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L’affaire Maschile Plurale: tutti i maschi sono cattivi tranne Massimo Lizzi!

ancelle?

E tutte le donne sono cattive tranne quelle che sono d’accordo con lui. Le altre sono “ancelle” a pagamento dei “maschili” (scritto da una femminista radicale che non aveva altri argomenti per rispondere) perché se non fossero a pagamento non si esprimerebbero mai in modo diverso e la penserebbero esattamente come le Lizzi’s Girls. Scrivo Lizzi’s Girls ma sto scherzando, io, e lo so che hanno una opinione indipendente e altrettanto intollerante.

Il mio articolo di ieri sull’affaire Maschile Plurale è stato postato e commentato sulla loro pagina. Com’era ovvio le Lizzi’s Girls invece che discutere delle critiche che a loro sono state rivolte hanno immediatamente spostato la discussione su quanto è cattiva FaS e, naturalmente, poi si sono dedicate al loro passatempo preferito: il pestaggio virtuale di FikaSicula. Perché loro possono criticare tutto e tutti ma a loro non deve essere mai rivolta una critica perché altrimenti partono gli insulti se non anche le minacce di querela.

Evitare una critica raccontando la balla che esiste un grande nemico da combattere, “il nemico” numero uno, così com’è secondo la logica guerrafondaia di una delle Lizzi’s Girls, è un modo abbastanza brutto di fare. Ma loro sono senza scampo. Tu parli di pratiche politiche e loro continuano a dire veleno contro una persona.

La discussione, comunque, oltre ad essere diventata per loro di nuovo un pretesto per scrivere commenti ritorsivi contro FikaSicula, penso sia stata utile perché è emersa la grave tendenza al complottismo, la totale intolleranza di queste donne nei confronti di chi non la pensa come loro, l’incapacità di rimettersi in discussione e soprattutto la loro tendenza a rifugiarsi in cliché patriarcali e maschilisti quando non trovano argomenti da contrapporre alle critiche. Alla fine si può dire con certezza che loro non rinunciano a criminalizzare e insultare, in un modo o nell’altro, le donne che non sono abolizioniste della prostituzione come loro, che non la pensano come loro, che non sono parte della Lizzi’s Girls Band.

Io invece vorrei parlare di politica, quella seria, e di altre critiche politiche, nel metodo adoperato da costoro. Prendo in prestito alcune obiezioni che sono state sollevate e alle quali non è stata data alcuna risposta:

a) perché queste persone non aprono un proprio spazio facebook invece che parassitare quelli altrui per dare visibilità ai propri intolleranti argomenti? Così altre persone potranno andare da loro a dire cosa dovranno o non dovranno pubblicare, che cosa dire e che linea di gestione della pagina realizzare. No? Sarebbe divertente, se una volta tanto, mostrassero un po’ di quella autodeterminata autonomia che vantano di possedere, invece che continuare a occupare stabilmente spazi altrui e usare i flame contro altre persone per ricavare microfama.

b) perché invece che aspettare la pubblicazione di tutti gli interventi dell’appuntamento alla Libreria delle Donne di Milano un Lizzi, una Ricciocorno, hanno usato la scorrettezza di fare report che ovviamente sono di parte e il cui riassunto è: un membro di maschile plurale (Marco Deriu) ha una cattiva postura e tutti gli uomini sono cattivi tranne Lizzi? Non sarebbe stato più corretto attendere la pubblicazione di tutti gli interventi, per non sovradeterminare la discussione, e dare a chi non c’era l’opportunità di farsi un’opinione e esprimere un giudizio autonomo? Immagino però che sia troppo da chiedere a persone che mi pare vogliano a tutti i costi stabilire quale debba essere il punto definitivo di questa storia. Sintesi: deve essere per forza quel che dicono loro perché altrimenti sei molto cattivo/a.

c) Riporto un commento di Sara Gandini, della Libreria delle Donne di Milano, che risponde ad una domanda sulla maniera in cui è stata trattata sul web questa faccenda. Lo riporto per stabilire una differenza tra i report di parte che avete letto in giro e questo breve commento che spero sarà seguito da un approfondimento. Lei dice: “(…) su questa modalità di scambio sul web. Il rischio che si corre è di mettere in scena un teatro in cui prevale uno scontro in cui si vuol far fuori il nemico. A me non interessa questo modo di fare politica. Avere giustizia non vuol dire averla vinta facendo fuori l’altro. Le critiche sono state fatte. I conflitti sono stati aperti. Marco e altri di MP sono rimasti fino all’ultimo in uno scambio interessante, intenso, vero e pesante. Anch’io ero sfiancata. Marco ha detto che prenderà sul serio le questioni poste. In libreria abbiamo concluso ringraziando Marco e dicendo che questo era l’importante.

d) volevo riportare poi un intervento di Paola Zaretti che condivido abbastanza:

Ma tu, dimmi, con chi stai? Con Lizzi o con Ciccone? E Muraro? Da che parte ti schieri? No grazie, siamo da sempre contrarie alle logiche duali (eredi dirette dell’UNO dispotico patriarcale) del pro e del contro. Ne abbiamo detto e scritto in tutte le salse. Il blog è per essere letto. Tabula rasa è nata per stare, e vivere e pensare “su un altro piano” (Lonzi) e la piega presa in questi giorni dal dibattito – che altro nome meriterebbe – non ci riguarda e non ci coinvolge. Entreremo nella discussione solo quando perderà i tratti dell’oscenità – una guerra fra due maschi in cui uno tenta di strappare all’altro il primato del fallo – in cui le donne sono chiamate a schierarsi per il Più Uomo, per il Vero uomo, il Maschio di turno – quello il cui mito (Lonzi docet) non è mai tramontato. E, per la cronaca e in barba a coloro cui piacerebbe crederlo e ce la mettono tutta per farlo credere, non siamo affatto NEUTRALI ma decisamente CONTRO chi – uomo o donna che sia – tenta di strumentalizzare le donne ai propri tornaconti – personali e politici.

perché alla fine, quello che emerge più di tutto, è la foga di un uomo che si erge, in quanto giudice, su tutti gli altri uomini, e checché se ne possa dire questa cosa qui è segno di piena adesione alla cultura patriarcale.

Però ovviamente io, Paola, altre che si sono espresse in modo diverso dalle femministe radicali della Lizzi’s Band, non hanno, non abbiamo, legittimità di parola. Chi non la pensa come le Lizzi’s Girls, d’altronde, così come da commento che leggete sopra, sarebbe a pagamento dei “maschili”. Sai mai emergesse il fatto che di femminismi ce n’è più d’uno. Figuriamoci.

Intanto, per chi non l’avesse già letto ecco il link all’intervento di Marco Deriu, di Maschile Plurale, che ha preceduto l’incontro. Attendo che siano pubblicati e resocontati, da fonte diversa e più obiettiva, TUTTI gli interventi della riunione.

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Posted in AntiAutoritarismi, Comunicazione, Critica femminista, Pensatoio, R-esistenze.

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