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Virili liberation front (vi siamo solidali)!

In riferimento alle opinioni di Militant volevamo dire che non tutte sono schierate in lotta contro il pianeta virile. Noi abbiamo deciso di realizzare un collettivo (I virili) per dirne quattro a queste spellacchiate delle femministe (Tutta colpa delle #PussyRiot: con annessa pagina facebook). Questo è il nostro primo comunicato:

Si intitola appunto COMUNICATO.

Ma come: parli delle Pussy Riot e non della fame del mondo? Ma lo vedi che hanno l’appoggio dei vipz? Indi per cui è sicuro che sono pagate dalla Cia (i tempi della guerra fredda non sono mai finiti per noi e il mercato globale non divide il mondo in delinquenti legati ai macropoteri economici e alle mafie e gente povera che tira a campare ma agli imperi e alle spie travestite anche da femministe).

E poi che sporcaccione, si spogliano, fanno lotte “indecorose” e sono FEMMINISTE, capisci? Mica si occupano dei minatori e dei nostri eroi caduti in guerra. Osano prendersela con due patriarchi umiliando l’homo nel suo sotto(e-sopra)insieme. Inoltre noi prendiamo una chiara posizione politica anti/pollo perché bisogna ribadirlo che noi con i polli, chiaro segnale di legame con la Cia, non vogliamo averci niente a che fare. E quella? Troppo bona. Non hanno abbassato lo sguardo davanti ai flash e alle telecamere. Avrebbero dovuto mettere un burqa come farebbe ogni brava compagna.

E a pugno chiuso poi avrebbero dovuto dire che le lotte, quelle vere, le fanno i maschi, perchè le femmine, l’arte concettuale, ‘sta cosa ridicola, ma dove vogliono arrivare queste qui? Ché magari magari domani si dirà che loro sono riuscite a far emergere il marcio di una nazione dove hanno fallito altri compagni?

Le femmine, si sa, devono cucinare, sparecchiare nelle cene sociali, raccogliere fondi per i compagni in carcere, al massimo distribuire volantini elaborati dalla fulgida mente di un compagno e poi fare parlare esso, il leader. Così funziona da secoli. E le regole non si possono cambiare. Giusto?

Firmato:

Collettivo i Virili

[E ci vediamo tutti/e al Feminist Blog Camp perché serve… nevvero che serve???? Eccome se serve.]

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Posted in Anti-Fem/Machism, Critica femminista, R-esistenze, Satira.


2 Responses

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  1. Chiara Lo Scalzo says

    Io invece, in una certa corrente di pensiero anti-Pussy Riot, ci leggo – con tristezza – quel bisogno snobistico di essere anti-maggioranza, quanlunque sia la maggioranza, di essere anti-massa: perché i giusti possono essere solo pochi, altrimenti non sono giusti. La verità è una questione elitaria, non può essere condivisa da troppi, e la maglietta delle Pussy Riot ce l’hanno pure i Red Hot! E’ cultura pop, è roba da allocchi… Le vere cause sono quelle che non conosce nessuno, come gli uiguri…
    Sia chiaro, a me spiace per gli uiguri, ma non penso che tutto ciò che fa che notizia lo fa per i motivi sbagliati. Certo, anche gli uiguri dovrebbero trovare il loro spazio, ma non vuol dire che solo chi non ha spazio ha valore.
    E’ vero, tanta gente si interessa del porno della Minetti, ma diamo una possibilità alla “gente”! Magari la “gente” potrebbe anche stupirci, domani!
    Magari ci sono anche americani pensanti perché no? A me ha ferito molto il commento “una causa non può essere buona se sostenuta da statunitensi: ma chi sono gli statunitensi? Li conosci tutti? Sono tanti, e ce ne sono di tutti i tipi!
    Il giusto può anche essere popolare: escluderlo a priori è … deprimente.

  2. Renni says

    “Le femmine, si sa, devono cucinare, sparecchiare nelle cene sociali, raccogliere fondi per i compagni in carcere, al massimo distribuire volantini elaborati dalla fulgida mente di un compagno e poi fare parlare esso, il leader. Così funzi
    ona da secoli. E le regole non si possono cambiare. Giusto?”. Grande! Ma devi aggiungere che “una femmina può prendere parola in assemblea solo se è carina, sa vestirsi da militante-chic( maglietta di cotone di un gruppo indie sconosciuto, rigorosamente senza reggiseno sotto) ed è la donna del boss”; altrimenti deve essere declassata a distributore di volantini, che le cose serie le devono fare sempre loro: i maschi.