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Lo stupro è un problema maschile

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E’ stato pubblicato qui, sul blog de “Il corpo delle donne” un mio piccolo studio sui commenti lasciati da uomini, invitati a prendere la parola e a parlare dello stupro. Lì ci sono risultati, cifre e considerazioni su quei materiali; qui preferisco invece lasciare qualche riflessione, un po’ de panza forse.

Un paio di conferme, innanzi tutto. Le risposte di stampo maschilista e machista sono la maggior parte – e questo era nelle attese, se vogliamo. Inoltre, il post è apparso su uno dei blog de “Il Fatto Quotidiano”, e per quanto sicuramente Lorella Zanardo s’è attirata un folto gruppo di denigratori che la segue spesso, indubbiamente la percentuale di risposte piene di stereotipi sessisti fa pensare. Fa pensare che la maggior parte di lettori maschi de “Il Fatto Quotidiano” in versione elettronica non sia particolarmente “aperto” ai temi antisessisti. E anche di questo ce n’eravamo accorti e accorte da un po’.

Ho volutamente citato il minimo possibile le parole lasciate dai commentatori per non scatenare inutili discussioni – i contenuti riassunti e le cifre bastano e avanzano, il resto chiunque può ancora andarselo a leggere. Rimane il fatto che le espressioni più frequenti sono state “non siamo colpevoli” e “uno stupratore non è un uomo normale”. Le trovo due affermazioni, due sintesi, due pregiudizi molto gravi.

Nel primo caso chi afferma “noi uomini non siamo colpevoli se uno stupra” sta giocando pericolosamente col linguaggio. Nessuno si sogna di colpevolizzare penalmente e perseguire giuridicamente chi non ha commesso reati, quindi rispondere così è insieme ovvio e in malafede. Rispondendo sul piano dell’ovvietà giuridica si vuole anche parare l’altro problema, quello di genere. La frase vuol dire cioè “non mi sento coinvolto personalmente, a nessun titolo, se un altro uomo stupra una donna”. Questa presa di posizione è evidentemente indifendibile, soprattutto alla luce di altre occasioni nelle quali si è pronti a fare fronte comune. Quello stesso uomo così indifferente a uno stupro è sicuramente pronto a “fare qualcosa” nei confronti delle tasse che aumentano ingiustamente, verso una classe politica – locale o nazionale – corrotta e corrompente; è pronto a sacrificare i suoi beni per aiutare un familiare in difficoltà, è allarmato da dinamiche sociali inquietanti (l’aumento dei furti in appartamento, per esempio, o il tasso di immigrati clandestini in continuo aumento). Insomma, non è una persona indifferente a tutto. Però, riguardo lo stupro, si legge il blog della Zanardo e ci tiene a dire: io non c’entro, la cosa non mi riguarda come uomo, è sbagliato generalizzare, io quelle cose non le faccio. Ricapitoliamo: tutti i politici sono potenziali ladri, tutti gli extracomunitari sono potenziali delinquenti, mettiamoci pure che tutti i preti sono potenziali pedofili ma… no: non tutti gli uomini sono potenziali stupratori, quindi questa generalizzazione è sbagliata e io non vedo la necessità di parlare con altri del mio stesso genere di quello che non ritengo un problema di genere.

Legata a questa prima manifestazione d’indifferenza c’è la seconda, espressa dal concetto “uno stupratore non è un uomo normale”. L’uso della categoria del malato, del diverso per differenziarsi e deresponsabilizzarsi è noto, non sto qui a ripetere cose dette e ridette. Dire “io sono normale e lui no” è un vecchio refrain già usato da razzisti e fascisti d’ogni genere e tipo, e non dovrebbe trovare ancora qualche seguito. Invece, va per la maggiore tra i maschi che proprio non ci stanno a sostenere un discorso partendo dal presupposto che ‘sti “anormali” cominciano ad essere un po’ troppi e anche un po’ troppo giustificati. Anche in questo caso l’ipotesi della normalità non regge a un semplice argomento logico: nei casi accertati di stupro, il colpevole o i colpevoli sono o al loro primo reato di quel tipo oppure erano già noti per la loro indole violenta o persecutrice. Quindi nel primo caso erano persone “normali” né più né meno come tutti i commentatori menefreghisti; nel secondo caso, la loro “anormalità” non aveva fatto scattare nessuna misura sufficiente a renderli non pericolosi. In entrambi i casi, sarà o no il caso di parlarne? Del parlare tra uomini del perché questi uomini a un certo punto non prevedibile stuprano oppure perché s’era capito da un pezzo che avrebbero stuprato ma nessuno ha fatto niente (nessuno nel senso: i suoi parenti, i suoi amici)?

E invece no. Dell’imprevedibile non si può parlare (che ne parli a fare?), e delle colpe di una legge non applicata, non fatta rispettare o non sufficiente non c’è bisogno di parlare tra uomini, non è un problema di genere. E con queste spallucce, questi sarcasmi, questa indifferenza, si va avanti a fare violenza (sì, anche l’indifferenza è una violenza). Non è difficile capire che dietro una donna maltrattata, violentata, offesa, denigrata, c’è un uomo; e a me quell’uomo non piace. Non voglio essere io quell’uomo, e non voglio vedere altri uomini così. Mi devo arrendere: accade raramente, per ora è successo a me e a pochi altri di fare questa semplice constatazione. E soprattutto, se provo a dirlo, piovono insulti o, bene che va, ricevo indifferenza.

Mentre è facile – o comunque più diffuso – che un uomo veda la coda di paglia dei fascisti, dei razzisti, degli omofobi, quella dei sessisti invece pare che non si veda. Negano che sia una coda di paglia: o è una sciarpa e quindi la si indossa tranquillamente, o non è di paglia, è di ferro e ci si mena chi non è d’accordo. Davvero complimenti. Ancora oggi, sulla pagina linkata sopra, chi non è d’accordo scrive usando quegli stessi argomenti che ho segnalato nell’analisi, dandomi la ratifica più certa che quell’analisi è giusta. E che la maggior parte degli uomini sessisti non vuole nemmeno leggere, quindi non vuole né dialogare né polemizzare sul serio; ed è priva – oltre che di tutto il resto – anche del benché minimo senso del ridicolo.

Comunque, dàje così. Io non ho paura, parlo con tanti e tante, spesso più giovani di me, e so che sono sulla strada giusta.

Posted in Comunicazione, Corpi, Disertori, Personale/Politico.


14 Responses

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  1. Lorenzo Gasparrini says

    Nelle intenzioni dell’autore c’è tutto il paragrafo, nel quale quel passo si trova, che lo spiega – e anche il resto del post. Quella come tutte le altre generalizzazioni sono pericolose allo stesso modo, perché demagogiche e per nulla esplicative di nessun problema e situazione. Tant’è vero che quella è anche una frase usata da molti maschilisti per “difendersi” da accuse di quel tipo. Se nel dialogo orale ci si può spiegare tante volte, scrivere una cosa del genere significa offrire l’occasione per essere criticati e spostare il discorso altrove. Quindi bisognerebbe evitare quella e tutte le altre generalizzazioni, perché sostanzialmente non dicono nulla.

  2. Carmen Dell'Aversano says

    Arrivo su questo post un po’ tardi, per cui probabilmente la mia richiesta non verrà accolta, ma avrei molto bisogno di un chiarimento su questo passo:
    “Ricapitoliamo: tutti i politici sono potenziali ladri, tutti gli extracomunitari sono potenziali delinquenti, mettiamoci pure che tutti i preti sono potenziali pedofili ma… no: non tutti gli uomini sono potenziali stupratori, quindi questa generalizzazione è sbagliata e io non vedo la necessità di parlare con altri del mio stesso genere di quello che non ritengo un problema di genere.”
    Nelle intenzioni dell’autore la proposizione “tutti gli uomini sono potenziali stupratori” si colloca sullo stesso livello di verità, accettabilità e produttività delle altre generalizzazioni menzionate? O è in qualche modo e per qualche motivo diversa? E perché?

  3. Lorenzo Gasparrini says

    Ah, ecco. Tu parli di “neo-femminismo reazionario”. Hai ragione, non serve fare dell’ironia, te la cavi benissimo da solo. In anni di chicchiere inutili, dal vecchio forum della Zanardo a oggi, t’avessi mai visto scrivere cose diverse da “quello che c’è scritto qui non è vero e anzi porta a conseguenze nefaste”. Una proposta, un’idea, un’analisi: zero. Dito puntato, cupi presagi e luoghi comuni. Un troll? Magari, quelli almeno sono istruttivi, a loro modo. Te l’ho già detto luzifè: stai bene così.

  4. luziferszorn says

    Ebbravo Gasparrini, faccia pure dell’ironia; ridicolizzi pure il suo interlocutore; già che c’è tiri fuori la parolina magica “troll” con la quale il neo-femminismo reazionario ha tirato a campare sulle critiche per almeno due anni. Guardi che la situazione si è ormai fatta drammatica, ergo non c’è proprio nulla da ridere.

  5. Lorenzo Gasparrini says

    Ah, capisco. Chiedere che gli uomini dicano qualcosa significa “aizzare”, e non aizzare tutti, ma solo i maschilisti; chiedere che parli chi storicamente se ne sta zitto e indifferente significa “sdoganare la ghettizzazione”; il fine dell’operazione, poi, sarebbe una cosa utile e originale: “scatenare flame”. Complimenti per la lucida lettura degli eventi, luziferszorn. Torna pure sull’argomento, se le meraviglie sono queste 🙂

  6. luziferszorn says

    Quel “post per soli uomini” è tra le cose peggiori che “ilcorpodelledonne” abbia prodotto: aizzare maschilisti sdoganando sottilmente e demagogicamente la ghettizzazione e la colpevolizzazione del genere maschile al fine di scatenare flame. Tornerò sull’argomento; perché vedo ormai che anche la Murgia è partita per la tangente neo-fem reazionaria.

  7. Tiresia says

    Secondo la tecnica del vittimismo, che poi serve solo a mantenere lo status quo, un “bianco” non potrebbe battersi contro il razzismo, una donna non avrebbe potuto appoggiare le proteste degli obiettori di coscienza, un cristiano non potrebbe volere la libertà religiosa del proprio stato, e così via..
    Battersi contro la giustificazione sociale dello stupro non vuol dire denigrare il genere maschile in toto mentre voler mantenere questo agghacciante privilegio significa esserne complici.
    (poi però se lo commette uno “straniero” tutti a invocare l’inquisizione)

  8. Lorenzo Gasparrini says

    Claudio, ovviamente no, non dici bene, e ti dico perché: per rimorchiare alla grande bisogna pure imparare a leggere. E’ lì che la vedo più dura per te 😀
    Ma tranquillo, se t’impegni ce la puoi ancora fare. Dàje Claudio!

  9. Paolo84 says

    “La “normalità” dello stupro purtroppo è assoluta, nel senso che molti ragazzini che hanno tentato o effettuato violenze sessuali sono poi normalissimi padri di famiglia” gabriele Lenzi

    ma lo so che pure chi compie da ragazzino un atto di violenza sessuale (che pure è una violenza oggettivamente diversa e peggiore del fare a botte tra compagni di classe) poi può diventare un normale padre di famiglia. Io prendo atto del fatto che tutti cresciamo in una società fatta di squilibri e disparità, tutti cresciamo in una certa cultura ma solo alcuni diventano stupratori, solo alcuni uomini sviluppano quella tragica mancanza di empatia quindi dev’esserci dell’altro..non sarà il Male ma non so come chiamarlo in altro modo

  10. Barbara says

    L’idea che mi sono fatta parlando con amici e conoscenti, molto cinica forse, è che gli uomini abbiano difficoltà (uso un termine gentile) a parlare di stupro perchè sentono che la cosa non li può riguardare, nè come carnefici nè come vittime. Allora ho cominciato a chiedere loro come si sentirebbero se un uomo li violentasse (si, un uomo) e se penserebbero che sarebbe opportuno fare qualcosa a livello sociale se ci fosse un uomo violentato da uomini ogni due, tre giorni. Quando ottengo un silenzio di riflessione mi ritengo soddisfatta…

  11. Gabriele Lenzi says

    Paolo, come al solito non vuoi vedere le questioni di potere. Un uomo che stupra: o impone abbastanza consapevolmente un potere che può impugnare o è agito da un’immaginario che non ha messo in discussione e che è intrinsecamente violento e distruttore (e non dico immaginario erotico perché di erotico ha poco o è soprattutto altro), e semplicemente permette di “farsi agire” con dosi e dosi di menefreghismo e assenza di empatia da questi suoi desideri, pensieri, impulsi. La “normalità” dello stupro purtroppo è assoluta, nel senso che molti ragazzini che hanno tentato o effettuato violenze sessuali sono poi normalissimi padri di famiglia. Non è il metafisico Male, è una cultura/società intrisa di disparità e squilibri di potere.

  12. Claudio says

    E meno male che ci sono quelli come Lei sig. Gasparrini, l’unico uomo che si salva sulla faccia della Terra, l’unico uomo pulito, l’unico uomo degno di tal nome in mezzo a tutta questa sconfinata quantità di errori della natura.
    Dobbiamo dirlo forte sig. Gasparrini, se un uomo stupra allora TUTTI gli uomini sono colpevoli di avere stuprato: lui è un uomo, tu sei un uomo = sei colpevole anche tu, dico bene?
    Senta io vorrei, per penitenza, camminare sui carboni ardenti con la lingua, se trovo un altro po’ di uomini che si pentono mi organizza Lei l’evento?
    Un’altra domanda: ma a colpevolizzare tutti gli uomini si rimorchia bene? No perché se funziona lo faccio anche io!

  13. Paolo84 says

    “e chi lo compie, per quanto possa avere una personalità “disturbata” è almeno in molti casi capace di intendere e di volere e di distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato e pertanto va punito con il carcere. ”

    intendo dire che anche se genericamente “pazzo”, non lo è spesso dal punto di vista giuridico e pertanto è giusto che venga punito come chi è pienamente responsabile dei suoi atti. E non voglio dire che chiunque soffra di problemi psicologici finisca per uccidere o stuprare, è una questione complessa e come ho detto il male per me resta inspiegabile

  14. Paolo84 says

    “Del parlare tra uomini del perché questi uomini a un certo punto non prevedibile stuprano oppure perché s’era capito da un pezzo che avrebbero stuprato ma nessuno ha fatto niente (nessuno nel senso: i suoi parenti, i suoi amici)?”

    il fatto è che per poterne parlare con un minimo di cognizione e per evitare di dire banalità bisognerebbe capire chi sono questi uomini, qual è la loro storia personale, cioè di ognuno di loro..e nel secondo caso parlare con i parenti e con gli amici
    Sulla questione se gli stupratori siano “normali” o no mi verrebbe da citare La banalità del male di Hannah Arendt (era “normale” Adolf Eichmann?), so che lo stupro (obbligare una donna con la forza e con le minacce ad un rapporto sessuale non voluto), oppure uccidere una donna solo perchè non vuole o non vuole più stare con te non è un atto “normale” non è giusto e non è sano e chi lo compie, per quanto possa avere una personalità “disturbata” è almeno in molti casi capace di intendere e di volere e di distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato e pertanto va punito con il carcere. Ho detto banalità anch’io ma davvero non so cos’altro scrivere. Mi sto convincendo che il Male sia inspiegabile, si può raccontare ma non spiegare in maniera soddisfacente anche se è legittimo provarci