da Abbatto i Muri:
Rassegna staNCa: la #27esimaora continua con alcune firme a promuovere la casalinghitudine per favorire il capitale. Nel nuovo articolo si tirano fuori i soliti banali argomenti in cui si dice che le lotte per l’emancipazione ci hanno reso tanto infelici, abbiamo sbagliato tutto e che se torniamo a casa e in cucina siamo tanto felici. E va bene che il liberismo economico ha bisogno di rinsaldare la gratuità dei lavori di cura a sostegno dei soggetti più produttivi, non gravidi, non mestruati, allontanati a forza di cosa dagli affetti, dai figli, per obbligarli a fare gli anacronistici e anaffettivi bancomat familiari, per cui esigono che si torni tutti ai ruoli cari alla cultura patriarcale, però ciò che è ridicolo è ridicolo.
Donne che possano stare in cucina senza dover portare uno stipendio in casa sono ricche di famiglia, ricche e basta, hanno un marito ricco. Attorno a me non conosco nessuna che possa permettersi di stare a casa a “cucinare” e quelle che “cucinano” sono disoccupate, precarie, non arrivano a fine mese e spesso la situazione familiare è un po’ una merda. Quindi davvero non si capisce di che parliamo. Si vuole attenuare il conflitto sociale addomesticando le donne a farci piacere la nostra condizione di precarietà per impedirci di scendere in piazza? Scordatevelo. Punto.
Un nuovo “studio”, pagato non so da chi, dimostrerebbe che gli uomini sono un po’ delle amebe che non sanno comprendere le donne. E’ la leggenda delle donne che non si possono capire e degli uomini imbecilli certificata da qualche scienziato. Sicchè saremmo empatiche solo noi e di empatia che si avvicini alle “emozioni femminili”, o che due ovaie con la divisione per generi delle emozioni, come se le emozioni maschili avessero delle differenze, secondo codesti signori da parte dell’uomo non ce n’è.
Direi che posso testimoniare in forma diretta come possa avvenire che un uomo sia empatico e capace di ascolto e una donna, a volte, proietta e basta su di me, te, sulle altre, quel che vuole vedere. Lo so a tal punto che ogni volta che dico ad una donna che non la penso come lei, altro che empatia… iniziano le prove di conversione inquisitoria perché si ritiene che le donne abbiano un unico sentire, pensiero unico, fascismo a livello neuronale ed emotivo, per cui la diversità viene caldeggiata tra i generi ma intergenere, tra me e altre donne, invece no. E questo si chiama sessismo, che lo comprendiate o meno.
Una notiziona: hai una depressione post-aborto? Sottraendo fondi pubblici ai consultori che possono occuparsi di te ti mandano invece nello sportello del Movimento per la Vita che si chiama “Da Donna a Donna” dove immagino quanta comprensione ci sia per le donne che abortiscono. Sono curiosa di sapere in che modo vorranno farti espiare, quante preghiere dovrai dire per ammettere che la depressione è colpa tua perché l’aborto è colpa tua ma Dio è grande e ti perdona anche se sei un’assassina.
Segnalerei anche questa bella intervista della Badinter che parla di sex workers, e dato che gira voce che si sono formate le tifoserie italiche (soliti provincialismi facebookari) per delegittimare le prostitute che vogliono rappresentare se stesse chiedendo la regolarizzazione per quel mestiere quando viene svolto per scelta, direi che c’è bisogno di ossigeno e di guardare altrove, dove i femminismi sono tanti e non ci si affretta a scomunicare quelle che sostengono voci autodeterminate senza farsi cogliere dalla tentazione di vittimizzare chiunque per accreditarsi in quanto martiri e salvatrici dell’umanità.
Per ora è tutto qui. Torno più tardi. Ciao. 🙂