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Roma e lo stupro che non era uno stupro

Mai la stampa fu più incline a fare figure di merda come in questo caso. Lui è tunisino, lei ha sangue in corpo. Dapprincipio si parla di stupro. Una Roma rovente dall’afa. Scarsitudine di argomenti che spostino l’attenzione dall’inutilità dei politici presenti in cima al colle. Il Pd approfitta per ritirare fuori dal cilindro i suoi argomenti securitari, prontissimi a combattere la destra dall’estrema destra proponendo distribuzione automatica di speciali vagine dentate nei dintorni delle stazioni ferroviarie. Quelli di forzaUova e caZZopau e LAdestra, già propensi a organizzare la caccia al tunisino, chi ne spella vivo uno si becca una tessera di web supporter e la cinghia con cui è stato cinghiato in cinghiamattanza LUI, il solo, l’unico, tutti infoiatissimi con il sangue agli occhi, pronti a radere al suolo la Tunisia intera. Alemanno rassegnato a incrementare le colonnine di SoS squarcio d’imene per tutta la città. Per essere più incisivi già pensa di produrre un logo semplice. Una fica barrata come segno chiarissimo che in Roma essa non si tocca. Le donne di destra già pronte a proporre evirazioni prodigandosi nello speciale esercizio, già sperimentato, della castrazione virtuale su faccialibro.

Poi, d’improvviso, l’aere si ferma, le voci tacciono, i primi contraccolpi, la stampa riesce a scrivere in poche righe che ella sembra stuprata ma anche no, che fu ferita con il sangue ma anche no, di colpo tutti diventano veltroniani, financo i fascistoni, e allora la questura risponne che ella disse che proprio no e insomma se stava a divertì, ‘mbriaca, senza obiettivi d’alto genere, no pudore, no decoro, no dignità, no onore, tanto per usare linguaggi un po’ virili, eppure tutti sentirono ancora la necessità di difenderla e allora dove si stenta a denunciare uno stupratore che viene definito in quanto tale, rispetto al quale si trovano mille scuse per proteggerlo e infierire sulla vittima, in questo caso, siccome egli è considerato di una razza inferiore, allora si paventa una accusa di lesioni. E vorrei capire in tutta franchezza come si fa a discutere seriamente di stupro dove tutta l’Italia afferma che le donne hanno la denuncia facile quando è vero esattamente il contrario. Parrebbe che dicessero cazzate anche se sono squarciate per 40 centimetri fino all’intestino come per la vittima dello stupro di Pizzoli, e quando c’è quella che dimostra che è esattamente l’opposto, ovvero che le donne, molto più spesso, DICONO LA VERITA’, e non hanno tutta ‘sta facilità a mandare qualcun@ in galera, allora che si fa? Si mette in dubbio ancora la loro parola? E perché mai?

Perché lui è tunisino. E’ chiaro. E certe volte è perché lui è semplicemente un uomo. Uomo/tunisino dunque stupratore. Ma è l’assillo della “razza” che impone alle donne il martirio perché senza una martire non c’è un carnefice e senza un carnefice non esiste un fottuto Stato paternalista, che attinge alla cultura patriarcale, per imporre la tutela alle “sue” donne. Le “nostre” donne. E’ il patriarcato che si ribella, che si incazza, che giudica non credibili le parole della donna se scagionano colui che è necessario giudicare male affinché si metta in moto la macchina salvifica che origina la legittimazione del sessismo stesso. Ché il ruolo di “martire” è l’opposto di “puttana” e infatti, a ben vedere, di colei che un giorno i media dicono che fu stuprata il giorno dopo, alla di lei smentita, dicono che è una zoccola che la dà al negro. Il tono è quello. Come può ella, tra tanti bei virgulti italici d’onore pregni, averla data spontaneamente ad un tunisino? Questa è la domanda che risuona più frequentemente nella testa dei patriarchi e delle patriarchesse.

Non è una cosa semplice da dire, in special modo da chi come me lotta contro la violenza sulle donne da decenni, ma la faccenda è complicata. Non si può togliere credibilità alle donne e non si può decidere che lui è colpevole anche se non lo è e non si può diventare tutti quanti una massa di moralisti che sorvegliano la sessualità altrui.

Quello che ho letto in questi giorni è di una caccia alle streghe. Di persone che decidono di scegliere per chi ha già scelto, come quelli e quelle che ambiscono a imporre moralismo alla scelta di chi pratica bdsm, ché ogni tanto qualche livido lo procura e qualche incidente, se sei ubriac@, pure, ma se non si mette distanza tra il moralismo e l’individuazione di uno stupro in quanto tale le donne saranno sempre più soggette a ogni genere di denigrazione ovvero, quando accade, saranno spinte a fottersene di mandare in galera un innocente pur di preservare la propria “reputazione” così come richiesto dalla cultura patriarcale.

Lo stupro è tale quando il rapporto non è consenziente. Ripetiamo: lo stupro è tale quando un rapporto sessuale, una invasione di quel corpo, non è consenziente.

E’ la consensualità il limite. E’ quel NO che diventa dirimente di tutta la faccenda. Se lei o lui dicono NO e l’altr@ continua allora è stupro.

Se lei dice che era consenziente rimettiamo i forconi da linciaggio in tasca, smettiamo di produrci in rivoluzioni parolaie su facebook e finiamola con il decretare cosa può piacere a una donna oppure no. Provate a capirlo che questa deriva autoritaria non ci giova. Perché oggi a lui domani a noi. Facciamo a non rendercene complici.

Il sesso piace come piace e se non diciamo queste cose a chiare lettere non saremo mai credibili. Risulteremo solo forcaiole.

Lui non è colpevole in quanto uomo/straniero e lei non è vittima in quanto donna.

Per le compagne, sorelle, femministe che si pongono il problema di mettere in dubbio il fatto che una donna possa percepire o meno la violenza in quanto tale si può dire che se tu per prima metti in dubbio la parola delle donne, decidendo che esse non capiscono cosa sia violenza e cosa no, come vuoi che altri le considerino “sane”, non “malate”, invece che minori, inferiori, esclusivamente da tutelare e medicalizzare? Le donne esprimono desideri e ciò che per te è violenza per un’altra può non esserlo. La cosa bella è la condivisione delle esperienze, quel personale/politico che però non può scadere nella generalizzazione. E se la nostra lotta deve ridursi a evangelizzare su cosa sia violenza e cosa non lo è credo abbiamo frainteso il nostro ruolo e stiamo dimenticando cosa significa “autodeterminazione”.

Certo che le donne introiettano valori patriarcali e sono condizionate da quelli che vorrebbero convincerle che No vuol dire Si e che la gelosia fa bene al rapporto e che il possesso equivale ad amore e che se uno le picchia significa che le ama. Ma non possiamo mettere in discussione la loro consapevolezza e le loro scelte in fatto di sessualità quando esprimono una opinione. Comunque noi partecipiamo e induciamo una evoluzione culturale collettiva e l’evoluzione non può significare l’annullamento della volontà e dell’autodeterminazione delle singole. Possiamo mettere in circolo parole e concetti nuovi ma la colonizzazione, l’evangelizzazione, al punto da dare della ignorante o sciocca a quella che parla un’altra lingua o consapevolmente sceglie, alla lunga diventa autoritarismo. E questo in qualche caso è diventato.

Il femminismo ci insegna che le lotte partono da se’, è appunto il personale che si fa politico. Se una persona non sente il bisogno di “liberarsi” chi siamo noi per supporre una nostra superiorità morale, simile a quella degli stati uniti d’america nella sostanza, al punto da esportare democrazia e libertà e antisessismo a suon di bombe o con toni e metodi che cancellano l’autodeterminazione di popoli e persone e donne?

E per chi ama il sesso con “dolore” o il sesso in quanto tale, please, evitate di farlo nei dintorni della capitale che oramai più che una città di meraviglie pare diventata una città in cui si nascondono tanto bene le violenze commesse da uomini dentro casa, in famiglia, si criminalizzano le donne che possono essere solo sante o puttane (sdisonoratissima fu questa straniera che calò le mutande solo per piacere e non per dovere riproduttivo…) e si perseguitano gli stranieri qualunque cosa essi facciano.

E giusto perché voi lo sappiate: Dio è grande, è donna, è femminista e in questo momento si sta facendo un sacco di risate.

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Posted in Critica femminista, Omicidi sociali, Pensatoio, Satira, Scritti critici.


44 Responses

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  1. fikasicula says

    parto ultimo, non doloroso 🙂
    http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/07/14/roma-stupri-utili-e-corpi-di-stato/

  2. fikasicula says

    Io vorrei capire se tutto ciò sempre poco normale solo a me http://bollettino-di-guerra.noblogs.org/post/2012/07/14/roma-la-ragazza-australiana-sara-sottoposta-a-perizia-psicologica/
    lo avevo detto che eravamo ad un passo dal Tso. Questo è uno Stato che ti obbliga ad accettare la “tutela” tuo malgrado. Altro che autodeterminazione.

  3. saro says

    fika sicula………parli di supposizioni fatti dalla pscologa,dai sbirri,dai medici,e dai vampiri della carta igenica,stampata,e televisiva . ma cosciente o meno sono le stesse supposizioni ,da un angolo e con un intento di diverso, per carità, per certi versi condivisibili, per altre meno,parlo a nome mio naturalmente da cui sei partita tu ( sentendolo alla radio o nella rete,o dalla tv ecccteccct tanto per intenderci) per le tue riflessioni aprendo questo post. a quanto pare( parlo anche io come vedi per sentito dire) una delle poche cose certe sono le ferite riportate dalla ragazza………e su questo credo che non ci sia molto da dire.
    per quanto mi riguarda sono nemico,e combatto( con violenza se necessario) ogni tipo di autorità .da qualsiasi parte provenga, sia da un pezzo di merda ai vertici dello stato, sia da un pezzo di merda ad un angolo di una strada……………che sia italiano o africano,svedese o alieno ,o che cazzo ne so io, non fa nessuna differenza.
    baci

  4. Olimpia De Gouges says

    Andiamo con ordine, dando per scontato che siamo perfettamente d’accordo su cosa sia uno stupro, su come possa essere silenzioso, urlato, lasciare segni o nulla, su come possa addirittura nemmeno esserci un no ma difficilmente chi stupra non sappia quel che sta facendo. Anche se sei priv* di educazione al rispetto, salvo casi patologici, non puoi non percepire la mancanza di consensualità nell’altr* mentre puoi non renderti conto del peso di quel che stai facendo perché nessuno te l’ha insegnato. Questo per quanto riguarda lo stupro come lo nominiamo noi. Parlando in termini legali è tutta un’altra cosa, ma trovo che sia molto più importante che le donne e gli uomini acquisiscano questa consapevolezza, che sappiano nominare e riconoscere uno stupro. Tornando a questa storia, il primo pensiero che ho avuto in questi giorni, come te, è stato di mettere una campana di vetro a protezione della ragazza, lontano dalla morbosità del cattivo “giornalismo” – la quasi totalità purtroppo -, dalle parole vomitate sull’umanità di una persone, ridotta a sangue, ferite, fica, culo, alcol. Sciacalli. Una disumanizzazione che mi ha fatto stare malissimo, le stesse sensazioni che provai quando ci fu lo stupro di capodanno alla fiera di Roma. Disumanizzazione che ha avuto un picco nel momento in cui è uscito fuori che le telecamere li hanno immortalati mano nella mano. Tutti improvvisamente non hanno più gridato allo stupro ma ancora più morbosamente hanno iniziato a parlare di sesso sfrenato, perversioni, giochi erotici, senza più curarsi del fatto che lui l’abbia lasciata sola, pesantemente ubriaca e sanguinante. Hai perfettamente ragione quando dici che questo rimestare sul sangue, sulla violenza, ha come conseguenza il non riconoscere più uno stupro senza segni; che il non credere alle parole della ragazza è pericoloso perché porta nella direzione di un’espropriazione dello stupro, dell’autodeterminazione delle donne. Tutto giusto. Ma uscendo da questo tipo di analisi e tornando su questa storia in particolare, il sesso consensuale, a meno che non si parli di incidenti durante pratiche estreme, non ti riduce in quel modo. Sento, credo, razionalmente, senza sovrapporre il mio vissuto a quello di questa ragazza ma senza nemmeno fare tabula rasa delle mie esperienze, che questa ragazza, nonostante lui le piacesse e abbia scelto di appartarcisi, fosse talmente ubriaca da aver perso il controllo della situazione nel momento in cui lui si è fatto violento, che si sia lasciata andare alla passività. Che lui non abbia fatta sesso con lei ma abbia abusato di lei. Questa è la mia opinione. E sono solo che felice se lei dovesse scegliere di non denunciare e di partire con le sue amiche, se riuscisse ad elaborare ed accettare quel che è successo e guardare avanti. Non me ne frega niente del mostro, della denuncia, etc. ça va sans dire. Mi importa solo del suo benessere. E colgo anche le conseguenze culturali di tutta questa storia. Perché se è suo pieno diritto essere padrona della sua vita, è allucinante e pericolosa la banalizzazione di ferite simili dopo un atto sessuale consenziente. Perché se è reale il rischio che comporta focalizzarsi sui segni di uno stupro, è pericolosissimo anche, dall’altra parte, non riconoscere un abuso nemmeno con queste evidenze. Perché il prossimo schifoso che lascerà una ragazza sanguinante, potrà dire che ci stava, che era ubriaca ma consenziente, che voleva fare sesso estremo. Perché la gente è ignorante e bigotta e crede che “i giovani d’oggi con l’alcol, le droghe, fanno di tutto di più”. Questo è quel che credo, ovviamente passibile d’errore. Baci

  5. Carmen Dell'Aversano says

    Vi propongo un esperimento mentale: immaginiamo che ad essere ritrovato completamente ubriaco e quasi dissanguato, con una lacerazione di 15 cm (mettiamo all’addome, o al torace) fosse stato un ragazzo eterosessuale; che abbia dovuto essere sottoposto a un intervento d’urgenza e a una trasfusione; e che fosse stato visto allontanarsi con un altro uomo appena conosciuto, di fede eterosessuale ugualmente provata ma, a differenza di lui, perfettamente sobrio, magari per andare a giocare a biliardo. C’è qualcuno che sosterrebbe seriamente l’inopportunità di aprire un’inchiesta per lesioni e per omissione di soccorso? C’è qualcuno che metterebbe in dubbio che, data la gravità delle lesioni, qui sia stato commesso (non si sa da chi, ma presumibilmente non dalla vittima…) un reato procedibile d’ufficio, in relazione a cui pertanto la questione del consenso della vittima, le congetture di eventuali psicologi e le interpretazioni dei commentatori e della stampa sarebbero tutte ugualmente non pertinenti? E se, come credo, la risposta è no, per quale motivo questo caso è diverso? La risposta, naturalmente, è che tutto ciò che ha a che fare, non importa quanto marginalmente, con il sesso (e per considerare preminente la dimensione sessuale di un atto che fa finire in rianimazione chi lo subisce bisogna essere discretamente sessuomani…) rientra in un ambito “minato” in cui le posizioni sono estreme e polarizzate e, soprattutto, preconcette; ma allinearsi ai dogmi della cultura dominante sul tema dello statuto eccezionale dell’ambito sessuale (come su qualsiasi altro) priva di radicalismo, e probabilmente di utilità, una posizione che voglia definirsi critica.

  6. fikasicula says

    Perdonami Olimpia ma io non ho letto di queste ragioni come origine dell’inchiesta a meno che i media, che appunto hanno fatto schifo e continuano a fare schifo, non abbiano omesso questi particolari.
    io ho visto le affermazioni della psicologa messe in relazione all’inchiesta che parla di violenza sessuale e non di lesioni colpose o omissione di soccorso o cose del genere. l’ipotesi di violenza sessuale mi sembrava motivata da supposizioni. poi ovviamente aspetto di capire se qualcuno si decide a dare comunicazioni prive di dettagli morbosi e gossippari e con qualche informazione più credibile.

    sulla modalità in cui i media trattano queste cose a giustificare lo stupratore e a stigmatizzare la vittima sai che sono d’accordo. ma come si fa a ragionare di stupro in modo serio e sereno se qui tutti urlano vendetta solo quando c’è una ferita sanguinante? lo stupro può avvenire senza spargere una goccia di sangue, in casa, con la persona che conosci e con la quale dormi da anni, e questo ribadire la modalità da mostri, con spettacolarizzazione degli aspetti trash, violenze giudicate sulla base del sangue invece che sulle affermazioni delle vittime a me fa specie.

    perché questo genere di commenti originano altre denigrazioni ai danni di donne che sono sole con il proprio stupratore e che dopo una denuncia si vedono bollate comunque come puttane.
    non so… ma detto in modo laico, a te che so che cogli quello che sto dicendo, mi sembra che si faccia a gara a trovare prove mediatiche, il trash del trash, come la vicenda della ragazza grattuggiata di cui parla in parodia la guzzanti nei suoi spettacoli, per dimostrare la colpevolezza di questo tipo non per interesse verso questa ragazza ma per trovare motivi per accreditare le proprie tesi e quando si arriva a questo punto, tanto da enfatizzare ferite, che non sono nostre, sangue, che non è nostro, etc etc, io mi devo porre il problema che si tratta di una cosa che non mi appartiene. ci vedo fanatismo. tra alcune che commentano, le tante che becchi su facebook a spargere veleno nei due minuti d’odio, a dirne di cotte e di crude che se gli togli l’osso dalle fauci restano scontente, ci vedo davvero una modalità fanatica, una gran voglia di linciaggio. non c’è spazio per un ragionamento logico. niente.
    e non mi piace quest’aria che considero molto dannosa per me, noi, come femministe, per le donne. e di questo mi piacerebbe capire cosa ne pensi.

  7. cybergrrlz says

    ancora fb:

    Odette: “No ma difatti non considero normale quello che stanno facendo alla ragazza né la psicologa né la stampa, condivido il contenuto del post. Sì, starei parlando di omissione di soccorso che è una cosa diversa, proprio come ho scritto. Ma sull’omissione di soccorso, anche dal punto di vista simbolico, mi pare che non ci sia gran dibattito, cosa che invece meriterebbe, per superare un po’ questo dualismo vittima/donna dura senza paura. Cioè, è lecito avere paura e bisogno di aiuto in una situazione simile, il problema è che mi pare sia ammesso solo nella versione schifosa della psicologa, non come gesto in sé e per sé, che è socialmente importante, per non dire fondamentale, l’aiuto.”

    Fem: “sono d’accordo. ma infatti quel che manca in questa situazione è un po’ di luce su aspetti fondamentali per il dibattito. capisco fikasicula che sta cercando di fare spazio tra le mistificazioni per tentare di cogliere cose reali.”

    Odette: “Sì, è fondamentale, sennò si parla del niente, cosa che sta facendo benissimo la stampa giornalistica in questo momento.”

  8. Olimpia De Gouges says

    Esprimo la mia opinione, senza controbattere perché non la finirei più. Innanzitutto, la ragazza ha pieno diritto di non denunciare e di andarsene. Sono schifata dal modo in cui i media hanno rincorso la notizia, dal modo in cui l’hanno esposta, dalle parole utilizzate. Detto ciò, la procura non ha aperto un’inchiesta basandosi sulle parole della psicologa ma basandosi sui referti medici e sulla quantità di alcol che la ragazza aveva in corpo, tale da mettere in dubbio la consensualità, non del rapporto in sé ma delle modalità. E non li biasimo affatto, biasimo piuttosto le prime dichiarazioni degli investigatori. Può capitare di essere molto attratti da una persona, appartartici e trovarti improvvisamente in una situazione violenta, con una persona sessualmente molto aggressiva e incurante del tuo benessere, senza riuscire a reagire perché si è bevuto troppo. A me è capitato, per fortuna senza danni simili, anche se emotivamente ho accusato il colpo a lungo. E lui mi piaceva davvero tanto. In questo caso si tratta di una ragazza di 22 anni, molto minuta, che è stata ritrovata esangue con uno squarcio di 15 cm, lividi ed escoriazioni. Le hanno dovuto fare anche una trasfusione di sangue. E non è accettabile che un uomo di 30 anni, non un ragazzino immaturo, lasci una persona poco più che maggiorenne in una pozza di sangue e invece che chiamare il pronto soccorso pensi a gettare i vestiti sporchi. Se non fosse stata ritrovata, sarebbe forse morta dissanguata. Ora, a tantissimi media, più che di scrivere dello stupro iniziale, non è parso vero invece poter parlare di “gioco erotico finito male”, “sesso estremo in strada”, basandosi prima ancora che la ragazza facesse dichiarazioni sulla propria consensualità, sul fatto che la telecamera li avesse ripresi arrivare mano nella mano. Certo, ad alcune persone piace sentire dolore per raggiungere piacere, ma consentitemi di dubitare che questo sia il caso. Come ho già detto, appoggio pieno alla sua decisione di non voler denunciare, ho orrore delle procedure d’ufficio, ma in questo caso la scelta di aprire un indagine è motivata. Quello che veramente mi fa orrore, è la misoginia e l’ignoranza di tutti gli articoli che ho letto, dire che se sono arrivati mano nella mano allora è tutto ok, che lei ha detto che era consenziente allora è tutto ok lasciarla in un lago di sangue, etc. Per tutta la giornata di ieri e l’altro ieri, fino alle parole della psicologa di ieri sera, tutta la stampa era compatta nel parlare di sesso sfrenato, di gioco erotico senza porsi alcuna domanda. Tutti tranne Sara Menafra sul Messaggero di ieri, l’unica che è andata sul posto, ha parlato con chi ha visto il filmato, ha messo in dubbio la versione ufficiale. Libertà di autodeterminazione della ragazza, ok. Ma come femminista sono molto preoccupata dalla percezione dell’opinione pubblica su cosa sia fare sesso in due, dove inizi e dove finisca il consenso, cosa sia uno stupro.

  9. cybergrrlz says

    da fb:

    Odette: “Non voglio pronunciarmi per altre donne. Però mi permetto di dire che non è bello considerare normale che una ragazza venga lasciata da sola a stazione Termini tutta sanguinante per contrastare una medicalizzazione da parte della specialista di turno. Cioè, intendo dire che è sia inquietante fare la caccia all’immigrato, sia inquietante far passare come “normale” che questa resti da sola a Termini tutta insanguinata. Non è che l’unica soluzione alle discriminazioni è rendere bella una cosa brutta.”

    Fem: “comunque staresti parlando di omissione di soccorso che è una cosa diversa dallo stupro. anche penalmente è diversa.”

  10. Y says

    Vorrei dire due parole ma penso che se ne siano già scritte molte qui nei commenti quindi mi limito a un appunto: chi dice di non aver mai sentito di uomini che finiscono all’ospedale per una disattenzione di lei s’è decisamente perso qualcosa.
    Mi si può dire che statisticamente è più frequente il contrario e sono d’accordo ma dire che non succede è semplicemente falso. 🙂

  11. fikasicula says

    @Inquieta
    sono consapevole di ciò che dici da quando, giovanissima, all’uscita di una discoteca a Londra, un ragazzo di un paese del grande continente africano tentò di mettermi le mani addosso. dissi di no. con me c’erano delle amiche. ci riprovò e lo spinsi in malo modo. lui urlò forte che ero una razzista e se ne andò.
    quando c’è da analizzare i comportamenti sessisti io non guardo in faccia nessuno. donne, uomini, italiani, stranieri. il sessismo è una cosa ampiamente diffusa in senso trasversale e la violenza sulle donne pure. ma qui ci sono troppe cose che mi fanno pensare e prevale questa necessità di vederci chiaro.

    possiamo comunque continuare a farlo qui: http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/07/13/stupri-utili-confessa-strega-non-e-vero-che-tha-stuprato/

    in questo altro post che ho appena pubblicato.
    grazie in ogni caso per questa bella discussione a tutti/e!

  12. Alessandra says

    @Chiara: Grazie per quello che hai scritto, per quel che può valere lo condivido in pieno

  13. inquieta says

    carissima, premesso che ti seguo sempre con interesse e che ti stimo tantissimo, ho l’impressione di un certo doppiopesismo in fatto di razzismo. Voglio dire, non esiste solo il razzismo degli italiani a danno degli immigrati, ma anche il contrario: più precisamente, esiste il razzismo da parte di molti stranieri a danno delle donne italiane e occidentali, la cui mentalità emancipata suscita in loro, più frequentemente di quanto non si creda, un estremo disprezzo.

    é dura ammetterlo per chi come me e te ha sempre difeso i diritti degli stranieri emarginati, ma dobbiamo prendere atto della realtà. io in un quartiere ad alta densità di immigrati ci vivo e certe cose le posso osservare ogni giorno: ci sono quelli che ti passano davanti mentre si è in fila perchè convinti di avere un diritto di precedenza in quanto maschi, ma soprattutto ci sono quelli (perlopiù nordafricani) che calata la sera molestano le donne che è una meraviglia. Non parlo di semplici apprezzamenti che possono anche far piacere se non sono volgari, ma di molestie vere e proprie. Ci considerano mignotte a cui non è dovuto il minimo rispetto solo perchè siamo diverse, perchè andiamo in giro la notte, ci vestiamo come ci pare ecc. Tornando al caso della turista ferita, io non sono una psicologa nè una giurista ma mi sembra abbastanza evidente che chi l’ha ridotta così non può che essere ispirato da un profondo disprezzo verso la ragazza in questione e probabilmente da un intento punitivo. si sarebbe comportato allo stesso modo con una ragazza africana ben velata e timorata di allah?

  14. fikasicula says

    @valerio
    sono d’accordo con te. torturata con attenzioni mediatiche e medicalizzazione finché non dice quello che vogliono sentirsi dire. mi chiedo dove stia lo stupro a questo punto e chi lo ha commesso o lo sta commettendo.

    @Gabriele
    la rassegna stampa sta più o meno tutta qui http://bollettino-di-guerra.noblogs.org/post/2012/07/11/roma-lo-stupro-che-non-era-uno-stupro/
    ho letto parola per parola e a parte il solito giochino dei media di articolare il caso con dettagli morbosi per farne motivo di audience non leggo molte verità. anzi ne leggo due: che la ragazza non ha fatto denuncia e che è stato riaperto il caso in virtù delle impressioni della psicologa. voglio sapere a questo punto quanti sono i casi aperti in virtù delle impressioni di chiunque perché questa a me sa tanto di santa inquisizione e non di una società libera e antiautoritaria in cui si rispetta la libera scelta degli individui e delle individue.
    quando si parla di stupro non puoi parlare di “opportunità” descrivendo quello che a mio avviso stanno facendo, da ciò che leggo, perché prima che l’opportunità di sentirsi accolta stanno attribuendo alla ragazza emozioni e tesi che fino ad ora non ha svelato. difendere lei significa proteggerla, per esempio, dai media e questa psicologa io mi chiedo chi l’abbia autorizzata a mettere in mano ai media le sue impressioni sul caso.
    perché pur non violandone la privacy comunque la sta sovraesponendo in modo esponenziale e non sono poi così certa che la ragazza fosse così disposta a vedere consegnate alla stampa “impressioni” di una psicologa con cui ha parlato – si scrive – che quantomeno dovrebbe essere vincolata al segreto professionale. quante volte hai sentito da un centro antiviolenza che la psicologa che analizza un caso antiviolenza può mettersi a parlare con la stampa delle sue impressioni e in base a quelle prevaricare la persona che ha in terapia o sotto consulenza spogliandola del diritto di denunciare un uomo violento?
    questa è l’anticamera del Tso perchè il passo successivo è non riconoscere alla ragazza la capacità di intendere e volere anzi in un certo qual modo la psicologa lo ha detto affermando che lei è “provata” e dunque negandole perfino credibilità a fronte di quello che ha già detto.
    questo obbligo di dichiararsi vittima è funzionale ad uno stato autoritario in cui ti devi consegnare a piene mani perché altrimenti ti negano anche il riconoscimento in quanto persona affidabile che è in grado di dire cosa vuole LEI dalla vita.
    di questa modalità è fatta la teoria che sta alla base della Pas di cui tu stesso ti occupi senza evidentemente coglierne l’origine culturale e la disposizione autoritaria.
    togliere parola ad una donna, ad un soggetto che ha il diritto di autodeterminarsi, toglierle credibilità, NON SI FA. non si fa mai e tanto più lo dovrebbe fare una psicologa che dice di avere a cuore il suo caso.

    e io qui di violazioni ne vedo tante ma non sono certa che parliamo della stessa cosa.
    mi baso sempre su ciò che leggo, come fai tu, ma evidentemente per violazione non intendiamo la stessa cosa perché io mi metto nei suoi panni e non gradirei che nessuno mai osasse determinare una faccenda così importante al posto mio. e quando dico nessuno intendo proprio nessuno.
    dopodiché non resto a commentare sangue e ferite e dettagli offerti al pubblico per scatenare questa rissa attorno ad un corpo considerato già morto e privo di volontà. io aspetto che lei dica qualcosa. se la dirà. i media sono abituata a non considerarli fonte attendibile in generale e reinterpreto sempre le cose che vi sono scritte. dovresti farlo anche tu a meno che non aspiri a diventare, come dice Rita, un pezzo del pubblico di uno dei programmi pomeridiani di raidue.
    le tue domande: 1) lei dice, anche nel link che mi passi tu, che era consenziente e non si è accorta di niente. all’improvviso ha provato dolore. fine. non aveva detto no e non sa perché abbia provato dolore. e io non sto qui a interrogarmi sul dettaglio, i punti e i non punti, e queste cose morbose. mentre tutto il mondo tenta di convincerla a denunciare una cosa di cui lei nemmeno ha capito l’origine. tentando di sostituire parole fatte e finite e convinzioni altrui alle sue immagini sfocate prima che lei riesca a riacquistare la memoria e il senso delle sue scelte. questa per me è prevaricazione. e d’istinto mi verrebbe solo di andare lì e salvarla da tanti sciacalli. domanda 2: ti ho già risposto. 3 e 4 credo pure.

    @paolo: leggi il commento di rita che è meglio. grazie!

    @alessandra: non hai capito. credo. io sto difendendo lei e in questo momento i suoi nemici mi sembrano altri che non quel tizio. posso farmi tante domande di cui non ho risposte. posso anche emozionarmi moltissimo per il sangue e le ferite ma le domande restano e tutte le considerazioni fatte pure. inoltre, per favore, questi parallelismi che mi negano il diritto di dire come la penso e la ricerca di paragoni in negativo per affermare che la tua opinione è buona e la mia cattiva, non ti/vi fa davvero merito. che vi devo dire? io tra le buone e i buoni, armati in questa santa crociata in difesa del bene, da laica, ci vivo così e così e dunque sarò come i cattivi anzi perfino di più perché penso che in realtà siano loro a somigliare a me e non il contrario. 😀

    @rita: ti ringrazio. e lo capisco il disagio. ti terrò da conto se c’è da salvare questa ragazza dalle grinfie di tutto il sistema che si erge in sua difesa fino a calpestarne i diritti.

    @chiara no, nessun errore. mi assumo la responsabilità di quel che scrivo, come sempre, ma non devo espiare peccati e non ho da farmi perdonare alcunché se non la mia incessante voglia di capire le cose per come sono davvero. con tanti abbracci e baci alle compagne delle slut walk, a te, e a tutte quelle che mi stanno insultando e che non importa, purché io abbia il diritto di dire ciò che penso senza che a nessuno venga in mente di legarmi ad un palo, virtuale, per darmi fuoco. perché una cosa è la lotta contro la violenza sulle donne, che io pratico da decenni con grande tenacia e determinazione senza fermarmi mai, e un’altra è il dogmatismo e le interpretazioni per “fede” che io mi rifiuto di praticare.

  15. Chiara says

    ara Fikasicula,
    mi dispiace tanto, non capisco la tua prospettiva, ho tutta un’altra visione del femminismo, la tua mi sembra una visione da femminista liberale, e io con le liberali condivido solo poche, mirate, battaglie per il resto parto da una prospettiva di sinistra e certe affermazioni mi sembrano solo pericolose. Io non uso mai la parola vittima, se leggevi meglio te ne saresti accorta. Io uso sempre la parola sopravvissuta o sopravvissuto. Parlo di cose che conosco molto bene, permettimi di dire, molto meglio di te, non per una qualche superiorità intellettuale ma solo per ricerca, volontà di capire e ascolto nei confronti di chi e’ stat* stuprar*. L’attivista che ho conosciuto e con cui ho collaborato per l’organizzazione della Slut Walk London non e’ certo una vittima passiva, come vengono ritratte le donne violentate negli spot antiviolenza, veri capolavori di orrore. E’ una donna fortissima, che quando parla e’ molto dura. Così’ i miei toni sono forti perche’ forti i sentimenti in gioco, dovresti semplicemente renderti conto che stai offendendo persone stuprate, se non capisci questo io posso farci poco, e’ una banale questione di saper ascoltare anche una persona incazzata. Faccio un passo verso di te e cerco di spiegarti anche se non so se serve. Cercare di tapparmi la bocca facendomi passare da “moralista” e’ grave, non per me, di cui non mi interessa, ma per persone con cui collaboro che ti garantisco direbbero cose molto più pesanti delle mie. Gli stupratori e i loro fiancheggiatori trattano così le femministe: sei un’isterica moralista, vuoi difendere puttane ubriache che se la sono cercata. Se non ti accorgi degli errori che fai magari in buona fede come possiamo combattere unite la violenza? Non sono qui per fare la paternale, ma con un senso anche di sconforto, vorrei che si facesse autocritica quando si sbaglia il tiro. Che lei non voglia denunciare e’ chiaro che ha tutto il diritto di farlo e noi di proteggere il suo silenzio e la sua privacy, la maggioranza non denuncia, questo e’ un fatto ma parlare di auto-determinazione di fronte ad una persona in stato di shock, che ha avuto 15 punti di sutura, ha rischiato seriamente di morire e difendere uno stronzo che non mi importa un cazzo che sia tunisino: gli ha lacerato la vagina e l’ha lasciata agonizzante su un marciapiede, questo e’ un fatto!! non scomodiamo il razzismo e altre belle amenità. Poi tra l’altro tutta la stampa si e’ affrettata a dire che era un rapporto consenziente, non c’e’ stata nessuna caccia allo straniero questa volta e sai perche’? da femminista dovresti chiedertelo, ma non sono qui per insegnare niente a nessuno: la stampa sta sempre dalla parte degli aggressori o presunti tali perche’ gli italiani sono prima misogini e solo dopo razzisti. La misoginia infatti riguarda moltissimi compagni di sinistra assolutamente anti-razzisti, come ci ha spiegato piu volte benissimo Lorenzo Gasparrini, il compagno di sinistra puo essere uno stronzo che odia le donne, ma lo straniero lo difende sempre anche quando e’ colpevole. Questo sito e’ molto bello, ho ammirato sempre il vostro lavoro altrimenti non mi sarei iscritta alla vostra lista, questo per me pero’ e’ un errore e tale resta, basterebbe ammetterlo, senza tentare di buttarla sul moralismo come gli stupratori o sull’auto-determinazione, concetto che piace tanto alla destra, concetto del femminismo storico ma che ormai i media manipolano e sporcano in tutti i modi. Ritorniamo allora alle radici storiche del movimento, una violenza non può’ mai essere confusa con l’auto-determinazione. Da femminista gli scontri con persone che condividono con me molte battaglie non mi piacciono, ma purtroppo essere duri a volte e’ necessario. Sull’attenzione morbosa dei media per esempio e’ chiaro che sono d’accordo, da femminista odio il paternalismo, ma negare lo stupro e addirittura difendere l’indifendibile proprio e’ assurdo. Una persona incosciente a causa dell’alcol non e’ una persona che si autodetermina, il consenso avviene se sai cosa sta succedendo non il contrario, una persona che rischia di morire e uno non la soccorre non sta facendo sesso. Un uomo che fa sesso con una persona incosciente, le procura un’emorragia grave e la lascia sola a morire e’ uno stupratore. Alla slut walk si parlava proprio del problema dell’alcol, di come molte ragazze vengono violentate da incoscienti, mentre barcollano e non ricordano nemmeno cosa e’ accaduto, con uomini che non usano neanche il preservativo, in questo caso poi siamo alle lesioni gravi, da rischio vita. Il mio discorso quindi non e’ se lei mente o non mente ma se lui e’ stato violento. Lei ha tutta la libertà’ di non denunciarlo, tra l’altro vista l’Italia avrebbero buttato la colpa su di lei, puttana ubriaca che ci stava. Ma lui non deve essere difeso da nessuno, sopratutto non da persone che si definiscono femministe.

  16. Rita says

    Io trovo che la tendenza a usare ogni caso di cronaca per farlo diventare un argomento di discussione con toni così enfatici sia tipica di chi è educato a media mainstrean e trasmissioni pomeridiane della televisione. questo blog non è mai stato come Forum o La vita in diretta dove si articolano espressioni isteriche del pubblico che attribuisce notizie morbose, gossip, alle cose di cui sta parlando per rendere più interessante il proprio punto di vista. qui io ho sempre apprezzato il fatto di aver letto analisi lucide quando tutti gli altri si lasciavano trascinare dall’emozione del momento.
    quando ci fu l’ondata di stupri a roma che ha regalato tanta popolarità ad alemanno. quando la lega premeva per castrare chiunque fosse di religione musulmana dicendo che l’emergenza violenza sulle donne era etnica.
    ma non solo su questioni di violenza sulle donne.
    ricordo quando lessi insulti da chi non apprezzava l’analisi immediata che dedicasti alla faccenda dell’aquila mentre qualcuno ti diceva che era troppo brutto il fatto che tu mettessi la politica davanti ai morti. poi però si è visto chi metteva i propri interessi davanti i morti e tutti dissero quello che avevi scritto tu.
    perciò io leggo e taccio perché quello che scrivi mi fa comunque sempre pensare.
    non ti nascondo che un po’ mi infastidisce leggere di queste cose in questi termini, perché anch’io sono orientata a ritenere che quella donna possa essere stata vittima. ma dopo il fastidio a pelle ho riletto e ho letto tutti i commenti e in fondo ho capito.
    qualunque sia la conclusione di questa vicenda noi abbiamo un problema che è di incapacità di lettura critica di questi eventi sganciati dall’emozione. e invece serve lucidità per non essere strumentalizzate e per non consegnarci in mano a gente che di noi si servirebbe per cose che non condividiamo.
    quindi grazie. grazie per ciò che scrivi.

  17. Alessandra says

    Sorelle, non vi capisco. Vi preoccupate tanto che non si faccia un caso mediatico di tipo razzista, parlate di incidente tra ubriachi (però svenuta sull’asfalto e insanguinata c’è rimasta solo lei), il problema principale per voi è che non subisca pressioni per parlare di violenza (violenza che, comunque la si voglia classificare, c’è stata: se a volte c’è e non si vede, a maggior ragione c’è quando una persona viene trovata in quelle condizioni). Se non sapessi chi siete e apprezzassi questo sito per mille validi motivi, mi sembrerebbe di trovarmi sulla pagina di Maschi selvaggi.
    PS le cretinate lombrosiane, le cazzate dei giornali sono una triste realtà, ma non giustificano l’atteggiamento ipergarantista su un soggetto che comunque nella migliore delle ipotesi ha lasciato una persona da sola a dissanguarsi.

  18. Paolo84 says

    però, più mi interrogo su questa storia e più mi sembra che qualcosa non quadri. Fermo restando il rispetto che si deve alla ragazza e a ciò che sente, se dice che non è stata stuprata ne prendo atto..resta il fatto che nessuna penetrazione “normale” può provocare quel tipo di danno fisico a meno che lui non abbia un rasoio al posto del pene.
    Correggetemi se sbaglio, so che non può esservi una regola in queste cose e ogni donna ha la sua esperienza ma anche con una vagina poco lubrificata, ciò che può verificarsi sono al massimo piccole abrasioni e credo una lieve perdita di sangue, non certo una lesione vaginale che necessita di 15 punti di sutura

  19. Gabriele Lenzi says

    @fikasicula

    Sull’ansia di sfuggire all’accusa di sessismo ci ho pensato ma proprio non capisco cosa intendi.

    Io non ho tenuto nessun corso, non ci siamo capiti, li ho frequentati da utente, da “studente” in formazione. Di violenza ne ho subita abbastanza da branchi di maschilisti, non è una peculiarità femminile. Per la terminologia, preferisco parole come “sopravvissuto” o “resistente” a “vittima”, proprio per motivi di autodeterminazione.

    Sei tu che dici che stai “difendendo” la ragazza. Io ho parlato di opportunità, non mi pare “non fidarsi” delle parole della ragazza né essere paternalisti o “sorveglianti e punitori”. Dare opportunità è uno strumento professionale e ideologico che chi si occupa di questi temi offre a chi sopravvive alla violenza, e qui “violenza”, sessuale o no, volontaria o no, cercata o no, desiderata fino in fondo o no, c’è stata, è un concetto semplice mi pare. Si misura sullo shock, sulle lacrime, sul sangue, sull’urgenza chirurgica. Voler vedere l’ansia del soccorso per la gratificazione del mio ego in un concetto tanto semplice a me sembra molto strano.

    Altrimenti è come se tu stessi dicendo che il fatto che le violenze vengano solitamente rivelate/confessate/portate a coscienza/denunciate anni e anni dopo sia un dato del tutto aproblematico, frutto di libera scelta individuale, di autodeterminazione. Si torna sempre lì, al mito della libera scelta. La liberazione è altro, presuppone delle catene. La libertà è un’utopia.

    La pressione mediatica è un problema e lo capisco, ma spero che medici e psicologi le creino un contesto abbastanza protetto. Spero.

    Per quanto riguarda l’ “operazione grave” del mio presunto “sermone” (e si torna al punto che ti piace avere queste lenti sul mondo: moralisti/gente “per male”, lenti per me limitanti perché appena si fa un’affermazione etica – e tutto il femminismo e l’antipatriarcato e l’antifascismo e l’antispecismo sono “etica”, per me – sembra che si parli per voce del papa, a questo punto se mi viene in mente Libero non ti offendere però), io mi limitavo a fare domande puntuali a cui non mi rispondi ma che per un po’ di autismo che mi contraddistingue provo a riecheggiare qui: 1. dove sta scritto che le piaceva “strong”? 2. in questo caso a cosa si riferisce “consenziente”? 3-4. sulla differenza di controllo (e abuso) della situazione tra i due, e sulle pratiche dei centri, ho già ri-accennato nel resto del messaggio.

    Per i link al messaggero, non li ho messi per non appesantire, bastava mettere la citazione virgolettata su google, comunque quel resoconto era qui, di ieri mattina presto: http://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/il_racconto_avevamo_bevuto_insieme_ci_stavo_poi_quel_dolore_pazzesco/notizie/207794.shtml

  20. cybergrrlz says

    ancora da fb. some news sulla risposta securitaria a sorvegliare la vita di tutt* in violazione delle libertà personali di ciascun@. che meraviglia tutte queste persone che amano l’intrusione autoritaria a sorveglianza moralista nella propria vita per questioni di “sicurezza”. proprio una giusta risposta sollevare l’emergenza “stupro etnico” per ridare fiato a gente che ha necessità di questo per rifarsi la campagna elettorale. sciacalli!

    valerio:
    “http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/lazio/2012/07/12/Movida-arrivano-nasi-elettronici-_7177876.html
    Ecco cosa propone l’amministrazione capitolina per ovviare al sex & drugs in strada della gioventù debosciata e delle bande di gay ubriachi… Fatto il reato, trovato il dispositivo securitario… è allucinante il tempismo (della notizia o del provvedimento)…
    Mi chiedevo: a quando lo zyklon B automatico in caso si superi la soglia di droga e alcool diffusi nell’aria?”

    fem: “comunque che l’emergenza stupro etnico richiamasse a securitarismo come gli stupri utili di qualche anno fa non c’era dubbio. e stanno tutti lì a pressare ‘sta ragazza per farla denunciare. :(”

    Valerio: “Dice la psicologa: “Per la giovane ammettere la violenza si sarebbe tradotto anche nel dover restare a Roma mentre invece non vede l’ora di andare via dall’Italia e lasciarsi alle spalle l’intera vicenda”…
    CONFESSA, STREGA, HAI AVUTO RAPPORTI CON LO DIMONIO?!”

    fem: “eh 🙁 la psicologa che “crede” che non sia stato consensuale. lei “crede”. siamo alla denuncia per “fede”.”

    valerio: “a naso…”

    fem: “vorrei capire come fa il magistrato ad aprire un fascicolo per violenza sessuale in assenza di denuncia dato che non c’è stata flagranza di reato. questo davvero vorrei capirlo perché seguendo questo principio chiunque può finire in galera sulla base delle convinzioni di psicologhe credenti o gente di qualunque tipo.
    dove se arriva la denuncia della ragazza, tardiva, sotto pressione insistente, diventa solo la conferma di una tesi già bell’e fatta.”

    valerio: “Sì in effetti pare una forma soft di inquisizione… ti torturo di attenzione mediatica e medicalizzazione finché non confessi… alla confessione è già bell’e pronto il patibolo per il tunisino, sempre a naso, “poco raccomandabile”, insieme a tutti i dispositivi per il maggior numero possibile di potenziali reprobi… Si colpisce proprio nel mucchio, per esempio con questo delirante sniffatore virtuale… Immagino che se lo mettessero nei consigli comunali questo delicato congegno andrebbe in tilt…”

  21. fikasicula says

    ho notato che in coda ai commenti ci sono insulti di:
    – una vecchia detrattrice di femminismo a sud che spinta da sue antipatie personali ovviamente approfitta del momento per appioppare etichette ad minchiam.
    – fascisti che imprecano perché non possono dare sfogo al proprio giustizialismo.
    – maschilisti che ovviamente si gettano nella mischia per buttarla in caciara.
    direi che come al solito non vi smentite. quando c’è da dargli all’untore e da diffamare FaS siete sempre lì in prima fila.
    ma farvi una vita invece che stare a gufare affinché noi si muoia no eh?
    come sempre qui se articolate ragionamenti civili i commenti passano altrimenti no.
    cordiali saluti a tutti/e 🙂

    ps: roma non è nuova al concetto di “stupri utili”, ai fascisti, prevalentemente, ai giustizialisti anche, al punto di mettere in galera gente solo perché rumena… comunque scusate ma tenere il cervello chiuso non è una mia prerogativa.

    http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2009/02/15/stupri-utili/
    http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2009/01/28/economia-dello-stupro-e-della-razza/
    http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2009/01/25/decalogo-per-donne-stuprate/

  22. fikasicula says

    @Gabriele:
    allora io devo risponderti che trovo che il tuo commento sia dettato dall’ansia di sfuggire all’accusa di sessismo. e fai una operazione, grave, che è la stessa che fanno gli antifemministi quando chiamano te “maschiopentito” ovvero non leggi la mia opinione senza criminalizzarla e addirittura metterci un bel paragone con “Libero”, ché se mi leggi su Libero, per cortesia, dove sta scritta una analisi altrettanto lucida ti ringrazio ma io non ne trovo di frequente anzi mai.
    quando ho scritto su santoro e travaglio cose molto critiche mi hanno detto che dicevo le stesse cose che dice la lega, pensa un po’, perché qui se non appartieni ad un branco allora devi appartenere all’altro, e queste modalità da demonizzazione se tocchi santi o se non reciti il mantra che altri, molto fideistici, raccontano, sono tipiche di chi da un lato santifica e dall’altro crea demoni.
    per me il problema non si pone. io non sono santa né puttana. non sono santa né demone e sono libera di esprimere opinioni che se non le avessi espresse avrei offeso la mia intelligenza e quella di tante altre persone che mi conoscono per ciò che sono e faccio.
    e in quanto a violenza e stupri e tutto quello che ti pare tu avrai tenuto corsi presso luoghi che si occupano di violenza. io quella violenza la conosco in modalità diverse e molto più dolorose e ti assicuro, credi, che se c’è una persona che conosce la differenza tra ansia da soccorso per gratificare il proprio ego e la volontà di autodeterminazione della vittima quella sono io.
    però ti ringrazio per il sermone.

    @chiara
    non so come risponderti. addirittura fare un mea culpa. 🙂
    anzi non vorrei proprio risponderti ma vabbè. ti basterebbe leggere il post con più attenzione ma sei troppo incline all’offesa per discutere. e io non discuto con chi mi dice che giustifico gli stupratori. sono io offesa da tanta cecità e da tanti pregiudizi.
    quando ho fondato femminismo a sud era perché serviva un luogo laico in cui si potessero fare analisi e ragionamenti e esplorare verità e vedere le cose da mille angolazioni senza timore di tradire nessun verbo.
    io la comunicazione la analizzo e nella tua trovo necessità di consolidare l’idea che ci sia una vittima dove lei non voleva definirsi tale.
    e personalmente sarei mortalmente offesa da questo.
    mi ricorda un film, diffuso negli anni settanta proprio da femministe laiche e libertarie, che rispondevano ad altre donne che facevano del femminismo uno scudo per poter creare sante maria godetti dove non ce n’erano, e raccontava di una tizia che era incinta suo malgrado. messa in mezzo da antiabortisti e femministe o sedicenti tali, entrambe offrirono lei dei soldi per farne un vessillo per la loro causa e lei alla fine prese i soldi ad entrambe e fuggì con il pancione.
    perché quello che dimenticano tutti, quando si parla di questioni che riguardano le donne, è che l’autodeterminazione non può essere offesa da chi vuole ricucire le proprie convinzioni morali sulla pelle delle altre.
    io mi baso su ciò che leggo e ho letto che lei ha detto che lui non l’ha stuprata. ho letto che i media erano in difficoltà a far emergere questo dato perché serviva il mostro estivo su cui far leva per fare un po’ di chiasso in assenza di altri argomenti. una cosa sulla quale potesse speculare destra e pd (ché dire sinistra è un pochino troppo) e di tutto il resto se per cortesia mentre fornite prove così valide a mandare in galera questo uomo e a crocifiggere lei metteste anche qualche link sarebbe utile a capire di che state parlando. vestiti, operazioni, parrebbe che voi foste lì con lei e lei che ha detto che non è stata stuprata in realtà non c’era.
    io non giustifico lui. non so cosa gli sia passato per la testa. non lo so. e figuriamoci se qualcuno gli fa un’intervista per farcelo sapere, non so chi sia lei ma ha detto no grazie i vostri servizi non mi servono. ha fatto come quella tizia del film. ha preso e mentre il mondo si scannava per farne una martire o una demone se ne è andata. ecco: io difendo questo suo diritto. io difendo lei qualunque cosa lei abbia scelto. voi, invece, chi state difendendo?

    ps: e comunque, ragazzi, il “non credo che sia stato consenziente” della psicologa, prontamente registrato dall’ansa, è veramente un capolavoro. se le accuse per stupro dovessero basarsi sulle credenze della gente invece che sulla denuncia delle vittime il mondo sarebbe pieno di persone che stanno a penzolare dai rami di un albero… e vorrei capire quante sono le persone che in questo momento stanno pressando la ragazza per obbligarla a denunciare per farne il caso mediatico razzista dell’estate e quante si stanno preoccupando davvero per lei.

  23. fasse says

    fikasicula, qui si respira aria di scomunica 😀
    il tuo post sa di eresia. che diamine.
    e per quello che mi riguarda non partecipo al gioco di chi declina le ferite più grosse di modo che la mia risposta dovrebbe essere che le ferite erano meno quando l’altra dice che erano più. non è proprio questo il punto. quella è la trappola che relega ogni ragionamento critico nell’angolo dell’eresia. qui si parla di autodeterminazione perché lo stupro prescinde dalla profondità delle ferite e dal sangue e da tutti questi elementi da pronto soccorso. è stupro anche quando non c’è un briciolo di sangue, lei cammina dritta e se ne torna a casa senza emettere un lamento. è stupro anche quando ti prendono con la forza e hai un orgasmo involontario perché la vagina, come il pene, è un muscolo e si difende come può e si lubrifica, a volte, quando dovrebbe restare stretta. ed è stupro perché lei aveva detto no. quella è la circostanza. quello è il punto.

    comunque, per continuare a contribuire alla discussione:
    da fb, valerio:

    “In un attimo l’ANSA inaugura la caccia allo straniero e comincia ad emettere giudizi sommari, a partire dall’abbigliamento… un “tipo poco raccomandabile”… condanna per stupro già lombrosianamente emessa… parlano di “violenza bestiale”…

    “Aveva pinocchietti, capelli ricci, occhiali da sole ed un cappellino, un tipo poco raccomandabile – racconta Terenzio Boni, il medico ginecologo che ha in cura la giovane -, ha detto di essere il fidanzato. La ragazza però ci ha risposto di non avere fidanzati e di far allontanare quella persona che, di buon grado, ha accettato di essere accompagnato all’esterno dell’ospedale”.
    http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2012/07/12/Tunisino-indagato-stupro-Roma_7180616.html

    Io non escluderei che possa essere stato un incidente tra persone molto ubriache… Non credo sia usuale, per esempio, andare a visitare la propria vittima all’ospedale se si è stupratori… Anche perché se non si dubita e si parte a testa bassa con le tesi accusatorie (già sento lo scalpitare dei soliti bisonti di razza bianca che partono di KKK) dovrebbero essere vietate tutte le pratiche potenzialmente autolesive… anche pogare ad un concerto punk lo è, se è per questo, per dirne una… è un po’ la “sindrome della cintura di sicurezza” (che rappresenta storicamente, per me, il momento a partire dal quale lo stato ha cominciato a curarsi un po’ troppo dell’incolumità dei suoi sottoposti… inaugurando appunto la sua politica securitaria… che sappiamo tutti quali sfracelli e abusi abbia prodotto… da ultime le vicende del “decoro”). Ed è importante non cadere neanche nell’odiosa “sindrome da CSI”… nelle allucinazioni e nelle ipotesi deliranti a conferma della propria griglia interpretativa, pur in assenza di prove e informazioni… nell’identificazione collettiva, stimolata in ogni modo dai media, con il diritto e la (violenza della) legge… che tende a semplificare, semplificare, col solo fine di “sorvegliare e punire” col consenso di tutti…
    (Nessuno intende minimizzare comunque la violenza di uno stupro, se c’è stato, i suoi effetti psicologici, il background e le convinzioni che conducono a questi comportamenti…)”

  24. Paolo84 says

    Ogni donna ha il sacrosanto diritto di reagire come vuole, non si può obbligare nessuno a denunciare uno stupro come non si può obbligare una moglie a lasciare il marito violento nè si può obbligare all’aborto una donna che vuole portare avanti una gravidanza anche a costo della sua vita, anche con le migliori intenzioni nessuno può “salvare” una persona comunque capace di intendere e volere contro la sua volontà.
    Detto questo, faccio un’osservazione molto semplice: io non so cosa è successo (ripeto, stupro o non stupro, abbandonare per strada una donna sofferente e sanguinante è già orrendo) se (e sottolineo “se”) la ragazza è stata davvero stuprata e non succede niente, se lo stupratore non riceverà alcuna forma di punizione, se insomma non subirà in qualche modo le conseguenze di ciò che ha fatto (no, non sto invocando linciaggi, credetemi) è probabile che si sentirà libero di farlo ad altre donne

  25. Alessandra says

    @fikasikula: sono d’accordo con te sul rispetto assoluto del diritto di una donna, avesse anche subito la peggior violenza, a d autodeterminarsi e decidere di non voler parlare e affrontare il circo triste, sia sul piano mediatico sia su quello giudiziario, che normalmente segue una violenza sessuale. Io stessa non so cosa farei. Quello che volevo dire – mi scuso per la veemenza dei post precedenti – è che però non dovremmo raccontarcela, o voler dare un’interpretazione forzatamente “lieta” a un fatto che, in base a quanto si legge sulla stampa, ha lasciato sull’asfalto una persona in condizioni che difficilmente sono compatibili con un rapporto consensuale. E’ arbitrario e un po’ rischioso parlare di libertà sessuale in questo caso: meglio stare in silenzio tutti ed eventualmente lasciar parlare solo lei, se vorrà. Quel che so con certezza è che nessuno vorrebbe essere nei suoi panni.

  26. Chiara says

    L’autrice o autore di questo post e’ irresponsabile. Come donna, femminista, iscritta alla vostra lista, che stima e sostiene la vostra lotta, che lavora con sopravvissut* allo stupro (Black Women Rape Project) mi sento profondamente offesa dalle vostre parole. Che femminismo e’ questo? che usa parole come auto-determinazione per giustificare gli stupratori? A nessuna mente illuminata e’ venuto il dubbio che la ragazza non voglia denunciare come moltissime ragazze ubriache fanno visto che i bastardi poliziotti le consigliano di lasciar perdere perche’ se sei ubriaca sei anche puttana e ti conviene lasciar perdere. Nel paese dove lavoro Uk i dati statistici su ragazze ubriache violentate che hanno dichiarato di non aver denunciato sono allarmanti. A nessuno viene in mente che si può aver paura? di essere ammazzate? della vergogna? Qualcuno di voi sa che cosa significa lo schifo della vergogna? 15 punti di sutura, un uomo che lascia una donna sanguinante e agonizzante che poteva morire se non fosse stata soccorsa e stiamo qua a parlare di rapporto estremo? perche’ lui e’ scappato, ha buttato i vestiti insanguinati in un cassonetto? nessun rapporto estremo riduce così una donna come giustamente ha spiegato una persona molto bene, ci sono delle regole nel BSM e osate parlare di moralismo?? ma dove avete la testa!!! Qui una persona ha rischiato di morire e vogliamo dimostrare l’auto-determinazione a morire? Allora perche’ combattere la violenza domestica, perche’ incazzarsi perche’ lo stupratore dell’aquila con una dinamica identica e’ ora ai domiciliari? Anche lui ha ragione, lei era consenziente! L’irresponsabilita’ sta proprio nella vicinanza di questo articolo con le tesi classiche degli stupratori. Lo stupro e’ un argomento da maneggiare con la massima cura e richiede persone competenti. Qui si fa un errore mortale: confondere il femminismo con qualcosa che del femminismo prende solo alcune parole chiave a casaccio senza fermarsi a riflettere, dove l’unica fissa e’ un non ben precisato “moralismo” a tutto vantaggio del patriarcato capitalista violento. A insegnare alle ragazze a farsi ammazzare ci pensano già i magnaccia, gli snuff movies e la società neo-liberista, noi femministe i corpi li vogliamo liberi di godere non di farsi ammazzare! E’ ora di fare un bel mea culpa ed ammettere che questo post e’ vergognoso!

  27. Gabriele Lenzi says

    Trovo che questo articolo sia dettato soprattutto da una grande ansia di fuggire l’accusa di moralismo. E intanto fa alcune cose gravi, che non digerisco.

    1. Dove sta scritta qualsiasi cosa che giustifichi il riferimento a gusti estremi della ragazza? La volontà di trovare un senso alle parole della ragazza mi pare un po’ poco, visto che credo abbia solo detto che lui le piaceva e che lei voleva farci sesso. Di fronte a una donna sbudellata la prima cosa che viene in mente è che ha gusti masochisti? Un pensiero all’avanguardia, è la tendenza dell’estate. Un bell’allineamento a Libero, che titola: “La notte brava di una 22enne australiana. Sesso sadomaso a Termini.”

    2. Consenziente significa che le è stato fatto quello che voleva fare. Quindi se io esco di casa, una tipa dopo poche ore e parecchio alcool mi dice: fammi una lesione di 15 centimetri nella vagina, ma profonda, e io gliela faccio, secondo voi sono da difendere?

    3. Anche l’ansia antirazzista non è poco accecante. Ma l’avete letto che questo stronzo ha nascosto vestiti e scarpe macchiate di sangue o no? “«Prima di andarsene il tunisino ha buttato nel cassonetto sia la maglietta sia le scarpe che avevano tracce di sangue – racconta chi ha visto le immagini – non solo non l’ha soccorsa ma sperava che nessuno lo riconoscesse»” (ilmessaggero). Proprio un comportamento da persona sbronza, sì. E collaborativa. Dobbiamo giustificare tutto?

    4. Le parole della psicologa non vi piacciono ma sono proprio quelle parole da pratica di centri antiviolenza femministi (io benché uomo ci ho fatto formazione, non perché volessi impormi, maschio, nell’accoglienza, ma per conoscere), se le danno un’opportunità in più invece di far decidere alle dinamiche del contesto che ha vissuto finora e che, se fosse un caso di violenza, non sarebbe di certo un contesto protetto.

  28. fikasicula says

    alessandra, ma stai dicendo sul serio? cioè mi stai attribuendo una cosa che non ho neppure pensato. la battuta finale è riferita alla maniera in cui genericamente le questioni di donne vengono trattate dai media e nessuno se la ride di fronte ad una donna sanguinante. questo drammatizzare la comunicazione facendo leva su sangue e arena è non solo scorretto ma criminalizzante di ogni opinione critica.
    qui nessuno ride MAI quando c’è una donna che sanguina e che ha dei problemi. dal 2006 siamo qui a stare bene attente a non prevaricare mai la opinione delle singole e quindi io chiedo a te se davvero il problema è che la vicenda non riflette il tuo punto di vista o c’è dell’altro. se non impariamo ad ascoltare quanto viene detto e scritto dalle altre come pretendiamo poi di ergerci in loro difesa se ne mortifichiamo le scelte perché non somigliano alle nostre o sconvolgono l’immagine di martirio che ci siamo fatte della questione?

    il resto te l’ha detto Fasse. e comunque aggiungo, già che ci sono, che se anche per la tipa ci fosse stata violenza e se si fosse sottratta proprio, dato che facciamo il giochino del retropensiero, a questa processione di soggetti volontariamente propensi ad inchiodarla ad una croce anche se nessuno ce l’ha messa?
    se lei volesse evitare proprio di essere considerata martire?
    sareste davvero disposte a inchiodarla sulla croce per dimostrare che qualcuno ce l’ha messa? siamo a questo punto? e a chi giova? perchè? per chi? lei non ne beneficierebbe, così ha detto. dunque per chi?
    e te la dico con molta ma molta attenzione nei confronti di tutte le donne che subiscono violenza di cui io sono sempre testimone, complice, amica, sempre, anche quando mi dicono che il marito le picchia ma loro vogliono restare lì e non puoi, dico, NON PUOI, e non devi obbligarle a fare diversamente perché non è così che si fa, te lo possono spiegare in ogni centro antiviolenza che la cosa che non si fa mai è imporre il punto di vista di chi soccorre e vuole a tutti i costi fruire dell’utilità e gratificazione che deriva da quel soccorso, perché le lotte partono da se’, le rivoluzioni sono autodeterminate e perché la “tutela” non fa altro che soffocare il diritto all’autodeterminazione, e allora, dicevo, ti dico con molta attenzione che io dovessi subire uno stupro godrei nel difendermi da sola perché mi sentirei molto fragile, indebolita, colpita, massacrata, dall’idea di dovermi affidare a persone che non mi restituirebbero più il diritto all’autodeterminazione. ecco.

  29. Alessandra says

    @fasse: aiutami a capire il tuo punto di vista. Partiamo dai fatti: una ragazza che arriva al pronto soccorso in gravi condizioni, le gambe piene di sangue, la vagina lacerata. Ha solo 20 anni, viene dall’ altro capo del mondo e non parla la lingua, e’ scioccata, confusa e impaurita. Fammi capire perchè se lei neg di aver subito violenza e’ credibile, mentre una signora locale che arriva col naso rotto e un occhio nero e dice che e’ scivolata in casa e pare scivoli spesso, invece giustamente ti sa di cazzata. Certo che ognuna ha il diritto di dire quel che vuole e autodeterminarsi, e dobbiamo rispettarlo, ma c’è bisogno di fare un discorsone sul sesso estremo e il razzismo quando qui non c’entrano probabilmente ne’ l’uno ne’ l’altro? Dai il sesso anche molto oltre i soliti standard non riduce le persone quasi esanimi, non penso che le amanti del genere passino il tempo a farsi ricucire. Rispettiamo il dolore e la riservatezza di una persona, ma non e’ il caso di fare un apologo sulla libertà sessuale che mi pare esser stata semmai calpestata.

  30. kaby says

    Leggo sempre Femminismo a Sud ma stavolta mi avete proprio delusa!
    Ma come diavolo si fa a pensare che una donna si faccia quasi sventrare “in modo consenziente”? Ma come diavolo vi è passato per la mente che ferite di quel genere ai genitali possano essere state provocate con il consenso della ragazza, o anche solo per sbaglio??? Non per farmi i fatti vostri, ma vi è mai capitato di essere raccolte da terra, sole, in mezzo ad una pozza di sangue e sotto shock dopo un rapporto consenziente??? Dico, siete pazze?????? Poi scrivete : “Se lei dice che era consenziente rimettiamo i forconi da linciaggio in tasca, smettiamo di produrci in rivoluzioni parolaie su facebook e finiamola con il decretare cosa può piacere a una donna oppure no” Pazzesco, non ho parole! Non vi è passato per l’anticamera del cervello che la ragazza non fosse assolutamente in sé quando parlava di rapporto consenziente, che avesse vergogna o paura o che negasse quanto accaduto per un normale meccanismo di rimozione collegato allo shock? Oppure pensate davvero che farsi ridurre la vagina in poltiglia possa avvenire anche in maniera consenziente??? Ritenere che possa essere una cosa anche solo lontanamente possibile è molto grave, e soprattutto pericoloso! Bisogna dire a chiare lettere che non esiste NESSUN rapporto consenziente che possa ridurre una donna in quello stato. In nessun caso si può essere ridotte così in maniera consenziente! La brutta figura l’avete fatta voi, bella grossa!

  31. Alessandra says

    E comunque il commento “mi baso sulle parole di lei, e se nega di essere stata stuprata tant’è ” e’ una sciocchezza. Devo insegnarvelo io che una donna che arriva al pronto soccorso ferita e dice ” non sono stata aggredita” non sempre dice la verità? O vale solo se l’aggressore e’ marito o parente, se e’ stato un immigrato tunisino allora bisogna per forza interpretare la cosa a suo favore? Che la stampa sia razzista e idiota e’ un fatto, ma ciò non significa che tutti casì di violenza da parte di immigrati siano caccia alle streghe. E poi quella chiusa “dio e’ femmina e se la ride” di fronte a una ragazza ritrovata svenuta e insanguinata e’ davvero pessima, di un’ indelicatezza e insensibilità che non e’ proprio da voi.

  32. fasse says

    io non credo sia superficiale. si può essere d’accordo o meno ma dice una cosa vera. la ragazza ha detto che il rapporto è stato consensuale. e tutta l’interpretazione successiva sa di retropensiero, era violenza ma non lo vuole dire, era violenza ma se ne vuole andare, come è stato o come non è stato si sta dicendo che va rispettato il suo desiderio ed è chiaro che non siamo al tempo del vis grata puellae per cui se inizi un rapporto lo devi finire. di fatto se anche hai detto si all’inizio e poi dici di no e non vuoi continuare e lui continua è stupro ma in questo caso lei afferma il contrario. mettere in dubbio le sue parole è negare il suo diritto all’autodeterminazione. e a me pare sospetto il fatto che ci sia così tanta difficoltà ad accettare una notizia se non somiglia a quello che noi avremmo pensato/vissuto/voluto. senza offesa per nessuno ma anche a me sembra che ci sia l’urgenza di dare la colpa a qualcun@ dove ci sta tutto il diritto di questa donna a misurare le sue scelte, la sua corresponsabilità, tutto quello che ha voglia di dire e fare e il fatto che abbia detto che no, non ha bisogno di tutela, e che sono cazzi suoi, sottraendo l’osso dalle grinfie di chi già sperava in una impiccagione, non è necessariamente una resa. non si può imprimere una patologia in una scelta. sempre. determinare la propria reazione è un suo diritto. sottrarsi alla legittimazione di una strategia che ti usa e ti offende e ti vuole tutelare per forza, e “per forza” è il concetto chiave, non è un deterrente per chi pensa di voler denunciare quando subisce una violenza ma è l’espressione di un diritto, il proprio, di gestirsi la vita come vuole lei. fino alla fine.

    ps: in relazione alla questione dei rapporti con dolore non penso si volesse dire che il bdsm abbia minimamente a che fare con la violenza. anzi. l’equazione stupro=rapportoestremo la fa la stampa e non fikasicula. e per sottrarre i rapporti autodeterminati da quella speculazione e da quella equazione bisogna smettere di dire che non ci sono lividi. a qualcuna piace con i lividi, piace essere dominata e piace anche il dolore. dopodiché il bdsm è consensuale ed una ricerca del piacere in forme differenti che certamente non presuppongono l’omicidio o la lesione vaginale, ma ci sono desideri che noi non possiamo accettare e che esistono. non c’entrano con lo stupro ma non bisogna neppure estremizzare in senso opposto regalando del bdsm una visione edulcorata giusto in un luogo laico come questo in cui si considera perversione solo tutto ciò che non è consensuale.

  33. Alessandra says

    Secondo me questo post e’ molto superficiale. Non e’ che siccome un rapporto e’ iniziato consensualmente allora e’ tutto ok, si puo’ fare tutto. E scusate la mia limitatezza di orizzonti, ma a meno che uno non abbia in frullatore al posto del cazzo, nessuna dovrebbe essere ridotta come se avesse guadato un fiume di sangue.

  34. Paolo84 says

    X fede
    Credo di capire ciò che vuoi dire, ma continuo a pensare che due adulti consenzienti abbiano diritto di vivere la sessualità come preferiscono, anche in maniere ritenute “pericolose” (a me non attirano affatto tali dinamiche, ma non mi scandalizzo se a qualcuno piacciono).
    Comunque se ha ragione la psicologa, quel che è successo non c’entra nulla col sesso violento nè col sadomaso (che come dice exnihilo è tutt’altra cosa), questo è uno stupro (e poi non riesco a smettere di domandarmi: se era un rapporto consensuale perchè lui non è rimasto accanto alla sua amante?). Forse dovremmo aspettare che si chiariscano un po’ meglio i fatti.

  35. sami says

    Lo stupro è tale quando il rapporto non è consenziente. Ma anche un rapporto consensuale può trasformarsi in un rapporto violento NON voluto. Onestamente non credo che la ragazza volesse finire all’ospedale!! Se poi lei dice che è stato solo un incidente e non c’è stato NESSUN tipo di violenza va bene, in ogni caso mi preoccupa il messaggio devastante di “atto violento consensuale” o fare confusione tra pratiche bsdm e donne che amano farsi sfasciare o sfasciarsi la vagina perché il concetto di violenza è soggettivo o perché c’è a chi piace il dolore, secondo me su questa affermazione avete toppato, dato che c’è chi parla di “atto amoroso” anche davanti a uno stupro e a un tentato omicidio se c’è di mezzo la componente sessuale. So benissimo quanto la violenza sulle donne sia strumentalizzata quando il fine è il razzismo come in questo caso e negata quando si parla di violenza di genere, so che non veniamo ascoltate perchè il sistema ci vede come vittime rigorosamente inermi o come troie, ma mai come esseri pensanti con il sacrosanto diritto di autodeterminarci, di difenderci e fare quello che vogliamo, soprattutto se si parla di sessualità, e come si cerchi in tutti i modi di riaffermare questi messaggi per continuare a esercitare il controllo su di noi, ma finire all’ospedale dopo un rapporto sessuale è qualcosa che richiede attenzione, anche se non certo della stampa o dei maschilisti, razzisti forcaioli di turno, personalmente non credo tanto che a 22 anni avere un’emorragia, svenire e finire all’ospedale sia stata la conseguenza di un rischio ragionato.

  36. saro says

    oh si le meraviglie di roma!, mi erano sfuggite .il vaticano ,le mille chiese,le centinaia di migliaia di di inquisitori,i bellissimi palazzi del potere, con i loro meravigliosi stronzi dentro , le centinaia di ambasciate, e altri stonzi ancora.Le città militari,le centinaia di questure, la felicissima epoca dell impero romano………….dio è femmina e ride ed è felice………ma la ragazza a quanto pare,e a quanto si sa ,no,non rideva affatto.

  37. fasse says

    commento di @athamantide:

    “Se veramente a questa ragazza piaceva il sesso con dolore, non si sarebbe staccata da lui avvertendo dolore e non si sarebbe allontanata. Sarebbe rimasta a godersi il resto del dolore. (paradosso)
    Il dolore non era previsto da lei. Probabilmente nemmeno da lui.
    Ma il sesso non è una cosa per incapaci.
    La lacerazione di 15cm però c’è stata, i punti di sutura anche.
    Fossero stati messi in conto l’avrebbero ritrovata sanguinante e in lacrime su un marciapede?
    Se era consenziente perchè piangeva? No, non esiste. Non è BDSM questo.
    Può essere stato un incidente ma ci sn delle responsabilità.
    In casi simili infatti si procede d’ufficio.”

    e

    exnihilo
    “Mi permetto di dire che il BDSM non c’entra affatto. Le tre regole di questa pratica, anche nella sua forma estrema, si riassumono categoricamente in questa sigla SSC = Sano, Sicuro, Consensuale. Perciò, niente lesioni, niente lacerazioni, né emorragie o stati di shock. Inoltre, la soglia del dolore NON deve mai arrivare a superare quella del piacere. Detto questo, mi pare evidente che sia il caso di smetterla di parlare di “rapporto sessuale estremo consensuale” o di BDSM. Non scherziamo proprio.”
    http://isd.olografix.org/faq/faq_bdsm.htm

    segnalano questo articolo: http://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/la_psicologa_del_policlinico_la_ragazza_australiana_ha_subito_uno_stupro/notizie/207968.shtml

  38. fede says

    le dichiarazioni di Rooberto mi trovano d’accordo.
    Si ok ad alcuni piace il dolore, ma alla fine è stata lei a ritrovarsi sanguinante da sola.
    Le cose che ci piacciono non crescono nel deserto.
    Son sempre frutto di condizionamenti e ragionamenti.
    Mi chiedo che senso abbia riprodurre sessualmente dinamiche violente di potere.
    Le donne magari credono di gestirlo ma alla fine son loro che, anche in questi casi, muoiono e rimangono ferite.
    Non mi sembra di aver mai sentito di un uomo ritrovato sanguinante e ferito perchè alla sua compagna è sfuggita di mano la situazione.
    Occhio a quello che pensiamo possa piacerci.
    Niente è neutro.
    Io non so cosa sia successo quella sera, ma vedo il risultato e mi fa orrore.
    Per me è stupro.
    Si è vero le cose nn sempre vanno tagliate con l’accetta.
    Ma queste pratiche di violenza “consenziente” le trovo pericolose per noi.
    Infatti si feriscono sempre le donne.
    Cmq per me è violenza.
    Ma dai lei era per strada sola con lacerazioni e sanguinante.
    Ma che razza di persona fa sesso in questo modo?
    Ah si vero, uno dei soliti uomini che pensano che le nostre vite nn valgano un cazzo.

  39. cybergrrlz says

    ancora da fb.

    roberto:

    “Lo cancello poi questo post perchè mi rendo conto di essere fuori tema… Rischio di fare il difensore delle cause perse. Ho avuto un compagno di lavoro che si vantava di aver fatto in piccolo una cosa del genere con una turista ubriaca, sono passati anni e ancora mi pento di non averlo menato. Per me approfittare di una ragazza ubriaca o drogata non è l’equivalente di avere rapporti consenzienti (sarò all’antica), e comunque fare dei danni simili anche se la ragazza era consenziente è uno stupro. Poi che la ragazza si renda conto di essersi ficcata nei guai da sola e che voglia solo tornare a casa e per questo non fa denunce o altro non sminuisce nulla. Questo sia che il ragazzo sia di Tunisi che di Cernusco. Dio sarà forse donna e femminista (questo spiegherebbe parecchie cose) però non vedo cosa ci trovi da ridere.”

  40. Paolo84 says

    Lei dice che non è stato stupro e non abbiamo elementi per smentirla, forse potrebbe essersi trattato di scarsa lubrificazione vaginale, però avere lacerazioni e sanguinamenti nelle parti intime dopo un rapporto consensuale (per quanto “violento” possa essere stato, che poi sadomaso, giochi di ruolo e spanking a parte, io credevo che il comune sesso “violento” si limitasse a graffi e morsetti sulla schiena ma immagino di essere tradizionalista) non è esattamente la normalità a meno che non ci sia stata rottura dell’imene (ma non risulta, correggetemi se sbaglio)…mi unisco al boh di valerio: posso solo ribadire che tra adulti consenzienti tutto è lecito (compreso il sesso occasionale e “alcolico”, anche se è un comportamento irresponsabile da parte di entrambi). e devo dire che, anche se non è stata stuprata, se davvero è stata abbandonata sola e sanguinante per strada questo è già abbastanza orrendo

  41. cybergrrlz says

    sempre da fb, alcuni commenti:

    valerio:

    “Io credo che siano stati messi su un bel po’ di dispositivi allucinatori… in cui la realtà, se c’è, manco conta più… c’è stato il solito prodursi di linguaggi secondo format ben consolidati e che il post ha ben sintetizzato… A me rimane solo il dubbio (nel caso in cui, ad un certo punto, ci sia stata violenza non condivisa, cioè stupro) che la turista sia voluta tornare a casa al più presto senza farlo sapere in Australia o denunciare nessuno… per il resto non è chiaro niente: né l’entità dello “sbrego”, né altro… (tornando alla dimensione allucinatoria del “non detto” della vicenda: era vergine? se s’è lacerata come e perché s’è lacerata? era dovuto all’alcol che notoriamente rende più insensibili al dolore? alle incredibili dimensioni del pene di lui? alla scarsa lubrificazione per un rapporto troppo rapido? a me comunque non risulta che si sanguini per un normale rapporto, anche violento…). E’ una notizia ambigua, trattata e narrata ambiguamente… ed è giusta la prudenza di giudizio, visti i noti pregiudizi italioti su razze belluine e virtù coloniale… Ma mi rimane il sospetto che ci siano stupri che “accadono ma non sono accaduti” a causa delle ideologie che non trovano appigli a propria conferma e dunque negano qualsiasi realtà sottostante… Il risultato è un “questo non è uno stupro”, un po’ surreale come “questa non è una pipa” di Duchamp… Per me, a parte la parola della ragazza, non ci sono elementi per capire cosa sia successo e se importa qualcosa… In sostanza dico: boh…”

    e la vale:

    “Ma secondo voi, lancio una domanda così, le donne sanno sempre distinguere la violenza? Perchè va bene il sdms o il bondage, ma se uno ti lascia a terra sanguinante, da sola ubriaca dopo questo tipo di rapporto non credo che sia un atteggiamento da difendere. Le donne spesso stanno in situazioni violentissime senza nemmeno rendersi conto che sono tali.

    Senti, io sentito dire adolescenti che quando il ragazzo le picchia perchè sono scollate o hanno ricevuto/mandato sms a un maschio, fanno bene, se lo meritano. Le donne stesse sono colonizzate dal patriarcato e l’autodeterminazione passa per una presa di coscienza di questo!

    ma io ho detto anche che può anche essere che le donne non sappiano riconoscerla. Non sto mettendo in dubbio la violenza, quello è grave: Mi ha violentato, no, non è vero. Metto in dubbio che le donne possano riconoscere sempre la violenza quando questa è agita perchè sono cresciute in una cultura del patriarcato dove questa è normalità.

    Certo è nella complessità e nella diversità delle donne che si declina la lotta, solo che mi lascia perplessa il fatto, nello specifico, che questa ragazza sia rimasta da sola, per strada, dopo un rapporto e l’abbiano raccattata alle 5 del mattino sanguinante a terra. Mi colpisce la “disattenzione” dell’altro”

  42. simona says

    “Il sesso piace come piace”, sono d’accordo, ma se questo significa che puoi farlo un po’ come vuoi e con chi vuoi. Se invece significa che le donne e gli uomini (e non mi riferisco all’episodio in questione) sono liberi di “scoparsi a sangue”, ho bisogno di interrogarmi anche su altre cose. parlo per me ovviamente

  43. cybergrrlz says

    copio da fb (dove si legge una discussione interessante) un commento:
    “io mi baso sulle parole di lei e tanto è. dopodiché ci sono stupri senza sangue perché altrimenti ci mettiamo al livello di quelli che misurano i centimetri di penetrazione per stabilire se c’è stato stupro o meno. se una donna non è consensuale è stupro, come dice il post, che poi la stampa metta in moto dinamiche sensazionalistiche o abbia fiutato il caso sperando di farne il frame estivo contro il tunisino stupratore è un’altra storia.”

  44. Fabio Faggi says

    Che il tuo Dio ti benedica,su molte cose sono più che d’accordo.Ho solo due contestazioni da fare:tra quelli con benzina ed accendino non c’erano solo fasci,t’assicuro…ormai siamo tutti in preda a deliri da “giustizieri”,così come dopo,non è solo la nazionalità del presunto aggressore che spinge a trovargli una colpa.Purtroppo c’è anche una parte di nostre compagne e compagni che ha difficoltà a tornare indietro dalla condanna.C’è chi sostiene che sia stata stuprata ma non lo sa,nonostante dichiarazioni e video.Da antisessista convinto ti ringrazio per questa rivendicazione di autodeterminazione,la credibilità la si guadagna anche assumendosi le proprie responsabilità e dando dignità di verità alle dichiarazioni che,magari,sembrano più scomode.