Skip to content


L’opinione e l’informazione: la pillola del giorno dopo NON è un farmaco abortivo

di Elisabetta P. (da #Save194 Lazio)

Non tutte le opinioni meritano rispetto. In ogni caso le opinioni sono appunto riflessioni personali che possono anche, spero, trovare fondamento in fatti, dati, esperienze, e così via.
La comunicazione di un’informazione, di un dato o di un fatto, non è opinabile. O meglio, può esserlo eccome, a condizione che il dato sia ben distinto da quella che è una valutazione di natura personale.

L’articolo pubblicato il 27 settembre scorso da Avvenire a firma di Costanza Miriano è un ricettacolo di opinioni che io non solo non condivido ma che neanche considero meritevoli di rispetto, e di inesattezze la cui modalità comunicativa, contraddistinta da sicurezza e assertività, fa di loro informazioni errate.

Cosa producono le informazioni sbagliate? Disinformazione. Cosa può determinare la disinformazione sulla salute riproduttiva e sessuale delle cittadine? Danni enormi, e limitazione della libertà personale.

Ritengo che la mia libertà consista infatti anche nel conoscere quali sono i miei diritti, cosa posso e non posso scegliere, quali sono le conseguenze delle mie scelte. Se non sono consapevole, o mi viene impedito di esserlo, di tutto ciò, la mia sarà una libertà limitata.

Dall’articolo (il cui titolo, a mio parere fuorviante, è ‘L’aborto del giorno dopo’):

“Quando la bugia da far passare è molto grossa è bene attrezzarsi subito, sin dalla scelta del nome. E così si chiama dipartimento all’educazione la struttura che ha deciso di distribuire gratuitamente nelle scuole superiori di New York la pillola del giorno dopo alle ragazze che ne facciano richiesta. Poi non ci sarà neanche più bisogno del consenso dei genitori, se hanno preventivamente aderito al programma di contraccezione preventiva, e qui è la bugia più grossa di tutte.“

Dunque, la città di New York nel gennaio 2011 ha lanciato un programma pilota per distribuire senza obbligo di prescrizione medica dispositivi di contraccezione (preventiva e di emergenza) alle studentesse e agli studenti di una dozzina di scuole superiori pubbliche.

Questo programma, conosciuto come CATCH (Connecting Adolescents to Comprehensive Healthcare) amplia un progetto privato già esistente operante in circa quaranta scuole della città e che offre servizi primari di assistenza sanitaria, inclusi contraccettivi preventivi, di emergenza o Plan B (così chiamata nel programma CATCH, prendendo spunto dal nome del farmaco, Plan B One-Step, a base di Levonorgestrel in commercio negli U.S.A.), e test di gravidanza. In realtà, da anni vengono distribuiti gratuitamente profilattici nelle scuole del Paese, ma CATCH si distingue proprio per offrire alle giovanissime anche contraccettivi preventivi e Plan B senza prescrizione.

Proseguiamo a leggere:
La pillola del giorno dopo, poiché appunto si prende il giorno dopo (anzi, entro 72 ore), non è affatto preventiva, e può o ritardare l’ovulazione, oppure, se il concepimento è avvenuto, impedire l’impianto di una nuova vita che già è cominciata, e quindi si tratta di un vero e proprio aborto in piena regola. C’è di mezzo insomma la vita di un bambino che viene interrotta.

Un bel respiro, calma.
L’autrice dell’articolo parte da un assunto erroneamente ricavato dagli obiettivi del progetto CATCH (che abbiamo visto si occupa anche di contraccezione di emergenza), e cioè che la pillola del giorno dopo rientri nella contraccezione preventiva, per poi smentirlo lei stessa (“poiché appunto si prende il giorno dopo”). Esatto, ma nessuno aveva affermato il contrario, tantomeno il programma CATCH.

Ora, il farmaco di cui si sta parlando rientra nella categoria della contraccezione di emergenza (CE), o contraccezione post-coitale, da assumere entro le 72 ore dal rapporto sessuale non protetto che si ritenga possa dar luogo ad una gravidanza non voluta, e non di quella preventiva. Con la contraccezione preventiva (la semplice “pillola”) quella di emergenza può avere in comune il principio attivo, come ad esempio il Levonorgestrel, che però nella pillola “del giorno dopo”, anche detta pdg, viene utilizzato in dosaggi molto più alti.

Cosa fa la pillola del giorno dopo? Ritarda o blocca l’ovulazione, come si può anche leggere nel passaggio estrapolato dall’articolo di Avvenire, ma al contrario di quanto viene successivamente asserito, NON impedisce l’impianto dell’ovulo fecondato nell’utero se questo ha già avuto inizio: “Levonorgestrel emergency contraceptive pills are not effective once the process of implantation has begun, and they will not cause abortion” (Le pillole di contraccezione di emergenza a base di Levonorgestrel non sono efficaci una volta che il processo di impianto ha avuto inizio, e non causano l’aborto”)  fonte: Organizzazione Mondiale della Sanità

Ancora un altro punto chiarificatore dal Fact Sheet dell’OMS risalente a luglio 2012: “Emergency contraception, or post-coital contraception, refers to methods of contraception that can be used to prevent pregnancy in the first few days after intercourse” (La contraccezione di emergenza, o post-coitale, afferisce a metodi contraccettivi che possono essere utilizzati per prevenire una gravidanza nei primi giorni successivi al rapporto.).

Prevenire una gravidanza, non interromperla. Quindi, NONsi tratta di un vero e proprio aborto”.

Opportuno citare anche il documento destinato ai medici e realizzato dalla Sic (Società Italiana della Contraccezione) e dalla Smic (Società Medica Italiana per la Contraccezione) del 6 giugno 2011:
“E’ ampiamente dimostrato che il LNG, quando somministrato in fase preovulatoria, interferisce con il processo ovulatorio, per inibizione o disfunzione dello stesso, e previene quindi la fertilizzazione. In particolare, se somministrato prima del picco preovulatorio di LH, è in grado di impedire l’ovulazione nella maggior parte dei casi. Inoltre, è stato evidenziato che nelle donne che assumono il LNG quando i parametri clinici, ecografici ed ormonali sono diagnostici di ovulazione già avvenuta, il LNG non ha alcun effetto.” LNG sta per Levonorgestrel, LH (ormone luteinizzante) è prodotto dall’ipofisi in quantità maggiori nella donna durante il picco ovulatorio.

La confusione che ravviso nell’utilizzo disinvolto da parte dei movimenti antiabortisti di alcuni termini dal sicuro impatto emotivo (vita, feto, embrione, bambino, persona) vorrei credere scaturisca da una generale ignoranza sull’argomento e non da un consapevole intento mistificatorio.

Altro passaggio dell’articolo diffuso da Avvenire:
In Italia almeno il Movimento per la Vita ha ottenuto, con un ricorso parzialmente accolto dal Tar, che il bugiardino delle pillole del giorno dopo (Norlevo, Levonelle) chiarisse che il farmaco può anche distruggere l’embrione, e non solo impedire che venga concepito. Insomma un pesticida umano come lo definì Lejeune. “

La parte del ricorso al Tar del Lazio presentato dal Movimento per la Vita a cui si accenna, riguardava il foglietto illustrativo della pdg Norlevo (non si parla assolutamente di Levonelle Bayer nella sentenza) prodotto dalla casa farmaceutica Angelini.
Vediamo di capire cosa dice il Tar in proposito al punto 6 della sentenza numero 8465 risalente al 2001:

“…nel foglio illustrativo è diffusamente precisata la nozione di contraccezione di emergenza, nel cui ambito si colloca il “NORLEVO”, in contrapposizione ai metodi ordinari di prevenzione della gravidanza; sono inoltre elencate tutte le ipotesi in cui il prodotto va assunto con identificazione delle tipologie dei rapporti sessuali non protetti. Il consumatore è quindi esaustivamente edotto circa i presupposti e le condizioni caratterizzate dalla straordinarietà in presenza delle quali può essere assunto il farmaco, ed ipotizzati usi non conformi alle indicazioni non si traducono in vizio del contenuto dell’atto oggetto di sindacato. Quanto all’incidenza del farmaco sui processi fisiologici della donna nel foglio illustrativo è indicato che il sistema di contraccezione opera “bloccando l’ovulazione o impedendo l’impianto”. Se per il primo dei su riferiti effetti terapeutici (blocco dell’ovulazione) la descrizione dello stesso si configura conforme a criteri di corretta e completa informazione del consumatore, la successiva proposizione “impedendo l’impianto” risulta priva di oggetto, non precisando che l’effetto terapeutico si riflette sull’ovulo fecondato. Come ampiamente illustrato dalle associazioni ricorrenti, un completa e dettagliata informazione per ciò che attiene il secondo dei delineati effetti terapeutici si rende necessaria proprio in presenza di differenziati orientamenti etici e religiosi circa il momento iniziale della vita umana, così da rendere edotto in maniera chiara e non equivoca che il farmaco agisce sull’ovulo già fecondato impedendo le successive fasi del processo biologico di procreazione.”

In sostanza è stato ritenuto che il foglietto illustrativo del farmaco in questione fosse poco esaustivo, e adeguandosi alla sentenza la casa farmaceutica ha provveduto a rilasciarne un successivo che esaudisse tutti i requisiti informativi che tale documento deve soddisfare.
Qui potete trovare il “bugiardino” di Norlevo (risale presumibilmente al 2006, e nel frattempo potrebbe aver subito ulteriori modifiche) post sentenza 8465/2001, anzi, riporto alcune avvertenze dallo stesso:
La contraccezione di emergenza è un metodo di emergenza che ha lo scopo di prevenire la gravidanza, in caso di rapporto sessuale non protetto, bloccando l’ovulazione o impedendo l’impianto dell’ovulo eventualmente fecondato, se il rapporto sessuale è avvenuto nelle ore o nei giorni che precedono l’ovulazione, cioè nel periodo di massima probabilità di fecondazione. Il metodo non è più efficace una volta iniziato l’impianto.”
Non può interrompere una gravidanza già in atto.

In caso vogliate approfondire le posizioni di Jerôme Lejeune, potete consultare la pagina Wikipedia a lui dedicata, ponendo particolare attenzione alle sue posizioni bioetiche.
Vorrei sottolineare come la citazione di Miriano sia attribuita alla persona giusta ma al farmaco sbagliato: difatti Lejeune ha definito “pesticida umano” il principio attivo mifepristone, utilizzato nei cosidetti farmaci abortivi che possono sostituire una IVG chirurgica, e non al Levonorgestrel o ad altri principi attivi usati per la contraccezione di emergenza.

Nota: l’IVG farmacologica rappresenta un’alternativa a quella chirurgica, ed è costituita in Italia dalla RU846 (nome commerciale) il cui principio attivo si chiama mifepristone (il farmaco approvato dall’AIFA è il Mifegyne della Exelgyne) e che viene somministrata solo in ambito ospedaliero e con obbligo di ricovero. La RU846 rientra nella categoria dei farmaci abortivi.

Posted in Corpi, Critica femminista, Pensatoio.