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Fornero: quanto è umana lei!

[Roma, la police manganella manifestanti che contestano Fornero mentre in Parlamento passa la sua “Riforma”]

Già con queste dichiarazioni ci aveva mostrato di essere lacrimosamente umana.

Dice che gli stranieri sono utili perché giovani, lavoratori, pagano le pensioni ai vecchi e fanno più figli. E’ meraviglioso come la Fornero guardi una persona e prima di vedere l’essere umano ne colga l’utilità socio/economica. Ma volendo discutere su questo tono allora per coerenza bisogna chiudere i Cie, le frontiere e smettere di filtrare i migranti con i flussi come se fosse una tratta degli schiavi legalizzata. Perché altrimenti ciò che dice la ministra è solo la conferma di come sia cinico il piano d’uso che si ha degli esseri umani in Italia. E se i migranti hanno obbligo riproduttivo allora bisogna che si dica a chi impone il tetto per migranti nelle scuole che non è una scelta saggia. A meno che i figli dei migranti non li vogliamo tutti come futura manodopera di basso livello. Un bell’esercito di schiavi senza diritto all’accesso allo studio.

Dopodiché a parte che qualcuno rileva che anche gli schiavi sono utili, ma probabilmente la Fornero a quello si riferiva, la ministra rilascia una intervista al wall street journal in cui parlando della riforma che è in fase di approvazione dice che il lavoro non è un diritto (“People’s attitudes have to change. Work isn’t a right; it has to be earned, including through sacrifice.“). Che per fortuna che la nostra era una Repubblica basata sul lavoro. Non è mica basata sulla granita o sul gelato al pistacchio. Dice proprio così. L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro. E per lavoro si intende quello retribuito perché non si può fraintendere il concetto di “lavoro”. E all’art. 4 della Costituzione è scritto che “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto di lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”. Perché, come direbbe qualcun@, se il lavoro non è un diritto allora la rapina non è un reato. Ovvero, come dice Mauro Biani, se il lavoro “era” un diritto con questa riforma che anche il Pd voterà, cos’è? Un privilegio? Una botta di culo?

Io certe volte mi chiedo se questa gente che progetta il futuro altrui sulla base delle proprie idee sia venuta al mondo proprio così. Immaginatela da piccola a misurare l’utilità economica dei compagnetti e delle compagnette da frequentare e del flusso di persone, affetti, che frequentano la sua vita e poi la lezione data ai giovani, yes darling, il lavoro non è un diritto, devi sudartelo a suon di scudisciate.

Com’era la storia delle donne soavi e femminili e gentili e materne che fanno la differenza quando occupano posizioni di potere?

Posted in Omicidi sociali, Pensatoio, Precarietà, R-esistenze.


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  1. Fino all’Elsa… « Valerio Mele linked to this post on Giugno 27, 2012

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