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A tutte le donne che sono complici degli stupratori!

Ho letto questo e questo. L’amica che tutela il branco, le madri che contestano la vittima che denuncia, l’altra amica che va a minacciare la ragazza stuprata in ospedale. Sono donne e non sono assolte in virtù del proprio sesso. E poi ricordo altre vicende, già trascorse, in cui c’erano donne che urlavano “troie” ad altre donne, quelle che auguravano lo stupro alle antifasciste, quelle che insultavano le vittime a protezione degli stupratori. Ché è bello, certo, chiedere conto agli uomini di dire qualcosa, qualunque cosa per segnalare il fatto che anche loro contrastano una mentalità di merda, ed è un loro percorso, che faremo insieme, lo facciamo già, ma essere troppo morbid* con le donne non aiuta perché certe donne fanno male, sono violente, e non nel modo in cui dicono i maschilisti. Lo sono perché si schierano con quella cultura che le ha allevate, plasmate a propria immagine e somiglianza. Lo sono per convenienza, per libertà di scelta, lo sono e basta, perché le donne sono diverse le une dalle altre e rintracciare sorellanza dove esiste ostilità non è una buona cosa.

Le donne sono spesso veicolo di cultura patriarcale e dunque vorrei chiedere come fanno, queste donne, a lavare in casa i panni sporchi di sangue di un figlio stupratore. Come fanno a leccargli la morte dalle mani che hanno stretto un collo di una vittima sepolta in chissà quale luogo. Come fanno a creare legami così incestuosi, morbosi, con quei figli di merda che si ritrovano e che poi difendono chiamando puttane le loro vittime.

Come fanno a non sentire un’empatia profonda verso le vittime. E’ la stessa cosa vale per i padri, certamente, ma è alle madri che io voglio parlare, alle sorelle, amiche, complici, perfide, ché sono quelle che non vogliono vedere, che si nascondono dietro mille scuse, che lasciano sole le figlie quando sono stuprate da un padre che porta il pane in casa, che danno delle bugiarde a quelle che accusano i parenti che hanno inflitto una violenza, che processano pubblicamente le ragazze misurando loro la lunghezza delle gonne, la spigliatezza, le parole.

Come fate a non provare schifo, a non sentirvi in parte responsabili e a non decidere immediatamente di scusarvi con le vittime, di evitare di offrire coperture di ogni genere a quegli aborti di figli che avete cresciuto. Come fate a pensare solo al “bene” di quei chili di fango che avete partorito e che nutrite, coccolate e poi difendete a costo di sputare sulla stessa idea di giustizia che forse avete?

Come fate – voi – a perdonare, a fare finta che quegli stupratori siano persone che vi piacciono, che volete nelle vostre vite, che dovete mantenere per contratto e che dovete arginare i guai il più possibile. Come fate a sperare che uno che ha ammazzato una donna possa riparare in qualche anno di ospedale psichiatrico, per vedervelo restituito poi peggio di prima e libero di andare ad ammazzare qualcun’altra.

Come fate a pensare solo a svendere i beni prima di un processo per evitare di pagare il risarcimento dovuto ad una vittima di stupro?

Come fate a concentrarvi solo in quell’odio profondo che provate verso quella donna che avrebbe sconvolto le vostre vite?

Non è il suo silenzio che avrebbe reso la vostra vita migliore. Non è la sua denuncia pubblica che vi ha reso difficile la vita. Al più l’ha spogliata di alibi e ipocrisie e il fatto è che vi siete trovat* di fronte alla stessa merda che sapevate di avere tra le mani.

Ridurre al silenzio le donne vittime di uno stupro è l’obiettivo della società tutta, donne in prima fila, e dunque non raccontiamoci balle. Non c’è nessuno che vuole che le donne parlino e manifestino dolore e rabbia per quanto hanno subìto. Tutto tace e tutto deve essere dissimulato. Affinché tutto resti com’era. Affinché gli uomini possano continuare a fare quello che vogliono senza che nessuno debba lamentarsene mai.

Tu, madre, sorella, amica, conoscente, stronza, sei una mia nemica. Sei nemica delle nostre figlie. Sei nemica di te stessa e neppure lo sai.

Ed è anche contro di te, e non con te, che io scenderò in piazza, oggi, domani, dopodomani, assieme a tutte le persone che la pensano come me, donne e uomini, senza concederti nessuno sconto e nessuna comprensione.

No, non ti capisco e mi fai schifo. E – francamente – dovresti fartene un pochino pure tu!

Posted in Anti-Fem/Machism, Omicidi sociali, Pensatoio.


5 Responses

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  1. Angy says

    Ogni volta che leggo i post di Femminismo a Sud penso che siete la nostra voce (mia e di tante altre) … anche nei momenti in cui noi, per tanti motivi, non riusciamo più a urlare. Grazie

  2. Lameduck says

    L’errore di fondo è considerare la donna che difende gli stupratori come collaborazionista del nemico. La cattiveria femminile esiste e ci appartiene. E’ dentro di noi perché siamo esseri umani sottoposti alle leggi delle passioni umane. Chi difende gli stupratori, chi parcheggia la figlia a casa del pedofilo di famiglia non sono collaborazioniste della mentalità maschilista. Sono donne particolarmente stronze e basta. Quando ammetteremo anche noi che siamo stronze, stupide, cattive, e carogne, senza proiettare i nostri difetti su nemiche immaginarie di comodo, e senza paura di offendere le nostre adorate sorelline, allontanando il problema da noi come farebbero dei bambini immaturi, faremo un grosso favore al vero femminismo.

  3. pia says

    A me fanno ribrezzo e un pò di pena quelle donne madri che difendono i figli e i mariti stupratori, mentre per le amiche nessuna pietà ma magari l’augurio che capiti a loro e forse capiranno …
    bellissimo scritto compagne

  4. ButtoGiùMuri says

    beh mette i brividi…..credo che non ci sia null’altro da aggiungere è stato il post più incisivo che abbia letto qui lo devo riconoscere, come riconosco altamente la verità di ciò che affermate perchè le donne si rendono ogni giorno complici e zittiscono di continuo accusando chi non ci sta, chi decide di parlare, di combattere, di cercare di porre fine a questi domini a queste brutalità di oppressione. Detesto chi non è capace di spaccare nel suo piccolo il muro del patriarcato che è vissuto dietro ai silenzi delle donne, detesto chi non prende mai parte e decide di essere “serva” per dimostrarsi buona moglie, buona madre e quant’altro. Vergogna guardatevi allo specchio e parlatevi poi iniziate ad urlare invece di colpevolizzare.

  5. Mary says

    Mi fanno schifo certe donne, donne di merda ce non meritano nemmeno di chiamarsi donne.
    A volte penso che x combattere la violenza sulle donne e la cultura dello stupro bisognerebbe prendersela anche con quelle donne che sostengono il branco.