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#15ott: Di Pietro, sono precaria e mi vuoi in galera?

Appena ieri chiedevo da che parte stanno gli indignati/delatori. Ora lo sappiamo tutti. E’ difficile coesistere, dicevo, con chi collabora la repressione contro la gente disoccupata, in cassa integrazione, precaria, povera, derubata.

La dico con chiarezza, a scanso di equivoci, a me i vari travaglio, di pietro, grillo, non l’hanno mai data a bere. Forcaioli e giustizialisti che ai tempi della rivoluzione francese avrebbero sostenuto la monarchia e ai tempi della resistenza antifascista avrebbero sostenuto i fascisti.

Bisogna capirle queste cose e capirle in tempo sarebbe stato meglio, prima che a loro fosse delegata la piazza, la capacità di dirigere l’indignazione, di fagocitare pezzi di movimento, di sostituirsi ad una sinistra che balbetta e non lo fa neppure bene.

Di Pietro, vuoi la legge reale? Vuoi le perquisizioni preventive e la repressione contro tutti. Vuoi dare al governo l’opportunità di fare leggi speciali che censureranno anche i respiri? Ma non eri tu il presunto libertario? Il cripto/sbirro che è in te infine è venuto fuori. Ecco chi sei e chi sta con te dovrebbe pur decidere se quello che dici lo/la rappresenta o meno perché io non ci credo che tutta la gente che ti sta appresso la pensa come te.

Diciamo che tu hai deciso che i cassintegrati, chi sciopera, chi farà le barricate per difendere un posto di lavoro, chi si ribella – in modi che a te non piacciono – alla precarietà, al licenziamento subìto il giorno prima, allo sfratto, all’ufficiale giudiziario che ti pignora pure l’anima, chi fatica per sopravvivere e arriva in piazza e non vuole stare a sentire giusto te e le cazzate che dici, te e tutta la gente come te che a parte scaldare una poltrona, prendervi uno stipendio che noi ce lo sogniamo, vivere di privilegi anche se poi sbraitate contro la casta, bisogna che spieghiate cosa ci state a fare in parlamento, a parte contare le puttane con cui va a letto il vostro antagonista che solo di quello vi interessate da qualche anno, hai deciso insomma che tutta la gente che vuole autorappresentarsi deve finire in galera.

E noi? Io a Roma non c’ero ma la capisco la rabbia. Non sfondo vetrine. Non rompo niente. Sono una brava femmina di casa che tira avanti i figli e si incazza tutti i giorni perché non ce la fa a campare. Sono braverrima io, un bijoux di femmina che dove mi giri e mi rigiri mi puoi guardare con l’aureola per quanto sono santa. Ma tanta santità non serve a un cazzo e se non fosse per i miei figli, per il fatto che non mi posso permettere di coinvolgere anche loro in scelte che non hanno fatto, che ho troppi pochi soldi anche per partecipare alle manifestazioni, giuro che pure io avrei delle cose da dire in faccia allo stronzo che dall’alto della sua divisa si concede, lui, di dire a me come devo gestire la mia rivendicazione.

Di Pietro addio, Travaglio addio, Grillo addio, avete fatto storia, collaborati da gente che sopravvive a se stessa per ricavarsi un pezzo di visibilità mediatica, giusto per dare soddisfazione al proprio culo. Voi non mi avete mai rappresentato.

Io vivo in una città, Palermo, in cui mi hanno insegnato come prima cosa che se arriva la polizia a difendere i motivi del padrone, di casa, di banca, di territorio, di governo, non bussa. Butta giù la porta. E tanto più sei povero e indifeso tanto più la tua porta sarà fracassata. Perché le porte dei potenti invece restano sigillate.

Mi hanno insegnato che ci sono quelli che vogliono la libertà e quelli che amano le finte democrazie, quelle in cui tutto è in ordine e pulito, in cui se c’è qualcuno che si lamenta o rompe qualcosa deve essere cancellato dalla storia perché i disagi e i difetti di una società malata non si devono vedere. Mi hanno insegnato che c’è Matrix, quella del film, se la ricorda?, pure qui da noi e in questo momento lei, Di Pietro, mi sembra uno dei cloni del cattivo del film, quello che si replica per governare il mondo e che comunque esige che i personaggi reali non siano poi così reali. Altrimenti lei non avrebbe ruolo. E di fatto non ce l’ha.

Come ho già detto ieri, voi, legalitari, giustizialisti, delatori, avete tutta la mia disistima. Volevate difendere il popolo dei precari? Eccoci. Eccomi. Sono qui. E volete mandarmi in galera.

Statemi bene. E fatemi un piacere, non vi indignate mai più in mio nome. Per le cose mie ci penso io. Non in mio nome. Mai più.

Posted in Anti-Fem/Machism, Anticlero/Antifa, Memorie collettive, Omicidi sociali, Pensatoio, R-esistenze.


2 Responses

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  1. Angela ciliberti says

    Stanno montando il giro, la storia del poliziotto e la dimostrante, a presentarla come una love story, per far passsare la donna sottomessa,
    dove li mette il braccio su di lei per rassicurarla, da republica a facebook, (grande fratello libro)
    si giu dicendo che si capiscono al volo, e altro, che non ha senso, dato che il dovere degli sbirri, e non infierire su chi non c entra, dovrebbe essere?? ma dove??
    E qua moltooo furbescamente si crea una lobo story come a dire sei giovane e carina,
    =sottomettiti al autorita del poliziottto, giovene e bello anche se incapucciato, pure lui.

    vedere per credere.

    http://www.repubblica.it/politica/2011/10/16/foto/il_celerino_e_la_ragazza_una_carezza_dopo_il_caos-23337123/1/

  2. Giulia Morris says

    Bella!!!