Non riusciamo a fare una sintesi dei commenti fin qui ricevuti a proposito della ru486 ma vi invitiamo a leggerli qui, qui e qui. Tra questi mettiamo in evidenza l’intervento di Elena che ci ricorda come la 194 garantisca il diritto alla privacy della donna che interrompe la gravidanza. Tale condizione si realizza attraverso il day hospital facilmente gestibile dalle donne che possono assentarsi dalle famiglie o dal lavoro senza dover dare troppe spiegazioni. L’obbligo di ricovero fino ad espulsione avvenuta che la roccella impone come condizione per l’uso della pillola abortiva, pena una denuncia per aborto clandestino, viola innanzitutto il principio di discrezione che è sempre stato necessario affinchè le donne non corrano rischi inutili.
Comprendiamo che per la roccella questo è certamente l’ultimo dei problemi giacchè più volte dalla parte politica che lei rappresenta – quella dei talebani cattolici integralisti – è venuta la proposta di rendere pubblici i nomi delle donne che abortiscono giusto per svergognarle e metterle alla gogna invece che tutelarle come la legge 194 impone.
Un altro intervento che ci racconta quacosa di nuovo rispetto alle riflessioni condivise è quello di lucha che ci riporta alla memoria un fatto tutt’altro che secondario. Tutta la faccenda della pillola abortiva in qualche modo inceppa il meccanismo economico sul quale comunque specula la sanità e sul quale si fonda una discreta percentuale del pil nostrano.
Lucha osserva che abortire tramite una operazione chirurgica deve avere un costo certamente superiore rispetto all’aborto farmacologico. Con l’aborto chirurgico c’e’ un impiego di più persone, dall’infermiera all’anestesista, dal ginecologo all’ostetrica e poi al chirurgo. Con la pillola – anche nel caso di un ricovero – le spese sanitarie sono ridotte e questo forse non rientra nell’interesse di una certa casta sanitaria. Secondo Lucha questo potrebbe essere uno dei motivi per cui tanti obiettori, al di la’ di quello che dice la chiesa, rallentano il meccanismo dell’applicazione della legge 194. Oltretutto la pillola toglierebbe potere e controllo anche alla classe medica di finti obiettori e abortisti in privato perchè le donne non sarebbero più disposte a pagare una operazione non necessaria se c’e’ un farmaco che costa meno e ottiene lo stesso risultato con minori problemi. La pillola rappresenta la perdita di controllo delle donne, del mercato economico, palese o sommerso, che ruota attorno al business dell’aborto e di tanta altra roba.
L’aspetto è interessante e meriterebbe un approfondimento. Quel che è certo è che un interesse economico nel mantenere in clandestinità un servizio necessario c’e’ di sicuro giacchè sono veramente tanti i medici che sono obiettori in pubblico e che vendono prestazioni abortive in privato. Scommettiamo tutto ciò che volete che lo stesso lucro avverrà con la pillola che peraltro è anche meno rischiosa di un intervento e dunque più facilmente somministrabile anche da personale non qualificato. La roccella e la sua equipe saranno responsabili della vendita della pillola ru486 ad una sorta di mercato nero parallelo che farà gola ad ogni contrabbandiere bramoso di mettere le mani su altra merce a scopo di lucro. Se un aborto praticato illegalmente costa intorno alle 2000 euro quanto potrebbe costare la pillola ru486? Chi ha interesse a far fiorire un mercato parallelo?
Infine vi lasciamo con l’intervento di feminoska. Buona lettura.
Marionette e mangiafuoco
di Feminoska
Rabbia
Il sangue mi ribolle di rabbia e disgusto. Una sola
parola riesce a riassumere la realtà per come mi appare, da qualsiasi lato io
provi a guardarla. Questa parola è IPOCRISIA. Quell’ipocrisia che si erge a
difesa di precetti repressivi e impossibili da seguire – a meno di sacrificare
letteralmente la propria stessa vita.
E questo in nome di un potere,
tutto umano, detenuto da chi in ogni modo riuscirà a sfuggire alle maglie dei suoi
stessi diktat in virtù di quello stesso potere, ovviamente negato a tutto il resto dell’umanità.
Il fondamentalista
Bagnasco tuona contro la RU486, sguainando tutte le armi a sua disposizione.
Per prima cosa, appellandosi ai
famigerati e infamissimi obiettori di coscienza: alla luce dei frequentissimi
casi di obiezione che di fatto ostacolano l’applicazione della legge, viene da
chiedersi come non sia ancora considerato anticostituzionale per un medico ginecologo
obiettare l’esecuzione dell’interruzione volontaria di gravidanza, il cui
diritto è garantito dal 1978 dalla Legge 194, costantemente sotto attacco.
Essi vivono
In questo film girato da
Carpenter nel 1988, il protagonista scopre l’esistenza di moltissime persone
dall’aspetto reale simile a quello degli zombi: si tratta di alieni, che stanno
schiavizzando gli umani.
Come rivelare al mondo la loro
presenza? Una buona domanda.
Qualcuno a volte si chiede: come
mai questi medici scelgono una professione che li pone di fronte a questo
dilemma? Come dire, potevano fare gli odontoiatri, gli oculisti, e invece no,
proprio i ginecologi.
Un obiettore di coscienza in
ambito militare evita le forze armate in tutto e per tutto, non chiede di
essere integrato in esse a regime ridotto, nemmeno per stare in un ufficio. E’
giusto, è coerente: per chi è contrario alla guerra, anche solo scrivere una
lettera in quel contesto è avvallare quell’attività.
Cosa c’entra la guerra? C’entra,
c’entra eccome. C’è una guerra in atto, che piaccia o meno.
Spesso il conflitto si attua sul
corpo delle donne, come in questo caso, ma non solo.
Il cavallo di
Troia
Le guerre non si vincono esclusivamente con la forza bruta.
Esiste tutto un intrico, una ragnatela di manovre (alcune apparentemente
innocue) ben più letali.
Ci illudiamo di poter convivere, laici e cristiani, in
maniera serena: ma mentre il laico difende la libertà personale ad ogni costo
(e perciò anche quella dei cristiani), il cristiano ha sempre, di fondo, quella
che potremmo definire una MISSION.
Dal DECRETO
SULL’APOSTOLATO DEI LAICI
APOSTOLICAM ACTUOSITATEM
"L’opera
della redenzione di Cristo ha per natura sua come fine la salvezza degli
uomini, però abbraccia pure il rinnovamento di tutto l’ordine temporale. Di
conseguenza la missione della Chiesa non mira soltanto a portare il messaggio
di Cristo e la sua grazia agli uomini, ma anche ad animare e perfezionare
l’ordine temporale con lo spirito evangelico. I laici, dunque, svolgendo tale
missione della Chiesa, esercitano il loro apostolato nella Chiesa e nel mondo,
nell’ordine spirituale e in quello temporale.
I laici devono assumere il rinnovamento dell’ordine
temporale come compito proprio e in esso, guidati dalla luce del Vangelo e dal
pensiero della Chiesa e mossi dalla carità cristiana, operare direttamente e in
modo concreto;
L’ordine temporale deve essere rinnovato in modo che, nel
rispetto integrale delle leggi sue proprie, sia reso più conforme ai principi
superiori della vita cristiana e adattato alle svariate condizioni di luogo di
tempo e di popoli.”
Ripenso allo
“spirito evangelico” con cui intere popolazioni nei secoli sono state
convertite al cristianesimo: storia, non invenzione. E oggi, in un’epoca fatta
di bigottismo appena patinato di una incerta laicità, lo scontro si sposta su
piani meno brutali (ma non in quanto ad effetti).
Su di un documento del
2006 presente sul sito www.eticaepolitica.net (creato per iniziativa personale di alcuni
professori di etica e teologia morale della Pontificia Università della Santa
Croce – Roma) si legge (LE PARENTESI SONO MIE):
«Quelli di dentro» (i cristiani) non si conformano alla
mentalità del secolo, ma sanno sempre discernere ciò che è buono e gradito a
Dio. Il comportamento di «quelli di fuori» (i laici) non solo non giustificherebbe
in modo alcuno un comportamento simile da parte di «quelli di dentro», ma
neppure può essere approvato (LEGGI: RISPETTATO) da questi ultimi. I cristiani
devono essere «immacolati in mezzo a una generazione perversa», in modo che la
loro coscienza non contaminata (!!!) splenda quale testimone della verità. Non
ci si può lasciare contaminare, ma non per questo si deve uscire dal mondo
(come gli asceti del Mar Morto, ecc.) o rimanere paralizzati (LEGGI: non si può
effettivamente riconoscere la concezione separatista in tema di rapporti
tra Chiesa e Stato).
Piuttosto va assunto un atteggiamento
caritatevole e apostolico attivo,
in modo da vincere con il bene (il cristianesimo) il male (il demonio nascosto
in ogni laico),
aiutando le persone per quanto possibile.
Da questo punto di vista si deve notare che l’obiezione di coscienza è un ricorso
estremo e, in certo senso, minimale.
[…] La responsabilità morale degli operatori
sanitari non si esaurisce, infatti, nel porre l’obiezione di coscienza
quando ciò diventa necessario. Essi hanno
soprattutto la responsabilità di dare il loro contributo affinché le proprie
attività professionali siano regolate da leggi e regolamenti giusti. Tale
dovere è fondato non solo sull’ovvia ragione che senza un quadro legale adeguato diventa più difficile per tutti
mantenere non contaminata la propria coscienza nello svolgimento dell’attività
professionale, ma anche sull’obbligo specifico di contribuire secondo le
proprie possibilità al bene comune della società, il quale comprende senz’altro
la tutela e promozione legale di beni
fondamentali quali la vita, la salute, la giustizia, la libertà,ecc., nonché il
retto ordinamento legale delle attività professionali che con quei beni hanno un
rapporto così stretto.
Questa esigenza si vede notevolmente rafforzata dal fatto che la vita
democratica, per la sua stessa natura, richiede l’attiva partecipazione di
tutti i cittadini alla formazione degli orientamenti politici, sociali e
professionali e alle scelte legislative in cui essi si concretizzano. I cittadini cristiani, inoltre, svolgono in
questo modo il compito loro proprio di animare cristianamente l’ordine
temporale."
E’ chiaro qual é lo scopo della loro presenza nel settore:
non ci si trovano per caso. Solo il secolo scorso la Chiesa si è rifatta il trucco,
camuffando il Papa Re come ha fatto il lupo travestito da agnello, ma le
intenzioni, le ingerenze, l’attività invasiva chiamata Apostolica è rimasta.
Essi vivono tra noi, e non per convivere, ma per
colonizzare, con la loro carità amorevole e violentissima.
La 194 sarà sempre sotto attacco, perché va contro al loro
interesse, apertamente espresso nelle righe precedenti: “la responsabilità di dare il loro contributo affinché le proprie
attività professionali siano regolate da leggi e regolamenti giusti. Tale
dovere è fondato non solo sull’ovvia ragione che senza un quadro legale adeguato diventa più difficile per tutti
mantenere non contaminata la propria coscienza nello svolgimento dell’attività
professionale”.
Ogni obiettore di coscienza è il cavallo di Troia tramite il
quale la Chiesa di fatto ostacola una legge della costituzione italiana, e in
più tramite l’obiettore cerca di andare ad influire non solo con un atteggiamento passivo, ma anzi assolutamente attivo per ritoccare quella legge in
termini cristiani – perciò antiabortisti. Tutto questo con il benestare del
Governo Italiano.
Dallo stesso articolo infatti:
Sullo sfondo, molti interventi di parte cattolica che, ormai, puntano direttamente
alla modifica della legge 194. Il più significativo è quello del ministro per
l’Attuazione del Programma, Giovanni Rotondi: "Politici cattolici e laici devono
impegnarsi per il nuovo obiettivo di progresso di una civiltà senza aborto. In
Italia il tema è rafforzare la prevenzione prevista nella 194 e mai
attivata".
Di Cavalli di Troia infatti è pieno anche
il Parlamento: e la 194, seppure fino ad adesso abbia garantito l’interruzione
di gravidanza, non è la migliore delle leggi possibili. Mi rileggo il testo
della stessa, che già dall’incipit, per conciliare la compagine cattolica si
presta a manipolazioni di ogni tipo.
Non sto per brevità a riportare qui il
testo articolo per articolo, ma una cosa mi è chiara ed è l’ipocrisia di tale
affermazione: la prevenzione all’aborto che i cristiani vorrebbero attuare
riguarda sicuramente tutte quelle prescrizioni socio-assistenziali rivolte alla
donna incinta, non sicuramente la prima e più importante prevenzione di tutte
che passa tramite un utilizzo, cosciente, consapevole e non criminalizzato
degli anticoncezionali.
Questo sarebbe possibile se non vivessimo
nel paese, a massima ingerenza cristiana, del “Si fa ma non si dice”: dove la Chiesa criminalizza la
sessualità se non finalizzata al concepimento all’interno del matrimonio, dove i genitori per la maggior parte non
parlano di sesso ai figli, dove le scuole non affrontano un educazione sessuale
decente, ma si limitano in qualche caso ad uno sterile corso di anatomia. Dove
la maggior parte dei minorenni fa sesso, e la maggior parte dei genitori (e in
massima parte i padri) finge di credere alla verginità dei propri figli (e
soprattutto figlie) adolescenti.
Ma Bagnasco mica si ferma, anzi:
“E’ pretestuoso" invocare
l’allineamento all’Europa per giustificare la scelta della pillola abortiva: gli "obiettivi" indicati dagli
organi sovranazionali, vanno considerati solo quando sono orientati al bene,
all’ordine morale. Diversamente, un Paese membro deve discostarsi, dando il
buon esempio agli altri e diventando capofila di una inversione di marcia.
Torniamo al solito Principio di
sussidiarietà, utilizzato ormai continuamente come paravento per schivare
tutte quelle iniziative di vario, e spesso vago, sapore laico già in atto in
tutti gli stati membri dell’Unione Europea tranne, al solito l’Italia.
Bagnasco, come evidente, strizza l’occhio con
estrema disinvoltura alla politica… un controsenso? Non troppo, dal momento che
sua è affermazione:
NOSTRO DIRITTO LA POLITICA, VOGLIONO
CHIUDERCI NELLE SACRESTIE
L’inarrestabile Bagnasco, lo scorso anno, poco dopo
l’insediamento dell’ultimo governo Berlusconi – l’unto del Signore e re degli
ipocriti –forte del clima fascista che stava nuovamente iniziando a dilagare, affermava al
Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione che:
"La Chiesa è capace di partecipare
alla vita politica nel segno della democrazia e della verità. Oggi, come in
altri periodi della storia, si vuole che la Chiesa rimanga in chiesa. Si
vorrebbe negare – è la sua analisi – la dimensione pubblica della fede".
Leggasi: la dimensione POLITICA.
Mi fermo qui, la nausea si fa insopportabile. Con quanta
ipocrisia Bagnasco afferma che:” La libertà di scelta finisce per affermare solo il diritto del
più forte. Chi sarebbe il più forte, l’individuo, la donna in questo
caso?
Lui è uno dei
rappresentanti del potere più forte, quello religioso/politico – i confini non
sono mai esistiti in Italia, e oggi meno che mai – che decide delle nostre vite, che si arroga il diritto di
impersonare un Mangiafuoco che non conosce pietà per le sofferenze dei poveri
burattini che siamo noi tutti.
Cosa dovremmo fare
quindi, Bagnasco: andare a moltiplicarci indiscriminatamente, o votarci alla
castità perenne e poi magari sfogarci sui minori?
Sono falsi e cattivi; il fatto di non essere coerenti neanche con loro stessi li rende patetici
Qualcuno ha minacciato di scomunicare i medici che distribuiscono la pillola, io inizierei a scomunicare la banca vaticana che la finanzia.
http://it.peacereporter.net/…cezionali+e+tabacco