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Sproloquiare sulle gravidanza dopo uno stupro: gaffe o strategia?

Se durante l’estate il senatore repubblicano Todd Akin aveva elaborato la sua teoria sullo ‘stupro legittimo’, secondo la quale: se resti incinta dopo uno stupro, non è vero stupro, perché se lo fosse, il tuo apparato riproduttivo si ‘chiuderebbe’ impedendo il concepimento – fatti un giro in una zona di guerra e poi ne riparliamo.
Adesso è un altro senatore del Tea Party, Richard Mourdock, a suggerire che una gravidanza dopo lo stupro è “volere di dio”. In pratica c’è un dio ‘fluido seminale’ che ha bisogno di torturare le donne per farle restare incinte. Torturare però non è il termine adatto, dato che se resti incinta non c’è stupro, ed è quella che si chiama la quadratura del cerchio.

Lo stupro non esiste e l’aborto non è concesso.
Oops – poi dicono – non intendevamo questo!

Inorridiamo ovviamente di fronte a queste dichiarazioni degne del@ più becer@ misogin@ e di Justin Bieber*, ma, dopo di ciò, ragioniamo. A me sorge il dubbio che non si tratti di cervelli completamente bacati, intendo quelli dei senatori. No, dato che manca veramente poco alle elezioni, l’occasione può servire al candidato repubblicano Mitt Romney (contrario all’aborto eccetto nei casi di stupro o incesto) per farsi bello con una parte di elettorato femminile, prendendo le distanze dal visionario Mourdock, e dall’altra di strizzare l’occhio all’ultimo momento, all’ultimo dei fanatici indeciso sul voto.
Insomma a me sembrerebbe una strategia che dà un colpo al cerchio e uno alla botte, e che, pur di riaccendere il dibattito sulla questione aborto e racimolare consensi, sacrifica senza remore teste e reputazioni.

D’altra parte stupro e aborto vengono utilizzati per orientare l’elettorato anche qui in Italia, il primo reclamando campagne securitarie e razziste, il secondo guerreggiando sulla nostra salute e coscienza, senza lasciare intentata nessuna strada, nemmeno quella della violazione della privacy (con le ispezioni negli ospedali e pubblicazione di nome e cognome delle protagoniste di aborti legalissimi, spacciati per illegali) o quella degli interventi speciali, per pratiche già consolidate, come il seppellimento dei feti nei cimiteri su richiesta delle famiglie.

 *Dichiarazione rilasciata a Rolling Stone: “Non credo nell’aborto”. Anche nel caso di stupro? “Uhm, penso che sia molto triste, ma tutto capita per una ragione. Non sono mai stato in questa posizione quindi non posso giudicare” (qui).

La Danae di Klimt è un felice suggerimento di Feminoska!

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Corpi/Poteri, Misoginie.

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One Response

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  1. Mary says

    impressionanti le dichiarazioni ditale ominide. Giacche’ un uomo a mio avviso non puo’ negoziare su temi che riguardano i nostri corpi ma figuriamoci imporre alle donne di tenersi il frutto d uno stupro. In pratica anche lo stupro e’ un dono di dio? Perche’ non insegnare invece a non stuprare? ( non solo x evitare gravidanze).
    Questo invece legittima lo stupro rendendo le donne doppiamente oggetto: oggetto sessuale ma anche da mettere al proprio posto: quello di essere madre.
    Perche’ una oltre il trauma dovrebbe tenersi il frutto di uno stupro, non solo perche’ il padre non lo riconoscera’ mai (ma anche se fosse chi vorrebbe un padre simile?) ma anche perche’ la donna viene deprezzata a contenitore di sperma maschile.