E’ una domanda che viene spontanea. Di quelle non politically correct, detta in maniera schietta, come piace ai leghisti che le cose le pronunciano così come le pensano. E pensano male.
C’è il consigliere che vuole portare i rom in campi di concentramento, il consigliere provinciale di padova che non ama i finanziamenti alla maratona perchè i “negri” sanno correre meglio dei bianchi, il consigliere di Mestre (udc) che offende i parenti di Eleonora Noventa, sedicenne uccisa a colpi di pistola dall’ex fidanzato, pronunciando frasi negazioniste, assai simili a quelli di neomaschilisti di nostra conoscenza.
Ma come, non eravate tutti imprenditori, gente che lavora, votati alla solidarietà con mille associazioni di volontariato di stampo cattolico?
Non eravate gente perbene?
E allora com’è che avete messo al mondo gli assassini di Nicola Tommasoli e gli autori di aggressioni e atti di razzismo, nazistelli che hanno fatto il bello e il cattivo tempo a Verona, a Padova, a Treviso. Assassini di donne. Tutti italiani.
Ne abbiamo contate parecchie di vicende in cui la prima cosa che viene fuori da questa regione nera, poi bianca, ora verde, è che si tratta di un territorio in cui la cosiddetta “brava gente” sceglie a rappresentarli giusto quelli che la pensano come loro.
Brutti i rom, i negri, i froci, i capelloni, le donne. In prima linea naziskin, nazirock, nazistronzetti pieni di tatuaggi e senza cervello che sanno dire a memoria solo quello che dice il nazista che conosce più di cento parole prese dal dizionario del gruppo di “potere bianco”.
Pieni di pregiudizi contro tutti. Sfruttano manodopera straniera, poi senti la storia del vecchiaccio con villetta che si becca un pugno in testa da un manovale rumeno ricattato al quale veniva richiesto di fargli un po’ di sesso viscido, di quello che fa schifo.
Così egoisti che dopo aver mandato immondizia nelle discariche del sud poi si rifiutano di digerirne un po’ per ripulire napoli.
Così disumani che ancora diffondono razzismo contro napoletani, siciliani, calabresi, pugliesi, meridionali.
Ci sono stata in Veneto e non ho mai visto un luogo più provinciale e bigotto. Per fortuna c’è un grosso movimento di uomini e donne che si oppongono a questa merda. E non a caso la caccia alle streghe si abbatte costantemente su ciascuno di loro.
Sarà un caso che Massimo Carlotto, fantastico scrittore che ha descritto il Veneto in lungo e in largo definendolo per quello che è, come un luogo lascivo, sporco, pieno di ipocriti, criminali vestiti con abiti buoni, si sia trasferito in Sardegna.
Un caso, si. Quanti sono i Veneti ai quali quella regione sta stretta?
Io mi vergogno profondamente di essere veneta. La mia è una città splendida dal punto di vista dell’arte,degli edifici,della storia. Ma la gente che ci abita è tutt’altra cosa. E non è solo questione di leghisti (anche se loro hanno la loro buona fetta di responsabilità): la gente in generale è infoiata in discorsi bigotti,razzisti. Non c’è un giorno in cui non senta uomini e donne che dichiarano che “gli immigrati ci rubano il lavoro!” (ma quale? quello di badante o quello di uomo delle pulizie?), oppure che “i rumeni sono tutti criminali” (con buona pace di una mia carissima amica rumena,che ha mamma con lavoro regolare e faticano ad arrivare a fine mese). E così via.
C’è solo da dire che quando giro con il mio ragazzo (nato in italia,e dunque italiano,ma di origine orientale) un sacco di gente ci lancia sguardi abbastanza eloquenti. E sono tutti italiani,benpensanti,signori di mezza età o anziani.
Ecco perchè non sento come un vanto il fatto di essere veneta.
via mail, da stralci di conversazione su social netwok:
“penso che chi l’ha scritto volesse proprio irritare perchè di cose fatte bene come le descrivi tu ne sono state scritte tante e sono buone a consolare i bravi cittadini e le brave cittadine.
la prima cosa che fai quando studi un linguaggio e tutti i relativi codici di comunicazione è materialmente rovesciare la frittata per fare in modo che quelli che approvano le generalizzazioni dei razzisti percepiscano la distorsione dei messaggi che poi eleggono a loro filosofia di vita.
se tu scrivi un post sui napoletani non hai detto nulla di nuovo. hai solo ricalcato la medesima ciccia che sfornano i leghisti. se tu dici che il veneto è brutto sporco è cattivo è un rovesciamento di senso.
dopo esserti irritata sottoponilo ad un razzista, un tuo amico o collega che la pensa come i leghisti, e poi vediamo se ha funzionato. altrimenti elaboriamo insieme un codice di comunicazione che decostruisce e si appropria di concetti rovesciandoli.
per capirci: non troveresti una buona idea un manifesto in cui un uomo di etnia varia punta il dito contro un europeo che gli ha colonizzato il paese per dirgli di tornarsene a casa sua? per dirgli che è un ladro di risorse e di manodopera? per dirgli che è andato a stuprare le donne?”
“domanda: il presidente della regione veneta di che partito è? e i presidenti della provincia? e i sindaci? se solo 3 veneti su dieci votano lega allora com’è che la lega governa tutta la regione?
non è necessario votare quel partito lì per pensarla come loro. la coalizione avrà scritto programmi altrettanto eloquenti e sicuramente la lega non ha fatto decidere altri sulla linea politica e programmatica da seguire.
e se pensi che il problema in generale siano soltanto i leghisti allora secondo me sbagli. la legittimazione sociale di cui godeva il fascismo non aveva certo origine soltanto dai fascisti (ricordi la banalità del male?) e la legittimazione sociale di cui godono i concetti tirati fuori dalla lega non vengono soltanto dal popolo della lega.
dimmi com’è che non si vedono le masse di persone indignate nelle piazze, ovunque, rispetto alle frasi terribili che vengono pronunciate a treviso, padova, verona. potresti in tutta onestà dire che i veneti che non sono d’accordo e non pensano solo al loro benessere sono così tanti?
in quanto al rovesciamento di senso equivale a ripetere cose che vengono dette in altre direzioni attribuendole ai luoghi in cui vengono pronunciate.
sei davvero così sicura che chi scrive la pensa così?
se ripeti ad un leghista le stesse cose che lui dice su altre etnie non penserà a nulla ma si arrabbierà e se si arrabbia lo farà sugli stessi paradigmi che produce lui. questo determina reazioni e fornisce stimoli che tanta comunicazione che moralizza sulle loro gesta e sui loro modi di pensare non fornisce.
o bisogna per forza assumere come proprio il linguaggio dei preti per dire che la politica condizionata dalla politica leghista è brutta? un linguaggio che tra l’altro finisce per farli apparire trasgressivi e pieni di appeal.
i veneti non sono tutti così? i leghisti non sono tutti così? allora bisogna dargli voce senza scadere nel rigurgito di centrismo e moderazione, altrimenti non si fa nulla di meglio di quello che già fece la democrazia cristiana a suo tempo.
un post alla fin fine è solo un esperimento. un pretesto per discutere, capire, cercare e inventare. se hai voglia di discutere, capire, cercare invece che di dare etichette semplicistiche.”
“il problema che qui ci si pone non è soltanto di strategia di sconfitta di un partito ma di comunicazione che può fare da contraltare alla cultura razzista ed egoista che vuoi o non vuoi è stata sdoganata dalla lega. avesse detto chiunque altro quello che ha detto gentilini non so cosa sarebbe accaduto invece per chi l’ha eletto sindaco a treviso è tutto normale.
la stessa caccia al nero a rosarno o quelli che hanno dato fuoco al campo rom di napoli non sarebbero stati giustificati se la cultura leghista non avesse abbondantemente fornito legittimazione a queste azioni.
diciamo che camorra e caporalato hanno preso a prestito una politica di affermazioni razziste per agire indisturbati con il consenso popolare.
che poi non è diverso dagli imprenditori che mantengono gli stranieri sotto ricatto per poterli sfruttare meglio.
la comunicazione della lega, o quella della destra in generale hanno una responsabilità oggettiva perchè prima del razzismo esplicito c’è la propaganda che schiaccia tutte le complessità e se ne frega dei dettagli.
così prima dell’antirazzismo serve una strategia di comunicazione che ribalti tutto e costruisca consenso su altri valori.
non basta dire che quello che fanno è sbagliato. perchè per quanto non siano tutti così poi trovano sempre un accordo per sgomberare i campi rom o per dare addosso mamme straniere che non possono pagare la retta scolastica per i figli.
non basta fargli la morale. bisogna fare altro.
la provocazione può essere un buon mezzo e se non lo è cerchiamone un altro che non sia ispirato ad altri dogmi che ipocritamente parano di tolleranza mentre sono conniventi con ogni genere di discriminazione.”
lo so Sergio 🙂
infatti la domanda è volutamente provocatoria perchè se questa domanda la poniamo noi arrivano giustamente a frotte a dirci che non dobbiamo generalizzare. mi chiedo perciò dove siano tutte quelle folle quando ci sarebbe da dire ai leghisti che quello che loro dicono è veramente da nazisti.
A me, anche se cerco di migliore la situazione nel mio piccolo…il problema é che sono brave persone anche qui, ma quelle pessime purtroppo fanno più rumore 🙁