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I bus? Entri vergine ed esci incinta!

Così la pensano alcune donne in Messico dove le violenze sulle donne
non si contano più e dove le molestie arrivano ovunque, anche sui mezzi
di trasporto pubblici. Perciò hanno inventato il bus per sole donne
che eviterebbe i "palpamenti". Questa cosa fa il paio con l’altra
iniziativa, e qui parliamo dell’Europa, che da Londra in giù ha
proposto una soluzione per le donne, diciamo così, meno proletarie. Se
te lo puoi permettere puoi prendere un taxi rosa. Della possibilità o meno di istituire un servizio del genere si discute ad esempio anche nel comune di Bologna,
dove però non tutte le donne sono d’accordo perchè la questione del
taxi sarebbe affine alle politiche securitarie che piuttosto che affrontare il problema reale tendono a immaginare la configurazione di
nuovi reati o la creazione di spazi "ghetto" oltre i quali comunque
tutto può sempre succedere.


A sud però
siamo ancora molto lontani
da questi dibattiti e riconosco che la situazione descritta dalle donne
messicane sia molto più affine. Nelle città in cui i servizi bus
esistono – perchè certamente nei paesi dove arriva una corriera al
giorno il problema non si pone – le donne hanno svariati problemi cui
pensare. Non farsi scippare il portafoglio, non farsi toccare il culo – o
altre innumerevoli parti del corpo – e resistere all’assedio di palpatori
abituali o occasionali che ti si schiantano addosso alla minima frenata
e poi non si muovono più.


Il concetto
è che se c’e’ folla e non
ti puoi spostare allora secondo il titolare di elementi strofinanti tu
ci stai. Per dimostrare invece la tua illibatezza, o meglio la tua determinazione a sceglierti strofinamenti quando, dove e a partire da chi minchia vuoi tu, dovresti salire su un
bus pieno con una testa d’ariete e sfondare la massa per arrivare in
cima al bus e guadagnarti il rispetto del maschio bisognoso di punti
d’appoggio.


I bus del sud
, ma non solo quelli, sono abbastanza
instabili e le strade in effetti non consentono di tenere un equilibrio
decente a bordo. Così le donne devono improvvisarsi un po’ scimmie
attraccate a vari punti di improbabile appoggio e fornire esse stesse
il proprio culo come freno delle palluzze rotolanti di qualche
individuo in equilibrio instabile. Sarebbe da considerare un servizio
di utilità sociale se non fosse che a restare ferma in quelle
situazioni colui il quale ti usa da poggiatoio non si limita appunto
solo a poggiare le sue maschie membra ma comincia un
toccamento fastidioso che è – e a qual punto aiuta molto l’intuito – a
occhio e croce l’equivalente di una sega.

Non stiamo parlando
degli assedii che fanno ad arte gruppi di scippatori (uno ti piglia,
l’altro ti strattona e l’altro ancora ti toglie il portafoglio e in quel caso aiuta portare i soldi tra le tette o dentro le mutande :P).
Parliamo proprio di segaioli con faccia indifferente, posa da
circostanze attenuanti indefinibili e infinite, occhio da minchione
che finge non trovarsi giusto lì, in quel preciso luogo, se per caso
gli fai notare che la sua mano si trova proprio sul tuo culo.


Aiuterebbe
un bus per sole donne? Non lo so. Mi ricorderebbe certe religioni e
persino la separazione tra bambine e bambini delle scuole formato
fascista. Perchè il problema della violenza esiste anche alla fermata
dell’autobus, per le strade e soprattutto a casa, nella propria casa.
Sull’autobus un po’ di autodifesa e anche di solidarietà umana e femminile
spesso risolvono.


A voi sarà
capitato spesso ma io vi racconto
ugualmente cosa è successo a me a Palermo in varie occasioni. Alla
fermata trovi qualche volta il vecchio porco che ti chiama "nipote" e
dice se vuoi un gelato perchè lui potrebbe "piacevolmente" – per lui –
portarti a Mondello. Inutile dire che mandarlo a ‘fanculo è il minimo. Dentro il bus cittadino invece trionfa la
filosofia per la quale ogni cosa, e non solo la mano, diventa morta. E’
quello un luogo che provoca l’immediato decesso di intere parti
anatomiche maschili e mentre si contano i cadaveri, si può riuscire
finanche a contare le facce incazzate di donne che devono improvvisarsi
becchine e persino religiose pronte a dare l’estrema unzione.


I
trucchi
in questo caso, svelati da donna a donna e se non ti trovi con
una vera e propria banda di stupratori, sono abbastanza semplici.
Pulirsi il naso aiuta. Asciugare la caccola sulla mano – morta – del
soggetto in questione può allontanarlo definitivamente da voi. La cosa
che a me riusciva meglio era la gomitata occasionale e ben assestata.
Credo di aver massacrato anche qualche costola con mia viva
soddisfazione. L’altra cosa è la pedata all’indietro o il tacco – se lo
portate – ben infilato sul piede del "maschione". Anche in questi casi
il soggetto generalmente si allontana. Una cosa che riesce bene è anche
il richiamo ad alta voce. Se siete donne che non si lasciano ricattare
e non temono di essere giudicate "poco serie" o partecipi dell’evento,
e spero proprio che il ricatto con voi non funzioni mai, potete semplicemente urlare al tizio di smetterla facendo ben
attenzione che tutti sentano. Tra le ragazze comunque in effetti ho visto che il problema viene affrontato in maniera anche abbastanza decisa. Ci sono delle grandiose adolescenti che per stazza e per temperamento e per fortuna diventano anzi delle vere e proprie "terroriste" di uomini di quel tipo. 

Ma continuando questo manuale semiserio di autodifesa, frasi del tipo: "smetti di strofinarti
su di me!" pronunciate ad alta voce attirano su di lui una reazione che
può variare di volta in volta. Se ci sono tanti uomini, alcuni tra
questi possono persino giudicarlo un virile rappresentante della
categoria. In genere però si trovano sempre donne e anche uomini, soprattutto ragazzi,
che hanno una precisa idea di soggetti del genere e quindi l’uomo – che
si sente non protetto da una rete sociale di sostegno – desiste.


Questo
almeno
quello che è successo a me e a tante mie amiche in varie
occasioni. Diversamente su Pour Les Analphabètes si racconta come in un nord italia alienato e indifferente dove tutti stanno in tram di corsa per lavorare anche la pubblica accusa non suscita la minima reazione da parte di chi è presente ad una molestia. Così in Messico, forse in quella grande baraonda che è Città del
Messico, non so se la rete sociale su cui invece possono contare soggetti del genere è
ampia o se il fenomeno assume proporzioni davvero più serie e che
prescindono dalla categoria della "mano morta". Se è vero che le donne
entrano in bus vergini e possono uscirne incinte la questione è
davvero una bella schifezza. Ma l’uomo latino si sente tanto macho si
sa. Ci toccherà a tutte trasferirci in Norvegia? 

L’alternativa sarebbe quella di portarci appresso delle siringhe. Con quelle puoi farci svariate cose, una tra tutte: risucchiare il contenuto di un testicolo dovrebbe essere sufficiente a far passare al suo possessore la voglia di fare lo stronzo! Sto scherzando ovviamente, forse… 🙂

—>>>L’immagine è opera dell’artista Paola Gandolfi ed è presa in prestito dalla bella Georgia Mada che mi segnala poi uno splendido video – che potete vedere online – della stessa Gandolfi dal titolo "La Recherche de ma mére". Grazie a Georgia 🙂 

Posted in Anti-Fem/Machism, Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio.


2 Responses

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  1. FikaSicula says

    ma di niente georgia cara 🙂
    grazie a te per avermi segnalato questo video che è bellissimo. ora aggiungo il nome dell’autrice del dipinto e del video sul post perchè vale la pena darle rilievo 🙂
    baci

  2. georgia says

    grazie della seganalazione 🙂
    ti segnalo questo bel video con opere di paola gandolfi che stavo guardando, ci metterà un po’ ad aprirsi, se non ti si apre vai direttamente al suo sito e poi clicca su opere e poi su video (il video che ti segnalo è il primo)
    ciao georgia