Tranquille, l’Italia viene solo dopo quell’iceberg chiamato Islanda, le fredde regioni polari, il Lesotho, le Filippine, il Sud Africa, lo Sri Lanka, il Mozambico, la vituperata Cuba, la Mongolia, e scorrendo giù giù vedi ancora la Bulgaria, la Polonia, la Russia, la Colombia, la Thailandia, la Cina (si si, anche la Cina viene prima di noi), l’Ucraina, la Romania (chi l’avrebbe detto che i romeni sono più civili di noi, vero Maroni?), il Ghana, il Vietnam, e solo dopo, accanto alla Repubblica Dominicana, quella in cui stanno tanti conoscenti del premier, al settantaquattresimo posto della classifica del World economic forum, quello che tiene conto del gender gap, ovvero della totale negazione dei diritti delle donne con effetti discriminatori sul lavoro, scuola, vita quotidiana, opportunità, prospettive, futuro, assenza di autonomia, alti livelli di dipendenza e conseguenti vittime di violenze prevedibili, c’è l’Italia.
Però tranquille, siamo appena prima della Bolivia, l’Albania, il Brasile, il Tajikistan, il Messico dei femminicidi di Ciudad Juarez, lo Zimbabwe, gli Emirati Arabi delle cento mogli dei poligami, la Korea, il Burkina Faso, la Nigeria, L’Etiopia, dove certamente l’Italia ha lasciato una impronta indelebile di civiltà e rispetto per le donne, l’Arabia Saudita, quell’altro posto con le donne tutte imbacuccate, il Pakistan, il Chad, lo Yemen.
Vale a dire che l’Italia, in termini di diritti delle donne è l’ultima in Europa ed è messa peggio delle nazioni dalle quali in termini razzisti dice di volersi difendere. Vale a dire che è uguale a quelle nazioni “islamiche” e talebane che dice di non voler minimamente imitare. Uguale alle nazioni in cui i diritti civili e le libertà individuali sono raso terra. E per fortuna che c’è internet e possiamo vedere la differenza tra le bugie che ci raccontano in Italia, voltairianamente definito il paese più bello del mondo e in realtà un gran brutto posto per le donne, dove se un tale sfascia la testa della passante è una specie di santo e se un marito accoltella la moglie neppure ne parlano perchè per guadagnarsi quella postazione periferica ci si mettono d’impegno e perchè tanto, nell’Italia al 74° misero posto dei diritti delle donne, le donne non contano un cazzo.
Ps: va specificato che per la partecipazione e opportunità economica delle donne l’Italia occupa la 97esima posizione.
http://www.altracitta-listadonne.blogspot.com/
Cosa aspettiamo allora a autogestirci in tutte le città?
Luisa Vicinelli
Non rende la nostra situazione migliore, ma non è vero che “è l’ultima in Europa”, dopo di noi ci sono almeno Malta e Cipro