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Io ho subìto lo stupro. Lui si è sentito offeso!

Mi
chiamo Daniela
e sono stata stuprata. Non vi spiego i dettagli perché non c’è
niente da spiegare.

E’
successo
che una sera ero a una festa. Avevo bevuto. Un amico si offrì di
riaccompagnarmi a casa, invece mi portò in una strada di campagna. Scesi per
scappare via e barcollando arrivai a pochi passi dall’auto. Lui mi raggiunse e
mi violentò.

Diceva
solo
che sarebbe durato un attimo e che se non mi fosse piaciuto non avrei
accettato il suo passaggio. Chiusi gli occhi e aspettai che lui finisse. Poi mi
incamminai per la strada provinciale.

Mi
raccolse
un signore molto gentile che mi riaccompagnò a casa e da casa il mio
compagno mi portò subito in ospedale.

Questa
parte
della storia sicuramente l’avrete sentita tante volte. Poi arriva la
denuncia, il processo, lui che dice che tu ci stavi, il suo avvocato che ti
dice che sei una puttana e allora tutto si complica e tu non vedi l’ora che
finisca.

Non
vedevo l’ora
che finisse, proprio come aspettavo impaziente che finisse il
primo stupro.

Il
processo
, tanto per chiarire, è come se fosse uno stupro di gruppo, più viscido
e insidioso, più sporco e nel mio caso infinitamente più volgare.

Quello
che accadeva nel frattempo è una cosa che mai avrei pensato di dover
aspettarmi. Il mio compagno quasi sarebbe stato sollevato se invece che di uno
stupro si fosse trattato di una aggressione, perfino di un omicidio.

Gli
chiesi
una sera: avresti preferito che mi uccidesse invece che stuprarmi?

Non
mi rispose
ma sapevo cosa stava pensando.

Quello
stupro
lo avvertiva come un danno fatto a lui.

Era
lui a
sentirsi privato del diritto all’esclusività sul mio corpo.

E
questa cosa
mi faceva sentire peggio. Dovevo consolare lui perché si sentiva
derubato di qualcosa che riteneva proprio e dovevo subire i suoi sguardi
accusatori che senza parole mi dicevano che dovevo sentirmi in colpa.

Non
lo ha
mai detto ma so che l’ha pensato e lo ha pensato anche alla fine, quando
mi ha detto che mi sarebbe stato accanto fino a che non finiva tutto ma che tra
noi non era più la stessa cosa.

Una
volta
gli chiesi perché si sentisse così ferito e mi rispose che anch’io mi
sarei sentita ferita se lui mi avesse tradito.

Immaginava
che lo stupro fosse un tradimento, quindi un rapporto consensuale, nella sua
testa non riusciva a pensarlo che così. Proprio non gli riusciva di capire che
in quel momento subivo un abuso enorme.

E
poi al
concetto stesso di tradimento io non ho mai creduto perché la sua
origine resta proprio nell’idea di proprietà che un uomo stabilisce sul corpo
di una donna.

Lo
lasciai
andare prima che finisse il processo. Proprio non ce l’ho fatta a
restargli accanto e lui si sentì liberato giacchè non aspettava altro.

L’unica
cosa
che chiedeva era quella di sfogare la parte istintiva che gli diceva di
accusarmi e di imputarmi il motivo per cui LUI riteneva di essere stato ferito.

Provate
a fare questa domanda ai vostri partner e attendete una risposta. Chiedete se
in una situazione estrema vi preferirebbero stuprata o uccisa.

Quello
che
leggerete nei loro occhi, ne sono certa, non vi piacerà. Ed è lì che
risiede tutto il senso della mentalità cruenta che costringe le donne a restare
in situazione di schiavitù.

Se non
siamo
percepite come persone abusate neppure quando subiamo una violenza, se
continuiamo a essere percepite solo ed esclusivamente come proprietà, come
oggetti, come volete che possa cambiare il mondo attorno a noi?

Grazie
per aver permesso che raccontassi di me.

—>>>Grazie a te per averci permesso di riflettere sul grande contributo che ci hai dato. Un abbraccio da tutte noi!

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali.


10 Responses

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  1. karen says

    hai fatto bene a mollarlo, quello non era certamente un uomo adulto! è pazzesco, invece di starti accanto e amarti più di prima si è sentito tradito!!! inconcepibile per qualunque persona mediamente intelligente, evidentemente il rispetto per le donne lui non sapeva neppure dove stesse di casa. mi dispace ti sono vicina un abbraccio

  2. paola says

    Cara Daniela, prima di tutto vorrei dirti la mia ammirazione per il coraggio dimostrato nell’affrontare la tortura del processo, e nel decidere di lasciare andare un compagno che non era alla tua altezza. Certo, le donne sono sempre colpevoli per tanti maschi, colpevoli di esistere e di provocarli con la loro stessa esistenza, colpevoli di non resistere fino a farsi ammazzare se qualcuno le aggredisce.
    A me è andata bene, primo perché il mio aggressore era uno sconosciuto, e poi perché era probabilmente ai primi tentativi, e poco convinto, per cui, nonostante la presa per le spalle e la mano sulla bocca, sono riuscita a gridare (era una strada di città, di notte) e a farlo desistere: e il bello è che, quando mollando la presa ha sibilato “che te strilli, stronza”, io ho non ho potuto fare a meno di pensare “stronza a me? ma se sei tu che mi hai aggredita”. Ma questa è logica, e nel modo in cui la cultura in cui siamo ancora immerse percepisce la violenza sulle donne non c’è questa logica. Ma non desistiamo, grazie di averne parlato, con affetto, resisti.

  3. viviana says

    Daniela mi dispiace per quello che ti è successo, per le violenze che hai subito e per la solitudine che hai vissuto. Non è giusto. Non è giusto che anche quando siamo violate, la colpa ricada su di noi. Siamo l’alibi per ogni cosa, per ogni violenza… siamo donne e quindi in partenza colpevoli. Anzi mi correggo, noi per i maschi siamo corpi, siamo uteri, siamo seni e culi… niente di più. Noi siamo oggetti e come tali veniamo trattate. Siamo proprietà e se ci ledono, ci violano, ci offendono in realtà offendono chi ci possiede e non noi stesse. Questa mentalità è assurda e deve arrestarsi, devono smetterla di considerarci cose. Dovrebbero vergognarsi persone come il tuo ex per aver solo pensato che lo stupro sia tradimento, che quasi quasi gli hai fatto un torto… è follia pura. Non so come sei riuscita a resistere a tutto questo, ma hai fatto bene ad allontanare il tuo ex… davvero come dice slavina 100 mila volte “meglio sole che male accompagnate”

    un abbraccio fortissimo

  4. paola says

    Certo, le donne stuprate sono sempre colpevoli: sono colpevoli di esistere e di provocare (cert)i maschi con la loro stessa esistenza e, inoltre, sono sempre consenzienti: infatti, se non fossero consenzienti si farebbero ammazzare, no?
    A me è andata bene, il mio aggressore doveva essere ai primi tentativi e poco convinto: nonostante la presa per le spalle e la mano sulla bocca sono riuscita a gridare (era una strada di città di notte) e a farlo desistere. Ma s’intende che che era comunque colpa mia anche se mi ribellavo: ha mollato la presa sibilando “che te strilli, stronza?” il bello è che io mi sono sentita offesa per l’epiteto: come, stronza io? ma se sei tu che mi hai aggredita? Già, ma questa è logica. Cara Daniela, forse in tante altre occasioni a me a tante altre è andata bene e non ce ne siamo nemmeno accorte; non desistiamo, non arrendiamoci, voglio pensare che esempi di maschi degni di appartenere al genere umano, che non considerino le loro compagne come loro proprietà, siano sempre meno rari.
    Con affetto, e con stima per il coraggio dimostrato nell’affrontare la tortura del processo.

  5. Ale says

    In genere si prova rimorso quando si è coscienti di avere davanti un altro essere umano, una creatura vivente capace di emozionarsi e soffrire come noi. Mi pare che l’addestramento dei militari preveda proprio questo tipo di censura, per cui l’altro o è un militare, o è un nemico, quindi un oggetto da sottomettere o distruggere. Così pensavano i nazisti, così pensa gran parte degli uomini. Si mette in pratica ogni mezzo possibile per rendere l’altro al pari di una cosa senza alcun valore (si inizia dalla banale vita quotidiana, dal ripetersi di certi comportamenti altamente stressanti per l’altro, dalle battute, dalla costante minaccia e tendenza a svalutarne ogni azione).
    E non è che lo dico io, c’è una grande quantità di libri che ne parla, ma sembra che questo tipo di meccanismo psicologico si prenda in considerazione soltanto in alcuni momenti della storia, per alcune categorie di persone e mai, seriamente in modo impegnativo e onesto, per le donne.

    Vi invito a visitare questo link di alfemminile. In particolare il forum alla sezione Psicologia – Coppia – Essere single. Potrebbe servirvi per il “muro del riso”.

  6. Martina says

    E’ successo lo stesso a me, con il mio ex.
    Dopo che ho dovuto subirlo per un’intera notte – il giorno dopo avevo due grandi ecchimosi ai fianchi -, quando gli ho detto che avesse riprovato a cercarmi avrei chiamato i carabinieri, si è offeso da morire.
    “Ma come, dopo sei anni che siamo stati insieme mi dici chiamo i carabinieri?” Che infame che sono, eh…
    Il brutto è che ho pensato “E’ stata colpa mia, me la sono cercata”. Certo, io cercavo un rapporto con lui, mica passare una notte da incubo, stringendo i denti, in lacrime, pregando che finisse in fretta. Ma sembra che se ‘ci stai’, automaticamente acconsenti ad essere anche forzata. Comunque lui non ha subìto conseguenze per il suo gesto. Anzi, non ha provato nessun rimorso.

  7. sonia a. says

    Lasciarti sola ad affrontare un simile dramma è da egoisti e stolti. Mi rammarica che hai dovuto subire il danno e la beffa. Amare un uomo simile senza mai conoscerlo sul serio dovrebbe far riflettere tutte noi, che troppo spesso siamo cieche difronte all’amore. Ciò che mi fa star più male è che è quasi riuscito nel tuo racconto e in questa situazione a diventare LUI il protagonista di una squallida vicenda che TU non riuscirai mai più a dimenticare.. quando invece doveva comportarsi da uomo da eroe e tenerti per mano farti coraggio e infonderti speranza amore e stima che un simile evento strappano senza alcuna pietà da una donna. Mi dispiace davvero, che questa vita in un modo o nell’altro, riesca sempre a sconvolgerci oltremodo presentandoci altri conti da pagare quando già ci troviamo senza forze speranze ed energie, quando tutto già ci appare troppo difficile da superare. E’ anche un modo per farci capire che al peggio non c’è mai fine .. e bisogna sempre trovare la forza per reagire. Non dubito che tu la stai trovando giorno per giorno. Ti auguro ogni bene e tanta fortuna.

  8. slavina says

    lo dice anche la Despentes, che lo stupro finisce per essere un dialogo privato tra uomini…
    mi dispiace molto per il dolore attraverso il quale é passata Daniela, ma sono contenta che almeno si sia scaricata di dosso l’inutilitá di un compagno del genere.
    meglio sole che male accompagnate, ah quanto é vero…

  9. anna says

    la stessa storia di merda, la mia.
    solo che avevo 15 anni e non c’era nessuno a portarmi in ospedale……. io da sola a lottare contro la convinzione imposta da quel mostro, che diceva di essere il mio migliore amico, che fosse causa mia, che io l’avessi voluto.
    era la mia prima volta.

    solo tanto odio.

Continuing the Discussion

  1. AQUILAINVOLO linked to this post on Maggio 13, 2010

    Leggendo la storia di Daniela ci si rende conto di quanto poco sia cambiata la mentalità nel nostro Paese. Forse è davvero arrivato il momento di ri-scendere in piazza a rivendicare i nostri diritti di donne ed di esseri umani.http://femm