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Cagliari 7 marzo: Libere di agire, capaci di reagire

NÉ PADRINI NÉ PADRONI

LIBERE DI AGIRE, CAPACI  DI REAGIRE

Violenza sulle donne? Affari di famiglia
La violenza maschile sulle donne non può essere considerato un problema che riguarda soltanto la vita privata delle donne o delle singole coppie, ma è un problema politico che riguarda il rapporto tra i sessi, la sessualità maschile, l’ordine del mondo patriarcale. La prima causa di morte delle donne tra i 15 e i 50 anni (prima ancora del cancro, delle guerre, della fame) a tutte le latitudini e a tutte le longitudini, senza distinzione di classe sociale, etnia, ambiente culturale, è la violenza da parte di mariti, fidanzati, amanti, padri, fratelli. In Italia il 3,5 degli stupri è commesso dagli estranei e nel 96,5% dei casi gli autori dello stupro non sono sconosciuti ma amici, mariti, fidanzati o ex. (Dati ISTAT )

Corpo oggetto del desiderio del potere politico e clericale
La strumentalizzazione da parte delle istituzioni della violenza maschile contro le donne  giustifica decretazioni d’urgenza (decreto anti-stupro) e leggi razziste (pacchetto sicurezza). La violenza è quotidiana e non una novità degli ultimi mesi ma l’attuale campagna sulla cosiddetta emergenza stupri alimenta un immaginario xenofobo verso gli immigrati (maschi) e sessista nei confronti di tutte le donne considerate soggetti deboli da  proteggere e scortare. La militarizzazione, le ronde e i raid fascisti sono strategie che rientrano in una logica di controllo del territorio marcatamente razzista e che nulla hanno a che fare con la prevenzione delle violenza maschile contro le donne ma anzi distolgono l’attenzione dall’ambito in cui più frequentemente la violenza si manifesta e cioè fra le mura domestiche e per mano di mariti, parenti, fidanzati. A tutto questo si aggiunge l’ingerenza pressante del vaticano e la violenza di stato, che recentemente hanno portato a dichiarare fecondabile una ragazza in coma da 17 anni mentre viene negata per legge la fecondazione assistita alle lesbiche, alle singole e alle conviventi. Infine il corpo femminile usato e abusato in ambito mediatico è lo stimolante dell’incitazione al consumo e merce che vende anche in tempi di crisi.  Come dire: lo stupro vende. (Sommosse di Torino)

Non vogliamo pagare la vostra crisi
C’è un attacco sempre più pesante alle donne che viene portato avanti da parte del governo e dei padroni e mostra che le donne sono le prime a pagare la crisi. Ne sono un esempio i provvedimenti a raffica di questi mesi, la recente proposta di innalzamento dell’età pensionabile, le pratiche discriminatorie su salari all’insegna “a pari lavoro, meno salario” e sulle assunzioni, le illegali dimissioni in bianco per “liberarsi” di donne in maternità, la cassintegrazione anticamera, soprattutto per le donne, della perdita definitiva del lavoro, i licenziamenti in aumento delle operaie e delle lavoratrici precarie, la pesante condizione delle tante donne immigrate che sono il simbolo della precarietà e dello sfruttamento fin a forme di schiavismo; non ultimo la legge Gelmini contro la scuola che ricade principalmente sulle donne come madri e come quasi totalità del corpo docente.

Poteri forti dal portafoglio insolvente e con l’immaginario oppressivo non possono che generare un pensiero semplificato, ambiti di vissuto angusti, repressione per ogni spiraglio d’aria libera a cui i nostri corpi vogliono aspirare.
È necessaria una vera e propria rivoluzione culturale, decostruire stereotipi, immaginari consolidati, modificare le relazioni di potere tra donne e uomini nel privato e nel pubblico. È necessario, soprattutto, che gli uomini si mettano in discussione come genere e l’affermazione del protagonismo delle donne e delle lesbiche che devono poter parlare in prima persona di sé e delle proprie vite rendendosi soggetti attivi in ogni ambito.

7 MARZO
MANIFESTAZIONE E SIT-IN
PIAZZA AMENDOLA ORE 15:30

Posted in Fem/Activism, Iniziative.