisognerà trovare un modo differente per raccontare che è il fascismo ad essere autoritario e non il contrario. Questo era il senso di una riflessione già fatta a proposito dei vivaci scambi di opinione sulle occupazioni studentesche "a-politiche" dell’onda. Se ne avete voglia rileggetele e se avete voglia di ragionare su una idea, qualunque cosa che in termini di comunicazione si possa realizzare, i commenti sono lì apposta.
Ci viene in mente, stimolate da chiacchierate e riflessioni, che servono loghi, materiali, modalità comunicative che facciano vedere che "antifascista" è figo. Che il fascismo è noia, tristezza, regole, disciplina, censura, donne madri mogli. Siamo noi la trasgressione, fresche e fighe, non loro, ingrugnit* e con la sprangotite cronica (che può servire forse nell’idraulica ma a parte quello…), i tatuaggi che gli si gonfiano e sgonfiano (immaginate il duce anoressico nel braccio del fascio dimagrito), con le loro donne in abiti monacali che devono esaltarli per dargli l’illusione di una "magnifica" potenza, farsi il segno della croce e cantare l’inno di mameli per incoraggiare le loro erezioni. Intanto vedetevi questo video. Potrebbe essere un buon punto di partenza (Grazie Aurelia!)
Prisca mi associo a te, qualcosa striscia e neanche tanto nell’ombra.
Per concordo sul fatto che forse, almeno a titolo di cronaca, andava specificato nel servizio come la legge italiana reputa il fascismo. Magari qualche mente non lobotomizzata da veline e gloss (o calcio e muscoli) potrebbe porsi il problema che se la legge italiana ha delle regole ferrei sul quel punto forse tutta questa bella cosa non può essere.
In verità per altro sarebbe dovere del giornalista far vedere le due facce della medaglia. Questo è un chiaro articolo che tenta di sponsorizzare un certo tipo di cultura e di ideologia. Altro che libertà di stampa.
Per altro parlare così semplicemente di una tizia che si unisce a Forza NUova perchè ha gli zingari vicini, se non è fomentare, ditemi come si chiama.
Non parliamo poi della visione della donna che ne viene fuori, è liberà ma purchè questo non intacchi la famiglia. Caxxo io ancora riesco a rimanere come una scema con la bocca aperta dallo stupore. O_O
ciao intanto complimenti per il blog,il fatto di essere aggiornato ogni giorno e soprattutto di dare un’interpretazione dei fatti che purtroppo manca nei media lo rende davvero interessante(è diventato la mia homepage).C’è una cosa che per me è fondamentale;ho parlato con un amico del servizio del top girl e lui mi ha detto”la tua è un’ossessione.con tutti i problemi che ci sono,proprio ai nazi devi pensare!”e mi ha aggiunto che la crisi è molto peggio.la vede,la vive,i nazi no.sono quattro gatti.ma chi ha la sensibilità per vedere certe cose(o semplicemente gli occhi aperti)sa che qualcosa sta strisciando nella nostra società ,qualcosa che attraversa la base,la gente,i cittadini rigorosamente italiani, e può cambiare il modo di vivere la violenza.accettandola.io di questo ho veramente paura.dei ragazzini indottrinati,della gente che chiude un occhio e dice ma sono ragazzi,lasciamoli fare,del revisionismo imperante,ho paura di queste cose e della cecità del mio Paese.