Ieri le power revenge e la fatina viola (in tournee con lo slogan "non c’e’ antifascismo senza antisessismo) hanno fatto irruzione al consiglio comunale di Ravenna brandendo dildi e cartelli contro i maschi velinomani, riassunto di una società in declino, e un signore si è fatto il segno della croce. C’e’ stato un confronto, il documento delle ragazze è stato messo all’ordine del giorno e si deciderà in merito giovedì prossimo, data nella quale siete invitate a partecipare ad un’altra iniziativa.
Questa è la comunicazione che le fantastiche 4 (5) hanno mandato in giro:
Car* Tutt*
Le POWER REVENGE e la Fatina Viola sono corse a lottare contro il sessismo al Consiglio Comunale di Ravenna del 13 Luglio…portando un documento
che chiede la rimozione delle pubblicità ALMA MATER, le scuse pubbliche
e le dimissione del più strenuo difensore della campagna, l’acerrimo
nemico Capitan Mingozzi. Giovedi 16 luglio 2009 alle 16.00 sarà discusso all’ODG il Documento …
E’
importante esserci, non più come eroine ma come ragazze donne
femministe e lesbiche. Pure gli uomini non-velinomani devono alzare la
testa!
Tutt* in Piazza del Popolo!
I manifesti devono sparire!
Un po’ di rassegna stampa:
http://www.romagnanoi.it/
http://ravennanotizie.it/
http://corrieredibologna.corriere.it/
Le Power Revenge + Fatina Viola
Sulla faccenda si esprime anche una associazione femminile maschile plurale con un altro documento:
Le fantastiche 4
Riflessioni e ipotesi di lavoro
Siamo una Associazione di donne e uomini.
Abbiamo seguito il caso Le fantastiche 4 con un certo stupore, ma, tutto sommato, i conti tornano e non c’è molto da essere stupiti.
Casomai, vale la pena porsi un interrogativo. Nel 1929 Virginia Woolf ci ha raccontato la storia della lunga esclusione delle donne dai "templi" del sapere maschile e dalle Università. Fra le prime donne a entrare in una Università, fra lo stupore incredulo dei più, furono, in Italia, a fine Ottocento, Anna Kuliscioff e Maria Montessori.
Da allora, storicamente parlando, non è passato molto tempo, e le donne, e sempre più dagli anni Sessanta ad oggi, riempiono le Università, e si laureano più e meglio degli uomini.
Questo ci dice la storia del passato e del presente. Ombre e luci.
E non c’è dubbio che ci sono ombre nel trattare la comunicazione e l’informazione del "prodotto" Università come se fosse uno yogurt snellente o una macchina da corsa.
Ma la vicenda è molto tipica del nostro tempo. Un tempo il patriarcato escludeva le donne dai luoghi del sapere, peraltro, maschile, e oggi il "velinismo" e il "sessismo", senz’altro invenzione maschile, si fanno promotori e testimonial dei luoghi del sapere.
Resta aperto il discorso sulla complicità. Ci sono donne, che da sempre, "ci stanno", qualunque sia la posta in gioco, e donne che, da sempre, ma sempre più negli ultimi due secoli, dicono di NO.
E’ probabile che l’itinerario sia ancora molto lungo.
La cosa è insieme amara e ridicola. Ma gli studi ci hanno insegnato a comprendere e a storicizzare.
E’ una storia del nostro tempo. Una delle tante storie "brutte" del nostro tempo. Il sesso "vende" bene, dice la sociologa Francine Descarries.
Questo è chiaro per molti prodotti, compresi seggi in parlamento e in pubbliche istituzioni.
Ma vende bene anche le facoltà universitarie, i corsi di laurea, gli studi?
Non è, per caso, che venderebbero meglio studentati, servizi, biblioteche, borse di studio, docenti motivati, fondi per la ricerca, città aperte alla cultura giovanile, la qualità "reale" delle sedi universitarie?
Riteniamo questi ultimi non solo interrogativi, ma anche ipotesi di lavoro.
Associazione Femminile Maschile Plurale
Ravenna, 14 luglio 2009
credo di conoscere una di queste ragazze, e ne approfitto per fare i complimenti ad alcuni elementi ravennati…non potrò mai dimenticare quanto bene si sono mossi per la questione ZooParco. anche in questo caso, un ottimo lavoro!
evviva il signore che si è fatto il segno della croce.
evviva una reazione, importante, a quell’indegno quartetto di bellone sfruttate e photoshoppate, messe lì a d’uopo per vendere un Sapere che costa anche troppo, che dovrebbe essere gratuito o almeno il meno costoso possibile(riferendosi ad una persona di ceto medio, normale), e che invece, oltre al danno di tasse altissime, e di malservizio, si appopria anche di una delle peggiori manifestazioni sessiste possibile.
(parlo da ragazza di un laureando alla Alma Mater di Bologna nonché da ragazza e basta : )