Quanta ipocrisia. Senza volere essere moraliste e giustizialiste, il che non ci appartiene nè ci compete, ci sembra davvero strano che quegli stessi rappresentanti culturali che si indignano per il sessismo di berlusconi poi sottoscrivono un appello per impedire l’estradizione di Polanski. Nell’appello – lo chiariamo – non c’è scritto che stuprare una ragazzina di 13 anni è ok ma c’è scritto che è brutto usare una manifestazione culturale per fare un blitz della polizia. Non si capisce se in ragione della opportunità di riservare l’arresto ad un momento più privato oppure di non ledere l’immagine del festival cui il regista partecipava.
Quello che è sicuro è però che il messaggio che passa riguarda una implicita impunità per gli uomini di cultura, quasi come il lodo-alfano per il premier, come se i geni potessero godere di una speciale licenza che ai comuni mortali non è garantita.
Non conosciamo la questione e il commento si limita davvero all’analisi delle reazioni. Ci limitiamo a mettere in fila i pericolosi concetti che sono stati tirati fuori in questa occasione. E’ uno stupro non stupro, lei ci stava, era una ragazzina smaliziata, lui ha un passato di sofferenza nel ghetto polacco destinato agli ebrei. Dai giornali viene fuori che lui aveva invitato questa ragazzina promettendole una carriera da modella, cosa che non ha nulla di geniale nè tantomeno di originale. Avviene tutti i giorni ma neanche i difensori del sessismo del premier hanno mai detto che lui può perchè è il premier.
Riguarda sempre il rapporto tra sesso e potere, di cui parla giusto oggi Lea Melandri: l’uomo che promette qualcosa e la donna, in questo caso la ragazzina, che è obbligata a dare qualcosa in cambio. Sesso per la carriera, come farebbe un qualunque registuncolo da strapazzo.
Stronzo lui o puttana lei? Questo è il punto e non sembra emergere una gran differenza di posizione tra le opinioni espresse dal mondo della cultura e quella dell’avvocato mavala’ ghedini in difesa di un berlusconi definito come innocuo utilizzatore finale. Sesso in cambio di favori, metodo diventato business, così come ha ben spiegato tarantini a proposito dell’inchiesta di bari.
Polanski cosa avrebbe fatto di diverso? In che modo si sarebbe distinto? Perchè mai dovremmo comprenderlo?
Se merita la galera? Per noi la galera non è una soluzione in nessun caso. Se merita una opinione contraria alle sue azioni? Immaginiamo di si.
Come facciamo a spiegare ai giovani uomini di questo mondo sessista che lo stupro, lo sfruttamento, il ricatto del sesso in cambio di qualunque cosa non sono una cosa buona se i messaggi che arrivano proprio dal mondo della cultura, quello che più di ogni altro dovrebbe comprendere il valore educativo delle proprie affermazioni, forniscono un alibi perfetto a questo genere di azioni?
Sarebbe allora il caso di indagare a fondo le ragioni che spingono una mobilitazione di questo genere. Omertà? Complicità? Così fan tutti?
In italia poi c’è il problema che il corpo delle donne è usato come merce di scambio in mille situazioni, comprese quelle in cui quei corpi non sono – come dire – fondamentali per le finalità cui sono piegati.
Corpi e prestazioni sessuali sono merce di scambio per fare carriera in televisione, in politica, nel mondo della cultura.
Quanti sono gli editori in italia? Quelli maschi intendo. Sono tanti, la maggioranza. Quanti sono gli editori maschi che non pubblicano un libro scritto da una donna se quella donna non è sessualmente appetibile e non ci va a letto? Tanti anche quelli.
Perchè puoi chiamarli "incontri carnali", "scambi intellettuali in posizione orizzontale", "unione tra passione dell’arte e arte dello scambio di piaceri". Puoi chiamarli come ti pare ma sempre di un ricatto si tratta.
Ed è una dimensione che non risparmia nessuno, non c’è differenza tra editori ricchi e editori poveri, editori di grandi collane o editori di piccole case editrici. Pochi sono quelli veramente interessati ad un testo più che alle prestazioni sessuali di chi lo scrive e quei pochi dovrebbero sottoscrivere un documento comune, farlo girare, far emergere il sessismo implicito nel loro mondo e chiarire che loro pubblicano chi vale e non chi vale e gliela da’. Dovrebbero chiarire che la posizione di potere che assumono nei confronti di una giovane scrittrice non li autorizza a esigere nulla a parte che l’impegno della scrittura.
La stessa cosa dovrebbero fare i proprietari di gallerie d’arte con le giovani pittrici, i discografici con le giovani cantautrici e così via fino ad arrivare al cinema, alla televisione.
Noi siamo coscienti che molti rapporti di lavoro sono stimolati dal fatto che quella persona piace. Siamo coscienti del fatto che il mondo della cultura, come molti altri, si muove attorno all’attrazione, al desiderio, per una persona. Vediamo che sono poche le donne "genio", parola che esiste esclusivamente al maschile, non esteticamente "utili" per i maschi, che si sono imposte come attrici, registe, scrittrici. Vediamo che il mondo della cultura alla fine segue i banali canoni di qualunque altro settore. Nessuna differenza in un mondo che dichiara di voler fare la differenza.
E allora fatela, facciamola, questa differenza. E facciamo attenzione alle parole. Polanski ha usato il suo ascendente per mettere le mani addosso ad una ragazzina. Tutto ciò non ha nulla di geniale. Detto questo può essere libero di scorazzare per tutti i festival che vuole. Certo, noi lo apprezzeremo molto meno.
Oggi mi ha sorpresa la signora Lina Wertmüller, in un programma mattutino di rai 3, dove con molta scioltezza ha risolto il caso Polanski definendo la tredicenne come una delle tante “cosce allegre” (testuali parole) dell’epoca. E’ una delle firme della petizione “salviamo la cultura (dello stupro)”. Che non ci sia stata violenza non conta nulla, lo stupro quando si parla di minori ha come parte integrante il raggiro delle volontà. Io non credo che debba farsi trent’anni di galera, ma mi urta come viene spostata l’attenzione, sempre e comunque, sull’altra metà dello stupratore. Ora è un regista, ora è un rumeno, ora è un marocchino, ora è un italiano ubricaco fradicio malato di depressione che non poteva rispondere delle sue azioni…questa ipocrisia puzza a peste. Ha messo le mani dove non doveva metterle, ha infranto il legittimo limite di confine di un essere. E basta.
Da donna che quasi un decennio fa ha subito uno stupro da un uomo che conoscevo, e che addirittura trovavo anche attraente, alla base c’è il problema che lo stupro viene ancora considerato sesso dai più. Ma non lo è, lo stupro è desiderio di sopraffazione, umiliazione e violenza. Null’altro. Ed è per questo che un marito può stuprare una moglie. O che una prostituta può essere stuprata. O che non fa la benché minima differenza se la vittima è illibata o “navigata”. Perché lo stupro ha solo l’apparenza esteriore del sesso; è un atto che gli somiglia sul piano fisico, mentre sul piano psicologico ed emotivo sono esatti opposti.
Se la vittima ha perdonato il suo aggressore è probabilmente anche per dare pace a se stessa, per strapparsi da un ciclo eterno di rancore mai elaborato – perché da uno stupro difficilmente si può mai sentire di essere state riscattate. A volte non resta scelta che di dimenticare, e uno dei modi di farlo è, all’apparenza, perdonare il proprio aggressore. Tutto ciò può sembrare una perversa forma di Sindrome di Stoccolma, quando in realtà è molto spesso una semplice tattica di sopravvivenza. Paradossale, no?
@ Fikasicula:
La sensibilizzazione è senza dubbio necessaria, ok.
Ma se è vero che ha commesso uno stupro, credo debba pagare come tutti gli altri! La ragazzina/donna l’ha perdonato? e allora le mogli che vengono picchiate e nascondono gli occhi neri dietro gli occhiali da sole? alla stessa stregua pure quei mariti dovresti assolvere perchè vengono pure loro difesi dalle loro vittime, o no?
Che vuol dire che son passati trent’anni? è stato furbo a scappare ai tempi, allora dobbiamo dargli un premio? Concordo che la pena dovrebbe non essere esagerata, date le circostanze, ma dovrebbe comunque pagare, e a parer mio con il carcere.
Non voglio essere ‘forcaiolo’, ma vorrei che esistesse la giustizia.
Tu hai molta fiducia nel genere umano se pensi che la sensibilizzazione che tu dici sia sufficiente per prevenire certi crimini.
Senza dubbio la sensibilizzazione, l’informazione, la prevenzione sono misure fondamentali, ma continuo a pensare che senza il carcere, quello vero, quello duro, questi crimini non finiranno mai.
Davvero pensi che sia possibile ‘educare’ tutti gli esseri umani a non farsi più del male? Giuro che mi sforzo di capirti, ma a parer mio sei un’illusa.
L’uomo è sempre stato e sempre sarà per metà animale, e per quanto possa progredire o istruirsi, rimane sempre per metà preda dei suoi istinti.
Non si tratta di dover vivere in uno stato fascista o di polizia, non si tratta di vivere tutti con l’incubo della sicurezza, ma di interiorizzare un concetto semplice semplice semplice: chi sbaglia paga, sia artista o meno, italiano o straniero.
I giudizi morali sono secondari, puoi essere una bravissima persona come il Rodia di Dostoevskij, ma se sbagli devi pagare, non dico con la morte, ma col carcere sì. Quello vero.
Se partiamo dal presupposto che dobbiamo chiudere un occhio con chi delinque, allora questi è già meno motivato a cambiare.
Forse è più nobile cercare di migliorare il mondo in modi più elevati che non a pensarla come la penso io, concordo.
Quello che però, se mi consenti non mi va proprio giù, è che il prezzo della dialettica e teoria che si fanno, lo pagano quelli che, per loro sfortuna, rimangono nella parte delle vittime.
Chiamami forcaiolo, medievale o come preferisci, ma io non posso e non potrò mai concepire che degli assassini siano liberi di fare la loro vita con il prezzo di pochi mesi di galera easy e un qualche fantomatico ‘pentimento’
@tutt*
la ragazzina è cresciuta e di recente ha rilasciato una intervista in cui dice che augura tutto il bene possibile a polanski. emanuele si, a distanza di trent’anni penso sia più necessaria una operazione di sensibilizzazione culturale che soddisfare l’esigenza forcaiola di gente che esaudisce un mandato di cattura con così tanto ritardo.
@olga
per sapere chi gravita a venezia e dintorni contatta pure le “vengono prima. dovrebbero saperti dire.
altre info puoi trovarle su padovadonne.it. nel caso volessi scriverci in privato ti passiamo dei contatti.
un abbraccio e benvenuta in questa terra di lotte 🙂
Se Polanski ha violentato quella ragazza deve essere condannato e andare in galera, esattamente come gli stupratori di Guidonia, per contro i quali tutti, amanti del cinema compresi, si erano scatenati. Il fatto è che i media fanno molta confusione, intorbidano le acque, a volte si parla di violenza, a volte si parla di “rapporto sessuale con minore” come se il problema non fosse l’abuso, ma il fatto che sia una minorenne e questo mi ricorda i tempi in cui lo stupro era considerato reato “contro la morale”.
Insomma, il punto non è se abbia avuto o meno rapporti con una minore, il punto è se abbia o meno abusato di lei (costringendola a un rapporto non consensuale).
Bellissimo blog che adesso seguirò assiduamente. Posso approfittare di questo spazio per fare una domanda? Mi sono da poco a trasferita a Venezia dall’estero e vorrei cominciare a frequentare l’ambiente femminista. Ma non ho trovato info su internet e in città non conosco nessuno. Sapete dirmi chi contattare o dove guardare?
Grazie a tutte (e tutti).
Olga
Polanski è uno sporco pedofilo, che sia un bravo artista non conta nulla, sempre un pedofilo rimane. Tutte quelle belle anime scandalizzate dall’arresto di cotanta personalità sono degli ipocriti senza cuore perchè NESSUNO di loro si è chiesto cosa ne sia di quella ragazzina ora. Non esiste prescrizione per un orrore del genere. Dovrebbero vergognarsi. E lui dovrebbe finire i suoi giorni in galera. Nessuna pietà.
Perché la galera non sarebbe una soluzione? Pensi davvero che a fronte di uno stupro di una tredicenne sia sufficiente replicare con una ‘opinione contraria’ ?