L’uomo della televisione sedeva davanti alla finestra, era solo ed assorto in profonde riflessioni.
Il suo potere era stato nuovamente messo in discussione, criticato ed avversato. Come era potuto accadere? Come era possibile che il telespettatore-elettore avesse ancora una coscienza critica?
Eppure in tutti questi anni aveva fatto di tutto per annientare la volontà ed il pensiero della massa: aveva cominciato con piccoli programmini basati sul dileggio, la persecuzione mediatica, lo sputtanamento, tutto quello che il crasso pubblico desiderava insomma, fino a diventare il re del pubblico ludibrio e della gogna.
E adesso ci si erano messe di mezzo loro, le stronze, le donne, quegli esseri inferiori che aveva ridotto per decenni ad oggetti privi di parola, di cultura, di iniziativa.
Aveva cominciato a mercificarle e a farle diventare mero oggetto di consumo almeno trent’anni prima, un po’ per gioco e un po’ per fare facile ironia su certi vezzi della cosiddetta “sinistra”, ma poi ci aveva preso gusto fino a spogliarle riducendo i loro abiti ai minimi termini, fino ad inventarsi concorsi di bellezza di dubbio gusto, fino a propinare docce sexy ad orario di cena alle famigliole.
Perchè si sa, “la figa tira” e i suoi programmi si basavano ormai soprattutto su quello. Ne era orgoglioso di queste donne discinte e disponibili ad offrire la loro carne nuda al pubblico guardone, a ragazzini infoiati, a critici sessisti, a uomini sbavanti.
Lui che era maestro della satira persecutoria, dell’insulto, della macchina del fango al servizio del padrone ormai avrebbe dovuto essere intoccabile.
Macinava milioni di telespettatori ogni giorno, contro tutto e contro tutti, a dispetto delle regole, spacciando l’immondizia per giornalismo, il pettegolezzo per inchiesta, la dissacrazione per ironia.
Eppure ancora una volta era stato criticato, nonostante i premi vinti e la sua fama di supereroe.
L’uomo della televisione ricordò con nostalgia quella volta in cui fu premiato alla sagra della porchetta internesciònal e quell’altra ancora in cui aveva vinto la zucchina d’oro, il premio più ambito da tutti servi dell’immarcescibile padrone.
Niente, non era riuscito a schiacciare la coscienza della gente: il mostro della ribellione sonnecchiava ma non dormiva, era sempre pronto a rialzarsi e far sentire la sua voce.
Ed ora erano arrivate anche queste specie di donne che si sentivano stanche del suo sistema, donne non addomesticabili e non accondiscendenti alla svendita del loro pensiero.
Aveva provato a dissuaderle tuonando dagli schermi televisivi rappresaglie e minacce, aveva provato con le denunce, si era perfino rivolto a parlamentari che proni al suo potere mediatico si erano asserviti con piacere, aveva trasformato il linguaggio fingendo di essere lui la vittima di una macchinazione.
Niente, non c’era stato nulla da fare.
Allora aveva deciso di sguinzagliare, i suoi cani, le sue troupes, il branco insomma. Si erano spaventate certamente, le stronze, ma subito dopo avevano “fatto rete”, si erano permesse di solidarizzare e cosa ancor più grave, avevano avuto l’appoggio di molti uomini.
La situazione era arrivata fino a questo punto ma l’uomo della televisione non temeva le guerre che inventava nella sua testa, era abituato a spadroneggiare e annientare ogni forma di dissenso. Di una cosa era assolutamente certo: non si sarebbe fermato davanti a nulla.
N.B: ogni riferimento a fatti, cose e persone è assolutamente casuale.
“Allora aveva deciso di sguinzagliare, i suoi cani, le sue troupes, il branco insomma. Si erano spaventate certamente, le stronze, ma subito dopo avevano “fatto rete”, si erano permesse di solidarizzare e cosa ancor più grave, avevano avuto l’appoggio di molti uomini.”
🙂 mi piace assai!