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Antisessismo come un virus: l’antistupro per eccellenza

Anche in terra di sicilia gli stupri non mancano mai. Ne è stato denunciato uno – di gruppo – a Milazzo e chi comunica la notizia dice che si tratta di ragazzi che vengono da famiglie normali e se vengono da famiglie "normali" allora vabbe’, che problema c’è. Infatti li hanno assegnati ai servizi sociali, mica al cattivo della favola di pinocchio per mandarli a zappare.

Quale sarebbe la differenza tra uno stupratore di famiglia "anormale" e uno di famiglia "normale" poi non è dato capirlo. Si capisce solo che questi stupratori "normali" di famiglie "normali" vanno sempre in coppia o in numero di tre. Da soli scommetto che non sono in grado neppure di pisciare. Normalmente parlando, si intende.

Ne abbiamo un altro, sempre di gruppo, compiuto da quattro ragazzi in un paesino della provincia di Palermo durante la festa locale del crocifisso. La vittima è una ragazza disabile, violentata, maltrattata e lasciata a terra sanguinante su minaccia di non dire niente a nessuno. Lei invece lo ha detto e i quattro, un maggiorenne e tre minorenni,un suo lontano parente, un figlio di un carabiniere e altri due sono stati arrestati.

Questa faccenda di stuprare una disabile è abbastanza frequente. Possiamo dire per assurdo che gli unici che non discriminano le disabilità in italia sono gli stupratori. Nei paesi siciliani è come fare uno scherzo di cattivo gusto, una cosa da ridere, niente di importante. Giusto un modo per garantirsi impunemente diritto di coito in una vagina calda. Che importa se la ragazza non è consenziente, se è indifesa, se ha paura, se si tratta di violenza, di stupro. 

E ci vuole davvero un gran coraggio per compiere una prodezza del genere, come una gara a punti, chi piscia più lontano e chi si stupra la disabile. Quante volte è avvenuto? Cento? Mille volte? Quante volte una ragazza con disabilità viene stuprata dentro e fuori casa come fosse carne da consumare, un oggetto da usare, dal padre, dal fratello, dallo zio, dall’amico di famiglia. Quante volte una ragazza così è stata scelta perchè "tanto non è una donna", come si trattasse di un’animale senza anima con la quale fare cose da animali.

Ma per gli stupratori le donne sono tutte uguali, un po’ "mancanti" di qualcosa alla radice, tutte con una sola cosa da usare, tutto il resto da scartare. Ne abbiamo visti tanti in azione in questo periodo, quelli dei ricatti con i telefonini, quelli in vacanza al mare che sono tanto machi e fighi e dunque "figurarsi se hanno bisogno di stuprare una ragazza per fare sesso". Tutti coccolati, difesi dai genitori, dalle madri. Tutti trattati benissimo dalla stampa, giustificati dalle questure, pronte a fornire dettagli per sputtanare le vittime. Così una ragazza astemia diventa ubriaca, quella ubriaca diventa legittimamente stuprabile, quella che vive e ha una vita normale diventa la prostituta che da’ segni di disponibilità. Tutte sotto mira di ragazzi che usano il pene come radar per le loro relazioni, pronti ad usarlo come un’arma per stabilire chi comanda. Pronti a farne uso come per pisciare. Uno sfogo ormonale, qualcuno l’ha definito, niente di più. Che importa se dall’altra parte c’e’ una ragazza che non ha alcuna voglia di fare da pattumiera per le eiaculazioni altrui.

E c’è da parlarne con i genitori, perchè di leggi neppure a discuterne, sensibilizzazione culturale neppure e allora serve che i genitori spengano quella maledetta televisione e parlino con i loro figli, a tavola, mentre si mangia, spiegando loro che il sesso si fa in due, consensualmente, sostituendo quelle lezioni di educazione sessuale che la scuola non fornisce e che la chiesa vieta. I genitori possono fare tanto perchè se solo riescono a convincere un solo ragazzo che non c’è nessuna giustificazione allo stupro, che lui non guadagna punti se fa goal, se infilza e sfoga i suoi ormoni, che è una vigliaccata, un comportamento da bestie, perchè se lui stupra non è colpa delle cattive compagnie e delle ragazze "poco serie", è sua la responsabilità, sua e vostra che non gli avete detto nulla per fargli cambiare idea.

Basta convincerne uno solo e quello sosterrà la sua consapevolezza di fronte ai compagni, agli amici e l’antisessismo si propagherà come un virus. Bisogna cominciare da qualche parte. Bisogna farlo per essere persone. Bisogna farlo insieme. Bisogna farlo subito.

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio.