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#Vicenza: due militari Usa stuprano una donna e ai media importa che è “incinta”

ragazzastuprata

Da Abbatto i Muri:

Lei è una sex worker, romena. Questo è quello che riporta brevemente la stampa. Il dettaglio in primo piano è però un altro: è incinta e rischia di perdere il bambino. Il titolo a caratteri cubitali, dunque, è dedicato specificamente a questo. Se lei non fosse stata incinta avremmo trovato, come al solito, un trafiletto anonimo e senza alcun riguardo verso la vittima di stupro. Invece è incinta e perciò questo le regala un’aura di santità. O anche no. Può essere semplicemente che da ora in poi i commenti, sessisti, si concentreranno sul fatto che siccome lei è incinta può essere giudicata un’incosciente. Prima l’embrione e poi le donne, questo è il motto di persone fascio/moraliste che di sicuro non hanno in simpatia né le sex workers e neppure le romene.

Il dato che va sottolineato poi in realtà è un altro. Vicenza è una città come altre che ha scelto di realizzare politiche securitarie, perciò trovi le ordinanze per il decoro e dunque contro le prostitute. Il risultato è che le prostitute, per evitare le sanzioni e la persecuzione securitaria, restano in luoghi marginalizzati. Poi c’è la storia che in Italia la legge Merlin ti condanna per favoreggiamento solo se vivi nello stesso appartamento di una che fa quel mestiere, in special modo se la sex worker, come te, paga l’affitto, perciò è condannata a stare in strada, se troppo povera, e in totale solitudine.

L’altro dato è che ad essere accusati di stupro e rapina nei confronti di questa donna, così come avviene spesso in altre circostanze, sono due tutori, due militari Usa, due di quelli, al pari dei soldati ripartiti all’Aquila ai tempi del post terremoto, che vanno in giro baldanzosi pensando di avere il diritto di fare quello che vogliono perché la patria gli deve qualcosa. Le donne, ovviamente, diventano un premio a questa categoria di gente.

La ragazza, così dice il giornale, è stata stuprata e abbandonata in un campo in stato di semi incoscienza. Solo dopo molte ore è riuscita a chiamare aiuto e per fortuna aveva memorizzato il numero di targa di questi due soldati. Sarebbe il caso di chiedere a chi dice che la questione delle prostitute si risolve con i veti e la repressione:

se ci fosse una legge che garantisse a queste donne la possibilità di restare al sicuro, con altre compagne vicino, non pensate che potrebbe salvaguardarle da queste violenze? Mantenerle in stato di clandestinità, obbligarle a salire in macchina con persone sconosciute, non è il modo ulteriore per metterle in pericolo? Fate un po’ voi.

Ps: qualcuno si chiede se anche in questo caso ci sarà una folla inferocita davanti alla base militare che inviterà gli americani a “tornarsene a casa” e darà fuoco a tutto. Questo è successo con i rom quando sono partite accuse di stupro a Torino e Napoli. Pogrom razzisti in nome della lotta contro la violenza sulle donne. Ovviamente spero che non succeda, ma tant’è.

Update: QUI potete leggere i commenti dell’autrice del pezzo del VicenzaToday che spiega il perché del titolo e ci racconta anche altre cose interessanti. Della notizia comunque la testata sta continuando a parlare e QUI trovate un aggiornamento.

 

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Risorse:

—>>>il network delle organizzazioni europee composte da sex wokers: http://www.sexworkeurope.org
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Posted in AntiAutoritarismi, Corpi/Poteri, Critica femminista, Omicidi sociali, R-esistenze.