Riceviamo e volentieri condividiamo, Da giulia del Collettivo Altereva di Torino:
Vorrei mandare una lettera aperta a chiunque desideri condividere questa lotta.
Vi chiedo di pubblicarla, non in virtù della mia conoscibilità o autorità mediatica, ma come femminista che usa abitare i collettivi, i movimenti, la città e che chiede ad altre donne di dare spazio alle proprie parole.
Parto dal desiderio di libertà che mi muove, parto dalla consapevolezza che il percorso di conquista delle nostre libertà passa necessariamente dalla lotta.
Qui, da tutte noi, cerco una risposta per dar senso a queste parole.
Si sta di nuovo combattendo una battaglia politica sul corpo delle donne, in un modo che abbiamo già vissuto.
Quest’offensiva si impegna su un doppio piano: dal basso, con la presenza dei no-choice negli ospedali, consultori (e a Torino di recente anche nei luoghi della formazione) e dall’alto nelle istituzioni europee e statali. La proposta di legge del governo del partito popolare conservatore spagnolo, oltre a riaffermare l’obiezione di coscienza per tutto il personale medico, introduce drastiche limitazioni alla possibilità di interrompere la gravidanza, attribuisce l’esclusiva decisione ai medici e riporta l’aborto a essere un reato.
Nella stessa direzione si colloca la bocciatura da parte del Parlamento europeo della risoluzione Estrela, che intendeva impegnare gli Stati della UE a mettere al centro delle proprie politiche sociali i diritti sessuali e riproduttivi, la lotta alle discriminazioni basate su genere e orientamento sessuale e l’autonomia di scelta delle donne.
Così in Grecia, fra le pesanti limitazioni del welfare dovute alle politiche di austerity, l’interruzione volontaria di gravidanza é stata eliminata dalle prestazioni gratuite e garantite dal sistema sanitario nazionale.
E ora, con le elezioni politiche Europee, si apriranno nuovi scenari (quali?) o semplicemente si stanno già aprendo e diffondendo intorno a noi?!
L’azione delle destre conservatrici è diffusa e va oltre i confini nazionali. Alcuni esempi recenti.
Il 2 febbraio, in Francia c’è stata la manifestazione contro l’educazione sessuale nelle scuole, l’aborto e i matrimoni gay (200.000 persone); il primo marzo ci saranno presidi dei no-choice davanti agli ospedali di tutta Italia e il 2 aprile, a Milano, ci sarà la loro manifestazione nazionale per promuovere un referendum per l’abrogazione della 194.
Mi sento, come credo tutte voi, accerchiata. Non mi piace ritrovarmi qui, ma non posso sottrarmi. E non posso aspettare un cambiamento peggiorativo della legislazione nazionale per reagire. Perché non voglio disattendere le aspettative di libertà che tutte noi, con percorsi differenti, abbiamo creato e costruito nel tempo.
Vorrei sapere cosa accade nelle altre città, mettermi in relazione con altre donne, collettivi, condividere una lotta. Vorrei mettermi in relazione con i movimenti delle donne di altri paesi, per un 8 marzo (e poi un percorso) l’una a fianco dell’altra.
Per questo faccio un appello alle donne, a partire da noi, dalle diverse città italiane, a mobilitarsi, superare le differenze e le istanze particolari, per stare l’una a fianco dell’altra, vicine alle donne spagnole, greche, francesi e etc.
Costruiamo dei percorsi di lotta, mettiamoci in relazione sui territori, anche se non c’è tempo, nonostante le differenze, creiamo un’onda di manifestazioni, presidi, azioni.
Dobbiamo partire da qui per andare oltre.
L’8 marzo scendiamo in piazza, prendiamo parola per rivendicare il diritto di scegliere sui nostri corpi e sulle nostre vite. Ognuna con le proprie parole, i propri percorsi.
Ma stiamo unite.
L’8 marzo a Torino noi manifesteremo per le strade della città insieme a tutte le altre organizzazioni, associazioni e collettivi di donne presenti sul territorio. E’ stato e sarà complesso. Ma l’8 marzo e dopo, ci saremo.
Vi chiedo di essere con noi, noi tutte.
Vi chiedo di metterci in rete e dirci cosa sta accadendo nelle altre città; di utilizzare ogni luogo di donne per far si che davvero riesca ad esserci una restituzione di ciò che accade sui territori.
Questo 8 marzo diamo un messaggio chiaro: siamo unite, indietro non si torna.
Sul corpo delle donne decidono le donne!
Alcuni riferimenti ho trovato, ce ne saranno altri, aggiungeteli!
http://maipiuclandestine.noblogs.org/
http://womenareurope.wordpress.com/
http://centonovantaquattro.wordpress.com/
http://vialibera194.wordpress.com/
Giulia Druetta collettivo Altereva di Torino