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Ucraina: italiani dediti allo sfogo ormonale

Ho visto la puntata di "C’era una volta" dedicata alle donne ucraine e al turismo sessuale in quel territorio (grazie alla segnalazione di Claudio). Potete trovarla online [guarda]. 

Si tratta di un documento che attraversa l’ucraina a partire da Kiev fino alle estreme periferie. Dalle agenzie matrimoniali che vendono escort, alle massaggiatrici, alle prostitute che fanno il mestiere per mantenersi gli studi, fino alle campagne dove le madri dichiarano di offrire volentieri le loro figlie ad uno straniero se le farà stare meglio di come crescerebbero lì, poi le vittime della tratta portate in europa con l’inganno e costrette ad una vita infame.

Alla radice c’è un paese che dopo il crollo dell’unione sovietica è stato preso d’assalto da ogni genere di speculatore. Hanno comprato terreni per pochissimi soldi, hanno investito e guadagnato senza che la gente del luogo ne traesse alcun vantaggio. Tutti sono più poveri di prima.

Sono i contesti attraversati dallo scintillio del turista sessuale, altro genere di speculatore, che creano la domanda di donne e generano l’offerta.

Quello che è davvero molto duro da digerire è il fatto che queste donne abbiano imparato a recitare la parte delle geishe per stare meglio. Duro che uomini e donne giudichino chi si vende e non il compratore. Dura anche la opinione che esprimono del matrimonio, della vita coniugale, dei ruoli, dell’aspettativa di "protezione" che nutrono rispetto agli uomini, soprattutto quelli anziani. Non si tratta di principi azzurri ma di "papi" con un conto in banca che le possa mantenere mentre loro provano a continuare a vivere. Squillo di lusso, mantenute, donne che si affidano senza trovare forza dentro se’ e nelle altre donne. Mantenute come tante donne italiane che nel matrimonio compensano assenza di lavoro e casa ricavandone una vita piena di obblighi e di fatica.

Così evidentemente non la pensano le femministe che qualche tempo fa hanno inscenato una bella performance per dire ai turisti sessuali che l’ucraina non è un bordello.

Dimenticavo: sentire gli italiani in cerca di avventure cercare il modello di donna che faccia loro sfogare gli ormoni – come riportato nelle interviste – chiarisce fino in fondo quale sia il livello della mascolinità con la quale abbiamo a che fare. Il nostro macho-men in missione sessuale è quanto di più deprimente ci possa essere.

Spero che il documentario vi piaccia. Dite che ne pensate. Buona visione. 

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio, Vedere.


One Response

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  1. Serbilla says

    E’ agghiacciante, in ogni sua parte, nessua esclusa, dalle ragazze che dicono “sarai il mio bambino” (ad ascoltarle sembra di guardare un canale di televendite, hanno sicuramente fatto un corso di comunicazione è marketingm non è possibile esprimersi in modo così convincente senza aver studiato, anche le ragazzine) ai bambocci italici (che poi lui viveva “una fase di uomo quasi sposato” una fase? ci credo che lei t’ha lasciato! s’è scansata il fosso!), pur senza voler essere superficiali direi che sono tragicamente complementari, che comunque i cacciatori la preda se la sudano, non vanno a comprarsela al mercato “tutti pazzi per le donne ucraine, non so c’avranno sei marce, sette..sono diverse” .. forse sono affamate? ma non ne senso che credi tu scemo, le italiane non vi si pigliano perchè c’avete l’acqua nel cervello, rendetevene conto.
    Fino allo sfruttamento, al mercato della carne, carne di cui non importa a nessuno.
    Lo sfogo ormonale, quando lo abbiamo noi lo sfogo ormonale ci propinano pilloline umano-regolatrici, poichè i nostri ormani ovviamente sono alieni.

    Non so se hai visto questo: http://www.youtube.com/watch?v=IoTBclI22Dk