Skip to content


Viterbo, Erinna: sfrattate le donne che subiscono violenza!

Avete sentito parlare del fatto che i centri antiviolenza stanno chiudendo? Avete sentito di quei 18 milioni che stavano nel cosiddetto piano antiviolenza destinati anche ai centri che invece sono spariti e assimilati da altre priorità care al ministro per i tagli in bilancio?

Avrete anche saputo del fatto che in realtà questo governo per le donne vittime di violenza non ha mai fatto NIENTE e ha solo fatto promesse mai mantenute propagandando la legge sullo stalking come panacea per tutti i mali. Una legge che noi sappiamo perfettamente non serve a niente se non è accompagnata da una lunga serie di altre azioni culturali, educative, preventive, di diffusione di altri modelli di comportamento maschile e di soccorso attraverso il finanziamento o l’istituzione di centri antiviolenza, la cui chiusura determina un disservizio e che sono l’unico riferimento territoriale che può fare corsi di aggiornamento anche alle forze dell’ordine per insegnare a non ritenere le botte e i femminicidi secondo la vecchia mentalità di “tra moglie e marito non mettere il dito”.

Tanti sono i centri antiviolenza in difficoltà e tante le amministrazioni che hanno rescisso le convenzioni per i motivi più vari. In alcune città non si sa perchè, a Palermo perchè pare che le donne siano tutte felici e non subiscano violenza (ovviamente ironizziamo), a Cosenza perchè la burocrazia conta più della vita delle donne che muoiono ammazzate per mano di uomini violenti, e a Viterbo perchè pare abbiano intenzione di istituire un centro a gestione pubblica che ancora non c’è. Nel frattempo, per portarsi avanti sul lavoro rescindono la convenzione con l’unico centro antiviolenza dedicato sul territorio che esiste da anni e anni e che ha un radicamento territoriale e ha maturato una professionalità attraverso il lavoro compiuto con dedizione e abnegazione senza che mai fosse stato riconosciuto.

Quella che vedete sopra è l’immagine dell’istituzione che dice con chiarezza che delle donne vittime di violenza se ne fregano. Nascondono tutto con numeri di protocollo e date che sono addirittura successive a quella in cui la lettera è stata ricevuta. Una specie di sfratto dei diritti in data retroattiva che dice che le donne soccorse fino al gennaio 2011 sono supportate dalle istituzioni, per le altre invece no, si rimandano al macero e se il centro le ha soccorse, ha pagato bollette per ospitarle, ha compiuto scelte necessarie per salvare loro la vita, lo ha fatto a spese proprie perchè sia chiaro che la vita delle donne è affar nostro, sono fatti nostri e non di chi sulla pelle delle donne fa propaganda securitaria per dire che le manette allo straniero ci tengono tutte al sicuro.

Quella che vedete sopra equivale a tante cicatrici di donne non curate, tanti lividi non compresi, tanti pianti non sostenuti, tante richieste di aiuto inevase perchè non ci sono i fondi e perchè il fine ultimo è rompere il vincolo di solidarietà tra donne, spesso precarie, esseri umani, quelle persone che pensano ancora che la sofferenza di alcune persone debba ricadere a carico delle istituzioni e non dei singoli perchè la violenza maschile è un fenomeno la cui responsabilità è di tutti e non solo di chi la subisce e delle poche persone che cercano di dare una mano.

Quella che vedete sopra è la dimostrazione della miopia politica di certi amministratori ed è a loro che ci rivolgeremo se a Viterbo e provincia accadrà qualcosa di brutto ad una donna. Ci rivolgeremo a loro e a tutti quelli che stanno privando le donne di un servizio essenziale che è riconosciuto in ogni parte del mondo meno che in questa nazione dove gli uomini hanno licenza di uccidere e le donne devono solo essere buone madri e mogli subordinate al volere del pater familias.

Per sapere quante e quali violenze le donne subiscono: Bollettino di guerra!

Per una rassegna stampa di quanto è accaduto a Viterbo leggi:

http://www.ilmanifesto.it/archivi/fuoripagina/anno/2011/mese/07/articolo/5039/

http://www.ontuscia.it/news.php?extend.59782.2

http://www.danielecamilli.it/?p=6265

Erinna, la protesta dal web alla piazza

http://www.ontuscia.it/news.php?extend.59664

http://viterbooggi.eu/news/senza-bando-lassociazione-erinna-non-pu%C3%B2-accedere-ai-fondi_26128.htm

http://viterbooggi.eu/news/chiusura-erinna:-la-violenza-non-ha-colore-politico-_26158.htm

Posted in Fem/Activism, Omicidi sociali, R-esistenze.