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Riguardo la presunta sindrome di alienazione genitoriale. Di Sonia Vaccaro

Pubblichiamo la traduzione, previo consenso dell’autrice, della relazione “Acerca del pretendido Síndrome de Alienación Parental“, della psicologa Sonia Vaccaro, in “La Boletina. Revista de la Asociación de Mujeres para la salud”, nº XXV, noviembre 2006.

Sonia Vaccaro è psicologa e clinica specializzata in violenza di genere. Lavora da più di venti anni sui temi relazionati alla violenza basata sul genere: nella prevenzione, assistenza alle vittime, formazione di professionisti e supervisione di casi clinici. In Argentina è stata membro del Gruppo di Indagine Interdisciplinare sulla violenza domestica della direzione nazionale di politica criminale. Attualmente vive e lavora in Spagna per la Commissione di Indagine sui maltrattamenti alle donne. Nel 2009 ha pubblicato insieme a Consuelo Barea il libro “El pretendido Síndrome de Alienación Parental. Un instrumento que perpetúa el maltrato y la violencia“.

Buona lettura

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Negli ultimi 3 o 4 anni, nei tribunali di alcune province dello stato spagnolo, ha cominciato ad apparire come elemento diagnostico in certe relazioni di psicologi e nelle basi di alcuni avvocati, una presunta sindrome che pretende dare valore a presunte manifestazioni o condotte, assegnandole un pseudo valore scientifico che già è stato confutato in altri paesi, in particolar modo in quello di origine della suddetta costruzione teorica: gli Stati Uniti. Ci riferiamo alla supposta Sindrome di Alienazione Genitoriale.

Però, a cosa ci riferiamo quando parliamo di Sindrome di Alienazione Genitoriale?

Nell’anno
1985 Richard Gardner, medico nordamericano, in qualità di perito forense e nell’ambito di una disputa di divorzio per l’affidamento dei figli, nomina per la prima volta una presunta sindrome che lui denomina “Sindrome di Alienazione Genitoriale” (Parental Alienation Syndrome, PAS nella sua sigla inglese).

Nel 1987 pubblica attraverso la sua propria casa editrice Creative Therapeutics: “La sindrome di alienazione genitoriale e la differenza tra l’abuso sessuale infantile fabbricato e quello genuino”, associandolo direttamente alle denunce, sempre nell’ambito forense, di accuse di incesto nei confronti di uno dei genitori, affermando che quasi sempre la denunciante è la madre, e chi è denunciato/accusato, è il padre.(SIC)

Secondo R. Gardner, ciò che denomina così (PAS), è un “lavaggio del cervello” al quale uno dei genitori (generalmente la madre), sottopone il figlio/a, contro l’altro genitore (generalmente il padre), riuscendo in questo modo ad alienare, a far uscire questo padre dalla vita del figlio/a, fino a farlo “sparire”, incoraggiando, in alcuni casi, il bambino o la bambina ad inventare che il loro padre abbia abusato sessualmente di lui/lei.

Nell’inverno del 1989, in un numero della rivista Paternità Americana. La voce della paternità responsabile e impegnata, della Organizzazione Nazionale dei padri, collocata nella città di Camden, Delaware, appare un articolo firmato da Richard Gardner: “Parental Alienation Syndrome”, nel cui sottotitolo domanda: “Perchè alcune madri esercitano tutto il loro potere per espropriare il figlio al padre? Che cosa è possibile fare?”

Con il passare del tempo, e gradualmente, Richard Gardner, riuscì ad inserire questa presunta sindrome nella giustizia: nelle dispute di divorzio e per la custodia dei/delle figli/e, contro le madri, e in modo particolare quando emergeva una accusa di incesto.

Alcune delle “raccomandazioni terapeutiche”, che fa R. Gardner, per curare questa presunta sindrome, sono: “… quando si diagnostica Pas, il giudice dovrà cambiare immediatamente la custodia e il possesso del bambino e consegnarla al padre falsamente accusato, senza che mantenga contatto con la madre in nessuna forma… in principio il bambino opporrà resistenza, però trascorso un periodo, comprenderà che è stato sottoposto ad un lavaggio del cervello, e accetterà il suo genitore… il tribunale dovrà anche indicare uno psicoterapeuta tra i professionisti designati dal giudice, e… solo si ristabilirà il vincolo con la madre quando alla fine di almeno tre mesi, il bambino sarà riesaminato da un professionista specialista in PAS affinchè possa dire se è possibile ristabilire il contatto con lei…” (Gardner, R.”The Parental Alienation Syndrome”, www.rgardner.com – cosultato il 12-12-2005)

Attraverso il suo utilizzo, soprattuto nell’ambito forense, questa presunta sindrome, si inserì tra gli psicologi, gli avvocati, i periti e i funzionari della giustizia. Il suo utilizzo si moltiplicò esponenzialmente e otturò tutta la razionalità critica in un gran numero di professionisti che avvallarono e sostennero “senza interrogarsi” la proposta della mente di questo medico nordamericano.

Il dibattito riguardo la PAS si ebbe negli USA a fine degli anni ’90. In questo momento, i professionisti e le istituzioni, che lavoravano con le vittime di maltrattamenti e abusi nell’ambito domestico, pubblicarono bibliografie e critiche attraverso le quali postulavano l’importanza di non tenerlo in considerazione come strumento diagnostico, alludendo ai gravi errori che conteneva questa presunta sindrome: “… La associazione Medica Americana e la Associazione Americana degli Psicologi, lo inabilitano a configurare il diagnostico di una sindrome, nel senso stretto del termine, dal momento che non sono state fatte prove che lo convalidino ne il suo autore ha esposto all’attenzione della comunità scientifica i dati sui quali si basò per configurarla…”.

Judith M. Simon, scrittrice ed editrice di letteratura accademica di Scienze della Salute, nel suo articolo: “Richard Gardner. A self-made man” esplicita gli antecedenti e la traiettoria professionale di R. Gardner, e documenta con precisione il modo nel quale questo medico inventò se stesso e inventò la presunta base scientifica di questo suo costrutto teorico: la sindrome di alienazione genitoriale, segnalando che attraverso della sua propria casa editrice, la Creative Therapeutics, pubblicò più di trenta libri per mezzo dei quali riuscì a consolidarsi come fonte attendibile per sottoscrivere perizie e relazioni nella giustizia.

La Associazione di Psicologi Americana
(APA), attraverso la Commissione Speciale sulla Violenza e la famiglia, concluse così il suo lavoro “Questioni e dilemmi nella violenza domestica”: “Il personale forense deve non solo essere avvertito che la PAS non è riconosciuta come una sindrome medica dalla Associazione Medica Americana e dalla Associazione Psicologi Americana, ma che l’impiego di questa dubbiosa sindrome come strumento, adattato per togliere l’affido alle madri, non può essere consentito…”

La AMA e la APA
concludono: “Il lavoro di Richard Gardner non è mai stato revisionato ne riesaminato. Egli riuscì a porre questo tema attraverso la pubblicazione dei suoi propri lavori per mezzo della sua propria casa editrice, “Creative Theraputics”, fu il suo proprio editore dei 30 libri che pubblicò da allora, incluso “Parental Alienation Syndrome”.

Entrambe hanno allertato riguardo le gravi conseguenze che si produssero durante questi 20 anni a causa del suo utilizzo nell’ambito giuridico, come suicidi di minori che furono obbligati/e a convivere con il padre che sollecitava il cambio di custodia.

Eludendo tutti i dibattiti e i testi che avvertono riguardo la mancanza di rigore scientifico e della sua validità, gli argomenti e la stessa PAS furono (e anche oggi sono) utilizzati da chi ha trovato (e continua a trovare) funzionale il suo utilizzo nell’ambito delle cause di separazione.

Sarebbe molto importante, se esistesse nella giustizia spagnola una qualche norma per convalidare se una evidenza possa essere ammessa nei tribunali come scientifica, che si applicasse a questo tipo di argomenti.
Affinché non si continui a sottomettere i diritti dei bambini/e in nome di una presunta sindrome inesistente che dal 1985 ha provocato immensi danni su chi si suppone dica di proteggere: i bambini e le bambine.

La validità di un argomento che si presenta nella giustizia come evidenza, non può essere basato solo nel supposto prestigio della sua fonte, cioè: periti psicologi, psichiatri, e studi legali, che lo presentano come fondamento di una causa di separazione.
Questo è un tipo di ragionamento che induce in errore nella maggior parte dei casi.

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