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Archivio digitale del femminismo in web

http://www.serim.org/Archivi%20Storici%20e%20Deposito/Archivio%20Locale.jpg

In tanto tempo di lavoro e r-esistenza quotidiana abbiamo realizzato, grazie alla collaborazione di tantissime sorelle che ogni giorno ci segnalano di tutto e di più, un osservatorio antisessista del web partendo dalla convinzione che il web non è neutro e che attraversarlo, o meglio: presidiarlo, significa anche analizzare le diverse forme di sessismo che lo occupano per pretendere spazio e ossigeno per tutte noi.

Abbiamo avviato percorsi di ricerca, alcuni compiuti e altri in itinere, condividendo sempre i risultati ottenuti ancora grazie al contributo di tutte e a tutte dunque doverosamente da restituire. 

Abbiamo realizzato materiale per workshop, video, dossier, manuali per femministe in web e manuali sulla sessualità. Abbiamo messo in condivisione traduzioni di documenti importanti e poi condiviso analisi, piccoli e grandi saggi, narrazioni, denunce, suggerimenti contro la violenza sulle donne, dati, manuali di autodifesa, critica antisessista, immagini, controcultura… una immensa mole di materiale che molto spesso, così come ci è stato detto, viene utilizzata da tante sorelle, viene condivisa, passata di mano in mano, spesso stampata e letta tra gruppi di ragazze, a scuola, all’università, utilizzata come materiale di ricerca a sua volta.

E questo blog è solo una piccolissima parte dell’enorme patrimonio che il pensiero e la pratica attivista o cyberfemminista produce sul web. 

Il mondo del web e quello dei consessi accademici, delle iniziative istituzionalizzate, quelle in cui si parla di femminismo facendo ancora riferimento al pensiero critico della carta stampata, sono due mondi completamente separati.

Avete mai visto voi un convegno femminista in cui viene citata, che so, una analisi prodotta sul blog di Ladyradio? Su quello di Donne pensanti, per citarne solo alcuni tra i tantissimi spazi esistenti.

Come se il web non avesse la stessa dignità della carta stampata. Come se a parlare non ci fossero sempre donne, femministe, lesbiche, trans. Come se a qualificare l’intervento prodotto fosse il mezzo usato (la carta) piuttosto che i suoi contenuti. Come se, ancora, per accreditare interventi di donne bisognasse necessariamente passare attraverso le forche caudine dei mondi accademici con i suoi filtri e i suoi mezzi sorpassati. Come se ci fossero zone di egemonia culturale che non volessero minimamente incrociarsi con quanto c’è di nuovo quaggiù (o quassù).

Eppure di pensiero nuovo e originale ce n’è tanto e lo dimostra tutto quello che abbiamo costruito noi e che continuiamo a realizzare grazie alle sorelle che sostanziano questo blog che sono moltissime, tutte motivate, tutte ugualmente, meravigliosamente consapevoli di quanto sia fondamentale, oggi più che mai, mettere in circolazione pensiero femminista.

Quello che succede è dunque che l’immenso patrimonio che esiste nel web, giacchè non gode di altrettanta legittimità delle cose che circolano su carta stampata (il medioevo che appone timbri di benevolenza al futuro, ritenuto ancora purtroppo più o meno "autorevole" a seconda di titoli e cavalierati di stampo baronale, è sempre una cosa un pò oscena), rischia di essere disperso.

I siti nascono e muoiono. I blog per un crash del server possono morire senza aver fatto un backup dei suoi contenuti. Restano le donne che hanno pensato quei contenuti scritti e quei pensieri, quelle teste non le può rubare nè sostituire nessuno, questo è certo.

Ma bisogna guardare al futuro e ci piacerebbe molto, per esempio, che un bel giorno il bel progetto della biblioteca digitale delle donne di bologna, sempre all’avanguardia rispetto alle questioni tecnologiche, già attive con il server donne (le quali sonotra le rarissime a comprendere quello che sta succedendo nel web) e che in modo lungimirante stanno costruendo un bell’archivio in web di interventi e iniziative, pensasse di includere anche l’archivio digitale dei backup dei siti e dei blog femministi, da scorrere tra vent’anni come si vanno a rileggere i libri scritti su carta.

Ci vuole un server grande, un sistema che lavora un po’ come archive.org, ma si può fare, volendo.

Nel frattempo, dato che per queste cose è necessario tempo, risorse, spazio, interesse collettivo, noi abbiamo pensato di mettere in piedi un blog: Archivio digitale del femminismo.

Pensavamo di inserire il materiale più interessante, quanto meno quello in forma scritta. Per le immagini e i video si potrebbe usare ancora archive.org e poi linkarlo sul blog. Per il futuro possiamo immaginare altri mezzi, un wiki, una cartografia per fare una mappatura, altro (?).

Proponiamo questo lavoro a tutte, perchè ci proponiate le vostre cose migliori, perchè siate stimolate a metterle in ordine e dargli un senso e perchè siano catalogate e rintracciabili come in un centro di documentazione online del femminismo digitale.

Aspettiamo i vostri suggerimenti, le proposte e altre idee. Per chi volesse collaborare attivamente c’è sempre la nostra mailing list.

Posted in Fem/Activism, Iniziative, Scritti critici.


2 Responses

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  1. fikasicula says

    cara luisa, a quale foto ti riferisci?
    quella della biblioteca era semplicemente disponibile in rete. non sapevamo ce ne fosse una fatta da una donna che avesse gli stessi contenuti.
    se ti riferisci alla foto in cima al blog, quella di tano d’amico, la troviamo bellissima. dice cose che ci rappresentano, parla di donne del sud e della capacità di mobilitarsi per difendere il proprio diritto alla casa.
    e se una foto è bella e ci piace molto non vediamo perchè discriminarla solo perchè non è fatta da una persona del nostro stesso sesso.
    in quanto alla censura non capiamo di cosa parli.
    forse è semplicemente che tante vostre foto non sappiamo dove reperirle se non ce le mandate. forse è perchè sono coperte da copyright. forse semplicemente la nostra conoscenza sul materiale reperibile è limitata.
    se ci segnali delle immagini disponibili, che possiamo usare e ci dici dove reperirle, se hai un link, se c’è un sito non abbiamo alcun problema a usarle e a fare onore alle donne che le hanno realizzate. anzi.
    in effetti ci dispiace che tu scriva immaginando che ci sia dolo dove c’è solo forse una limitata conoscenza del materiale fotografico che le donne hanno prodotto. ma se le donne non lo hanno condiviso con i mezzi che la tecnologia consente oggi non può certo essere responsabilità nostra.
    aspettiamo che tu ci dica dove reperire queste immagini di cui parli.
    grazie
    con altrettanto affetto
    fika sicula

  2. luisa di gaetano says

    perchè un archivio femminista usa una foto di un maschio nella sua copertina, con tante fotografe brave dello stesso periodo?
    Non parlo solo di me, ma di Gabriella Mercadini, con cui ho fatto il libro “il mio segno la mia parola” sul Governo Vecchio, Paola Agosti, ecc.
    Mi sembra superficiale, oppure pensate, come tante, che le foto siano solo decorazione?
    Loris Malaguzzi diceva: “i bambini hanno 100 linguaggi e gli adulti gliene censurano 99”. Io penso che questo può essere applicato anche alle donne, ma non sono sicura che siano solo i maschi a censurare…
    Con affetto
    Luisa Di Gaetano