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Non siamo i/le vostre/i cecchine/i

Succede che esiste la cordata che porta avanti la crociata sulla “violenza di genere”. Una specie di setta religiosa che si comporta ne più e ne meno che come i movimenti pro-life. Succede che stazionano un po’ in giro per il web e che frequentemente, si, succede, delimitino il nostro, anzi, i nostri spazi come si trattasse di una scena del crimine, portandosi appresso anche un medico legale all’occorrenza, per poi fare una inchiesta a tutto campo e tentare di scoprire chi mai abbia attentato alla vita di una parola o di un concetto o chi abbia osato estendere ricerche sulla materia in una direzione piuttosto che in un’altra e poi alla ricerca di un@ colpevole, che prima ero io, poi diventa un’altra e poi un’altra ancora e che sia chiaro che questa polizia censoria appollaiata sia lì a sottolineare parola per parola e poi a dire che sei brutta e cattiva se non usi l’una o l’altra perché ‘sti cazzi tu devi scrivere ma loro sono i tuoi editori e le tue editoresse.

Avevamo tutta ‘sta gente che dettava il verbo in casa nostra e non lo sapevamo, al punto che c’è chi si permette di insultarci e poi di assoldarci come killer contro tizio o caio a seconda delle LORO necessità ma perchè si, care, la lotta è diventata una guerra, ‘sta gente non ci sta proprio con la testa, parla di scontri armati e tu sei un soldato e niente più di questo e dunque devi combattere per la LORO guerra e non ti puoi sottrarre, proprio no.

Ti chiedono le prove provate del tuo femminismo e te lo scrivono pure in commenti deliranti in cui se non spari contro tizio “non sei femminista” e se non scrivi quella cosa lì “non sei femminista” e se non dici quella cosa lì sei “…ista” o ancora “…ista” e poi di nuovo “…ista” e che si fotta pure la libertà di pensiero e di parola ché qui siamo accerchiate.

E’ morta fikasicula e ora un’altra del collettivo l’hanno fatta incazzare e siamo incazzate tutte e tutti perché ci avete rotto le grandi ovaie del fatto che FaS debba essere ciò che dite voi. Che deve scrivere quello che dite voi. Che deve pronunciare le parole come le volete voi e che deve abbattere chi dite voi. Ma fatevi un vostro cazzo di sito e non rompete più coglioni e ovaie e andatevene seriamente a fare in culo, detta col cuore, perchè non ne posso più di leggere di gente che non ha altro da fare nella vita che stare a martoriarsi le giornate (che vite grame avete!) per venire a fare la sottolineatura dei miei percorsi neuronali.

Ma chi cazzo siete? Che volete? Chi v’ha chiesto niente? Insulti, offese, e tra una prova di femminismo o altro perdiamo il senso di quello che vogliamo fare e si snatura il senso stesso di questo blog nato per caso, continuato per caso, per dare a tutti e tutte la libertà di dire quello che si voleva senza pressioni esterne, perché se volevamo sentirci dire cosa scrivere e cosa no avremmo fatto di mestiere altro, ché poi magari lo facciamo, ma questo è uno spazio di grande libertà, così era almeno finché non avete deciso che fosse il VOSTRO strumento di guerra contro tizio e caio a consolidamento di posizioni che abbiamo il DOVERE di portare avanti.

E non c’è libertà, non c’è nessuna chance. Ti eleggono e ti perseguitano pure con un atteggiamento supponente e privo di rispetto delle libertà altrui. Ti fotte poco cosa dicono sul blog e allora parte la crociata lì su facebook e poi se anche lì non te ne fotte niente allora ti vengono a stanare in mailing list e via così all’infinito fino a infognare tutti gli spazi di libertà che a noi servono per crescere e dire e fare quello che ci pare pretendendo di essere libere di dire e pensare quello che vogliamo dire e pensare.

Dittature del pensiero pericolose, derive autoritarie portate avanti da gente che non ci capisce un cazzo di cosa sia la libertà. Non è il tempo, non è il luogo, devi fare e dire così e devi fare e dire colà e se non lo fai sei tutto quello che di brutto si può dire di te e ti interrogano e ti rompono fino a che non ti esaurisci e non finisci di esistere anche tu. O con noi o morte, questo è l’obiettivo.

Siamo brave/i, intelligenti/e, rendiamo disponibili spazi per scrivere ciò che cazzo ti pare, ma se non sei in grado sono cazzi tuoi. Non deleghi, non dici, non rompi e non distruggi progetti se non ne hai di alternativi. Il nostro va così, e allora? A noi sta bene scrivere quello che vogliamo, ciascun@ ciò che vuole e senza interferenze. Non le abbiamo mai volute e tollerate da nessuno.

Abbiamo sempre preteso tempo per cercare e fare quello che volevamo. Mai subordinate ai diktat di nessuno perché qui nessuno viene a dirci cosa scrivere e tra di noi nessuno si permette di dire all’altr@ cosa deve fare e cosa no. Siamo belle penne e averci come cecchine aggratis capisco che vi giovi ma non siamo in guerra. Nessuno di noi lo è. E se qualcun@ ha voglia di guerreggiare vada a farlo altrove e combatta, maledizione, combatta contro questi tanti nemici veri o immaginari invece che combattere contro di noi. Fateci vedere come si fa e smettete di toglierci ossigeno per obbligarci a fare cose di cui non ce ne frega un cazzo.

Non abbiamo da dimostrare niente a nessuno. A nessuno. Revisionisti, che avete cancellato la storia e la libertà che ci appartiene e ci avete ficcate/i in un imbuto in cui bisogna balbettare che “noi, accidenti no, giammai, la violenza ha da essere *maschile* e se anche  una donna è una gran merda, ma chi se ne fotte… bisogna dirlo a bassa voce perché siamo in emergenza, l’emergenza… genza… enza… nzà“.

Mollate questo blog. Smettete di toglierci ossigeno ed entusiasmo. Se l’avete scelto non vi rappresenta più. Non abbiamo mai rappresentato nessuno. Mollateci, archiviateci, dateci l’oblio e fate quello che sapete fare meglio: distruggere, come se noi fossimo il sistema, lo stato, una banca, l’intera bce, tutte le cose brutte di questo mondo, bomba dopo bomba, e se sopravviviamo, infine, ci vedrete ancora lì, ferme/i con un dito medio alzato, fiere/i di aver resistito all’aggressione più lesiva della libertà di scelta che si potesse immaginare mai.

Violenza sulle donne? E’ quella che fate a noi. E ora andatevi a costituire, tutti/e quanti/e. E se non c’è un reato per le cose che ci avete obbligato a subire allora voi, che siete così bravi/e, bhé inventatevelo, ce la farete, sono certa.

Si ricomincia, a modo nostro.

Nota bene: i commenti di ingaggio cecchine saranno tutti cestinati, così quelli di insulto a chi descrive e definisce analisi che non vi piacciono. Vale per tutti/e. Ciascun@ di noi è liber@ di scrivere ciò che vuole e nessun commento che limiti la nostra libertà sarà più tollerato. Chi sui nostri spazi ci insulta sarà oggetto di moderazione e ban. Gli spazi sono nostri e li gestiamo noi. E questo è quanto. I fascismi devono stare fuori da casa nostra.

Posted in AntiAutoritarismi, Critica femminista, R-esistenze.


One Response

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  1. cloe says

    Sono triste e arrabbiata perché è morta fikasicula e perché altre compagne si sono incazzate , hanno avuto ragione a farlo. Il bello di questo blog è che , posti i paletti fondamentali dell’antifascismo, dell’ antisessismo e dell’antirazzismo, (non cito l’antispecismo perché in questo caso non c’entra) ci potesse essere il massimo della libertà se, come me si viene da esperienze di militanza soffocante in cui c’è sempre qualcuno più compagno degli altri, uno spazio di discussione libera è una boccata di aria fresca. Ora quest’aria è stata inquinata dalle polemiche inutili delle talebane contro la violenza di genere che mi fanno venire i brividi, mi ricordano la conformità stalinista. Compagne di FaS mi dispiace che vi abbiano messo sotto attacco e avete la mia piena solidarietà. Vi sono vicina.