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Non c’è lotta contro la violenza maschile senza antirazzismo e antifascismo

[Foto di Claudia Pajewski]

Come si fa poi a declinare il femminismo senza antirazzismo, antifascismo e antiautoritarismo? Come si fa ad essere concentrate solo su questioni di superficie piegandosi alla logica della vittimizzazione dei soggetti, donne, gay, trans, utile solo alla richiesta di "sicurezza", questa parola da dire a bocca larga, grande quanto un forno, il forno crematorio della parte politica cui si ispira.

Sarà così dunque, sabato sfileranno moderate chiamate intimando la fine di ogni conflitto e l’unità a chi esprimeva disaccordo su quelle 4 righe prive di significato dell’appello e nel frattempo a milano la polizia carica di legnate compagne [ascolta l’audio e guarda il video] che non sono più libere neppure di esporre uno striscione in cui si parla di stupri. Perchè in italia c’è un limite alle denunce che puoi fare. Puoi parlare degli stupri dei rumeni, dei femminicidi dei musulmani, quando parli di italiani devi stare attenta a dire che si tratta di mostri o di depressi in preda al raptus ma di certo non puoi dire che dentro i Cie, centri di identificazione ed espulsione, la polizia stupra le straniere recluse. 

Dirlo poi proprio nella città dove De Corato ha fatto un punto d’onore della persecuzione di stranieri e della repressione di ogni opposizione sociale, dove tutti e tutte vogliono convincere il mondo che per avere più sicurezza ci vuole più ronda, più polizia, più gente in divisa, brutta e piena di potere, il potere di picchiarti se gli dici che sono maschi come tanti e che tra loro c’è chi stupra. Che fanno allora? Per dimostrarti che i maschi non sono violenti con le donne ti picchiano con un manganello sostitutivo di quell’altro, prolungamento del pene che è fatto per fracassare teste fossero anche le teste di chi non può essere massacrata perchè esprime una opinione.

Di Cie insomma non si può parlare male in questo teatrino italiano delle convenienze sociali dove le cooperative che hanno in gestione i lager, come è stato per quello di caltanissetta ora chiuso, si permettono di stare in "agitazione sindacale" per non perdere il lavoro, il pane quotidiano, guadagnato sulla pelle degli stranieri reclusi. Che nazione è quella in cui le donne sfoderano i loro lacrimevoli repertori contro le violenze alle loro simili salvo poi non aiutarle – se straniere – quando sono oppresse da una condizione di totale schiavitù e disumana criminalizzazione? Possiamo dirlo? Si, lo diciamo: esiste una specie di trasversale unione di donne, sedicente tale, profondamente razzista, che si interessa alle donne "bianche" o alle straniere che può usare per criminalizzare intere etnie. Quindi non è vero che il femminismo non è di destra e neppure di sinistra. Sono quelle di destra che provano a chiamare "femminismo" l’insieme di fascismi e razzismi che loro mettono in campo. Ma di femminismo non si è mai trattato ne mai si tratterà.

Come non notare inoltre che nei quotidiani – repubblica, unità ma neppure nel manifesto – in cui si è tanto parlato di donne, silenzio delle donne, donne offese dal premier, bindi for president e via discorrendo non c’è una sola riga, dicasi una, che parli delle botte che hanno preso le DONNE ieri sera a milano. Violenza contro le donne quando? Dove? a favore di chi?

Per questo risulta ancora più insopportabile sentire la donna del pd, presidente della commissione elette e delle consigliere romane, invitare a rainews24 "tutte le donne" (ma proprio tutte perchè "la violenza non è di destra e neppure di sinistra" e bla bla bla, idem con patate di quanto riferiscono, sul sito proletaria.it, aver rappresentato le donne dell’Udi a Brescia) alla manifestazione di sabato, quella che è stata pensata per accogliere le donne che hanno votato il pacchetto sicurezza e che hanno progettato e legittimato i lager per stranieri/e (i cpt nascono grazie alla legge turco/napolitano), quella che è stata pensata per accogliere le donne che chiedono più "sicurezza" in senso securitario, quella di un manifesto che ora è pubblicato su giornali nazionali con parole nelle quali tante neppure si riconoscono.

Tutto questo avviene mentre, come ci ricorda Pia Covre, le sex workers muoiono, mentre le trans passano da vittime a colpevoli, odiate anche da donne e da certe femministe, con marrazzo che in modo patetico cerca assoluzione dal papa per tornare ripulito sulla scena politica e le trans criminalizzate dalla stampa di destra che con apposito articolo – da pulircisi il culo – scrive parole che sembrano venire dal ventennio fascista e trova un altro elemento per mettere al muro le trans: sono clandestine, straniere, ed è colpa loro se portano scompiglio. Tutte in cella dunque, in isolamento perchè nelle carceri le trans le fanno stare con gli uomini oppure in isolamento perchè conta la biologia e avere l’attrezzo in mezzo alle cosce non le rende meritevoli di una branda tra altre donne.

Di violenza contro le donne oggi hanno parlato cani, gatti e porci e anche la ministra alle pari opportunità c’ha messo del suo. Parla di liberazione di donne attraverso le denunce per stalking, denunce che restano tali, roba scritta su carta perchè gli stalker, come abbiamo visto, giusto nei casi più gravi li mettono ai domiciliari e poi lamentano "evasioni" che portano a femminicidi che nessuno riesce a impedire. Ed è interessante vedere l’intero quadro legislativo disponibile in cui l’impostazione è repressiva, securitaria, priva di sbocchi, di piani per il futuro, di impegni di cambiamento. 

C’è il tizio che ammazza la donna e allora qualcuno l’arresta. Quello chiede l’infermità mentale e dopo un po’ esce. Oppure c’è il tizio che stupra la donna e se è rumeno va di culo perchè gli triturano le palle altrimenti tra perizie e controperizie stai a vedere che lui riesce a dimostrare che la stronza è lei che si è trovata a tiro di stupro senza scansarsi in tempo? Se qualcuno ti molesta per essere sicura che ti crederano devi portarti una intera emittente televisiva appresso e non sai mai comunque come finirà.

Nessuna campagna culturale, tutto squisitamente vittimista dove la vittimizzazione sta per possesso: tu sei vittima e io – STATO – ti proteggo con uomini che se però dici cose che non ci piacciono ti spaccano la testa a manganellate. Più vittimizzazione, più controllo sociale. Semplice da capire anche per un bambino di due anni. 

Nessuna soluzione reale, nessuna soluzione o nessun strumento che permette alle donne di "non essere vittime", di lottare e ribellarsi, di guadagnare in autostima e "sicurezza" personale, intima, quella dell’anima e quella concreta, niente reddito per le donne che vogliono lasciare il marito avendo garanzia di un tetto sopra la testa e di un lavoro. Niente prospettive future. Niente alternativa al modello familista. Niente di niente. Puro patriarcato. Tu sei di proprietà dello stato che ti assegna in tutela ad un uomo il quale diventa il tuo aguzzino assicurandosi che tu sia dipendente economicamente, che adempi al ruolo di riproduzione della specie e che ti prenda "cura", gratis, di lui, dei figli, dei suoceri, dei genitori anziani, dei parenti disabili etc etc etc. E’ il capitalismo patriarcale o il patriarcato capitalista mon dieu, è un semplice brand, ci vuole tanto a capirlo?

In italia siamo messe così male che dobbiamo sorbirci lezioni di parità dei diritti da chi fa marketing aziendale facendo corrispondere l’equità di trattamento nel lavoro con un marchio. Ovvero sono tutti schiavi, con una paga minima e lavorano come cani.

Ti fanno una testa così con la storia che devi essere bona per fare qualunque cosa e poi se sei troppo bona e lavori grazie a quello ti licenziano perchè "appari troppo". Che effettivamente guai se i manichini ad un certo punto si mettono pure a parlare e apparire.

Ve la ricordate la ru486? Certo che no perchè in italia non abbiamo mai avuto il piacere di averla a disposizione negli ospedali. La commissione di inchiesta ha deciso che la pillola abortiva non può essere introdotta nel nostro sistema sanitario. E in questa foga da santa inquisizione abbiamo a che fare con sindaci che multano le presidi d’istituto che non mettono il crocifisso nelle aule e anche nella loro camera da letto perchè oramai è diventato un punto d’orgoglio. Croce batte posseduta eretica laica e tutti quanti si sono trasformati in esorcisti.

E per finire abbiamo il ministro maroni che dopo aver elencato le sue fobie in fatto di eversioni destabilizzanti dei suoi ormoni, senza tenere conto del fatto che le famose minacce delle br se l’è inviate da solo il giornalista che poi le ha denunciate così come accertato in sede di indagini, ha deciso che siamo in emergenza e quindi in nome dell’emergenza può decidere di chiudere siti, censurare internet in nome del terrorismo. Il suo "censurare ove pensiamo sia necessario" significa quello che è accaduto a milano. Se qualcuno si sente offeso da uno striscione ti spacca la testa a manganellate o ti censura i contenuti.

Ci resta solo Giulia che scrive un pezzo rivolto agli uomini, e un po’ somiglia a quello che abbiamo scritto noi e ci fa intravedere la possibilità che ci siano uomini che odino manganelli e caserme, divise e autoritarismo. 

Volendo fare un presidio contro la violenza sulle donne c’è quello di napoli, il 28 dalle 10.00 in poi a pizza casoria. Altrimenti c’è a roma l’assemblea nazionale antirazzista, oppure l’iniziativa antifascista di Firenze, e il 29 c’è la passeggiata a montalto di castro. Il resto sarebbe davvero solo una perdita di tempo.

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Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Fem/Activism, Iniziative, Omicidi sociali, Scritti critici.


18 Responses

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  1. clabewares dn says

    un saluto alle innominabili il cui nome non bisogna pronunciare invano e un abbraccio alle fikesicule.

    avete stile fanciulle
    e vi adoro.

    posso darvi un suggerimento? esaudite la richiesta delle signore fino in fondo. non citatele mai più, neppure quando fanno delle cose che condividete.

    abbracci anche dalle compagne della calabria del sud 🙂

  2. giulia says

    prendo spunto da un altro intervento in web per segnalare questo articolo in cui l’autore critica apertamente il leghista castelli.

    criticare l’operato politico di soggetti pubblici è un diritto per chiunque. finchè c’è libertà d’opinione e di critica. altrimenti si chiama “dittatura”.
    da questi commenti invece sembra quasi che si possa fare critica pesante su tutto, a partire da berlusconi, meno che sulle femministe rappresentate da un acronimo. si può dissentire da tutto meno che dal loro operato. cosa alquanto bizzarra.

    in quanto alle intenzioni mostrate, sarebbe il primo gruppo femminista nella storia che compie una azione per chiudere la bocca ad altre femministe. davvero notevole.
    complimenti.

    rispetto e solidarietà al blog

    ps: spero che pubblicherete questo commento. grazie.

  3. sara says

    volevo solo segnalare questo articolo di giancarla codrignani che a suo modo dice cosa ci si aspetta da una donna quando è di fronte ad una amministrazione che assume provvedimenti razzisti:

    le donne di coccaglio

    un abbraccio
    alle femministe a sud

  4. monica perugini says

    siceramente non ho capito niente.
    perchè dovrei essere disonesta intellettualmente? non conoso i presunti precedenti di cui si parla nella lunga risposta ma brescia c’ero e ho visto e sentito e non sono stata la sola ad esprimere queste opinioni. non si possono esprimere perchè contrastano con le organizzatrici UDI? e perchè ma? oppure dissentire è a rischio querela? bel modo di far politica di …genere! Polemica cattiva, insulti e dietrologia non fanno parte del modo di esprimere di molte di noi che, semplicemente, credono che non si possa pretendere di difendere le donne dalla violenza se non si accetta la derimente dell’antirazzismo, della contrarietà alle leggi securitarie e dei loro addentelati amministrativa in salsa bresciana o bergamasca, così come ad intolleranza e cattiveria dilagante che, al di là dei fatti di cronaca che accadano ogni giorno a danno delle donne, sono molte amministrazioni proprio come quelle elencate e purtroppo, a ruota, anche altre (mantovane ed emiliane …) a fomentare, perpetuando e insunuando la convinzione che stranieri e diversi sono il male. E chi è più debole della straniera, con pochi soldi, lavoratrice o disoccupata, spesso in difficili condizioni di libertà personale pure in famiglia, se non le donne immigrate continuamente ricatte dalle procedure su permessi di soggiorno e lavoro, spesso vittime di una cultura maschilista e patriarcale che non ha nulla da invidiare a quella nostrana? Non si può prescindere da tale assunto e non si può stare con chi lo condivde. Alla faccia delle amministrazioni ospitanti. Questo dalla manifestazione UDI non è emerso per niente. Tutto quì, al bando dunque i sermoni sullo stare unite: non saremmo andate alla manifestazione del 21, non avremmo posticipato quella di roma per permettere a tutte le donne di parteciparvi, non avremmo condiviso le tappe provinciali della staffetta, per esempio anche noi come collettivo. Evidentemente, quindi, le posizioni appaiono quanto meno ribaltate. Per chi non sa fare un briciolo di autocritica e sventola la bandiera dell’assolutismo nessun appello allo stare unite può risultare credibile.

  5. laura says

    da avvocata ad avvocata

    leggendo l’articolo linkato una persona può certamente desumere che l’udi con la sua presenza acritica, apartitica, rivolta a donne di destra e sinistra, in una città dove l’omicidio di hina è stato strumentalizzato in ogni modo possibile, abbia legittimato politicamente l’amministrazione della destra razzista. e tutto ciò concerne alla libertà di opinione e di critica.
    se io avessi scritto un articolo da qualche parte avrei tratto le medesime conclusioni.
    come ho già scritto quella di fare una manifestazione apartitica e rivolta e destra e sinistra senza prendere le distanze pubblicamente dall’amministrazione di brescia è una scelta, rispettabile ma non per questo condivisibile.

    per quanto mi riguarda ritengo invece di avere il diritto di dire che la violenza sulle donne non è perpetrata esclusivamente per mano maschile e che non posso esimermi dall’attribuire responsabilità a chi costruisce cultura dell’abuso sulle donne. L’abuso in questo caso è perpetrato anche dalla politica della destra.

    la restante parte del tuo messaggio non si capisce per niente e dunque non posso risponderti.

    grazie ai tuoi interventi però la mia stima nei confronti di chi gestisce questo blog è cresciuta.

    suggerisco all’udi un impegno così assiduo contro i siti e i blog maschilisti che le compagne di questo blog femminista si occupano spesso di segnalare e contrastare.

    Per fortuna esistono donne come loro. Ribadisco la mia totale solidarietà.

    x-spero che questo messaggio passi anche se avete chiuso i commenti. credo spetti anche a me il diritto di replica

  6. fikasicula says

    Gentilississima Avv. Carone,

    qualora in qualità di garante dell’UDI voglia farci pervenire un post o un breve scritto a proposito del tema in questione le assicuriamo che verrà pubblicato garantendo così il vostro diritto di parola e di replica.

    Provvediamo anche ad esplicitare la fonte di proletaria.it, peraltro già accessibile dal link, e dato che la discussione non apporta nessun contenuto di tipo sostanziale riteniamo di evitare polemiche chiudendo i commenti.

    cordiali saluti
    fikasicula

  7. milena carone says

    da avvocata ad avvocata (sommessa.mente)
    il danno c’è quando si scrive “bla bla bla, idem con patate di quanto hanno detto le donne dell’Udi a Brescia in perfetto accordo con l’amministrazione razzista della città” con un link non al sito http://www.staffettaudi.org o ad altro di UDI in rete,
    bensì ad altro commento, a sua volta legittimo ma solo come tale.

    Insomma, piena legittimità di cantarsela e suonarsela anche in quattro.
    ma quando si scrive quello, il discorso è differente.
    ora è chiaro, avvocata da avvocata?

    per il resto, tutto deja vu. cotto e stracotto.
    1. in premessa: ignoranza della pratica politica altrui,
    e questo è il meno, nessun obbligo da parte di nessuna
    2. poi, da vedute differenti, antipasto di arroganza, condito di pretestuosità e falsità
    3. poi, a cose fatte e solo perché io m’arrabbio, si serve ipocrisia con contorno di cortesia
    4. poi, si passa a dare la stura al vittimismo
    5. dulcis in fundo, arriva da parte terza ma vicina, la solidarietà.

    deja vu, ragazze, deja vu.

    avrei mancato l’occasione di rendere edotta una redazione diaristica?
    ma chi volete menar per l’aia?
    Dopo uno stravolgimento intenzionale,
    io dovrei stare qui a far cosa, perdendo solo il mio tempo? a ribattere magari su sciocchezze ignoranti come quella sulla apartiticità? suvvia, suvvia.
    questa pratica è vecchia come il cucco.
    ed è tesa appunto a far perdere tempo.
    anche se per ora mi sto ancora divertendo.

    La vostra diaristica redazione non è fatta di sole 20enni,
    e anche così fosse vorrebbe solo dire che avete imparato presto e bene
    solo il peggio della pratica tra donne.

    avrei perso un’occasione?
    ok. avete ragione voi.
    Da ora rinuncio e perdo.
    affiderò ad altre il compito di gettare di tanto in tanto lo sguardo su… altre future amorevoli sviste femministe a sud rigorosamente anonime. sì ho capito, non me lo scrivere per 3a volta, per via di inventati.org e dello stalking digitale…
    eccome, no! Sicuro come il cucco di cui sopra.

    ps:
    so, per dichiarata ammissione a me della persona che leggerà queste righe, che siete solite girare per il web. bene, il riferimento al sito l’ho già fatto.
    la prossima svista, da ora in avanti, sarà dichiaratamente intenzionale.
    ahimè, anonima… vedi sopra.
    almeno, dopo questo avvertimento (sì io li faccio apertamente e col mio nome e cognome, e allora?) non resterà politicamente impunita.

  8. laura says

    scusate, chiedo sommessamente:

    ma l’appello per la manifestazione dell’udi non era apartitico? a me sembra di aver letto che tiene rapporti con istituzioni di varie correnti politiche per portare avanti i propri obiettivi. non ha mai detto o scritto che la lotta contro la violenza sulle donne non è di destra e non è di sinistra? è una scelta politica, rispettabile ma non per questo condivisibile.
    perciò di cosa state parlando? non ci può essere una differenza di opinione in questo? io per esempio non sarei mai venuta a brescia all’insegna di un appello apartitico rivolto indistintamente a donne di destra e di sinistra. è forse sbagliato pensarla così? tanto sbagliato che questo merita addirittura una minaccia di azione legale? tra l’altro fikasicula dice che se volevate raccontare di brescia potevate farlo e allora non si capisce dove sta il problema.
    tutto questo per dire che potete non essere d’accordo con le compagne di femminismo a sud come loro possono non essere d’accordo con voi ma se per questo vi spingete a fare azioni legali allora dovrete denunciarci tutte perchè tante la pensano come loro.

    ma poi che discorsi sono questi? danno, individuazione fonti, assunzione scritti, dolo, pretestuosità, responsabilità in sedi (legali?). roba da polizia e da censura della libertà d’opinione.
    siete così sicure di non aver mai scritto niente contro qualche compagna o qualche gruppo che non possa essere tradotto nelle stesse formule?

    da avvocato ad avvocato: se udi fa politica non si può impedire ad altre persone di commentare quello che fa e di esprimere eventualmente opinioni critiche al riguardo. intravedere dolo dove c’è una osservazione e un confronto diretto con iniziative reali è, quello si, pretestuoso. dovreste non esistere perchè si smetta di parlare di voi. a meno che voi non pretendiate di dettare alle altre le parole da pronunciare. ma questo, noi lo sappiamo, nessuna legge può imporlo.

    piena solidarietà al blog e alle compagne che lo gestiscono

  9. fikasicula says

    Gentile Avv. Milena Carone,
    le facciamo presente con molta umiltà che questa non è una testata giornalistica e noi non abbiamo nessuna redazione.

    Questo è un diario collettivo. Sono donne e attiviste che prendono appunti su quello che interessa e si raccontano e raccontano per mettere in condivisione saperi femministi. Se non viviamo direttamente le iniziative altre hanno il piacere di condividere con noi quello che hanno vissuto per farlo sapere a tutte le compagne che stanno in rete.

    Nessuna di noi è mai stata a brescia. Se lei avesse avuto il piacere, e le ripetiamo che ha perso una occasione, di condividere con noi la sua esperienza noi l’avremmo condivisa con altre. In caso contrario dato che noi non siamo una redazione, dato che questo non è un lavoro, e non elaboriamo testi su commissione su cose che non abbiamo vissuto più o meno direttamente noi non accettiamo deleghe.

    Riteniamo, nell’ambito della dialettica politica, di avere il diritto di esprimere opinioni e di poter essere libere – se riteniamo di farlo – di dire persino che non siamo d’accordo con la attività politica portata avanti da UDI senza perciò essere accusate di cecità e quant’altro e senza dover essere costrette a subire “minacce e avvertimenti”, di qualunque natura essi siano.

    La preghiamo inoltre di documentarsi ancora sull’utilizzo del web, sull’uso dei nickname e sulla pratica dell’anonimato. Il nostro attivismo in web è fatto anche di battaglie per i diritti digitali e per la tutela della privacy e dell’anonimato in rete. Come già detto su autistici.org lei troverà tutto il materiale che le serve per colmare questa sua lacuna.

    Per concludere: la vostra prestigiosa organizzazione è in questo momento qui rappresentata da lei che insiste nell’addebitare dolo e pretestuosità e nel dire che “la responsabilità vera ha luoghi precisi in cui va discussa”.

    Riteniamo questa sia una minaccia o un avvertimento atti a censurare idee nella misura in cui non sono da lei condivise.

    Le ripetiamo che noi non contiamo sull’apporto di nessun tipo di organizzazione, non abbiamo risorse e continua a stranirci il fatto che UDI usi il braccio di ferro con un piccolo blog di attiviste feministe che lottano contro la violenza sulle donne e per ottenere diritti che siano utili a tutte.

    Riteniamo inoltre che gli unici luoghi dedicati alla dialettica politica sono quelli propri della politica e non già i tribunali cui lei ci sembra alluda. Le idee possono essere condivise o no e la libertà di opinione crediamo sia sancita dalla costituzione.

    Le porgiamo i nostri più
    Cordiali saluti
    fikasicula

  10. milena carone says

    Cara redazione,
    questa sullo squadrismo è
    veramente notevole.
    Avevo messo in conto tutto.
    Il vittimismo no.

    Se intenzioni iniziali su uso di nickname
    sono quelle dichiarate, una cosa è certa:
    nei confronti di altre non usate la stessa cura.
    Anzi, quello che tutela voi da squadrismo,
    non tutela dai danni procurati dai vostri piccoli nickname.
    Piccoli? Francamente, non saprei.
    Vi conosco poco, complessivamente.

    Anche i piccoli, se incattiviti, fanno danni.
    E un danno non lo si misura mai sulla statura di chi lo procura, bensì su quella di chi lo subisce.

    I vostri, poi, almeno quelli di chi conosco,
    sono dolosi e pretestuosi.
    Risparmiatevi l’errata corrige da redazione
    del bel tempo che fu, fa solo sorridere, ora.
    Resta tutto il senso di questo articolo da retrobottega.
    Resta tutta l’intenzione che viene sempre prima della disinformazione, perchè la procura.

    Avremmo dovuto informavi su Brescia?
    Siamo a questo?
    Cara redazione,
    e mi rivolgo ora a chi di voi non sa veramente.

    La persona che tra voi legge queste e altre righe sa tutto, ma proprio tutto e da quel dì. Lo affermo perchè lo ha scritto a me.
    E scrive quello che scrive, proprio perchè sa.
    La differenza di vedute le acceca solo il cuore.
    La sua mente è consapevole.
    A me, dispiace per il suo cuore e la sua mente.
    In egual modo.

    La redazione piccola, spartana e senza gerarchie?
    Suvvia, perchè arrivare a questo?
    Se non si presentasse palesemente ipocrita,
    qualcuna potrebbe anche crederci.

    Comunque, un po’ di schiena dritta non fa mai male.

    Qui nessuna è grande e nessuna è piccola.
    C’è solo verità e falsità a confronto.
    Prima, partigianeria da 4 soldi.
    Dopo, solo peggio, ipocrisia anch’essa di soldi 4.

    La responsabilità per ciò che si scrive è ben altra cosa.
    E squadrismi a parte, e fino ad un futuro migliore,
    esiste solo una primaria garanzia: individuazione delle fonti e assunzione degli scritti.

    A meno che non facciate precedere ogni articolo con due avvertenze:
    1. scriverò cavolate perchè non verifco
    2. non firmo perchè ho paura.

    Certo, il sottotitolo con cui presentate il blog,
    a tutto fa pensare meno che a umiltà e artigianato.
    E’ supponente fino al midollo, come solo i piccoli che si credono grandi sanno essere.

    La responsabilità vera, con buona pace di nickmname o di altri accorgimenti, quando si tramuta in danno, ha luoghi precisi dove va discussa.
    A quello mi riferivo con la mia minaccia o avvertimento. Non certo, come pretestuosamente si dà per inteso, ad un poligono di tiro dove esercitarmi al piattello su di voi.

    Ritornate coi piedi per terra.
    Noi i nostri li abbiamo portati in giro per l’Italia per un anno, con qualcosa di tangibile e per nulla virtuale. Abbiamo anche le scarpe rotte. Ma restiamo grandi. Di grandezza senza sponsor. Di quella grandezza che è solo frutto della nostra libertà. Vera e per nulla virtuale anche questa.

    Quanto al livore, c’è e lo conosco.
    Chi tra voi lo vive, continua a perserverare nell’anonimato e ha già usato altrove parole come “antica e riconosciuta”.
    Ma, già detto: l’anonimato serve a tutelarla.
    Mentre, le parole per Udi sono amore puro che cola come miele.

    Purtroppo quel livore, che non è ricambiato, la incoraggerà a perseverare nella disinformazione e nell’assurdo stravolgimento dei contenuti della nostra azione politica.

    Il resto, giusto per citare le parole di cui sopra, il resto è solo…. bla bla bla.
    E ve lo lascio tutto.

  11. fikasicula says

    Gentile Avv. Carone di UDI UNIONE DONNE ITALIA,

    in riferimento alla sua critica lei ha diritto di replica e tempo un paio d’ore abbiamo modificato la frase in:

    “perchè “la violenza non è di destra e neppure di sinistra” e bla bla bla, idem con patate di quanto riferiscono aver rappresentato le donne dell’Udi a Brescia”

    crediamo sia una corretta impostazione che esprime il concetto.

    saremmo state comunque liete di condividere il racconto della giornata come l’ha vissuto lei se solo lo avesse proposto. ha invece ritenuto di usare questo spazio per scrivere un messaggio che poco racconta del 21 e ci dispiace.

    Certo non ci aspettavamo che una organizzazione così antica e riconosciuta potesse avere interesse a lasciare “minacce e avvertimenti” su un piccolo blog gestito da donne che fanno parte di un gruppo non strutturato, senza cariche gerarchiche, dove tutte si chiamano con un nickname scritto in minuscolo e contano solo sulle proprie precarie risorse personali.

    Non comprendiamo le sue parole riferite a motivi di livore nei confronti di chicchessia. Riteniamo che per esprimere una opinione sulla attività di qualcuno non sia necessario maturare nessuna ostilità personale.

    In riferimento alla privacy le facciamo presente che lei ha appena lasciato un commento su un blog che risiede su autistici.org la cui piattaforma ha fatto la scelta politica di difendere e rispettare la privacy delle persone. Può leggere il manifesto del sito su indicato se ha voglia di approfondire il tema.

    In conclusione le diciamo che noi non siamo delle rambo-femministe. Pratichiamo autodifesa quando serve ma non ci disturba essere poco virili. Questo genere di sfide le lasciamo a chi ha più muscoli e voglia di esibirli. Noi siamo impegnate in ben altre battaglie.

    Ringraziamo per minacce e avvertimenti.

    Fino ad ora le avevamo ricevute soltanto da maschilisti e individui di estrema destra.

    Cordiali saluti
    fikasicula

  12. milena carone says

    Fino a qualche giorno fa, ancora facevo fede sull’onestà intellettuale di chi scrive su questo blog.
    E mi rivolgo direttamente alla persona con cui ho avuto modo di scambiare finora qualche opinione, in quello che credevo rispetto reciproco.
    Non la indico neanche con le iniziali, intanto perché fikasicula o come altro si fa chiamare sa a chi mi riferisco, poi perché la medesima persona tempo fa ebbe a parlare (lei a me) di correttezza e chiedere (lei a me) addirittura privacy.

    Fino a qualche tempo fa, dicevo, adesso non più, dopo aver letto in questo pezzo il riferimento alla manifestazione Udi del 21, o meglio dopo le parole che portano link al sito http://www.proletaria.it (contenente un legittimo, anche se zeppo di falsità, commento alla stessa) riferimento che però lascia ad intendere – è questa la disonestà – che si tratti nella realtà delle parole delle donne dell’Udi.

    Per chi non lo ritrovasse da sé, questo il riferimento con tanto di link: “bla bla bla, idem con patate di quanto hanno detto le donne dell’Udi a Brescia in perfetto accordo con l’amministrazione razzista della città”

    La diversità di opinioni è vitale.
    La disonestà intellettuale e la partigianeria ad oltranza che ne è il presupposto e il prezzo pagato, sono ben altra cosa.

    Ora so perfettamente con chi ho a che fare.
    So anche che questo sarà l’ultimo mio commento e ingresso in questo blog, al quale procurerò di dare adeguata pubblicità.

    Non so dove abbia vera origine il livore di questa donna verso Udi e le sue donne, in primis Pina Nuzzo che qui io posso mettere con nome e cognome perchè le sue parole, i suoi scritti e le sue azioni politiche sono sotto gli occhi di tutte, come i miei e quelli di ogni dirigente Udi.

    Non lo so e non mi interessa più neanche saperlo.
    So quel che conta, e cioè con quale “genere” di disonestà intellettuale agita da chi si fregia di occuparsi di “politica di genere”.
    In realtà, politica molto “sui generis”.
    Come tale la tratterò. Ne può star certa.
    Autorizzo la signora in questione a prendere queste mie parole come una minaccia o un avvertimento, a seconda dei casi e dei luoghi dove potrà portarmi la faccenda.
    Sempre che la signora intenda avere il ciraggio civile di uscire allo scoperto e smetterla di adombrare correttezze e privacy, unicamente allo scopo di poter sparlare e sparare falsità a mezzo web senza paura di avere ritorsioni e cioè… – come si dice in Sicilia o dalle mie parti nel leccese dove il dialetto è similare – “sulu sulu cu se para u’ culu”.

    Avv. Milena Carone
    Garante nazionale UDI UNIONE DONNE IN ITALIA

  13. ales says

    consapevole dei rischi….

    ripeto non volevo lamentare una poca presenza, ribadisco in questo post mancava secondo me una parte….e figurati se ti volevo azzittire….non era proprio mio obiettivo….la condivisione era il mio obiettivo.

    so che qua posso esprimermi…se l’ho fatto ora, prima e continuerò ovviamente…perchè penso che il lavoro che viene fatto qui è importante.

    ciao ales

  14. fikasicula says

    ale, tu puoi fare tutte le considerazioni che vuoi. tutte potete dire quello che volete. questo è uno spazio per noi e quindi anche per te.

    e lo sai bene che qui si è parlato tanto di tutto, che è stato detto più volte che ci sono compagne che partecipano senza condividere quelle parole d’ordine. è stato detto ed è stato detto che è inutile.

    non puoi dire che siete state ignorate perchè non lo siete mai state e non lo siete.

    se sabato farete una azione, se la vostra presenza farà la differenza sarò la prima a pubblicare e divulgare ogni cosa che farete e a sostenervi se vi attaccheranno. questo lo so io, lo sai tu e lo sapete tutte.

    non puoi dirmi però che devo stare zitta per permettervi di attraversare quella moltitudine amorfa che va dall’ugl al pd senza esprimere la mia opinione.

    e non si tratta di curriculum. si tratta di ora, di quello che reputiamo giusto adesso.

    e per montalto cara luisa è vero che da roma nessuno si è mosso ma è vero che sono le compagne di bologna che sollecitano da subito per andare.

    teniamoci strette, incazzate, furiose ma strette perchè le donne con cui cara ale scenderai in piazza sabato se ti succede quello che è successo ieri a milano non alzeranno un dito per aiutarti, ti ignorerano o ti criminalizzeranno.

    io sono sempre qui.
    un abbraccio

  15. ales says

    non cerco legittimazione, e sì di contraddizioni ne ho tante…e per fortuna direi…
    purtroppo non ho ancora fatto il mio curriculum vitae della femminista, però la mia esperienza in politica, evidentemente più umile della vostra (…da cui pare io debba imparare..) mi ha insegnato semplicemente a esprimere qualche considerazione e pensiero che sento. quando ho letto questo post ho notato che non era nominata l’altra piattaforma e questo semplicemente non mi sembrava onesto, e fikasikula se l’ho scritto qui è ovvio che ho più fiducia in questi mezzi che nella repubblica, da cui non mi aspetto molto. le mie considerazioni, che sono state prese per moralismo, non sono altro che considerazioni che mi sono sentita libera di esprimere in questo spazio, perchè per quanto non condivido tutto, mi sento a mio agio nell’esprimere ciò che penso(e questo mi sembra un risultato positivo per un blog).
    quindi, luisa, non attaccare me di voler fare lezioni di femminismo, perchè mi sembra il peggior modo di svolgere semplicemente una discussione, ma anzi questo mi sembra proprio quel classico modo usato da molte per allontanare le donne dal movimento.
    un blog mi sembra il luogo adatto per discutere…
    da che parte sto? sto dalla parte di quelle donne e lesbiche che vogliono portare in piazza in i contenuti sui cui quotidianamente fanno politica, e non vogliono lasciare il nostro percorso in mano a quelle poche che vogliono strumentalizzare le nostre lotte e la nostra autodetrminazione….e quelle che hanno cmq voglia di gridare contro la merda che ci sta affogando…un rischio sicuramente, e ti dirò rischierò di essere intollerante, ma poco mi importa….andare in piazza non sarà azzerare il conflitto (che non è proprio nato adesso), ma probabilmente è il modo per (continuare a )affrontarlo e gestirlo, proprio perchè mi sembra ovvio, poichè è stato dichiarto, che non c’è unità nel momento in cui non è stat adesione.
    puntualizzo solamente una cosa, io all’assemblea a bo non c’ero, sarebbe meglio non farsi prendere da pregiudizi nelle discussioni e forse essere anche meno ideologiche. scusate, ne puntualizzo un altra, la manifestazione di montalto è stata tutt’altro che sostenuta dalla manifestazione nazionale, infatti il tutto è stato deciso qualche giorno fa, e non so da dove vieni tu, ma a bologna molte compagne stanno facendo parecchio per publiccizzarla e gestirla con i mezzi.
    scusate ales

  16. luisa says

    io non posso crederci. ma tanto di cappello a fikasicula. sono stata zitta fino ad ora ma veramente ha ragione lei.
    Ale, fammi capire, ma vuoi essere legittimata a partecipare ad una manifestazione che non condividi?
    Sei tu che hai una contraddizione da risolvere e vieni qui a fare la morale dove si respira coerenza?
    se tu ti vivi male quello che stai facendo e la posizione non chiara che hai assunto consapevole delle conseguenze perchè vieni qui a cercare sostegno?
    io a bologna c’ero e la verità la conosciamo. volevate scendere in piazza e vi siete turate il naso e c’è chi il naso non se lo vuole turare.
    ma lasciate almeno la libertà a chi non la pensa come te e voi di dire quello che pensa senza venire a dare lezioni di femminismo costruttivo.

    ma per favore…

    ps: la cosa di montalto è talmente sostenuta da chi ha indetto la manifestazione nazionale che non c’è neppure una delle organizzatrici che ha messo a disposizione una macchina per andare lassù…

  17. fikasicula says

    nessuna rabbia e nessun vomito. è una cronaca onesta e chi segue il blog l’ha letta per intero. costruire nelle difficoltà non vuol dire rimuovere il conflitto pere far prevalere autoritarismo.
    i manganelli di milano dovrebbero dirti qualcosa. quando c’è chi non la pensa come te allora si massacra.
    in quanto al resto non ci vedo nulla di costruttivo e produttivo ma tanto proprio tanto di autoreferenziale nel continuare a sostenere una “unità” all’insegna di parole diverse. mi ricorda tanto il pd con la binetti e d’alema, la turco e la finocchiaro, tanto diversi e tanto uniti in nome della dialettica interna.

    davvero tu ci credi?
    io no.
    i giornali li hai letti anche tu. sin dal principio io avevo detto che questa manifestazione sarebbe passata all’esterno con le parole d’ordine scelte da poche. infatti è stato così, chiedi a chi ha indetto la manifestazione, a repubblica e corriere e alle testate che stanno pubblicizzando la manifestazione di far emergere che ci sei anche tu. chiedilo a loro e non a me perchè io l’ho detto e ho anche detto che non servirà a niente.

    farete solo numero e se farete altro vi chiameranno intolleranti come quel paio di donne che all’assemblea di sabato scorso a roma hanno fischiato la presenza delle donne di fini.

    mi spiace ma certe volte in politica bisogna scegliere da che parte stare e francamente io non ho capito da che parte stai tu.

  18. ale says

    non condividere la manifestazione di sabto lo capisco, boicottarla mi sembra veramente poco lungimirante…ognuna gestisca le proprie energie come vuole, ma sarebbe onesto ricordare che ci sono donne che sabato a roma e domenica a montalto manifesteranno con altre parole d’ordine:antisessimo, antirazzismo, antifascismo, anti-lesbo-omo fobia…distruggere nel disaccordo quando già siamo veramente poco coese è un buon canale per sfogare rabbia e vomitare delusioni, costruire nelle difficoltà, “senza il vogliamoci bene, ma con onesta, è impegnativo e forse meno autoreferenziale , ma forse più produttivo per tutte noi…
    ales bologna