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Gli obiettivi strategici di certi datori di lavoro italiani

 

Segnalato in mailing list da Lorenzo, questo annuncio che è alquanto singolare.

A mettere online l’annuncio sarebbe un ottantunenne benestante che fa sapere di non avere eredi e parenti vicini, rimasto vedovo, cerca una donna al massimo trentacinquenne come candidata al posto ambitissimo di “unica donna di casa”.

Che ruolo è vi chiederete voi?  Si tratterebbe “soltanto dei normali servizi casalinghi e di quelle piccole assistenze personali naturalmente scambiate tra coniugi”. Badate bene, scrive proprio coniugi e non datore di lavoro e impiegata.

Le candidate potrebbero essere moltissime e dunque il vedovo restringe il campo e chiarisce che preferibilmente vorrebbe una ragazza madre, o straniera, e comunque una persona che abbia un alto “livello di disponibilità” e che contribuisca a raggiungere un “obiettivo strategico” (???) che è indicato nell’offerta.

Ed ecco chiarita la faccenda. Il vedovo enumera tutte le possibili meraviglie che possono attrarre una donna priva di altre possibilità. E’ un anziano professionista, benestante, ha tutto quanto al posto giusto e fa persino sapere che è “di normale orientamento sessuale” (a scanso di equivoci… vai a capire cosa sia *normale” e cosa no). Il suo medico gli rilascia pure un bollino di revisione con altri 20 anni di vita. Tutta salute!

La casa pare un castello, in un posto vacanziero, si presta a diventare una splendida dimora con tanto di connessione internet e biblioteca, a fronte del tempo libero che questa fortunata avrà a disposizione.

Ed eccoci arrivat* all’obiettivo strategico.

Il vedovo vuole la “illusione” di essere partecipe di un

mondo di affetto/amore disinteressato, in una nuova quasi-famiglia; la speranza che lo anima è che, oltre che per gratitudine, sia per il buon carattere e la bontà/affettuosità abituale del vedovo, sia, soprattutto, per la convenienza propria derivante dalla certezza e comodità di un contratto come quello che avrà nel residuo di vita del datore di lavoro, la (fortunata) gli dia l’illusione che essa nutra un affetto sincero nei suoi confronti: egli amerebbe soprattutto poter donare affetto e vederselo ricambiato, e una ragazza madre, con il suo bisogno di una nuova sicurezza e il suo bimbo abbisognevole di una figura paterna, gli sembrano gli ideali partner per tale scambio. (a parte la presenza del bimbo, il ragionamento è valido anche per una non madre). In altre parole, il datore di lavoro si aspetta che il rapporto contrattuale di lavoro costituisca anche, attraverso la convivenza che va a instaurarsi, l’occasione e la base per il nascere e fiorire di un vicendevole, intenso e duraturo vincolo affettivo, in un rapporto di compagnia che, con le ovvie differenze del caso, sia molto vicino a quello matrimoniale e nel quale, almeno finché in vita il datore di lavoro, la (neoassunta) trovi la sicurezza e la stabilità che ora le difettano, e il bimbo o la bimba della donna acquisti il più affettuoso e tenero papà o nonno adottivo che possa desiderarsi. Il formale vincolo matrimoniale è, almeno per il momento, ma non necessariamente per sempre, escluso dalle previsioni.

Non basta. L’annuncio continua:

Pur profondendo – ovviamente se gradite e ricambiate – ogni genere di affettuosità e tenerezze, il datore di lavoro non ha intenzione di dare molestie o avviare iniziative di tipo sessuale. Ma, pur nei limiti della sua età, neanche di rifiutarle se avanzate dalla (dipendente), accogliendole anzi con gioia e concreta riconoscenza, e restituendo finché sarà in vita, soprattutto protezione, amore, tenerezza e coccole alla donna, e tenerezza e educazione al bimbo: l’illusione quotidiana di vivere il residuo di vita restantegli in una nuova famiglia, è per lui l’obiettivo vero della presente offerta . Se tale obiettivo verrà così realizzato appieno, il datore di lavoro darà, in aggiunta a quanto dovuto per il contratto, tutto il suo sostegno alla donna che verrà assunta, per realizzare una di lei propria attività lavorativa/professionale da proseguire dopo la fine del loro rapporto.

Per concordare i dettagli di un accordo e verificare anche l’orientamento delle candidate circa la possibilità della nascita di un siffatto rapporto con esse, il datore di lavoro contatterà telefonicamente un ridotto numero di candidate che, dalle informazioni fornite con la loro prima e mail, gli saranno apparse più inclini a condividere l’obiettivo sovraesposto: ad ognuna di esse invierà via E mail la propria foto e concorderà un appuntamento (telefonico o di persona a seconda della distanza rispetto ad ognuna di esse) per un colloquio conoscitivo. Nel corso di tali contatti, oltre a scambiare con le candidate un minimo indispensabile di informazione e conoscenza reciproca, verranno esaminate e definite le condizioni della assunzione e preparato il contratto di quell’unica candidata che potrà essere assunta.

Infine fa sapere che per essere prese in considerazione per questo incarico di schiavitù ventennale le candidate dovranno inviare dati, curriculum, account chat (specificando se dotate di webcam, forse per una visione preventiva prima dell’acquisto), una serie di altri dati e, cosa assai discutibile, oltre alla foto della donna anche quella del figlio/a.

Ci chiediamo, quante sono le donne in stato di bisogno che potrebbero rispondere ad un annuncio del genere? Come è possibile che non ci si renda conto che le donne sono talmente ridotte in povertà da poter rendere plausibili questo genere di annunci?

Voi che ne pensate?

Posted in Pensatoio, Precarietà.


5 Responses

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  1. LunaViola says

    Quello che fa orrore a me è appunto che qualche povera e ignara straniera,nella precarietà della sua situazione,possa mai rispondere ad un annuncio del genere.
    Non so voi,ma io avevo la nausea a leggerlo.
    A me sembra che questo “nonnetto” rivoglia indietro una “moglie” a pagamento,di come solo una mentalità maschilista può concepire: badante,schiava della casa,e pure che soddisfi le voglie sessuale del suo datore-marito.
    E il colmo è che il tizio stesso vuole farsi passare per un uomo caritatevole,pronto ad aiutare le ragazze madri in difficoltà! Ma fatemi il piacere!

  2. Mary says

    Penso che sia un annuncio fatto da un uomo maschilista che cerca una donna per fargli da cameriera, da badante contemporaneamente o concubina se preferite…insomma una schiava a vita finchè non schiatta e le dà l’eredità come contropartita!
    E poi il figlio semmai cerca una figura paterna non un nonno…
    Toh guarda cosa insegna Papi agli italiani..se lo può fare li figuriamoci gli altri (sono ironica ovviamente)..
    E poi un uomo di ottantanni come fa a cercare una ragazza che ha più della metà dei suoi anni?
    Rispondendo alla tua ultima domanda: purtroppo quando la condizione femminile è ridotta talmente male da dover per forza dipendere da un uomo..certi uomini se ne approfittano e si sentono legittimati a pubblicare annunci del genere.

  3. paola says

    Allucinante, sotto il profilo “psichiatrico”, la circostanziosità con cui ci si vuole assicurare l’amore per contratto. Il tutto ovviamente essendo campato per aria dal punto di vista giuridico.

  4. claudia mancosu says

    a prescindere dal fatto che un contratto simile sarebbe assolutamente privo di valore legale, visto che il concubinato garantito non è un lavoro, sarei curiosa di sapere cosa ci sta scritto sopra con precisione.
    Cioè noi lo sappiamo che non è legale ma quante ragazze straniere sanno che non possono essere asservite per contratto? che nessuno può indurti a essere carina con il datore di lavoro facendo finta che ti piaccia? a parte quest’ennesimo approfittare dei drammi delle donne, quello che mi spaventa di più è l’insistenza sulla presenza di un figlio. Perché si riferisce così spesso alle ragazze madri?Perchè sono più indotte dal bisogno ad accettare qualsiasi soluzione abitativa e/o lavorativa o perchè hanno un bambino??

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