Care Femminismo a Sud,
ho visto che molte persone ultimamente si
esprimono attraverso lettere inviate ai destinatari più impensabili.
Rappresentanti del mondo glbt che scrivono a sindaci fascisti.
Mogli che scrivono ai mariti. Quarantenni in piena crisi adolescenziale
che riversano tutto il loro odio contro la madre sessantottina. Avanzi
di partito che scrivono agli elettori che non hanno più. La lettera va
di moda e fa anche notizia.
Mi sembrava così più coerente scrivere a delle
destinatarie alle quali posso dire veramente quello che penso e posso
raccontare come vedo io questi brutti anni.
Ogni tanto davvero penso di essermi addormentata e
svegliata in un universo parallelo in cui i partigiani che fecero la
resistenza vengono chiamati “bande partigiane comuniste”
e a loro viene imputato di aver fucilato dei repubblichini la cui
memoria si pretende di celebrare in pompa magna. Sarà che sono
cresciuta con una nonna che aveva vista buona e una memoria di ferro ma vi giuro che mai e poi mai lei mi avrebbe mentito. Piuttosto mi
raccontava di questi signori della repubblica di Salò che rubavano
beni, cibo, ammazzavano uomini e qualche volta stupravano anche le
donne. Che poi le donne in realtà le stupravano un po’ tutti, anche i
partigiani e anche gli americani quando vennero a “liberarci”. Però i
partigiani nei racconti di mia nonna erano i buoni e i repubblichini
sempre i cattivi. Così non capisco come sia possibile che la storia si
sia capovolta da un giorno all’altro.
Succede che un sindaco fascista copia da un sindaco comunista
perché gli sono tanto piaciuti i provvedimenti contro i lavavetri e i
mendicanti che lui ha fatto. E io tutto mi sarei aspettata
meno che vedere che c’e’ un sindaco di sinistra più fascista di un
fascista, talmente fascista che un fascista vero va a copiare da lui.
Che a ben vedere quelle ordinanze se non ci fosse da piangere ci
sarebbe da farsi tante grasse risate. Fino ai lavavetri ci arrivo ma
quello che mi sfugge è la storia dei mendicanti distesi. Che poi
vorrebbe dire che se stanno sdraiati intralciano e prendono la multa e
se stanno in piedi invece va tutto bene. Voi l’avete mai sentita una
cosa così scema? Io spero di no che altrimenti vorrebbe dire che ci sono
amministratori anche più “creativi” di così. Sarebbe da farci una
mostra: delle trovate più buffe degli amministratori, dei provvedimenti
più liberticidi, delle ordinanze più fasciste. Sono sicura che la gara
potrebbe riservare delle grandi sorprese.
Poi c’e’ quella storia del ragazzo assassinato a Verona, Nicola Tommasoli,
che mi fa una rabbia infinita. E chi sta dentro la faccenda ne dice e
ne fa di tutti i colori. Roba da uscirne pazzi. Un giorno dicono che
l’hanno ammazzato in cinque e poi da cinque si accorciano a uno mentre
tutti gli altri guardavano. Poi si misurano la potenza dei calci per
capire qual’e’ stato praticamente quello che ha sfondato il cranio di
Nicola e infine sembra tutta una faccenda teleguidata. Ma l’avete visto
i primi giorni che è uscita la notizia? Sulle pagine dei giornali c’era
questa foto di un bel ragazzo biondo e sorridente che tutto si poteva
pensare meno che fosse uno degli assassini. Eppure quella foto era lì
apposta a dire che quel bel ragazzo non poteva aver fatto mai una cosa
così brutta. Che se uno vuole fare bella figura si sa, non si può
scegliere la foto peggiore. Si tira fuori l’immagine di un ragazzetto
perbene, di buona famiglia, lo si riveste di nuovo, e si lascia fare il
resto ai giornali.
Voi lo sapete, vero, come funziona il mito
lombrosiano? Ma si, quello che dice che la gente si giudica dai
lineamenti del viso. Così ancora devono pensarla dalle parti di Verona
perché insistono tanto proprio su quel punto: se un fanciullo ha un
viso così carino come fa ad essere un assassino? Come dire che gli
assassini sono tutti brutti e pelosi e non sorridono mai, e non amano,
non hanno amici ne mogli ne figli. Solo mostri, come ci piace
definirli, senza neppure un pizzico di umanità. Così, in questo
pregiudizio reiterato, cosa può esserci di meglio se non quello di
affidare la difesa all’aspetto di questi bei ragazzetti di provincia?
Poi, non so voi, ma io davvero qualche volta mi
perdo il conto delle scemenze che sento in giro. Prima dicono che
questi sono sbandati, poi che sono di Forza Nuova, poi che conoscono
anche la banda veneta nazi del quartierino, poi invece spunta fuori che
a dire che questi sono amici dei fascisti si rischia una querela e
allora si scopre che l’avvocato difensore è proprio uno che si è
candidato sindaco per Forza Nuova e che uno dei cinque si è candidato
alle circoscrizionali sempre per lo stesso partito. Viene fuori anche
che frequentano un bel po’ di ultrà della Hellas Verona. Ma ancora
dicono che questi qui non sono di destra.
E io davvero non capisco. Quando avviene che uno
può essere definito di destra? Quando un giovanotto può essere chiamato
fascista? C’e’ qualcuno che ha una definizione di fascista precisa?
Quando si può dire che un gesto è di chiara ispirazione fascista? Che
ci sono persone che si muovono legittimate da una cultura fascista? No,
perché altrimenti bisogna riscrivere tutto il dizionario e se le
lamentele si basano sulla nuova storia che recupera i repubblichini e
li fa diventare eroi allora stiamo freschi.
Mi chiedo allora come facciano i fascisti in
genere a definire con assoluta certezza il comunista tipo. Cos’e’ la
faccia da centro sociale? Quando un ragazzo può dirsi di sinistra?
Quando può definirsi anarchico? Un ragazzo di diciotto anni che entra
ed esce dai centri sociali – che non è legato a strutture di partito,
ne’ si è mai candidato in nessun posto – è
politicamente connotato oppure no? Parliamone, perché magari scopriamo
cose nuovissime e possiamo rimettere in discussione tutta una serie di
pregiudizi che stanno dappertutto. Fino ad ora io però ho sentito di
brutte speculazioni tutte nell’altro senso. Tutte a dire che lo
scarabocchio sul muro della vicina l’ha fatto un comunista, che la
pipi’ davanti alla porta di casa l’ha fatta sicuramente un cane
comunista che appartiene ad un padrone comunista, che se uno si veste
da operaio perché non c’ha una lira e anche la domenica si mette gli
scarponi da lavoro è per forza comunista.
Tra noi che vediamo fascisti dove ci sono e si
presentano anche con gesti inequivocabili e loro che vedono comunisti
fantasmi anche dentro il cesso di casa c’e’ una bella differenza. Alla
prova dei fatti bisognerebbe davvero capire chi tra i due merita una
bella chiacchierata dallo psicologo.
Ve ne dico ancora: oggi ho letto che un uomo ha strangolato la moglie
che lo voleva lasciare. E’ un italiano e la notizia sta in cronaca
messa in un angolino invisibile perché se l’assassino o lo stupratore
non è un immigrato non si dice. Dopodiché leggo che il papa ci assicura
che la vita degna per una donna è quella in famiglia. Che è quello il
nostro posto ed è in quel luogo che a coronamento del nostro “sogno
d’amore” potremo avere tanti bei figli. Quello che dice il papa non è
un auspicio ma una specie di ordine dato a tutta la comunità cattolica
e quello che temo è che da ora in poi il governo di destra farà di
tutto per eseguire fin nei minimi dettagli i suggerimenti del papa.
La storia non finisce qui: egli come sempre se la prende con i gay
che sarebbero ora anche la causa della bassa natalità in Italia. E qui
davvero io ci perdo il senno perché questa cosa mi fa impazzire. Ho
un’amica lesbica che vorrebbe avere un figlio con la procreazione
assistita ma la legge non glielo permette perché la possono usare solo
le coppie etero e regolarmente sposate. Ho anche un amico gay che con
il suo compagno vorrebbero adottare un bambino ma la legge non glielo
permette perché i genitori di un bambino devono essere per forza un
uomo e una donna, sposati, etero, regolari insomma. Poi ci sono io che
non voglio avere figli perché sono in mezzo alla mia vita senza avere
nessuna certezza e con un partner ancora più incerto di me e ogni volta
che sbaglio qualcosa, o mi si buca il preservativo, o mi fallisce il
contraccettivo ecco che spuntano tutti come i funghi a chiedermi di
fare figli, anzi ad impormi di farli per forza.
Perciò mi chiedo e vi chiedo: la natalità è bassa
perché ci sono questi gay cattivoni in giro o perché in questo stato i
figli li devono e possono avere solo una certa categoria di esseri
umani? Che poi in realtà i figli li fanno gli immigrati e a me sembra
solo che si voglia custodire l’italianità, per questioni di purezza
della razza, e si tema il superamento di presenze di religioni diverse
in uno stato che indulge nel voler essere a tutti i costi a prevalenza
cattolica. Voi dite che il papa ci rimarrebbe molto male se io faccio
un figlio e non lo battezzo? Io dico di si e in ogni caso credo proprio
che quando sarà il momento è proprio quello che farò.
Il papa continua ancora con i suoi moniti e ci invita a fare sesso solo per procreare,
possibilmente senza preservativi, anticoncezionali, nessuna protezione.
Ma dico, non gli è bastato lo scempio che il divieto dell’uso del
preservativo ha fatto nella trasmissione dell’aids? Lo sa il papa
oppure no che le malattie trasmissibili sono una cosa grave e che la
vita umana che esiste è più importante dell’obiettivo che evidentemente
si è posto lui. Quanti figli vuole entro l’anno? 100? 1000? 10000? Ce
lo dica con chiarezza, almeno ci organizziamo senza stare lì a
tirarcela per le lunghe con questa manfrina dei divieti sul sesso. Ma
davvero crede che nel 2008 ci sia qualcuno che possa fare sesso solo
per procreare? Ma se neppure i preti tengono l’attrezzo a posto, e
sarebbe bene lo usassero nelle direzioni giuste invece che darlo in
pasto alle bambine e ai bambini piccoli.
Comunque sia, mie care, io il sesso l’ho sempre
fatto e continuerò a farlo e di certo non mi spaventano i richiami del
papa ne’ le minacce dei fascisti che vanno in giro a presentare
progetti di legge – come in liguria – per permettere ai farmacisti di
praticare obiezione di coscienza. Come faccio a evitare di abortire se
non mi è permesso andare a comprare contraccettivi?
Spero che la lettera vi sia piaciuta. Concludo, invitandovi a partecipare alla manifestazione che si terrà sabato 17 maggio a Verona, per ricordare Nicola e per ricordarci un po’ di noi, di chi siamo e di quale mondo vogliamo.
Con affetto
Una vostra lettrice
—>>>La foto è dell’artista Molly Lesher
ho capito 🙂
ma che lingua è 😛
comunque prendo appunti e imparo. con ‘sto nuovi gerghi non si finisce mai di imparare.
un bacione
gu è quando non ci sono parole
per dire quanto si è vicini
quanto si è compreso,
quanto si stia vivendo attraverso un linguaggio impazzito
… e allora GU per dire son con te e vedo anche io come te
😉
alba bella :)*
ma che vuol dire GU!
giuro che non l’ho capito 🙁
un abbraccio
carissima
carissima
GU!