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Quegli antifemministi/fascisti che fingono di occuparsi di padri separati

Tra gli antifemministi, e le teorie che contrastano un determinato genere di femminismo possono essere più o meno condivisibili ma comunque legittime, ci sono alcuni che cavalcano quell’onda, in realtà ripetono dei concetti a memoria, se ne servono per liberare la propria ostilità e misoginia in vari luoghi. Sono accolti in alcuni spazi in cui si discute di questione maschile e si impongono dettando con estremo livore e autoritarismo le regole del gioco. Gli argomenti da discutere, se non sei antiabortista non sei antifemminista, se non sei cattolico non puoi dirti legittimato a discutere di questione maschile, e poi, che diamine, vuoi mettere quei poveri padri separati che piangono dal dispiacere e che soffrono?

E la questione dei padri separati da codesti soggetti viene brandita come un’arma, come la storia delle foibe per quelli dell’estrema destra, perché in fondo non è un problema loro, alcuni non sono sposati e figuriamoci separati, vantano conoscenze e millantano ruoli e diffamano e insultano uomini, donne, le calunniano soprattutto, dicendo una marea di sciocchezze su sciocchezze con estrema sicurezza, perché il trucco di chi racconta balle è quello di raccontarle con convinzione.

Non mi interessa parlare di loro perché sono miserrimi individui che restano attaccati ossessivamente a noi perché non hanno altri argomenti, nulla da dire, solo odio, rancore, estrema ostilità che comunicano in ogni modo possibile. Importa ragionare sulle questioni essenziali che questo genere di persone, di destra, fascisti, anzi estremamente nazisti perché convinti della loro superiorità fisica e morale rispetto alle donne, alle lesbiche, ai gay, alle trans, ai migranti, a quelli che praticano altre religioni e agli uomini che sono diversamente da loro votati al ragionamento complesso, mai mediocri, questa gente qui, insomma, si occupa di alcune questioni prendendole a pretesto.

Avete presente quelli dell’estrema destra che fanno i noglobal e che si occupano di “questioni sociali”, casa, poveri, popoli oppressi, studenti, indebitati con equitalia e con le banche, il movimento dei forconi, perfino i terremotati? Si insinuano e piazzano la propria bandiera portando in giro slogan come “né rossi né neri ma liberi pensieri” o “destra e sinistra non esistono…” e di revisionismo in revisionismo sono riusciti a creare una entità rossobruna terzoposizionista che si nutre di teorici e pensatori europei e unisce le proprie motivazioni a xenofobi, islamofobi, razzisti e cattolici integralisti antiabortisti, tant’è che li avete visti marciare tutti assieme alla marcia per la vita del 13 maggio, dove perfino le suore sollecitavano la riscossa dei figli italiani perché gli stranieri non sono da considerarsi altrettanta vita.

Insomma questi motivi d’origine sono fonte di ispirazione per alcuni che attraverso la causa cosiddetta “antifemminista”, di cui in realtà sanno poco o nulla e che recitano solo scimmiottando qualche slogan e poco più, legittimano sessismo, misoginia, odio contro le donne, un odio motivato dalle ragioni di sempre. Aborto, contraccezione, libertà di gestire la sessualità. Sono fascisti, moralisti, lesbofobi, dove il loro insulto è “lesbica” e a seguire “è una cozza” o “grassa” o “vecchia”. Seguono una serie di orribili definizioni degne dei peggiori fascisti per denigrare le femministe. Tutte. In generale.

Perché dovete sapere che l’antifemminismo, quello che viene dagli Stati Uniti, anche lì inquinato da frange radicali di destra, ultranazionaliste, potere bianco, e chi più ne ha più ne metta, ha in origine dei problemi con il femminismo che in America si chiama “radicale” ma che corrisponde a quel femminismo che non piace neppure a noi. Donne autoritarie che hanno voluto fortemente leggi restrittive, pena di morte, braccialetti elettronici, registro pubblico, castrazione chimica per i sex offenders. Donne che hanno fatto battaglie assurde per censurare il porno, per criminalizzare la prostituzione e le prostitute, per moralizzare la vita delle adolescenti, per sollecitare la funzione sociale delle congreghe che vanno distribuendo alle ragazzine gli anelli della purezza. Donne di potere che costituiscono una lobby e che determinano decisioni e si riferiscono a destra ma anche a quel tipo di sinistra e che realizza una cultura che offende le stesse donne.

Certi antifemministi italiani sono molto confusi e non sanno che quello che in america chiamano “femminismo radicale” in Italia corrisponde alle Santanché o alle donne della Lega Nord. Estremiste di destra o cattoliche integraliste antiabortiste.

Quelli che conoscono perfettamente l’esistenza di questa differenza non fanno molto per informare correttamente circa ciò che accade in Italia. E poi esistono quelli che lo sanno ma proprio perché lo sanno creano confusione.

Per dire: noi siamo antiautoritarie, libertarie, parliamo di postporno, siamo libere e autodeterminate, non chiediamo tutele, non sollecitiamo alcun ricorso all’uso di stereotipi, ci piace rilevare il fatto che vorremmo abbattere luoghi comuni e sottolineiamo come i ruoli ci stiano stretti e come alla questione del potere della “natura”, brandito da aree conservatrici, opponiamo quella di “cultura”.

Eppure la parte più visibile del cosiddetto antifemminismo italiano, quella che dice di ragionare di “questione maschile”, si occupa di noi, ci insulta, ci monitora ossessivamente e si incazza per le battaglie sulla 194, sulla contraccezione, ci denigra se parliamo di puttane e se parliamo di lesbiche, ci addebita cose che non abbiamo mai detto e neppure pensato e la confusione a loro giova perché serve un motivo per odiare e istigare odio. L’unico motivo per cui miseramente riescono a trovarsi attorno ad un thread di un qualunque spazio a ragionare del nulla. Solo insultando e diffamando.

Qualcuna tra noi, con parecchio coraggio e stile, ha approfondito, una che in questo momento non può essere molto presente per cose sue, ma ci ha messo impegno, energia, intelligenza e personalmente l’ho seguita, volevo capire assieme a lei e in effetti delle cose da capire c’erano, delle persone con cui parlare si trovavano ma puntualmente per chiunque fosse orientato a spiegare e ragionare arrivava chi esigeva una separazione netta.

Perché quello che odiano, codesti soggetti, non sono le femministe che si oppongono a questo o quello ma giusto quelle come noi, che siamo troppo sfrontate e autodeterminate e antifasciste. Sono lì a insistere sul far coincidere l’antifemminismo con la lesbofobia, l’omofobia, l’antiabortismo e sono chiusi in una dimensione di rancore vuota di contenuti che va definita solo per dire quanto sto scrivendo.

Queste persone si occupano di uomini con problemi, disagi, conflitti, separazioni, come si occupano d’altro perché usano la disperazione altrui come veicolo per seminare odio e tempesta. Non gli importa nulla di portare avanti quelle battaglie e alleviare sofferenze ai padri. Non cercano di discutere di soluzioni che possono perfino essere comuni. A loro importa ribadire un preciso ruolo maschile e paterno, quello che loro impongono.

Quando loro si occupano di padri separati allo stesso tempo a te, padre separato, impongono di essere come loro, ti dettano norme di comportamento, ti dicono che l’unico padre di valore non può essere quello che chiamano “mammo” dove per mammo intendono un padre che si occupa del figlio a 360% con ruoli interscambiabili con le madri. Invece per loro il padre deve essere autorevole/autoritario. Un padre padrone al quale non hanno alcun problema a fare riferimento. Ti dicono che devi odiare le femministe, le donne tutte, ti dettano slogan e una precisa linea di propaganda. Ti dicono perfino tante idiozie tipo che alla base di certe decisioni del governo o dei giudici ci sia qualcun@ come noi come per berlusconi e totò riina dietro i giudici c’erano sempre i comunisti.

Tu arrivi presso di loro con un disagio, tu padre, ragazzo, uomo che ha vissuto un problema sulla sua pelle, un grande dolore, una immensa disperazione, e loro ti indottrinano e ti orientano. Ti dicono quali libri leggere, chi ha meglio definito il ruolo del padre e poi non sanno discutere dei temi se non per slogan.

Dicono: le femministe sono contro i padri…

Falso. Non è vero. Se ci sono delle alleate possibili per le battaglie che fanno i padri quelle siamo noi che abbiamo sempre spinto affinché la società fosse orientata ad una redistribuzione di ruoli. Dove i padri vogliono occuparsi dei figli noi siamo con loro.

Dicono: le femministe vogliono farsi mantenere dagli ex mariti.

Falso: le femministe fanno lotte su lotte per rivendicare un lavoro e sono i conservatori, i fascisti, che nei loro spazi, forum, blog, pagine facebook, insultano la nostra intelligenza dicendo che le donne dovrebbero sentirsi realizzate nel ruolo di mogli/madri e che le femministe che vogliono lavorare sono cattivissime donne in carriera che distruggono la famiglia. Hanno da decidersi. Ci vogliono indipendenti o no? Allora devono smettere di opporsi alle nostre battaglie per un welfare fondato su valori differenti, dove le donne non devono fare da ammortizzatore sociale per compensare ogni ruolo di cura e tutti i servizi che lo Stato non dà. Perché a parte dettare il come dovrebbe essere l’uomo/padre codesti conservatori dettano regole anche su come dovrebbe essere una donna. Piacevolmente e consensualmente sottomessa. Lo vedi dalla bibliografia che propongono in cui il libro di Costanza Miriano e altre pubblicazioni affini sono in cima alla loro hit parade.

Dicono: le femministe amano il ruolo delle vittime e pensano sia utile trarre un potere dalla maternità.

Falso: noi lottiamo affinché le donne si affranchino dal ruolo di “mamme” che pare l’unico destino possibile per noi e sul quale l’Italia catto/fascista divulga una retorica senza fine. Ma se vagate per i loro forum e le loro pagine facebook notate come questa nostra azione politica sia assolutamente denigrata, in modo perfino violento. Eppure dovrebbe essere utile per loro fare in modo che le donne si liberino dallo stereotipo mammesco, smettano di pensarlo un risarcimento a compensazione di ogni altro gap sociale, di modo che anche i padri, come giustamente chiedono, abbiano accesso alla vita dei figli. Chi vuole dunque che le madri restino attaccate al proprio ruolo rendendo difficile la redistribuzione di ruoli sociali? E poi: Noi lottiamo affinché le donne si emancipino e si smarchino dal ruolo di vittima/martire che piace tanto all’Italietta fascista che ti riconosce in quanto soggetto solo se può importi “tutela”. Noi vogliamo strumenti per rimetterci in piedi e non esigiamo alcuna tutela. Vogliamo pubblico riconoscimento se ci stuprano, ci picchiano e ci ammazzano, perché tutto ciò non deve avvenire e perché la violenza sulle donne è in primo luogo una costruzione culturale ma di fare le vittime proprio non ci importa niente. Ed è proprio questo che per i fascisti è intollerabile. Sottrarsi alla loro morsa, quella di chi afferma di voler proteggere  “le nostre donne” affermando un principio di proprietà sulla nostra pelle e negando ogni principio di autodeterminazione per tutte noi. Chi è dunque che vuole che noi si interpreti il ruolo della vittima affinché l’uomo fascista si scosti dalla mediocrità e dalla sua crisi identitaria per affermare il proprio ruolo di eroe/salvatore sulla nostra pelle? Chi è che esige che le donne siano utili a fornire quintali di autostima a uomini altrimenti privi di fonti di realizzazione? Chi è che esige che noi ricopriamo il ruolo di psicofarmaci sociali?

Dicono: le femministe vogliono soluzioni autoritarie contro gli uomini (violenti)

Falso: Vogliamo che i padri violenti (come le madri violente) non accedano all’affido e dunque non accedano al nucleo familiare, ex moglie, figli, che hanno subìto e che possono subire la violenza. Perché conosciamo le conclusioni di questo genere di situazioni. Imporre l’obbligo di mediazione familiare e di affido condiviso anche in situazioni di violenza o negare che quella violenza esista facendo ricorso ad una sindrome fasulla come la Pas è privo di buon senso da parte di chi dice di tenere alla salute psicofisica dei bambini. Non abbiamo mai chiesto la Sharìa e giusto noi non vogliamo che il “femminicidio”, che sul piano culturale va riconosciuto, diventi una aggravante in termini giuridici e in generale ci occupiamo di cultura, di prevenzione, di comunicazione e di individuazione delle risorse utili alle donne vittime di violenza. Invece sappiamo che certi fascisti che fingono di occuparsi di padri separati immaginano per le madri il Tso, la psichiatria coatta, la terapia della minaccia (Pas), la deprogrammazione e riprogrammazione del bambino che non vuole vedere il padre, si oppongono al carcere per gli uomini che praticano stalking, violenza, stupri, maltrattamenti, ma vorrebbero il carcere e addirittura la pena di morte per le madri che vivono in modo conflittuale la separazione. Non ultimo c’è chi paventa l’esecuzione delle femministe. Chi è che vuole soluzioni autoritarie dunque?

Dicono: le femministe sono contro la Pas e quindi contro i bambini.

Falso ideologico che sta nello stesso calderone delle imposizioni del gruppo di destra che condiziona fortemente la discussione su affido condiviso e affini. La Pas è una soluzione psichiatrica autoritaria propria di chi è di destra ed è orientata a riconoscere una malattia fasulla basata su un pregiudizio di genere, quello che ritiene che le donne che denunciano di aver subito una violenza dicano il falso anche quando denunciano per proteggere il proprio figlio da abusi.

Riformuliamo: le femministe vogliono che le persone che subiscono violenza siano tutelate e questo principio di assoluto buonsenso viene volutamente travisato e mistificato da chi usa il problema dei padri separati per imporre la propria ideologia.

Dicono che le femministe se ne fregano della povertà dei padri.

Falso: le femministe hanno dei problemi in rapporto alla propaganda che si realizza sulla pelle dei padri separati quando tramite quella propaganda si legittima/alimenta un business assistenziale che non risolve i problemi di povertà alla radice, che alimenta divisioni sociali, tipiche di una certa destra, e che discrimina un intero genere. Opporre critiche a chi vuole gestire risorse pubbliche e vuole dirigere le soluzioni (a destra) sfruttando un fenomeno così complesso non significa affatto criticare i padri separati o negare il loro disagio. E’ ovvio che da una separazione gli ex coniugi escano fuori impoveriti, entrambi, e che ciascuno ricorrerà alle risorse di cui dispone, i genitori, i familiari, il buon senso, la solidarietà reciproca quando c’è. Rilevare la povertà di padri e madri, così come racconta l’ultima indagine Istat in rapporto alla povertà di entrambi, è un dato essenziale per comprendere che in questa epoca di grande precarietà donne e uomini piuttosto che farsi la guerra in un reciproco egoismo dovrebbero lottare, insieme, per assumere una lotta contro i veri responsabili di tutto questo: chi gestisce l’economia, ci governa, ci toglie reddito e lavoro e ci impoverisce giorno per giorno. Bisogna pretendere lavoro e un reddito adeguato per tutti e pretendere che le donne abbiano un lavoro se non ce l’hanno piuttosto che supportare la politica governativa che le vuole economicamente dipendenti per realizzare un welfare che le sfrutta gratuitamente per i compiti di cura. Bisogna lottare affinché lo Stato smetta di delegare agli uomini di risarcire sul piano economico le donne che vengono impiegate nel “ruolo” di cura. Come sopra: le donne non vogliono essere mantenute e supportare le lotte per l’indipendenza economica delle donne sgrava gli uomini da un fardello economico pesante. Gli interventi assistenzialisti, forniti a partire da un pregiudizio di genere, sono una soluzione finta che serve solo a chi specula su questi problemi.

Esistono, e l’abbiamo visto, tra chi si occupa di questione maschile, quelli che non mettono in discussione la legge 194, quelli che supportano le battaglie per l’autodeterminazione, che non calpestano la questione di classe per fare emergere un conflitto di genere, che producono ragionamenti complessi in rapporto alle questioni che ci/li riguardano e quelle persone alla fine soccombono allo strapotere e alla prepotenza dei conservatori che in quell’area di movimento fanno la voce grossa. Esistono certamente padri separati che pur di vedersi risolta la propria disperazione si affidano a gente che sul loro dolore ci si sta ritagliando una carriera mentre sdogana autoritarismi. Esistono tante categorie di persone e in questo mare di confusione, noi, tenacemente, insistiamo nel voler capire.

Perché a noi importa della vita delle persone, tutte, donne, uomini, bambini. Sempre.

—>>>Leggi anche, perché è la seconda parte del post, Le false accuse di antifemministi/fascisti che fingono di occuparsi di padri separati e Critica da sinistra al movimento dei padri separati

Update: uno dei fascisti di cui sopra, noto clonatore di blog tra i quali uno che ruba il nostro nome, terrorizzato all’idea che qualche padre separato possa pensare che il vero nemico non siamo noi (e no, infatti, non siamo noi), piuttosto che essere “contento” di vedere che su alcune questioni siamo perfettamente – da sempre – in grado di comprendere il problema (non dovrebbe essere interessato a trovare un accordo per risolvere i problemi dei padri? O di quei problemi, in realtà, non gli importa nulla?), motivato da desiderio di divisione di genere per puro motivo ideologico, si è precipitato a raccontare balle e a ricercare motivi di odio contro FaS ricordando come noi, tempo fa, chiamavamo quelli come lui, non altri che quelli come lui, cyberstalker. Il cyberstalking praticato da quel genere di soggetti prende a pretesto la causa dei padri separati per perseguitare, insultare, in pubblico e in privato, donne e femministe in rete e per istigare odio contro di loro. Tutto ciò sulla pelle dei padri separati che certamente non sono mandanti di questo genere di azioni. Diffidate di coloro che vi strumentalizzano per le proprie crociate contro tutte le donne, le lesbiche, le femministe

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Posted in Anticlero/Antifa, Critica femminista, Misoginie, Omicidi sociali, Pas, R-esistenze.


3 Responses

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  1. saimo says

    questi fascisti al momento del matrimonio vogliono la fattrice angelo del focolare e quando si separano la donna indipendente.

  2. raffaele says

    Vorrei fare un’altra considerazione.. Certamente è un buon punto di inizio il riconoscere i disagi di molti padri separati(anche se però non so sotto quale ottica inquadrate tale disagio).Tuttavia quando vedrò che voi abbandonerete questa sorta di “sindacalismo di Genere” nel difendere il comportamento di tutte le donne in quanto donne, forse potrò prendere in considerazione più seriamente le vostre parole, le vostre istanze. Questo perchè a parte la vostra critica alle donne “autoritarie e fasciste” e alle due sorelle che fecero “stalking” nei confronti di loro fratello a colpi di Radio Maria(onestamente non la vedo una violenza, questa) non ho mai visto da parte vostra un richiamo critico verso certi comportamenti sbagliati usati da talune donne , e non mi sto certo riferendo a questioni come la minigonna o la gestione della propria sessualità, ma a cose che anche se non perseguibili penalmente sono umanamente immorali e degradanti verso il prossimo, uomo o donna che sia. A che serve negare che ci siano donne ciniche e cattive che feriscono i sentimenti di un uomo o se ne approfittano di lui? a che serve negare che tante donne siano attratte da uomini “machi” brutali mentre gli uomini bonaccioni, timidi e impacciati hanno notoriamente più difficoltà in questo senso? A che serve negare che ci siano donne che considerano l’ uomo in un’ ottica di “protezione e sicurezza”(espressione non coniata da noi antifemministi, ma da tante donne stesse) e che si sentono attratte da lui a seconda dell’ utilità di lei in questione, come se fosse solo un oggetto di trastullamento sessuale, un bancomat di mantenimento e un giullare che la faccia ridere o un cavaliere che la faccia sentire al centro dell’attenzione? E così via. Non serve a nulla! Così come non servirebbe a nulla, per noi antifemministi, negare che ci siano uomini violenti che maltrattano le proprie compagne. L’ importante è non generalizzare mai, nè in male nè in bene. Io non penso che tutte le donne siano cattive o attratte da “machi”, così come non penso che tutti gli uomini maltrattino le proprie mogli. Non penso che tutte le donne siano oneste ed empatiche, così come non penso che tutti gli uomini siano pacifici ed onesti con le donne. Ogni individuo è un caso a sè stante, con una una storia a se stante e quindi giudicabile a se stante, a prescindere da considerazioni di Genere. Ecco, è questo quello che vorrei farvi capire. Voi criticate tanto le SNOQ, ma poi questo vostro spirito di Genere che vi impedisce di vedere o di riconoscere eventuali malefatte femminili contro alcuni uomini vi accomuna alle SNOQ.
    Quando incomincerete a dire e a riconoscere che non tutte le donne sono irreprensibili e giuste con gli uomini, vedrete che in ambito antifemminista molti si sentiranno indotti a prendervi in considerazione.
    Ascoltate questo mio consiglio, se potete.
    Grazie.

  3. raffaele says

    Io sono antifemminista(indipendente e individuale, non appartengo a nessuna associazione maschile) e non ho mai condiviso che le tematiche antiabortiste(al di là di quale possa essere l’opinione sull’ aborto) entrassero a far parte della Questione Maschile e dell’ Antifemminismo, la verità è che solo una parte dell’ Antifemminismo sposa le posizioni dell’ antiabortismo militante, e la più importante e accreditata associazione della Questione Maschile in Italia, cioè “Uomini Beta” di Fabrizio Marchi è dichiaratamente di sinistra e non ha mai fatto campagne contro la legge 194.

    “perché il trucco di chi racconta balle è quello di raccontarle con convinzione.”(cybergrrlz)

    Eh, manco voi ci scherzate, però. Forse hanno copiato da voi.

    “è una cozza” o “grassa” o “vecchia”(cybergrrlz)

    Lo so, e la trovo di pessimo gusto questa cosa, e più di una volta l’ho criticato questo approccio. Però quello di offendere gli uomini “brutti” esteriormente e di deriderli come “sfigati” se non riescono a trovare una donna, è uno degli “sport” preferiti delle donne “emancipate”.

    “Perché dovete sapere che l’antifemminismo, quello che viene dagli Stati Uniti, anche lì inquinato da frange radicali di destra, ultranazionaliste, potere bianco, e chi più ne ha più ne metta”(cybergrrlz)

    In parte è vero.. Ma per fortuna oltre a queste frange filo fasciste e razziste vi sono anche e soprattutto antifemministi schierati su posizioni non fasciste nè razziste. E comunque molte delle prime femministe appartenevano al Ku Klux Klan, quindi gli scheletri fascisti non sono presenti solo negli armadi antifemministi.

    “ll femminismo che in America si chiama “radicale” ma che corrisponde a quel femminismo che non piace neppure a noi. “(cybergrrlz)

    Personalmente trovo molto più onesto e coerente il femminismo americano(per quanto feroce e separatista sia) che quello europeo(subdolo, paraculo e double face). Ovviamente questa è una mia posizione personale-

    “Donne autoritarie che hanno voluto fortemente leggi restrittive, pena di morte, braccialetti elettronici, registro pubblico, castrazione chimica per i sex offenders”(cybergrrlz)

    20, 30 anni di carcere(come asupicate voi) per i cosiddetti “sex offenders” tra legge gozzini soppressa(decreto antistupri del 2009), rischio di linciaggio in carcere ed esclusione morale e materiale dalla società(in questa società che voi definite “maschilista”, si può avere pietà anche di uno omicida o addirittura di uno stragista, ma non di un pedofilo o stupratore..questo è assurdo)e quant’altro, non mi sembra meno disumano della pena di morte o della castrazione chimica. Ci vorrebbero pene alternative al carcere(in primis, lavori socialmente utili per risarcire la vittima) per reati che non sono l’omicidio e la strage. Io mi schierai pubblicamente(sul mio sito) per la scarcerazione e il perdono della maestre di Pistoia accusate di violenza sui loro scolaretti.

    ” Donne che hanno fatto battaglie assurde per censurare il porno”(cybergrrlz)

    E hanno fatto bene. Il porno “hard” è uno schifo che umilia le donne(il fatto che siano consenzienti non significa nulla, anche chi si suicida è consenziente) e rende gli uomini schiavi emotivamente delle donne. Purtroppo io sono tra i pochi antifemministi ad essere contrario al porno(benchè, come il 100% degli uomini, in passato ne ho fatto uso).Molti uomini ritengono a torto che il porno sia uno sfogo per le frustrazioni sessuali di chi non ha una donna, in realtà il porno accentua questa frustrazione.

    “Certi antifemministi italiani sono molto confusi e non sanno che quello che in america chiamano “femminismo radicale” in Italia corrisponde alle Santanché o alle donne della Lega Nord. Estremiste di destra o cattoliche integraliste antiabortiste.”(cybergrrlz)

    Non solo la Lega o la Santanchè, ma anche i partiti del centro sinistra, il presidente della Repubblica Napolitano, la stampa che conta, le SNOQ,i sostenitori delle forze dell’ ordine, gli abusologi e le abusologhe, e quant’altro. E ovviamente il popolo bue.

    ” E poi: Noi lottiamo affinché le donne si emancipino e si smarchino dal ruolo di vittima/martire che piace tanto all’Italietta fascista che ti riconosce in quanto soggetto solo se può importi “tutela” “(cybergrrlz)

    Quel vostro slogan “violenza maschile contro donne e bambini” rievoca proprio quel “paternalismo” che tanto contestate.

    “Vogliamo pubblico riconoscimento se ci stuprano, ci picchiano e ci ammazzano”(cybergrrlz)

    Non so che in mondo vivete, ogni qualvolta c’è un presunto caso di stupro, ci sono mobilitazioni mediatiche, politiche e popolari piene di retorica e forcaiolismo, e voi ve ne venite dicendo nessuno considera una donna stuprata o ammazzata! Certo che avete un bel coraggio nel capovolgere la realtà.

    “Vogliamo che i padri violenti (come le madri violente) non accedano all’affido “(cybergrrlz)

    Se lui o lei è un violento/a lo deve stabilire il tribunale, non l’ex coniuge querelante. Diritto Costituzionale, questo conosciuto. E comunque per me anche un genitore(madre o padre che sia) non esemplare ha diritto di vedere i figli, a meno di casi estremi.