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La via crucis delle donne per una pillola dei giorni dopo

[Illustrazione di Eric Droker]

Dalla nostra mailing list il report di una lunga e bella discussione sulla pillola dei cinque giorni dopo, contraccezione, autodeterminazione. Buona lettura!

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L’Italia è il paese dei ritardi, soprattutto quando si parla di tutelare la salute della donna. Ma anche quando ci sembra di raggiungere un obiettivo, eccoti che salta fuori l’inghippo, il groviglio di norme e regole che ti complica l’esistenza.
Molti mesi fa venne fuori la notizia che la pillola dei 5 giorni dopo sarebbe finalmente arrivata in Italia. Anche se questa pillola, come quella del giorno dopo, è un contraccettivo e quindi non è abortiva, ha scatenato una serie di interminabili polemiche soprattutto da parte di chi supporta i cosiddetti Movimenti per la vita.

A differenza degli altri paesi europei, nel nostro paese prima di prendere la pillola si dovrà fare un test di gravidanza. Una decisione assurda che Gianni Fattorini di Agite, l’associazione dei ginecologi del territorio commenta così: “Si tratta di un modo per scoraggiare le donne. Le persone che vengono nei nostri ambulatori sono in uno stato emotivo particolare, hanno fretta e non hanno voglia di fare esami“.  Come dargli torto? Inoltre anche questa pillola sarà a carico delle pazienti e costerà quasi 35 euro, di più rispetto a paesi come la Francia (24 euro) o la Gran Bretagna (17 sterline).

Come se non bastasse la questione del test di gravidanza non è chiara: non si capisce infatti se dovrà avvenire attraverso un’analisi del sangue (che richiede un tempo molto lungo e quindi la natura stessa del contraccettivo d’emergenza verrebbe meno) o mediante i kit-test in vendita in farmacia, che sarebbero sempre a carico della paziente (quindi aggiungete ai 35 euro della pillola una decina di euro per il test… siamo a 45 euro per una pillola d’emergenza, ma non è finita qua).

Sappiamo benissimo che il test di gravidanza è inattendibile dopo uno, due o tre giorni, quindi se risulto incinta che succede? E se invece risulto non incita e invece lo sono? Oppure bisognerà fare le analisi del sangue in tempi record in un laboratorio ovviamente privato che ti farà pagare il doppio? E se io non avessi questi soldi né posso contare su nessuno a cui chiederli in prestito, cosa dovrei fare? Pregare di non restare incinta? Sperare nella buona stella? Non so voi, ma ho la sensazione (sempre più certezza) che, dato che non possono impedirne l’uso, stiano cercando di rendere la pillola sempre più onerosa così da renderla fruibile solo a chi può permettersela, quindi una piccolissima parte delle donne.

Di questo si è dibattuto molto nella nostra mailing list e Crescenzo, giustamente, ci fa notare che “oltre agli ostacoli indiretti di ordine economico e al volontario tentativo di complicare le cose e allungare i tempi con l’unico obiettivo di rendere sempre più difficile una scelta consapevole della gravidanza e della maternità, credo vi sia anche un piano simbolico in questo obbligo di test. E’ come dire che anche in questo caso la donna non ha “autorità” sul proprio corpo perché la sua gestione, il suo controllo, è esterno: affidato ad un impianto medico-burocratico che impone i confini di intervento.

Serbilla ci ricorda che ciò è “sulla linea della legge 194, la quale non prevede la libertà di autodeterminazione, ma permette di chiedere di interrompere la gravidanza per motivi di salute, anche nel primo trimestre. In pratica mette sullo stesso piano un contraccettivo e l’aborto, senza base scientifica, solo per far contenti i cattofascisti.

Il problema però sta a monte. Ancor prima del test e dei soldi, oggi è diventata una missione impossibile trovare un non obiettore che te la prescrive. Proprio per testimoniare tale disagio, ma potremmo chiamarlo ostruzionismo all’autodeterminazione o voglia di rendere nulla la 194, vi riportiamo le esperienze di alcune donne che hanno avuto necessità di richiedere la pillola del giorno dopo:

Lola dice:
Parlo per quello che è successo a me, una volta al Policlinico Umberto I e una al San Camillo di Roma: 25 € il ticket, che devi pagare entro non mi ricordo quanti giorni alla Banca di Roma. Tra l’altro la caposala mi fa “e guarda, che se non paghi poi ti arriva l’avviso a casa che dice che hai preso la pillola del giorno dopo senza pagare”. Ora, io ero già grande, vivevo da sola e bla bla, ma pensa se una cosa del genere, con quel tono da stronza me l’avessero detta a 14 anni…

Lulu racconta:
Per ottenere una ricetta per la pillola, essendo domenica, sono andata al pronto soccorso – Emilia Romagna – e ho dovuto pagare un ticket di 25 euro!!!! Non è la prima volta che mi capita di pagare al pronto soccorso (un mio amico.. dopo esser stato in pronto soccorso e aver fatto varie analisi a causa di malesseri, ha ricevuto a casa il conto.. 75 euro!!!) il pronto soccorso, a meno che non vai con una testa fracassata ed in procinto di morire, è a pagamento, ma non pensavo che anche questioni di rilascio ricette fossero comprese in questa logica neo-liberale!”

Ale scrive:
Io ho avuto bisogno della pillola del giorno dopo nel 2000, sono andata in un ospedale qui a Como e ho dovuto pagare. Quindi nulla di nuovo sotto il sole, purtroppo. Io i soldi però non li avevo.
Non avendo fatto nessuna visita, non pensavo di dover pagare. Era domenica,avevo 17 anni, non sapevo che fare e quindi mi hanno concesso di tornare a pagare nei giorni successivi. Il giorno dopo il mio ragazzo dell’epoca andò allo sportello a pagare, ma la zelante infermiera aveva già chiamato a casa mia per reclamare il pagamento. Zelo che mi procurò una bella ripassata di ceffoni da mio padre.  Mi fa soffrire vedere che in 12 anni nulla é cambiato. Ho un’amica che per necessità di abortire in fretta e senza spifferarlo ai 4 venti, è andata in Svizzera a comprare la pillola abortiva. Tutto é andato bene, per lei, che ha avuto la possibilità di sborsare 600 euro.

Giuseppe ci ricorda che:
Non so come funzioni in Emilia-Romagna, ma qui a Palermo al Pronto Soccorso si paga il ticket solo se il codice-colore (triage) è bianco; se si hanno necessità di ricette/etc si va dal medico di famiglia/guardia medica se è festivo. In ogni caso il ticket è di 25€. Il ticket si paga, di base, per ogni prestazione sanitaria in ospedale (pubblico o convenzionato). Se si arriva con un codice colore che non sia il bianco (per cui tutte le cose che non possono essere risolte dal medico di famiglia/guardia medica) al PS il ticket NON si paga; viceversa, qualunque sia il problema, se il codice è bianco si paga il ticket.”

Serbilla però specifica che se è vero che “dal medico di famiglia non si paga la ricetta, quindi vai, ti fa la ricetta e in farmacia compri il farmaco, il problema sorge al pronto soccorso. Che poi essendo una contraccezione di emergenza è illogico farla passare per prestazione bianca. Comunque sia i prezzi sono alti, per i redditi bassi e per ragazzine e immigrate.

Mi chiedo se non sia una violazione della privacy chiamare a casa. Ma continuiamo a leggere le altre esperienze per capire cosa davvero accade quando si richiede un contraccettivo di emergenza.

Marta ci racconta:
Quando avevo 17 anni sono andata a chiederla alla guardia medica perché era notte. Dopo avermi fatto un terzo grado per sapere com’è che ne avessi bisogno, e una ramanzina non richiesta, mi disse che dovevo andare all’ospedale e  prenotare per farmi fare una visita ginecologica perché sennò non me la poteva dare. Gli dissi che così sforavo con il tempo e quindi il senso stesso della pillola del giorno dopo veniva a cadere e lei mi disse che non erano affari  suoi, che non si poteva prendere la responsabilità che magari qualcosa della pillola mi faceva stare male. Io come una cretina me ne andai disperata, il giorno dopo partivo in nave con la mia famiglia e non presi nulla, per fortuna andò tutto bene ma, pur sentendomi un pò imbecille per non aver preteso ciò che mi spettava, non posso  dimenticarmi questa storia e pensare a come poteva finire.

MC ci scrive:
Le 25 euro si pagano come ticket, ovunque. Dato che la prescrizione la può fare anche il medico, è considerata colore bianco. Di solito ti rilasciano la fattura, che puoi pagare allo sportello automatico, quindi anche il giorno dopo. Comunque, qualche anno fa, in Francia, entrai in farmacia, mi chiesero se ero maggiorenne e mi dettero la pillola gratuitamente. Altro che l’Italia…

Sulla questione della ricetta è vero che può farla anche il vostro medico curante, ma non so voi, il mio non sta in studio tutto il giorno (o sta la mattina o il pomeriggio fino alle 20, a giorni alterni) quindi io sono costretta ad andare al consultorio o al pronto soccorso se ne ho bisogno quando non è reperibile, dato che come sappiamo l’effetto della pillola è maggiore se presa il prima possibile. Più aspetto e più sono a rischio. Ma poi, dato che è un contraccettivo, perché serve questo ticket? Per i preservativi non è richiesto… ma chi lo ha deciso questo iter? e Perché? Negli altri paesi si va in farmacia senza nessuna ricetta e la si compra a prezzo basso… in Francia è inoltre disponibile gratuitamente nelle scuole anche per ragazze minorenni, senza l’obbligo di dichiarare la propria identità. Ovviamente la differenza tra un farmaco e un profilattico la vedo ma ciò non toglie che per me la ricetta non serve.

Benedetta ci narra la sua esperienza che ahinoi è paragonabile ad un’odissea:
Ho avuto bisogno della pillola del giorno dopo, un po’ di anni fa, non so come sia adesso, ma all’epoca trovando la guardia medica del mio paese chiusa perché il medico era occupato nelle visite a domicilio, della serie chissà quando torna, mi hanno consigliato di chiamare il 118 dell’ospedale più vicino quindi Gorizia, per sapere cosa dovevo fare. Al telefono mi hanno sbeffeggiato dicendo che /”loro quelle cose non le fanno”/ (?) e che non sapevano cosa altro dirmi, magari di aspettare il lunedì per parlare con il mio medico di base (era sabato) o chiamare gli altri ospedali in regione, quindi quello di Udine o Monfalcone…(insomma il giro del mondo). Dopo numerose insistenze mie (e telefonate perché anche mi hanno liquidato un paio di volte) mi hanno detto di riferirmi alla guardia medica presente nell’ospedale se proprio proprio… che lì c’è sempre qualcuno, ma di non passare manco al pronto soccorso che tanto non me l’avrebbero data e così ho fatto per risparmiare tempo e discussioni, mi sono recata nell’ufficio/ambulatorio dove ho trovato una dottoressa, ho cominciato a spiegarle l’accaduto e mentre stavo ancora parlando, ‘sta qui si alza in piedi e spalancando con energia la porta (mi ricordo bene sta cosa), se ne va senza dirmi una parola (!!!) lasciandomi lì come una scema. Dopo una mezz’ora in cui sono rimasta sola a chiedermi se andarmene o meno e rifare la trafila altrove, è arrivata un’altra dottoressa che mi ha spiegato che la collega era obiettrice (ok, non è che perché sei obiettrice devi trattarmi di merda che mi molli così senza spiegazioni), questa invece era gentilissima,mi ha spiegato un paio di cose poi mi ha scritto la ricetta e in farmacia me l’hanno data subito. Finito. Tempo dopo ho anche letto che Gorizia si piazzava bene tra gli ospedali che /”concedono”/ la pillola…. io ci ho messo mezza giornata causa reticenze e informazioni a metà che ho ricevuto solo per raggiungere una persona che mi prendesse in considerazione, non direi tanto bene ecco. Non ho pagato altro che il prezzo del farmaco in farmacia circa 10 euro mi pare di ricordare, comunque… che fatica!

Anna infine ci suggerisce:
A me non è mai capitato di averne bisogno però tempo fa mi sono occupata di promuovere una campagna di informazione sull’obiezione di coscienza.
Molti medici obiettori infatti abusano del loro potere negando le prestazioni sanitarie perché dall’altra parte c’è una persona agitata, confusa e poco informata.
Se in una situazione di urgenza (es. pronto soccorso o guardia medica) si rifiutano di darvi la pillola minacciate di chiamare la polizia o i carabinieri denunciando l’interruzione di pubblico servizio. E’ vero, uno in quei momenti ha fretta di avere la prescrizione ma almeno si può provare perchè avere la prescrizione è un diritto e loro possono rifiutarsi personalmente solo se sono in grado di assicurarvi la prestazione in qualche modo (es. vi indirizzano preso un altro medico nei dintorni che non è obiettore e per il quale abbiano provveduto ad accertarsi, ad es. telefonandolo, che sia disponibile per la prescrizione e per giunta prescritto nel codice deontologico medico) per cui se minacciati qualcuno potrebbe cedere. in caso contrario suggerisco comunque di denunciare in un secondo momento dopo aver risolto l’urgenza, o almeno di segnalare la cosa all’asl competente.
Io denunciai all’asl, al difensore civico della regione Campania e al ministero della salute la presenza nella mia provincia (BN) di medici di famiglia obiettori che avevano esposto un cartello all’ingresso del laboratorio in cui avvisavano di non bussare per avere la prescrizione perché tanto loro non la davano…sigh! Alla fine nel giro di un mese l’asl diramò una lettera di richiamo a tutti i medici di famiglia chiarendo quanto detto sopra* e che se non si fossero adeguati avrebbero incorso in sanzioni disciplinari. Un’ultima cosa, se sapete che il vostro medico di famiglia è obiettore perché tenerlo? Cambiatelo! Avendo cura di inserire la motivazione nella richiesta che consegnate all’asl.

Leggendo un interessante link ho capito che non c’è una regolamentazione sulla contraccezione d’emergenza e quindi ci si rifà alla legge 194 e ai suoi primi due articoli, in cui si accenna all’obbligo della ricetta ma non so se vi sono le motivazioni. Una cosa però è certa, nel testo della legge 194/78, se leggete l’articolo 9 vi è scritto:

L’obiezione di coscienza esonera il personale sanitario ed esercente le attività ausiliarie dal compimento delle procedure e delle attività specificamente e necessariamente dirette a determinare l’interruzione della gravidanza, e non dall’assistenza antecedente e conseguente all’intervento.

Nonostante ciò esiste la “clausola di coscienza” che permetterebbe ai medici di non prescriverti la pillola e che vorrebbero estendere anche ai farmacisti. Questa clausola non è presente in una legge, ma bensì in questa nota del Comitato Nazionale di Bioetica, quindi se da un lato ognuno può pensarla come vuole dall’altro la legge obbliga i medici a prescrivervi o comunque fornirvi indicazioni-informazioni per ottenere una contraccezione che vi spetta di diritto. Se ciò non accade potete denunciarli per interruzione di pubblico servizio.

L’associazione Luca Coscioni mette a disposizione questi fac simile di denuncia:

– questo per denunciare il medico

– questo per denunciare il farmacista.

Per quanto riguarda gli anestesisti/e, sappiate che essi non possono fare obiezione di coscienza.

I dati sull’obiezione di coscienza sono allarmanti. Secondo i dati del 2010 sulla diffusione dell’obiezione: “Si evince un notevole aumento generale dell’obiezione di coscienza negli ultimi anni per tutte le professionalità. A livello nazionale, per i ginecologi si passa dal 58.7% del 2005, al 69.2% del 2006, al 70.5% del 2007 e al 71.5 del 2008; per gli anestesisti, nello stesso intervallo di tempo, dal 45.7% al 52.6%; per il personale non medico, dal 38.6% al 43.3%. Per alcune Regioni l’aumento è molto rilevante, soprattutto nel Sud. Percentuali superiori all’80% tra i ginecologi si osservano nel Lazio (85.6%), in Basilicata (85.2%), in Campania (83.9%), in Molise (82.8%), in Sicilia (81.7%) e in Veneto (80.8%). Anche per gli anestesisti i valori più elevati si osservano al sud (con un massimo di più di 77% in Molise e Campania) e i più bassi in Toscana (29.0%) e a Trento (32.8%). Per il personale non medico i valori sono più bassi, con un massimo di 87.0% in Sicilia e 82.0% in Molise.

Dati tratti dalla RELAZIONE DEL MINISTRO DELLA SALUTE SULLA ATTUAZIONE DELLA LEGGE CONTENENTE NORME PER LA TUTELA SOCIALE DELLA MATERNITÀ E PER L’INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA (LEGGE 194/78), anno 2010, reperibile qui.
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1312_allegato.pdf

Sinceramente a me non basta che l’Italia ci dia il permesso di usare la pillola del giorno o dei 5 giorni dopo ma serve che le renda effettivamente accessibili, altrimenti è inutile. Quando lottiamo per la salute della donna dovremmo ricordarci anche di questo aspetto, che sarà noioso e materiale, ma fa la differenza tra me/noi e le donne benestanti.

E proprio perché i diritti se sono tali devono valer per tutt@ a dispetto del loro ceto sociale-razza-religione, condivido con voi tutt@ delle utili informazioni:

Luciana ci segnala questo link sulla pillola del giorno dopo, per capire cos’è e come fuziona: http://www.vitadidonna.it/salute/contraccezione/4117-pillola-del-giorno-dopo-contraccezione-di-emergenza-periodo-ovulazione.html

Giulia ci informa che a Roma e in alcune altre città c’è un servizio, creato da Vita di Donna, che ci pare intelligente per affrontare il problema obiezione di coscienza http://www.associazionelucacoscioni.it/pillola_del_giorno_dopo

Infine Lola ci segnala questo documento che alla pagina 22 ci spiega tutta la legislatura che riguarda la questione della pillola del giorno dopo http://www.ordine-medici-firenze.it/Testi/TM%202008/tm0308.pdf e in cui si parla anche della “prescription in advance” ovvero la possibilità di fornire la prescrizione per la contraccezione d’emergenza prima del rapporto non protetto. Cosa che Gilda ci conferma essere già possibile dato che la sua  ginecologa già lo fa: ”una mia amica si fa fare una richiesta per la pillola del giorno dopo e la tiene pronta in un cassetto se la figlia o qualcun’altra  dovesse averne bisogno (lei è in menopausa!). Basta ricordarsi di farsela rifare una volta l’anno altrimenti non è più valida. Niente stress all’ultimo momento per procurarsela:  mi pare un buon metodo.

E voi cosa ne pensate? Che esperienze avete avuto quando avete dovuto richiedere la pillola del giorno dopo? Cosa pensate si possa-debba fare per tutelare l’autodeterminazione della donna?

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Omicidi sociali, R-esistenze.


5 Responses

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  1. Giusy says

    sono tirocinante da tre anni in un consultorio giovani della provincia di roma, forse un’isola felice, dove trovi un’ostetrica che accoglie tutt* i/le tirocinanti con una copia della legge che istituì i consultori pubblici e della 194/78. Un consultorio che da decenni effettua ogni anno nelle scuole medie e superiori incontri su affettività e sessualità con le/i ragazz* (prevedendo anche momenti per i genitori). Un consultorio dove ti vengono offerte tutte le informazioni che ti occorrono, con competenza, professionalità e senza giudizi; con l’attenzione alla tua persona. Forse è un’isola felice, ma sono certa che non sia l’unica. Ricordo che la Consulta dei consultori di Roma sta portando avanti, muovendosi da subito, la lotta contro la legge Tarzia.
    Tutto questo per dire: rivolgiamoci ai consultori pubblici, utilizziamoli, perchè sono servizi pubblici ad accesso gratuito, che esistono anche per questo, esistono per noi; e dove incontriamo cosiddetti movimenti per la vita che intendono ostacolare le nostre esistenze denunciamo immediatamente. Aggiungo un link dove poter prendere informazioni e contatti proprio sui servizi dei consultori (tutti gratuiti) e sulla loro funzione di prevenzione e promozione della salute.
    http://consultaconsultoriroma.blogspot.it/

  2. unannodiracconti says

    Il tutto viene riassunto perfettamente nella frase ‘la donna non ha “autorità” sul proprio corpo’.
    In Inghilterra la pillola del giorno dopo la danno in farmacia, senza il permesso del dottore.

  3. unannodiracconti says

    Il tutto è riassunto benissimo nella frase ‘la donna non ha “autorità” sul proprio corpo’.
    In Inghilterra la pillola del giorno dopo la danno in farmacia.

  4. roz says

    In inghilterra basta parlare con un farmacista che ti può chiedere qualche informazione e la pillola del giorno dopo ti viene data senza troppi problemi, almeno era così fino a qualche anno fa…

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  1. Che vergogna! | La reginetta del turpiloquio linked to this post on Aprile 18, 2012

    […] apr18  io:  http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/04/18/la-via-crucis-delle-donne-per-una-pillola-dei-gi… poi uno dice che non si deve incazzare furiosamente  Inviato alle 12:50 di mercoledì […]