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Giardiniere o imbianchine: sempre con il culo ben in vista!

Di ‘brava Giovanna, brava’ sicuramente avrà già parlato qualcun@ ma ci piacerebbe dire un paio di cose a proposito.

Direte: se proprio non potete farne a meno…

No, non possiamo farne a meno.

Non ci scandalizza nè l’allusione ai pratini da "sfrondare", come soavemente annunciava il video precedente, nè l’ammiccamento al menage a trois di quest’altro spot.

Quello che ci rende veramente e siculianamente annoiate è il gioco erotico non esplicito, che passa per le case come fosse una normale conversazione tra maschio-padrone un po’ porco, moglie un po’ porca e cameriera altrettanto porca. Di porco in porca riesce davvero difficile credere che le due donne possano avere a che fare con vernice e cancello da dipingere nel bel mezzo del mattino.

Sembra talmente poco credibile che quasi quasi preferiamo totti e la consorte a fare finta di fare gli sposini con le riparazioni in villa che ripassano il colore alla cameretta.

Chissà poi perchè tutti fingono mansioni che in realtà non svolgono ma tant’è.

Tra aiuole e pareti sembra proprio che alle donne non sia dato altro che esporre la merce.

La prossima pubblicità potrebbe essere quella del prof che fa scrivere in alto alla lavagna la sua alunna di minigonna munita. Per vederle più coscia, mentre lui si distende sulla sedia, e per insinuare lo sguardo nell’abbottonatura della camicetta.

Almeno si ricalca una scena reale. Perchè succede davvero, credeteci, e non puoi chiamarli neppure molestatori perchè fare scrivere le alunne più in alto sulla lavagna e stiracchiarsi sulla sedia non è un reato.

Fateci sapere se i due spot vi sono piaciuti!  

Posted in Fem/Activism, Omicidi sociali.


2 Responses

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  1. Mario says

    Non conoscevo «Rasa il pratino» e devo dire di esserci rimasto davvero male, quando ho capito che non di critica sarcastica si trattava… Sarebbe stata una splendida presa in giro dei media come affibbiatori di ruoli prefabbricati e frivoli per la donna, se non fosse stato fatto con tutt’altro scopo.
    Fate attenzione (se non l’avete già fatta) anche agli spot sui prodotti per la casa, nei quali apparentemente sono gli uomini a fare la figura dei fessi. Penso al marito che non è in grado di capire come funziona un deodorante ambientale, mentre la moglie ha la prontezza di comprendere che basta schiacciare un tasto: il messaggio è che la donna è brava nelle cose domestiche e che all’uomo sono riservate altre cose, come uscire di casa e procacciare lo stipendio, ecc ecc… Altro spot, quello in cui due sorelle e un fratello – tutti e tre evidentemente rimbecilliti – condividono lo stesso appartamento. Alla notizia di una visita imprevista della madre, le sorelle scattano per pulire tutto (manco arrivassero i NAS), mentre il fratello, da bravo ometto, non fa assolutamente un tubo. Tutto sembra a posto ma, orrore! Il lavandino del bagno è sporco di calcare, come si fa (che dirà la mamma)? A questo punto è il fratello (= l’uomo di casa) ad avere la soluzione geniale («Usiamo l’anticalcare che usa la mamma!»), perché solo lui ha la prontezza di ingegno necessaria a risolvere problemi (che poi, solo lui, l’unico maschio, sappia quali prodotti usa la madre non sembra tanto verosimile). Morale della favola, l’uomo (anche in versione bamboccione) trionfa, e si guadagna il sorriso della mamma (la quale, peraltro, neppure sa chi ha pulito il bagno)…

  2. fastidio says

    “rasa il pratino” è un partire da sé, è l’autocoscienza rispetto al padronale “ti raserò l’aiuola” di grignani. dai, un passo avanti!

    il problema, secondo me, non è la rappresentazione mercificata della donna, è piuttosto lo sfruttamento capitalistico dei fenomeni di costume.

    la rivoluzione sessuale è stata l’ennesima rivoluzione mancata perché fu assorbita dal mercato e rivenduta in vhs, pubblicità amiccanti… fino ai culi in esposizione continua oggigiorno.

    non è una cagata pazzesca, è l’arte del capitale, con tutti i suoi canoni: maschilismo, razzismo (“quando il bosco è un po’ troppo fosco” per la ragazza di origini africane), estetica chic, comuffati da presa di coscienza liberatoria.

    P.S. “foresta selvaggia basta, spazza via tutti quei rasta” è puro genio comunque