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L’inutilità di certe manifestazioni

Update: leggi "Donne reali e trans reali"

Stasera a Roma c’è stata la manifestazione contro la violenza maschile sulle donne [guarda alcune foto]. Una manifestazione di donne, femministe, lesbiche, trans preceduta da una bella azione alla stazione termini e che poneva la questione individuando la matrice politica della cultura che mette in pericolo le vite di tutti i soggetti presenti e declinando una scelta antisessista, antirazzista, antifascista e non securitaria.

Per i quotidiani però la manifestazione, una indecorosa e libera street parade notturna, è diventata una iniziativa per chiedere verità e giustizia per Brenda. Lo dice repubblica, così l’unità e la stessa cosa ha detto anche il tg3 e il tg5 ("centinaia di tran sfilavano per chiedere protezione"). Per l’unità l’iniziativa è diventata addirittura una fiaccolata (non si capisce dove abbiano visto le fiaccole!). Una speculazione tira l’altra.

Oggi pomeriggio, quasi contemporaneamente, alla casa internazionale delle donne si svolgeva l’ennesima iniziativa di giornaliste offese dal sessismo del premier – comprese le giornaliste di repubblica e la direttrice de l’unità – e se tanto mi da tanto domani non sarà riportato certamente che si è trattata di una veglia per le cadute in questa guerra romana. Come già successo forse si dirà che il femminismo delle sessantenni è rinato e che insieme sfileranno in corteo sabato prossimo per una manifestazione indetta da poche donne, portata avanti da un nucleo ristretto, le cui parole d’ordine, blande, prive di significato, qualunquiste, moderate, annacquate, che sanno tanto di pd, sono imposte a fare da cornice al raduno delle autorevoli anziane contro la violenza sulle donne.

Non voglio essere prevenuta ma conosco i meccanismi della stampa quel tanto che basta da farmi dire che nulla viene fatto per caso. Normalizzare, addomesticare, relegare i contenuti importanti espressi nella manifestazione di oggi in una semplice, commossa "fiaccolata" contro la transfobia, per chiedere protezione per le trans e per Brenda, per quanto Brenda sicuramente meritasse questo e molto di più, significa servirsi dell’iniziativa per legittimare la militarizzazione del territorio, il securitarismo diventato l’obiettivo principale di quella parte della comunità glbt che frequenta casapound e va a braccetto con alemanno, significa fabbricare pathos attorno all’idea che marrazzo – e dunque il pd – sia stato oggetto di complotto e persecuzione, significa censurare contenuti scomodi e lasciare la scena mediatica alla manifestazione per eccellenza. Quella voluta dalle giornaliste che chiamano le folle delle aderenti all’appello di repubblica e a quello de l’unità e che non disturberà nessuno per l’assoluta inconsistenza dei suoi contenuti.

Alla manifestazione di sabato prossimo so che parteciperanno delle compagne convinte che i loro contenuti, differenti, assai simili a quelli della manifestazione di stasera, potranno fare la differenza. Mi spiace molto dire ancora che chi ha il potere di comunicare con la stampa decide e sceglie cosa comunicare e quali contenuti fare passare. Le donne, femministe e lesbiche che andranno a dire qualcosa di diverso finiranno solo per fare numero e diventeranno invisibili come quelle di stasera. Tuttalpiù nel caso in cui ci sarà qualcuna arrabbiata perchè a concedere interviste saranno solo le politicanti diranno poi che c’erano delle donne violente, bambine cattive che non meritano di stare insieme a persone tanto "civili".

Mi sono convinta che le manifestazioni servono se lasciano una traccia sul territorio in cui si opera. Se quell’iniziativa aiuta nel difficile lavoro di tessitura di una rete attraverso pratiche di condivisione e partecipazione orizzontali. Se l’iniziativa serve a tutte a crescere e non se serve a dare visibilità a poche e a gratificare l’ego di qualcun@.

Le manifestazioni sono utili come gesto di ribellione, di reazione e se i media ne parlano, se la gente è informata di quello che succede, se i contenuti portati avanti diverranno terreno comune di lavoro, lotta, studio, cambiamento. Le manifestazioni sono inutili se diventano celebrative di un anniversario, quello della data contro la violenza sulle donne. Quasi un obbligo, mentre per il resto dell’anno tutto continua come prima.

Le manifestazioni sono utili se grazie a quelle si dimostra sin dalla sua organizzazione un modo diverso di fare politica. Altrimenti bisogna ripensare i metodi di partecipazione e bisogna ripensare la politica a 360% rispetto alle nuove forme di autoritarismo, comprese quelle mediatiche, che vengono messe in campo. Perchè se non siamo in grado di costruire qualcosa di diverso non abbiamo nulla da insegnare a nessun@. 

—>>>Immagine tratta dal post "Suvvia povera  Brenda, decidetevi!" da PazzoPerRepubblica

Posted in Fem/Activism, Omicidi sociali, Scritti critici.


One Response

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  1. Mario says

    Non so se ho le idee molto chiare, ma di primo acchito penso sempre che le cose vanno fatte lo stesso, anche quando sono “inutili”. Del resto, la “soluzione” la fornisci tu, quando parli della possibilità di lasciare una traccia sul territorio, incontrarsi e crescere. Penso che il senso sia quello, in queste tematiche e in altre messe da parte (o «normalizzate») dai media. Ad esempio le lotte – anche qui, ovviamente, territoriali – contro le grandi opere inutili, o quelle antimilitariste e, persino, quelle antifasciste (sempre più tacciate di essere violente). Ma se a livello istituzionale e nazionale si va perdendo la capacità di rappresentare e agire per la collettività, l’unica risposta che mi viene in mente è territoriale. Forse non sono stato chiarissimo, ma non perdiamoci d’animo… Un abbraccio.