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Feminist Motivation Monday: food for thought!

“Ho svolto diversi tipi di lavoro sessuale. Sono stata una cam girl, una performer porno, una sottomessa professionista, e ho lavorato nei peep show (qualcosa di simile a una spogliarellista). Ho anche lavorato contemporaneamente nella vendita al dettaglio e nel settore della ristorazione.

Mi sento così frustrata per il modo in cui vengo trattata a lavoro. Mi dà davvero sui nervi. Una volta in macchina per tornare a casa, mi trovo a piangere involontariamente. Odio il fatto che sia così disumanizzante. La gente non mi riconosce come una persona. Pensano che io valga meno di loro a causa del mio lavoro. Forse non lo pensano in modo esplicito, ma è il modo in cui mi trattano. Oh, a proposito, sto parlando del lavoro nella ristorazione.

Quando mi dedico al lavoro sessuale posso rifiutare un cliente. Posso essere scortese con loro se sono scortesi con me. Non devo chiedere scusa per i loro errori. Non c’è bisogno di essere dolce quando si comportano in maniera inappropriata. Posso negoziare i miei limiti, e fare solo quello che sento di fare. Non possono far richieste impreviste e non devo farmi in 4 per loro.

Lavorare per un salario minimo è opprimente. E’ opprimente dover agire come se il cliente avesse sempre ragione. Trovo disumano dover chiedere scusa per cose che non sono colpa mia, come il prezzo di qualcosa o un ordine non corretto che deve essere rifatto nella maniera giusta. Trovo disumanizzante dover dire “Buongiorno! Come va? “E ottenere in risposta” Sì, mi serve solo un… bla bla bla “e poi vedere il cliente tornare alla conversazione al cellulare. Odio essere ridotta ad un registratore di cassa.”

(in originale, qui)

Posted in Corpi/Poteri, Critica femminista, fasintranslation, Pensatoio, R-esistenze.

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  1. Le puttane sanno cucinare « Al di là del Buco linked to this post on Dicembre 17, 2012

    […] C’era un locale, nella mia città, dove un santone di un’altra etnia riciclava le puttane per farne cuoche e cameriere. Lì mangia le banane fritte al sugo più buone del mondo. Del mio piccolo, misero, mondo. Ché io di certo non avevo mai attraversato deserti e acque con mezzi di fortuna. Ma non volevo erudirvi sul mio barbaradursismo cercando di commuovervi con la mia dose minima di sentimento nazional/polare/populista. Volevo solo raccontarvi questa storia che ho appena ricordato dopo aver letto questo. […]