C’e’ una lettera inviata a repubblica, che potete leggere sotto, che spiega come viene trattata una donna che fa una interruzione di gravidanza per motivi terapeutici all’ospedale san camillo di roma. Di tutto ciò non ci sorprendiamo. La crudeltà umana sappiamo non avere assolutamente limiti e siamo solidali con questa donna e con tutte le altre che vivono vicende così gravi che vanno denunciate tutte.
La cosa che ci sorprende è sapere che già tre anni fa il san camillo potesse "contare" su una legge (?) che gli permetteva di far torturare le pazienti con la richiesta formale a proposito del funerale del feto.
La proposta della sepoltura dei feti, per quello che sappiamo, è stata fatta in lombardia come soluzione risolutiva dello smaltimento dei feti a margine di questioni igienico sanitarie. Era stata fatta nella scorsa legislatura anche all’assemblea regionale siciliana senza che si arrivasse comunque a nulla. Non abbiamo mai saputo di una legge valida per la sanità del lazio (esiste? se esiste qualcun@ ci dice di più?) e sicuramente nell’ordinamento funerario italiano non esiste nulla che sia riferito a questa cosa ne’ le regioni singolarmente possono legiferare in tal senso senza incorrere nella bocciatura degli organi preposti.
Lo ripetiamo per chi non fosse informato su questo argomento: secondo le leggi nazionali si può seppellire solo chi ha status di persona. Il feto non ha riconoscimenti giuridici di tal genere. Ordinare la sua sepoltura equivale all’equiparazione del feto ad una persona con tutti i diritti che essa può avere. Una persona morta per mano altrui è considerata "uccisa". Ergo, un feto equiparato ad una persona con il diritto di sepoltura equivale nella testa di chi ha proposto questa aberrazione ad una persona vittima di omicidio. Chi commette un omicidio va in galera. Formigoni e tutti i suoi simili desiderano tantissimo che le donne che scelgono di abortire vadano a finire in galera.
La legge 194 che autorizza l’interruzione di gravidanza fino alla 12° settimana per gravidanze normali e fino alla 24° per motivi terapeutici non definisce le caratteristiche giuridiche del feto. Cattolici integralisti e obiettori vorrebbero che vi fosse un riconoscimento del feto come "persona", avente dunque ogni diritto giuridico (codice fiscale incluso) compresa la sepoltura. Nell’ordinamento italiano ad ora non c’e’ alcuna legge che definisce il feto come fosse una persona (fatta eccezione per la generica definizione di "vita" del primo articolo della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita) quindi la sua sepoltura proposta come bugia e mistificazione è solo un modo di aggirare la legge e di creare paradossi giuridici che servono a criminalizzare e torturare psicologicamente e fisicamente le donne.
Eccovi la lettera:
Caro Augias, ho letto qualche giorno fa su repubblica che la responsabile del servizio interruzione volontaria di gravidanza del s. camillo di roma lamentava che gli anestesisti fossero tutti obiettori. Proprio in quella struttura tre anni fa ho effettuato una ivg a causa di una grave malformazione del feto. Tralascio ogni considerazione sulla sofferenza di una simile scelta; una donna che arriva a 21 settimane il figlio lo voleva proprio. Tralascio infine anche la sofferenza che la scelta mi comporterà per tutta la vita perché l’aborto, a differenza di quanto spesso alcuni raccontano, non è mai un ripiego facile. Assolutamente ignobile è che io avevo bisogno di una epidurale per effettuare l’interruzione, ero molto agitata, avevo paura, avevo effettuato meno di un anno prima un cesareo per far nascere la mia prima figlia, ma gli anestesisti erano tutti obiettori. Passavano medici e ostetriche e mi dicevano che stavo facendo la cosa giusta ma, erano tutti obiettori. Non per motivi di coscienza (se mai in una struttura pubblica fosse lecita una simile possibilità) ma di carriera. Era stata “appoggiata” con il lettino fuori le sale parto in attesa delle contrazioni forti. E’ straziante sentire i figli degli altri che nascono mentre tu non vuoi (e dico “vuoi” assumendomi tutte le responsabilità) far nascere il tuo. Avevo dolori terribili, alla fine la dottoressa si è dovuta attaccare al telefono urlando come una pazza che mandassero l’anestesista del reparto dell’ivg, l’unico in servizio non obiettore. Dopo lunghe ore in attesa mi fa finalmente l’epidurale. L’effetto dura poche ore (per interrompere una gravidanza avanzata ci vogliono a volte anche due giorni), quindi siamo da capo: non si trova un’anestesista per ricaricare l’analgesico. Ricordo ancora un anestesista tanto affettuosa che mi è venuta vicino a darmi conforto, ma nemmeno lei poteva fare nulla, era obiettrice. Così le ostetriche: so che poi mi ha aiutato la dottoressa per far finire quel calvario cercando di sostituire le ostetriche latitanti. Finale della storia: un’ostetrica dal cuore buono subito dopo l’espulsione del feto mi si è avvicinata e mi ha chiesto se volevo fargli il funerale: una simile domanda è prevista dalla legge.
Lettera firmata
Pubblicata su repubblica 5/3/2009