Report riflessioni e condivisione di materiali diffusi al FemBlogCamp tardano ad arrivare (abbiate pazienza) perché siamo tutti/e in viaggio, appena tornati/e, a riorganizzare la quotidianità e a rimettere insieme i muscoli stanchi di felice autogestione e autorganizzazione. Vediamo invece che chi non è stanc@ è chi approfitta del momento per sputare fango sul FemBlogCamp per motivi che descriviamo:
perché non vogliamo riflettori (i media mainstream con telecamere e varie che sono gli stessi che decostruiamo e che ci usano e ci insultano tutti i giorni) all’iniziativa (chi vuole un palcoscenico può cercarlo altrove);
per la nostra scelta in fatto di cibo (cucina vegetariana o vegana che tra l’altro cuciniamo noi);
perché non ci importa nulla di chi sei ma diamo valore a ciò che dici (che tu sia un@ vip o meno dovrai sparecchiarti il piatto uguale);
in ultimo c’era qualcun@ che insisteva sulla volontà di incrociare le strade di donne dalle differenti identità politiche (dunque anche quelle fasciste).
La maggior parte delle persone che partecipano alla costruzione del FemBlogCamp la pensano in modo diverso. Chi vuole sovradeterminare la rete di blogger e collettivi che lo costruiscono e vi partecipano asserisce che siamo tanto cattive. Pace e bene. Noi non vogliamo piacere a tutte. Non siamo mica le Snoq. 😛
Consiglio di leggere bell hooks (pseudonimo di Gloria Jean Watkins, autrice di “Elogio del margine. Razza, sesso e mercato culturale”) anche riguardo all’autodeterminazione di nomi/nick/alias/pseudonimi. Qui http://videovoci.fupress.net/video/1/ trovate una intervista se non sapete chi è.
tschuss, r.